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sabato 17 ottobre 2009

L’eleganza dei bugiardi

Muin Masri è uno scrittore nato nel 1962 a Nablus, in Palestina. Vive in Italia dal 1985.

Noi stranieri d’Italia, nel bene e nel male, siamo figli di un disegno di legge. Alcuni, purtroppo, sono stati condannati a non nascere per colpa degli anticoncezionali che il governo applica ai diritti umani. È sempre stato così, ma un tempo la mortalità tra noi stranieri non era così alta. Cos’è cambiato?

La politica è più aggressiva e la gente meno tollerante? Gli stranieri sono meno educati? È difficile per un immigrato descrivere la trasformazione dell’Italia dagli anni ottanta a oggi. Ma di una cosa sono sicuro: questo paese era un sogno collettivo, oggi invece somiglia sempre di più a un bordello dove uno si vergogna quando entra e si vergogna quando esce, anche se quando è dentro si diverte come un matto.

Non voglio essere nostalgico, ma l’Italia di oggi non trasmette più la stessa felicità di qualche anno fa. Una felicità che contagiava anche noi stranieri. Qualcosa è cambiato. La malavita è la stessa, tutto il resto è diverso.

Una volta i politici facevano il loro mestiere, si vestivano male e ogni tanto mentivano durante le campagne elettorali. Oggi sono tutti alla moda ma nessuno dice mai la verità, neanche dopo aver vinto le elezioni. In passato i mezzi d’informazione potevano essere un valido strumento d’integrazione. Ospitavano dibattiti seri e notizie vere, oltre ai programmi leggeri e a Colpo grosso di Umberto Smaila, a cui tutti buttavamo un occhio la sera.

Oggi tutti sembrano soffrire di una crisi d’identità, nonostante i vestiti eleganti. E negli stranieri vedono la causa di un malessere generale, una sorta di nemico utile. Non voglio essere nostalgico, ma quest’anno al festival di Internazionale a Ferrara mi è sembrato di riconoscere l’Italia di un tempo, quando gli stranieri si lasciavano contagiare dalla felicità degli italiani. C’erano molti giovani, vestiti come gli pareva, che sembravano contenti. Davvero. Muin Masri

da Internazionale

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