HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

mercoledì 14 ottobre 2009

SICILIA - Calcio e mafia: dopo Akragas nei guai anche Agrigentina

Agrigento. Non c'é pace per le squadre agrigentine di calcio, le cui vicende sportive negli ultimi giorni sono passate in secondo piano rispetto alle "relazioni pericolose" dei loro presidenti con esponenti mafiosi.
Dopo la bufera che ha investito il patron dell'Akragas Gioacchino Sferrazza, costretto a dimettersi per avere dedicato la vittoria a un presunto boss appena arrestato, adesso è la volta del presidente dell'Agrigentina, Giuseppe Motisi, al quale è stato vietato l'utilizzo dello stadio Esseneto a causa dei suoi stretti rapporti di parentela con mafiosi di rango.Il provvedimento, firmato dal questore Girolamo Di Fazio, viene motivato "in considerazione delle sue discendenze in linea retta e affinità con persone controindicate e schedate". Le parentele "controndicate" a cui fa riferimento il questore sono tre. Motisi è nipote di Cesare Lombardozzi, storico boss di Cosa Nostra, che sta scontando una condanna per mafia, la terza, dopo
l'ultimo arresto che risale al 6 marzo del 2007 nell'ambito dell'operazione "Camaleonte". La pena inflittagli in primo grado è di 15 anni di reclusione. In precedenza era stato condannato nell'ambito dei processi "Santa Barbara" e "Akragas". Secondo l'accusa Lombardozzi sarebbe il padrino di battesimo del capo mafia agrigentino Giuseppe Falsone, in nome del quale avrebbe gestito tutte le attività illegali della provincia. Non basta. Il presidente dell'Agrigentina è anche nipote di Giovanni Giuseppe Motisi, considerato uno dei "postini" che recapitava i pizzini di Falsone a Bernardo Provenzano. Per questi fatti è stato condannato in primo grado a 12 anni di reclusione; il processo d'appello è in corso. Il suocero di Motisi è, invece, Calogero Russello arrestato una prima volta nel blitz "Alta Mafia" del 29 marzo del 2004 e più di recente nell'ambito dell'operazione "Hiram", che ha sgominato un presunto intreccio fra mafia e massoneria.
L'Agrigentina, che milita nel campionato di prima categoria, é la seconda squadra di calcio della città dei templi a finire nel mirino del questore. Due settimane fa un analogo provvedimento di inibizione dello stadio, sempre firmato da Di Fazio, era stato emesso nei confronti del presidente dell'Akragas calcio, che milita nel campionato di Eccellenza. Gioacchino Sferrazza, proprietario di una catena di negozi, aveva infatti dedicato infatti la vittoria della sua squadra "all'amico fraterno" Nicola Ribisi, arrestato pochi giorni prima con l'accusa di essere il nuovo capo mafia di Palma di Montechiaro. Oltre al divieto di utilizzare lo stadio Esseneto, Sferrazza è stato destinatario anche del Daspo per i prossimi cinque anni. Pochi giorni dopo la bufera scatenata dalle sue dichiarazioni, che ha portato tutti gli sponsor della squadra a ritirare i contributi, il presidente dell'Akragas si è dimesso dalla carica.

da AntimafiaDuemila

Nessun commento:

Posta un commento