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martedì 6 ottobre 2009

Legge anti processi, ora si decide

di Paolo Biondani

E' durata poco più di due ore l'attesissima udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, la legge ordinaria approvata per fermare i processi penali contro il premier e, in teoria, contro i presidenti della Repubblica, della Camera e del Senato. La Corte non ha ammesso l'intervento del costituzionalista che rappresentava i pm di Milano. Gli avvocati di Berlusconi - Ghedini, Pecorella e Longo - hanno difeso il Lodo spiegando tra l'altro che la nuova legge elettorale mette Berlusconi "sopra i ministri", perché "investito direttamente dalla sovranità popolare". Anche l'Avvocatura dello Stato ha difeso il Lodo negando di aver voluto "condizionare" la Corte con il richiamo al rischio di dimissioni del premier. Longo: "Sono invenzioni, il Governo tiene". E Pecorella non esclude un nuovo Lodo se la Corte dovesse ristabilire la regola che anche Berlusconi può essere processato. Nella relazione della causa, il relatore Gallo ricorda che "è in gioco il principio di uguaglianza che è il fondamento dello Stato di diritto e della democrazia". Il verdetto non prima del tardo pomeriggio

12.55 CORTE COSTITUZIONALE, FORSE VERDETTO SLITTA
In Corte Costituzionale è già in corso la nuova udienza che riguarda un ricorso del Governo contro una legge della Regione Marche diretta a limitare gli abusi sanabili con i condoni edilizi. Mentre avvocati e giornalisti sfollano, il personale della Corte fa capire che la decisione sul Lodo Alfano potrebbe slittare quantomeno a domani. La Corte si ritirerà in Camera di Consiglio solo dopo avere esaminato tutti i ricorsi pendenti per oggi, dunque non prima di metà pomeriggio. Sempre secondo il personale della Corte il verdetto (la decisione secca chiamata 'dispositivo senza motivazioni') verrà "ragionevolmente emessa non prima di domani mattina". Ma non è escluso un rinvio più lungo: da giovedì cinque giudici della Corte Costituzionale saranno in trasferta all'estero. Il primo orientamento sui tempi della decisione verrà comunque comunicato solo alla fine delle udienze in corso.

12.50 LONGO: "IL GOVERNO TIENE"
A margine dell'udienza l'avvocato e parlamentare Piero Longo ha definito "un'invenzione della stampa, che se ne inventa tante" il rischio di dimissioni di Berlusconi in caso di bocciatura del Lodo Alfano. "Il Governo tiene", ha detto Longo che poi ha sorriso: "oggi è una bella giornata".

12.45 GLAUCO NORI: "L'AVVOCATURA NON CONDIZIONA LA CORTE"
Lasciando il palazzo della Corte, l'avvocato dello Stato Glauco Nori non ha voluto precisare a quali "figure autorevoli" si riferisse nel suo intervento, quando ha parlato di personaggi delle istituzioni che lo avevano attaccato. Nori, di fronte alla Corte, aveva definito singolare l'accusa di voler "condizionare la Corte" paventando possibili dimissioni del premier in caso di bocciatura del Lodo Alfano. "L'Avvocatura dello Stato - ha detto Nori in udienza - ha solo svolto il proprio compito che è la difesa di una norma dello Stato". Lo stesso Nori, sempre in udienza, aveva però definito "un danno irreparabile" la situazione di un presidente del Consiglio che viene "distratto dalle sue funzioni per doversi difendere nei processi".

12.42 PECORELLA NON ESCLUDE UN ALTRO LODO
Rispondendo ai giornalisti l'avvocato Pecorella ha precisato che, nell'ipotesi di bocciatura del Lodo Alfano, "le motivazioni della Corte Costituzionale potrebbero lasciare spazio a ulteriori modifiche della legge". In sostanza, la maggioranza potrebbe varare un Lodo-ter per adattare lo scudo anti-processi a eventuali nuove obiezioni della Corte.

12.40 PECORELLA: "NON SARÀ UN GIUDIZIO POLITICO"
Terminata l'udienza, l'avvocato Gaetano Pecorella si è dichiarato ottimista: "Ho fiducia nella decisione della Corte. Non sarà un giudizio politico, la Corte esaminerà il Lodo solo sul piano tecnico costituzionale".

