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martedì 13 ottobre 2009

Tangenti nella sanità chiesto il processo per Fitto e altri 70

BARI - La discussione della pubblica accusa è durata poco più di un minuto. Il tempo sufficiente per chiedere al gup Ro s a Calia di Pinto il rinvio a giudizio per il ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, per l’imprenditore ed editore romano Giampaolo Angeluccie per altri 76 dei 92 indagati (comprese 14 imprese).

La richiesta è giunta al termine dell’udienza preliminare del procedimento «La Fiorita» che si concluderà il 30 novembre e nel quale è costituita parte civile la Regione Puglia. I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra il 1999 e il 2005, quando Fitto era presidente della Regione Puglia, e si prescriveranno tutti entro il 2012.

Il reato di corruzione contestato a Fitto ed Angelucci ruota intorno ad una presunta tangente di 500.000 euro che, secondo l’accusa, sarebbe stata versata da Angelucci sul conto corrente del movimento politico «la Puglia prima di tutto», creato da Fitto per le regionali del 2005. A Fitto viene contestata anche una presunta appropriazione di circa 190.000 euro dal fondo di rappresentanza del presidente della Regione Puglia da utilizzare durante la campagna elettorale del 2005.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti la somma di 500.000 euro sarebbe servita per ottenere dalla giunta regionale pugliese, nel 2004, l'aggiudicazione dell’appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). L’inchiesta ebbe un risvolto inaspettato e clamoroso quando, inconseguenza di questi fatti, nel giugno 2006, Angelucci venne arrestato, rimanendo per breve tempo ai domiciliari. Per Fitto, essendo frattanto divenuto parlamentare (FI), la magistratura barese chiese invano alla Camera l’autorizzazione a procedere all’arresto. La tesi sostenuta dall’accusa è che sarebbe stato creato un sistema per assicurare alla società barese «La Fiorita» (dei fratelli Dario e Pietro Maniglia) le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Ausl pugliesi. Un sistema al quale, - ipotizzano gli inquirenti - Fitto avrebbe offerto «copertura politica».

A capo del quale vi sarebbero stati Dario e Pietro Maniglia, proprietari della Fiorita. Prima della discussione ieri il gup ha ammesso sette imputati al giudizio con rito abbreviato e per altri cinque, tra cui l'imprenditore campano Alfredo Romeo (accusato di turbativa d’asta e di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio), ha disposto l’invio degli atti alla procura di Roma per competenza territoriale. Ha inoltre respinto tutte le eccezioni dei difensori relative alla inutilizzabilità delle intercettazioni e di alcuni atti d’inda gine.


lagazzettadelmezzogiorno.it

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