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martedì 27 ottobre 2009

“NON UN PARTITO, MA UN PARTIRE”


Il titolo riportato tra virgolette, non è altro che lo slogan con il quale sono stato illuso e con il quale Vendola ha intrapreso un altro cammino politico.
Ero veramente attratto da questo nuovo partire a tal punto da aderirvi.
Nei partiti non ho mai creduto, perché li ho sempre visti come chiese nelle quali rispettare dogmi e precetti.
L’idea del Movimento invece mi dà la sensazione di auto-rappresentanza, di aria fresca da far respirare agli altri, di un’autonomia che altrimenti sarebbe difficilmente raggiungibile attraverso appunto un partito; molti mi diranno, “ma con un movimento non puoi fare riforme che serviranno per una futura rinascita”. Inesorabilmente vero, però rispondo che non si faranno mai riforme radicali e progressiste finché serviranno voti e alleanze con partiti più forti, quindi soggetti ad interessi molto più grossi.
Volevo un cammino lento, che durasse anche 10 anni, con il quale sensibilizzare le coscienze delle persone che ormai sono marce e senza identità.
Perché il problema della sinistra è stato proprio questo. Si riempivano le piazze e nel frattempo si lasciavano svuotare le coscienze.
A mio parere non c’è mai stata una vera rivoluzione (soprattutto culturale). Il ’68, per esempio, è stato caratterizzato da movimenti, per la maggior parte costituiti da giovani borghesi, che occupavano le loro giornate organizzando manifestazioni. Erano i figli del boom economico. Boom economico che ha investito solo famiglie della medio-alta borghesia.
Qualcuno mi dirà, “ma qualcosa si è fatto, qualcosa cambiò”, d’accordissimo, ma c’è un’incongruenza, molti di loro hanno indossato in seguito quelle giacche e quelle cravatte che un tempo contestavano.
Le vere rivoluzioni (forse) si sono avute solo da parte dei movimenti femministi. Certo in questo momento storico la figura femminile è interpretata più come un oggetto che come un qualcosa di veramente rivoluzionario. Infatti, ancora nel 2009, pochissime donne presiedono posti di potere e si è arrivati a pensare alle quote rosa (ancora più deprimente, sullo stesso piano delle mucche).
Forse mi sono dilungato banalizzando un po’ tutto; quello che mi spinge a scrivere in questo modo è (proprio) l’esigenza di vedere qualcosa di nuovo, che al momento non vedo. Rimarrò sempre sostenitore del nostro compagno Nichi Vendola, ma mi fa proprio “rabbia” vedere gente come Bertinotti, Giordano, Mussi, Occhetto simpatizzare per questa nuova realtà. Non voglio giudicare nessuno, o emanare sentenze, voglio semplicemente dire che il nuovo deve partire dal basso. Avete già fatto un pezzo di storia italiana, è arrivato il momento di uscire di scena se vogliamo veramente cambiare e coinvolgere i cittadini.
Iniziamo a dare voce ai vari militanti che non vogliono essere assoggettati a nessuno, iniziamo a coinvolgere tutte quelle persone che dalla politica sono sfiduciate.
Concentriamoci su alcuni obiettivi e cerchiamo di ristabilire una nuova era, quella dei diritti e non dei privilegi.

di Nico Musardo

"Perché vogliono farci diventare un partito politico se noi non vogliamo il potere? Non riescono a capire che un movimento politico possa non essere interessato al potere politico? Ci sono già abbastanza partiti politici. Perché dovremmo aggiungerne un altro? Non vogliamo. Noi non stiamo promuovendo niente. Noi non chiediamo il governo. Noi vogliamo abbattere il governo. Noi vogliamo vivere in pace, in democrazia, libertà e giustizia".

SUBCOMANDANTE MARCOS

1 commento:

  1. ..stimo Vendola,ma non chi lo circonda e quel simbolo,più volte modificato e chissà quante altre volte lo sarà,non riesco a sentirlo propriamente mio...perchè quelle nobili parole,quel sogno di una sinistra nuova e quella voglia di una libertà antica,perdute entrambe da tempo,s'intrecciano maledettamente a uomini e idee non propriamente liberi e non propriamente di sinistra.
    francesca.

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