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martedì 27 ottobre 2009

La guerra civile fredda


di Daniele Luttazzi

Dopo aver introdotto nel dibattito pubblico il concetto di golpe al rallentatore, con cui illustrava, nel 2002, le analogie fra il piano piduista di Gelli e il programma berlusconiano, Daniele Luttazzi aggiorna spregiudicatamente il quadro con l’esame satirico della tappa successiva: la guerra civile fredda.

La “guerra civile fredda” è l’esito del progetto organico, reazionario, fatto di disuguaglianze e gerarchie, che è in atto da un ventennio nel Paese. Ne sono conseguiti, fra l’altro, un aumento del 553% della cassa integrazione, una manovra economica che beffa i ceti medi e un piano federalista che porterà alla divisione fra regioni di serie A (magari da annettere alla Carinzia) e di serie B.
Se risulta paradossale, allora, l’appoggio che col loro voto i cittadini italiani stanno dando alle politiche classiste che da anni li danneggiano, una spiegazione tuttavia c’è.

Che Berlusconi e la Lega continuino a vincere le elezioni; An si fonda col PdL; Di Pietro cresca nei sondaggi; il PD resti inconcludente; Prodi abbia battuto Berlusconi per ben due volte; la Chiesa attragga fedeli da duemila anni; e Grillo riempia i palazzetti e le piazze coi suoi Meet up; lo si deve innanzitutto al potere di una straordinaria tecnica di persuasione: la narrazione emotiva.

Circa trent’anni fa, le strategie del marketing politico USA hanno raggiunto un nuovo livello di consapevolezza con la scoperta, da parte dei think-tank di destra, che l’elettorato non vota in modo razionale, ma in base a suggestioni emotive. Il programma elettorale diventa secondario, se non sai come raccontarlo. Vinci le elezioni (è questo il grande trucco) se lo sai raccontare come una storia: una storia che crei con l’elettore un legame emotivo.

Nella nuova realtà politica, tutta emotiva, la popolarità sostituisce la legittimazione; la vittoria la credibilità; e i sondaggi l’ideologia. Una volta agganciato emotivamente, l’elettore sospende la propria capacità critica e finisce per votare anche chi, a conti fatti, non gli converrebbe.

In questo libro, stimolante e divertentissimo, la satira feroce di Daniele Luttazzi esplora in lungo e in largo i 5 elementi fondamentali della narrazione emotiva con un profluvio di casi tratti dalla cronaca più recente, mostrando come l’analisi narratologica riesca non solo a spiegare certi fatti, ma anche, soprattutto, a prevederli.

p.s. per chi si è allarmato ("Cos'è, un saggio politico?") non cogliendo la parodia (troppa tv ottunde): vi sbudellerete dalle risate.

(E' un saggio politico.)
da DanieleLuttazziBlog

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