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domenica 11 ottobre 2009

Lettera di un ergastolano

di Alfredo Sole, carcere di Opera, Milano (ergastolano ostativo da più di 20 anni)

Nessun ergastolano ostativo percorrerà MAI quel lungo corridoio che porta alla libertà. Il nostro destino è la sofferenza infinita, il buio. Ci sono diversi modi per uccidere qualcuno, il più umano è quello rapido, senza far soffrire la vittima. Quello disumano è gioire della lenta e sofferente morte altrui. E’ in quest’ultimo modo che noi veniamo uccisi, lentamente, tutti i giorni. Non possiamo meravigliarci. Discendiamo da un’antica cultura dove gli uomini venivano inchiodati su una croce e lasciati a marcire lentamente. Ma anche in quella orribile cultura romana c’era sempre qualche soldato che aveva pietà di quegli esseri in croce e, per alleviare il loro dolore, li colpiva con una mazza alle gambe rompendogliele, in questo modo accelerava la loro morte. Oggi si è persa anche questa BARBARA UMANITA’, e noi veniamo lasciati inchiodati alla croce, a marcire lentamente come medicina per soddisfare il basso istinto del popolo. Non possiamo essere per sempre il para-fulmine dell’insoddisfazione di una società che si avvia al declino più assoluto. Non siamo eterni, anche noi, per fortuna, giungeremo all’ultimo respiro. Con chi ve la prenderete dopo? Forse queste sono parole dure o forse non è altro che la cruda verità. Comunque sia, l’Italia ha un problema e, questo problema non siamo noi, ma voi. Se lascerete che la sete di vendetta offuschi quel lato umano che tutti possediamo, allora gioite pure per questi uomini che vengono lasciati in croce, perché è l’Italia che meritiamo. E prevale in voi il lato umano, allora date quel colpo di mazza sulle nostre gambe e chiedete allo stato la pena di morte. Se a quel lato umano si aggiunge un senso di civiltà, allora aiutateci a fare in modo che l’Italia torni ad essere un paese civile e abolisca l’ergastolo. Non ci non altre alternative: BARBARA UMANITA’ o UMANITA’ CIVILE. Scegliete! In un modo o in un altro, tirateci giù dalla croce.

"Nessuno uccida la speranza, neppure del più feroce assassino, perché ogni uomo è una infinita possibilità!" (D. M. Turoldo)

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