HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

domenica 18 ottobre 2009

ROMA - Un giorno eccezionale


di Enrico Pugliese

È veramente eccezionale di questi tempi ma a volte le cose riescono ad andare meglio del previsto. Parlo della manifestazione di ieri degli immigrati e per gli immigrati: un grande successo per la sua dimensione e la sua qualità ma anche per il clima di allegria e la compostezza (senza bisogno di servizio d’ordine) che l’ha caratterizzata. Una manifestazione piena di giovani non solo perché - si sa - l’immigrazione ringiovanisce la popolazione italiana, ma anche perché c’erano molti giovani italiani e stranieri.
E poi una manifestazione particolare - come dire - non burocratica e senza passerelle di vip. Andavo cercando la testa del corteo e non riuscivo a trovarla. Dopo l’imponente quanto inutile dispiegamento dei camion della polizia, si vedeva un modesto striscione con un po’ di gente dietro, neri e bianchi, e con la scritta «Comitato 17 ottobre». Quella era la testa del corteo: gli organizzatori stavano dietro la prima linea, appunto a organizzare e non a mettersi in mostra.
Tutto bene dunque? Allora perché tanto pessimismo iniziale? Di motivi di preoccupazione ce ne erano tanti. Il primo e più ovvio è stato un assordante silenzio stampa: con l’eccezione del Manifesto e di pochi altri giornali gli organi di informazione hanno mostrato il più totale disinteresse per l’iniziativa. Perciò, nessuno, fuori dalle ristrette cerchie di lettori del Manifesto o dell’Unità e dei compagni che lavorano con gli immigrati, nessuno ne sapeva niente. Se davo appuntamento a qualcuno alla manifestazione di sabato mi sentivo chiedere di quale manifestazione parlavo.
La Cgil che insieme all’Arci aveva sempre con forza voluto la manifestazione era stata lasciata sola dalla Uil e dalla Cisl di Bonanni.
Quest’ultima aveva preferito farsi la sua modesta adunata una settimana prima all’insegna di slogan del genere «la sicurezza come risorsa». Non bisogna mai dire «meglio soli che male accompagnati» ma io confesso in questo caso di averlo pensato.
Faccio subito ammenda e mi auguro che la Cgil, con la sua forza e il suo radicamento tra gli immigrati, apra con rinnovata energia a più intensi rapporti unitari con le altre confederazioni su questo terreno. Anche perché sulle parole d’ordine della manifestazione - in particolare l’opposizione al razzismo e l’estensione del permesso di soggiorno a tutti i lavoratori e non solo a colf e badanti - esse hanno mostrato di essere d’accordo. D’altronde è ragionevole supporre che qualche amico cislino, anzi più di uno, fosse presente tra i manifestanti. E anche il Padreterno ha dato una mano alla riuscita della manifestazione: per tutto il pomeriggio c’è stato un cielo plumbeo ma non ha mai piovuto. Nel corteo di organizzazioni cattoliche che fanno lavoro di base tra gli immigrati ce ne erano tante. Chi sa - forse il Padreterno non sta solo dalla parte della Cisl e delle grandi organizzazioni che pretendono di aver l’esclusiva della solidarietà.
Ma non si tratta solo di miracoli. A una analisi più approfondita si può capire che le premesse per la riuscita c’erano. Alla Conferenza nazionale sull’immigrazione della Cgil della settimana scorsa (dove fu lanciata l’adesione alla manifestazione) un nutrito gruppo di giovani immigrati, dirigenti e operatori sindacali provenienti da tutte le regioni italiane, hanno dato grande prova di competenza e radicamento affrontando le questioni che riguardano gli immigrati, come lavoratori. Era davvero impressionante sentire questi giovani immigrati parlare dei problemi della fabbrica (e degli immigrati in fabbrica) dell’edilizia (e degli immigrati nell’edilizia) e così via senza alcuna retorica o genericità. E le tantissime organizzazioni che operano nel campo dell’immigrazione sono maturate anch’esse in questi anni, acquistando sapere e legittimità. L’ormai lunga esperienza di lavoro ha portato chi ci lavora a conoscere i problemi reali degli immigrati e a recepirne le esigenze.
Se venti anni addietro, ai tempi di Villa Literno, c’era un orientamento più aperto e disponibile del governo e dell’opinione pubblica, ora c’è una maggior forza e capacità autonoma degli immigrati nel sindacato e nelle altre associazioni. Sono stati loro e quelli che lavorano con loro a rendere possibile il successo della manifestazione.

(La foto è di Simona Granati)
da IlManifesto

Nessun commento:

Posta un commento