12.30 "DELUSO" IL COSTITUZIONALISTA DELLA PROCURA
Alla fine dell'udienza il costituzionalista Alessandro Pace, che rappresentava la Procura di Milano, si è detto "deluso" dalla decisione della Corte di dichiarare inammissibile il suo intervento a favore dei pm di Milano. "E' una decisione che non fa ben sperare". In pratica i quindici giudici della Corte hanno potuto ascoltare soltanto quattro interventi - i tre difensori di Berlusconi e l'avvocato dello Stato - tutti favorevoli al Lodo Alfano.

12.07 CORTE COSTITUZIONALE: CHIUSA LA DISCUSSIONE
Con l'intervento dell'avvocato dello Stato Glauco Nori, che ha difeso il Lodo Alfano, si è chiusa la discussione davanti alla Corte Costituzionale. Ora i giudici si sono ritirati e nelle prossime ore esamineranno solo altre sei questioni di costituzionalità che però riguardano leggi diverse. Solo nel pomeriggio, dunque, si prevede che verrà comunicato se la decisione sul Lodo verrà presa oggi stesso o rinviata.

12.00 PECORELLA: "IL PREMIER È SUPERIORE AI MINISTRI"
L'avvocato e parlamentare Gaetano Pecorella, precisando di occuparsi "solo delle questione poste dal Gip di Roma", ha sostenuto che il Lodo Alfano non può essere paragonato al Lodo Schifani che fu dichiarato incostituzionale. "La nuova legge elettorale ha sostanzialmente modificato l'identità costituzionale del premier. E già prima la legge sulla Presidenza del Consiglio aveva affidato solo a lui il potere di tenere i rapporti con le istituzioni europee e le confessioni religiose. Quindi ora - ha proseguito Pecorella - il premier non è più solo un 'primus inter pares'", cioè una figura equivalente ai ministri, "ma è indicato e votato come capo della coalizione presentata agli elettori. Quindi ora c'è una investitura diretta dalla sovranità popolare".
Nell'intervento lo stesso Pecorella ha chiarito che, tecnicamente, questo rafforzamento dei poteri del premier "segna un distacco dalla tradizione degli Stati liberali". E proprio questo giustificherebbe la sospensione dei processi penali anche con "legge ordinaria".

11.54 LONGO: "LODO È LEGITTIMO IMPEDIMENTO PRESUNTO"
Secondo l'avvocato e parlamentare Piero Longo, il Lodo Alfano è costituzionale perché si limita ad ampliare un'ipotesi di sospensione del processo che è sempre stata prevista: "il legittimimo impedimento dell'imputato". La novità è che, a differenza che nei casi normali come la malattia dell'imputato, qui "l'impedimento è presunto per tutta la durata della carica".

11.35 GHEDINI: "LEGGE ORDINARIA ANCHE PER I REATI MINISTERIALI"
Per l'avvocato Ghedini, non era necessaria una legge costituzionale per salvare il premier dai suoi processi penali. Lo dimostra il fatto che "c'è già una legge ordinaria, la n. 219 del 1989, che prevede sostanziali diversità procedurali tra il comune cittadino e il ministro. Anzi, non solo il ministro ma anche il privato che concorre nel reato ministeriale". Come esempio Ghedini ha citato la possibilità per il ministro-imputato di "prendere visione degli atti prima della conclusione delle indagini". "C'è addirittura una diversità di regime per le intercettazioni e le misure di limitazione della libertà personale". E tutto con legge ordinaria. Di qui il fulcro del ragionamento di Ghedini: "La legge è uguale per tutti ma non necessariamente la sua applicazione". Nella foga, Ghedini ha definito "straordinarie" le eccezioni previste dalla legge ordinaria sui reati ministeriali.

11.30 GHEDINI: "LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI MA NON LA SUA APPLICAZIONE"
L'avvocato Niccolò Ghedini ha difeso il Lodo Alfano spiegando che "si ferma solo il processo, ma la responsabilità penale dell'imputato resta integra". Secondo Ghedini le nuove norme "rispettano i principi e le finalità già approvate dalla Corte Costituzionale" quando bocciò il Lodo Schifani. Questa volta, insomma, la legge blocca-processi è fatta con regole "rispettose della Costituzione".

