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mercoledì 14 ottobre 2009

Un appello contro il razzismo


L’introduzione del reato di immigrazione clandestina, il prolungamento della detenzione amministrativa e l’ulteriore limitazione della possibilità per i migranti di accedere a servizi fondamentali accentuano in maniera drammatica la curvatura proibizionista e repressiva delle politiche migratorie del nostro Paese. Ad essere travolti sono i principi fondamentali di eguaglianza e di solidarietà che costituiscono il cuore della nostra carta costituzionale. Punendo la condizione di irregolarità in quanto tale – e senza prevedere vie praticabili di uscita da tale situazione – si crea nel sentire collettivo l’immagine del migrante come nemico nei cui confronti tutto è lecito e possibile, anche la delega della sicurezza pubblica ai privati, organizzati in ronde e organizzazioni consimili. Così si apre la strada – come molti fatti di questi giorni dimostrano – a una società razzista, dominata dall’intolleranza e dall’odio. Il nostro Paese ha già vissuto la vergogna delle leggi razziali: non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. È lo stesso sistema democratico nato dalla Resistenza contro il fascismo e scritto nella Costituzione ad essere in pericolo
A fronte di ciò è necessaria una reazione forte e consapevole che coinvolga le coscienze individuali e collettive, i cittadini e le organizzazioni democratiche nella loro pluralità e differenza. Occorre dare visibilità a chi crede nella giustizia, nella uguaglianza, nella pari dignità di tutti. Occorre impedire che il razzismo dilaghi alimentando, per di più, il senso di insicurezza e di paura. Occorre che i migranti, venuti in Italia per costruire il loro futuro e quello dei loro figli trovino nel nostro Paese valori di giustizia, di accoglienza e di solidarietà.
Per questo ci auguriamo che la manifestazione nazionale antirazzista, promossa per il 17 ottobre a Roma da un larghissimo schieramento di forze sociali e politiche, sia animata da una grande, plurale e unitaria partecipazione.
Fermare il razzismo, modificare la disciplina dell’immigrazione, assicurare la possibilità di soggiorno e il godimento dei diritti sociali, civili e politici alle lavoratrici e ai lavoratori stranieri rappresentano una priorità per salvare la nostra democrazia.
Simonetta Agnello Hornby, Stefano Benni, Giorgio Bocca, Andrea Camilleri, Luigi Ciotti, Cristina Comencini, Erri De Luca, Carlo Feltrinelli, Inge Feltrinelli, Luigi Ferrajoli, Dario Fo, Marco Tullio Giordana, Margherita Hack, Gad Lerner, Fiorella Mannoia, Guido Neppi Modona, Moni Ovadia, Livio Pepino, Franca Rame, Stefano Rodotà, Igiaba Scego, Antonio Tabucchi.

Redazione da IlManifesto

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