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giovedì 8 ottobre 2009

''Il padre di Alfano chiedeva voti per il figlio''


Gagliardo ha riferito in aula un episodio conosciuto in carcere. Il ministro: «Nessun riscontro»

MILANO - E' la rivolta dei pentiti contro la politica. Quella che prima li corteggia e poi li insulta. Nel mirino un obiettivo elevato: il ministro della giustizia. «In carcere abbiamo visto Angelino Alfano parlare in televisione e dire che la mafia fa schifo. Durante l'ora d'aria, Ciccio Mormina, Pasquale Fanara, Limblici, Vella Francesco dissero che era un pezzo di merda. A questo punto Giovanni Alongi, rappresentante della famiglia di Aragona, disse: "Il padre di Angelino mi ha chiesto voti per Angelino. Anche il padre di Alfano era un politico».


LA RIVELAZIONE DEL PENTITO - A parlare è il pentito di Racalmuto (Agrigento) Ignazio Gagliardo, sentito come imputato di reato connesso dal pm Nino Di Matteo nell' inchiesta-bis su Totò Cuffaro. Gagliardo ha parlato di mafia e politica, riferendo le proprie conoscenze, oltre che sull'ex presidente della Regione Sicilia, imputato di favoreggiamento e rivelazione di segreti e che ora rischia un processo pure per "Concorso esterno", anche ad altri esponenti politici della provincia agrigentina, come l'attuale guardasigilli. I mafiosi, nel commentare le iniziative della politica contro Cosa Nostra, secondo Gagliardo si dimostravano particolarmente irritati per via dello slogan coniato da Cuffaro e utilizzato da Alfano: «Ora facciamo schifo - erano i commenti ascoltati da Gagliardo in carcere - ma non lo facevamo prima, quando ci chiedevano voti».

IL MINISTRO: «DICHIARAZIONI SENZA RISCONTRO» - Alfano ha replicato sostenendo che la mafia gli ha prima mandato proiettili e ora si affida a «veleni e dichiarazioni prive di alcun riscontro» per colpire il governo Berlusconi e la sua durissima politica antimafia. Anche Cuffaro ha sempre escluso qualsiasi tipo di rapporto con i boss e i suoi legali parlano di «affermazioni generiche, vaghe, prive di fondamento».

Tratto da: corriere.it

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