11.12 ESCLUSI I PM DI MILANO
Dopo la riunione in camera di Consiglio, il presidente della Corte Francesco Amirante ha letto la prima decisione che dichiara "inammissibile" l'intervento del procuratore di Milano e del suo sostituto. Il presidente ha spiegato che la costituzione del pubblico ministero "non è prevista espressamente dalla legge" e "non è irragionevole" che la posizione del pm sia "tenuta distinta da quella delle parti". Ora l'udienza entra nel vivo: parla Ghedini

10.52 PER IL LODO MEDIA DA TUTTO IL MONDO
"Mai vista una sala così piena", allarga le braccia uno dei cancellieri della Corte. Nella parte di sala riservata ai giornalisti hanno preso posto i cronisti di almeno tredici testate straniere tra cui spicca il New York Times, oltre ad Associated Press, France Press, Reuters e all'agenzia economica Bloomberg. Tra le tv, oltre all'immancabile Cnn, seguono l'udienza anche televisioni svizzere, tedesche e svedesi. Sembra mancare solo Al Jazeera.

10.40 BERLUSCONI AL VERTICE DELLO STATO
Tra gli addetti ai lavori, avvocati e giuristi, che seguono l'udienza sta creando dibattito un passaggio della relazione di Gallo. Il giudice costituzionale, illustrando la tesi della difesa Berlusconi ha chiarito che "non è irragionevole differenziare il regime processuale per il presidente della Repubblica, i presidenti delle due Camere e il presidente del Consiglio dei Ministri" perché solo loro "sono accomunati dall'occupare una posizione di vertice, esercitano funzioni politiche, hanno doveri peculiari e hanno un'investitura diretta o mediata dalla volontà popolare".

10.36 "IL PM ORA È PARTE"
Il Costituzionalista Alessandro Pace, spiegando perché la Corte Costituzionale dovrebbe ammettere l'intervento del pm di Milano ha spiegato che, con il nuovo codice e soprattutto "con la riforma del 'giusto processo' ora anche il Pubblico Ministero è parte così come l'imputato". Sarà questo il primo scoglio da affrontare per i giudici costituzionali.

10.28 PRIMA CAMERA DI CONSIGLIO
La Corte Costituzionale si è ritirata in Camera di Consiglio per decidere la prima questione: l'ammissibilità o meno dell'intervento della Procura di Milano nel giudizio costituzionale. Nessun dubbio invece sulla partecipazione di Berlusconi anche come imputato.

10.20 PER DIFESA BERLUSCONI INDAGINI SALVE
Il giudice costituzionale Franco Gallo, nella relazione della causa, ha spiegato che, secondo i magistrati di Milano e Roma, il Lodo Alfano sarebbe "ambiguo" tanto da prestarsi a sospendere persino la fase delle indagini. Lo stesso giudice costituzionale ha però dichiarato, che, nelle memorie difensive, gli avvocati di Berlusconi sostengono invece che il Lodo "non è applicabile durante le indagini preliminari" ma si limita a "sospendere il solo dibattimento".

Inoltre sempre secondo la "difesa privata dell'imputato" il Lodo Alfano ha un "contenuto del tutto diverso rispetto al Lodo Schifani", in particolare perché la sospensione dei processi "è limitata alla durata della carica", per cui non sarebbe equiparabile all'immunità. Mentre, sempre secondo la difesa Berlusconi, il codice di procedura penale prevede già casi di sospensione del processo introdotti con legge ordinaria, per cui a garantire lo scudo al premier "non è necessaria una legge costituzionale".

10.16 IL GIUDICE CHIUDE LA RELAZIONE
Il giudice costituzionale Franco Gallo, con un intervento rigorosamente asettico, ha illustrato, una dopo l'altra, tutte le tesi sostenute dai giudici penali che sostengono l'incostituzionalità del Lodo (due sezioni del Tribunale di Milano e il Gip di Roma) e le opposte considerazioni della "difesa dell'imputato" e dell'Avvocatura dello Stato che in questo caso coincidono.

