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martedì 13 ottobre 2009

Un libico prova a portarci "la guerra in casa"

Fallito un tentato attacco bombarolo ad una sede militare dell'esercito a Milano. Le autorità parlano di un gesto isolato ma la fretta tradisce paura.

Proviamo a prendere sul serio quanto è successo oggi a Milano. Del resto, tocca ammetterlo, ci è andata bene in ben due guerre e relative occupazioni. Nessun civile italiano è morto sul suolo nazionale per le responsabilità guerraffondaie delle "nostre" dirigenze politiche. Ad altri/e è andata meno bene: in Spagna e inghilterra è stata la popolazione civile a pagare il prezzo delle politiche belliche dei loro governanti.
Non sembri spropositato l'incauto paragone tra attentati metropolitani "riusciti" e la misera e fallimentare operazione solitaria del libico contro la caserma dell'esercito a Milano. Il paragone è volutamente (sovrac)caricato. Resta il fatto che il gesto "assolutamente isolato", come non tarda a precisare il bamboccione nazionale, nasce comunque da un malcontento diffuso tra le popolazioni arabe e islamiche per le responsabilità della nostra politica estera in quei territori.

Quanto successo - aldilà del suo effettivo grado di pericolosità -resta comunque sintomo ineliminabile di una realtà troppo spesso rimossa: l'Italia è in guerra... anche se non lo vuole ammettere. Tutto questo per dire, che all'orizzonte delle scelte sagge da fare, ce n'è una imprescindibile: ritirare le truppe dall'Afghanistan e dagli altri scenari di guerra. Il problema è che queste sensate parole non possono trovare uditorio nell'attuale classe politica, tanto di governo quanto d'opposizione (esiste ancora?)...

L'attentato, per questa volta, non è riuscito. Ci siamo almeno risparmiati di farci rompere i coglioni per un'altra settimana con funerali di stato o conl a lettura di nuovi penosi "racconti morali" di Saviano, un coglione che a forza di dormire e magiare solo con gli sbirri è arrivato ad identificare il bene comune con il bene-dello-stato. Se non si cambia però registro la prossima volta potrebbero però andarci di mezzo dei civili. Di chi sarà allora la colpa?

da Infoaut

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