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venerdì 23 ottobre 2009

PD -Lettera a Frisullo- Quando si parte male...

-Il Partito Democratico è nato il 14 ottobre 2007, attraverso le elezioni primarie per la scelta del segretario nazionale e dell'Assemblea Costituente.-

di Genoveffa Giuri

La lettera risale a settembre 2007 e rispecchia i fermenti per la costruzione del Partito Democratico relativi al mese di luglio . Con l’approssimarsi del 14 ottobre, i toni del dibattito sono diventati più accesi. Le lotte di potere tra diverse cordate a livello locale e nazionale vanno delineando un futuro non roseo in cui i vecchi politici indossano abiti nemmeno poi tanto nuovi . Per questo è importante impegnarsi per contrastare logiche che rischiano di deludere le aspettative di partecipazione democratica che il nuovo partito ha comunque fatto nascere.




Al Vice Presidente della Regione Puglia Sandro Frisullo


Egregio Vice Presidente,

intendo con questa mia farle pervenire alcune considerazioni rispetto all’incontro su “Idee e prospettive” del partito democratico che si è tenuto il 16 luglio a Nardò presso l’Hotel Riviera.
In primo luogo è stato messo in scena un dibattito fittizio. Il dialogo era, infatti, tra lei, il suo consigliere economico, nonché fisico, Valerio Elia, l’avvocato Federico Massa della direzione regionale DS e il neoeletto consigliere DS al Comune di Nardò Salvatore De Vitis. Una bella varietà di opinioni, non c’è che dire!
Inoltre, ci si aspettava una discussione sui valori, sulle idee del nuovo partito. Invece abbiamo ascoltato discorsi senza fine e piuttosto salottieri sullo sviluppo economico del territorio pugliese, argomento sicuramente importante, che ha però occupato uno spazio sproporzionato e poco aderente al tema.
Ad un certo punto una donna, stanca di fiumi di parole, ha deciso di prendere in mano il microfono per esprimere la sua delusione, ma soprattutto per contribuire a creare un dibattito vero tra i presenti, compreso il pubblico. Sono seguiti altri interventi, alcuni critici, altri di plauso nei vostri confronti. Quindi sono arrivate le risposte con la rivendicazione del professionismo e l’accusa di dilettantismo rivolta a chi aveva azzardato qualche critica.
Devo rilevare che in Italia non esistono i professionisti della politica; il professionismo non appartiene alla nostra tradizione. La distinzione da farsi è tra chi a tempo pieno svolge funzioni politiche e chi opera nella società civile ed ha, comunque, diritto a far sentire la sua voce e a ricevere il massimo ascolto. Chi ha assunto cariche politiche, dunque, dovrebbe possedere la capacità di rilevare le istanze che provengono dai cittadini con i quali dovrebbe avere scambi costanti. Né, d’altro canto, un politico è destinato a rimanere tale per tutta la vita. Altrimenti la classe dei politici è una casta che tende ad autoperpetuarsi anche grazie alla gestione del potere che consente di stabilire con i cittadini stessi un rapporto di tipo gerarchico. E’ una realtà che pesa negativamente sulla vita politica italiana e che ha come conseguenze il disinteresse o la trasformazione dei cittadini in clienti (uso il termine “clienti” in senso benevolo) .
La sua analisi sulla crisi della politica non ha tenuto conto di tali questioni e ha riproposto, invece, il lamento sul berlusconismo, sul personalismo e sull’inevitabile adeguamento della sinistra. Occorre invece un’autocritica che non indulga a ricercare facili giustificazioni.
Trovo una certa dissonanza tra i fermenti che a livello nazionale stanno accompagnando la nascita del partito democratico e le posizioni da lei espresse. Rosy Bindi, che nel suo manifesto ha posto al centro la partecipazione politica di donne e giovani, ha affermato che il suo sarà un partito delle persone normali "e non degli apparati" tanto che il primo firmatario della sua lista è stato uno studente, seguito da una casalinga. Per la Bindi è necessario coinvolgere, mescolarsi, rompere con la vecchia politica. Né di tono diverso è stato il discorso del Lingotto di Veltroni e al suo appello alla società civile
per "fare un'Italia nuova, riunire gli italiani e restituire loro fiducia e speranza, allontanare dai giovani precarietà e incertezza, cambiare il Paese in modo radicale e realistico" hanno risposto personaggi del mondo della cultura, dell'imprenditoria, delle istituzioni locali. Appare chiaro, infatti, che il successo del nuovo partito sarà possibile solo se esso costituirà una realtà del tutto nuova e non una semplice unione di partiti esistenti; esso dovrà avere come linfa i cittadini che intendono riappropriarsi della politica.
Il contrasto è evidente: nell’incontro del 16 luglio a cui ella ha partecipato i cittadini animati da senso critico, che nei loro interventi non hanno mostrato altro se non la condivisione della necessità della partecipazione e anche l’entusiasmo e la voglia di contribuire, sono stati invitati ad abbandonare il campo e a lasciare il compito della politica ai politici di “professione”.
Concludo rilevando la sua scarsa disponibilità all’ascolto e anche la tendenza ad occupare insieme agli altri ospiti del talk show tutto lo spazio che avrebbe potuto essere impegnato in modo più proficuo nella discussione. In questo modo, evitando i lunghi discorsi a ruota libera, non ci sarebbero state certe digressioni o le battute, come quella con cui Valerio Elia ha espresso le sue perplessità sulle quote riservate alle donne, definite “pensiero debole”(forse in analogia con la forza lavoro debole?), nelle liste del partito democratico. Siamo d’accordo sul fatto che una donna non può essere votata solo perché donna. A dire il vero, e non si tratta di un luogo comune, la donna per trovare spazio, in politica come nel lavoro, deve essere decisamente più capace dell’uomo. Ma non si può affrontare una questione cosi seria e complessa in modo generico e, oserei dire, arrogante.
Infine un invito: gli interventi critici dei cittadini non sono necessariamente volti a distruggere e, pertanto, non dovrebbero essere accolti come minacce ma come occasione per discutere. La discussione, quella vera, non condizionata dalla preoccupazione di piacere o compiacere, è una palestra necessaria per i cittadini democratici.


Distinti saluti
Genoveffa Giuri


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