Da notare che per i giudici di Milano e Roma il vizio principale è che la legge Alfano rappresenta una "irragionevole eccezione al principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge" che è "un principio fondante dello stato di diritto, il valore centrale di un ordinamento democratico". Nonostante le modifiche introdotte con il cosiddetto Lodo Alfano (legge n. 124 del 2008), anche la nuova legge ordinaria presenta gli stessi vizi di incostituzionalità del precedente Lodo Schifani, che la Corte aveva già dichiarato incostituzionale. In particolare i giudici di Milano e Roma, sempre secondo la relazione di Gallo, contestano il fatto che la sospensione dei processi penali riguardi atti commessi prima dell'ingresso nella funzione istituzionale che la legge dichiara di tutelare e di qualunque natura e gravità". Trasparente il riferimento al reato di corruzione giudiziaria del testimone avvocato David Mills.

9.38 FUORI LE TV
"Adesso per favore televisioni e fotografi fuori", ha detto il presidente Francesco Amirante indicando anche a gesti la necessità non disturbare l'udienza.

9.33 INIZIA LA RELAZIONE DEL GIUDICE FRANCO GALLO
Il giudice costituzionale Franco Gallo ha iniziato la relazione della questione di costituzionalità del lodo Alfano. Si tratta della relazione tecnica con cui il giudice relatore spiega ai colleghi i termini delle questioni in gioco.

9.30 ENTRA LA CORTE
Preceduti dall'annuncio 'entra la Corte', i 15 giudici della Corte Costituzionale stanno prendendo posto al grande tavolo ovale delle udienze. In fondo all'aula un carabiniere sull'attenti. I giudici, in piedi, sono tempestati dai flash di oltre trenta fotografi

9.30 ENTRA L'AVVOCATO DELLO STATO
Il rappresentante dell'Avvocatura dello Stato Glauco Nori, in toga nera, ha preso posto accanto ai tre avvocati privati di Berlusconi. Calorose strette di mano fra i quattro legali. E' probabile che l'udienza inizierà con una questione procedurale: l'ammissibilità o meno dell'intervento della Procura di Milano, rappresentata dal costituzionalista Alessandro Pace.


9.15 SALA ANCORA VUOTA, L'ORDINE DEGLI AVVOCATI
La sala dell'udienza pubblica dove la Corte Costituzionale discuterà la legge che salva Berlusconi dai suoi processi, è ancora affollata solo di giornalisti e avvocati anche se sull'uscio cominciano ad affacciarsi anche i primi giudici costituzionali. Gli avvocati di Berlusconi parleranno in questo ordine: Ghedini, Longo, Pecorella. Sono previsti interventi di 15 minuti ciascuno. "Saremo brevi - dice un sorridente Ghedini - abbiamo preparato una memoria scritta".
Qualche difficoltà, per i giornalisti stranieri, nel capire che l'Avvocatura dello Stato, rappresentata da Glauco Nori, che è incardinata nella Presidenza del Consiglio, questa volta difende la persona fisica del premier-imputato.

9.00 IL PALAZZO DELLA CORTE APRE LE PORTE. ENTRANO GLI AVVOCATI DI BERLUSCONI
Da un portone presidiato da più di 50 giornalisti italiani e stranieri sono entrati uno dopo l'altro nel palazzo della Consulta di fronte al Quirinale i tre avvocati che difendono Silvio Berlusconi nel giudizio di legittimità costituzionale sul cosiddetto lodo Alfano: Niccolò Ghedini, primo a sedersi davanti alla Corte, Piero Longo e Gaetano Pecorella, che ha dichiarato: "impossibile fare previsioni, ma sono fiducioso".


IL LODO ALFANO, ISTRUZIONI PER L'USO
Il cosiddetto lodo Alfano è una legge ordinaria che sospende i processi penali per le più alte cariche dello Stato, in particolare per il presidente del Consiglio. Questa mattina la Corte Costituzionale si riunisce per giudicare se rispetti o meno i principi fondamentali della Costituzione. Se confermato, il lodo Alfano continuerebbe a proteggere Silvio Berlusconi da tutti i processi anche per reati precedenti o non collegati alla carica. In caso di bocciatura, invece, il premier tornerebbe sotto processo in particolare a Milano, dove è imputato di aver corrotto l'avvocato-testimone David Mills, già condannato in primo grado a quattro anni e mezzo.

da L'Espresso

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