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sabato 17 ottobre 2009

S. Borsellino: tardivi ricordi di Martelli e Ferraro sulla trattativa Stato-mafia

"La dichiarazione della Ferraro è molto tardiva e mi chiedo perché tanta gente, a cominciare dall'ex ministro Claudio Martelli, ci abbia messo tanti anni a ricordare delle cose avvenute 17 anni fa che era importante conoscere prima. Perché tanti anni?". E' l'interrogativo di Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato assassinato il 19 luglio del 1992 in via D'Amelio a Palermo, dopo le rivelazioni ai magistrati di Caltanissetta e Palermo fatte da Liliana Ferraro, collaboratrice di Falcone al ministero della Giustizia, e dall'ex guardasigilli Martelli.

Borsellino contrario alla trattativa - "Lasciando la polemica - dice Salvatore Borsellino - è importante la dichiarazione della Ferraro che ci fa capire come Paolo fosse al corrente della trattativa e conoscendo quella che era la sua integrità di giudice e il suo legame con Giovanni Falcone, quale possa essere stata la sua reazione. E' quello che io sostengo da anni - incalza il fratello del magistrato - e cioè che a fronte della notizia della proposta di questa trattativa, mio fratello Paolo reagì in maniera violenta minacciando anche di rendere noto al Paese l'esistenza di questa trattativa: per questo è stato necessario eliminarlo. Mio fratello Paolo è stato eliminato perché si è opposto a questa scellerata trattativa fra mafia e stato".

De Donno smentisce - Nel corso dell'interrogatorio dell'altro ieri a Roma, la Ferraro avrebbe indicato in domenica 28 giugno 1992 il giorno in cui, all'aeroporto di Roma, informò Paolo Borsellino di una ipotetica “trattativa” di cui sarebbe venuta a conoscenza dall'allora capitano dei carabinieri del Ros, Giuseppe De Donno. De Donno ha però smentito di aver parlato di trattativa con la Ferraro.

L’incertezza sulle date - Della presunta trattativa sarebbero stati protagonisti gli ufficiali del Ros dei carabinieri, l'allora colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, che prima e dopo il 28 giugno, incontrarono più volte Paolo Borsellino. "Non posso sapere cosa succedesse in quegli incontri. Certo che se nell'incontro segreto nella caserma Carini, a Palermo il 25 giugno, di cui i due ufficiali hanno parlato 4 anni dopo, Paolo era già al corrente della trattativa, sono certo che il colloquio non fu su mafia e appalti, ma posso immaginare di cosa abbiano parlato...". "Adesso - conclude Salvatore Borsellino - dai magistrati mi aspetto chiarezza".

da AntimafiaDuemila

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