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lunedì 30 novembre 2009

Alex Zanotelli: ''acqua, Africa, sobrieta' e informazione''

«Dobbiamo vivere più sobriamente, per permettere la sopravvivenza delle generazioni future.
Dobbiamo fare informazione sui problemi ambientali e, in particolare, sul problema di fondamentale importanza del diritto universale all'acqua, che rischia seriamente di essere cancellato dalle politiche di privatizzazione». Invitato nei giorni scorsi a Montecchia di Crosara (Vr), il missionario comboniano ha ricordato che «il futuro dipenderà dall'Africa, dalla sua crescita demografica e dal suo sviluppo economico. Due ambiti che a loro volta saranno condizionati dalle scelte che gli altri continenti faranno nei suoi confronti».

Un mese fa, il 30 ottobre 2009, padre Alex Zanotelli è stato invitato a Montecchia di Crosara (Vr) per un incontro organizzato dalle associazioni missionarie e dall'Azione Cattolica della Val d'Alpone. Due i temi di attualità affrontati: il problema ambientale, a partire dalla situazione campana, e l'analisi di alcuni passaggi del recente Sinodo dei vescovi africani. Due questioni distinte ma con vari punti in comune. Vi proponiamo di seguito alcuni stralci delle riflessioni del missionario comboniano che, prima di intervenire sulle questioni africane e sulle prese di posizione dei vescovi durante il recente Sinodo , ha puntato la lente di ingrandimento sui problemi che attanagliano quotidianamente Napoli e la Campania. In particolare la gravissima situazione ambientale in cui versa la regione e le ripercussioni che tali problemi portano a galla a livello nazionale. «Ci stanno ammazzando» ha ammonito Zanotelli «perché si continua a seguire la sola legge del profitto, non pensando ai disastri che gli inquinamenti provocano e provocheranno».


I TRE PROBLEMI

Il religioso si è così soffermato su tre questioni annose che affliggono la regione in cui vive e lavora: «La Campania è da venti anni la discarica dei rifiuti tossici italiani, a causa della collusione tra camorra e industrie del Nord d'Italia» e «questo tipo di rifiuti a lungo andare produrranno nano particelle che a loro volta stanno provocando e provocheranno danni alla salute, in particolare a quella delle donne incinte e dei neonati, determinando l'insorgere di malformazioni e leucemie».

Padre Alex ha poi puntato il dito «sui rifiuti solidi urbani e industriali e sugli interessi convergenti di malavita e istituzioni, che pensano solo ad arricchirsi a spese della gente comune». In 15 anni i 10 commissari per l'emergenza rifiuti, di diversi partiti, che si sono succeduti non sono riusciti a risolvere il problema, anzi. Ed ha ricordato che «le cosiddette ecoballe non hanno niente di ecologico in sé, in quanto, in realtà, si tratta di rifiuti imballati, disposti da anni in file chilometriche sul territorio campano, il cui liquame sta entrando nel sottosuolo e nel ciclo alimentare». E nonostante ciò «le istituzioni stanno promuovendo la costruzione di inceneritori, non per il bene del territorio e della popolazione, ma solo perché permettono un guadagno maggiore rispetto, ad esempio, ai più sostenibili impianti di compostaggio: il decreto 90/2008 del governo Berlusconi ha disposto la creazione di 4 grandi inceneritori nella regione, anche se il bisogno reale potrebbe essere soddisfatto da un minor numero di strutture».

Il terzo grave problema su cui il missionario si è soffermato «è quello dell'amianto, che coinvolge anche altre regioni d'Italia: si è sempre saputo che le polveri di questo materiale uccidono, ma ancora oggi si fa fatica a riconoscerlo». E siamo tutti chiamati in causa: «Napoli è solo la punta dell'iceberg di un problema mondiale che sta portando tutto il pianeta alla deriva: il 20% della popolazione mondiale consuma l'83% delle risorse totali, togliendo così il necessario alla sopravvivenza del resto degli uomini e provocando anche gravi danni ambientali. I 2500 scienziati dell'IPPC (International Panel for Planet Changing) sono ormai certi che la temperatura media della Terra aumenterà di 2°C e stanno cercando la maniera che la porti ad arrestarsi a questo livello, affinché la situazione non degeneri ulteriormente» ha detto. Occhi puntati, dunque, sul Vertice mondiale sul clima che si terrà a Copenaghen nei prossimi giorni.

NOI E IL CONTINENTE AFRICANO

«L'Africa - ha poi ricordato l'ex direttore di «Nigrizia» ed attuale direttore responsabile di «Mosaico di Pace» - è il continente che produce la minor quantità di emissioni di gas serra, ma è quello che pagherà il conto più salato in termini di cambiamenti climatici». Le prospettive parlano infatti di una crescente desertificazione e di sempre più numerosi fenomeni di inondazione, «che provocheranno la fuga di 250 milioni di rifugiati "climatici"». Il continente africano è «la nostra madre violentata. L'Africa è stata per secoli violentata dal regime di schiavitù e dal colonialismo» ed oggi «è violentata dal sistema economico ultraliberista che soffoca i contadini». Ed ancora: «Sembra un paradosso, ma il problema dell'Africa è il suo ricco sottosuolo, che viene sfruttato dai paesi industrializzati senza reali ricadute economiche sulle popolazioni locali e creando nuove catastrofi ambientali. Ma questa tragedia ci travolgerà tutti, perché i rifugiati climatici emigreranno e cambieranno l'aspetto delle nazioni del Nord. È quindi nostro interesse comune aiutare questo continente».

IL CORAGGIO DEI VESCOVI AFRICANI

Sul Sinodo dei vescovi africani, che si è da poco concluso a Roma, padre Alex ha voluto analizzare alcuni interventi, sottolineando «la loro forza e lucidità nel leggere la realtà politica ed economica: l'assemblea dei Vescovi è stata durissima nel giudicare le multinazionali e i governi africani, fungendo da esempio per il clero italiano e occidentale, che spesso non è così incisivo nelle proprie analisi. I vescovi africani hanno anche ricevuto l'approvazione del Papa, in quanto hanno saputo trattare temi politici in maniera profondamente spirituale». Nello specifico, alcuni partecipanti al Sinodo hanno ricordato l'immensità del debito africano verso le altre nazioni (230 miliardi di dollari, accresciuti ogni anno da 23 miliardi di interessi), che impedisce lo sviluppo di questo continente. «Compito della Chiesa è, nella loro opinione, trovare nuovi modi di utilizzare la ricchezza pubblica, visto che i governi africani spesso operano solo in vista del proprio interesse, identificando lo Stato con il proprio partito».

Nel 2050 l'Africa raggiungerà i 2 miliardi di abitanti e perciò «servirà - ha spiegato - un aumento della produzione agricola, oggi impedito dalle nazioni industrializzate e dalle multinazionali, che continuano a comprare terreni vastissimi per la produzione di biocarburanti, sottraendo spazio all'agricoltura di sussistenza. Altro dovere della Chiesa africana è, perciò, suscitare una conversione ecologica, che permetta una rinascita dell'agricoltura africana». Padre Zanotelli ha più volte sottolineato lo «sguardo lucido dei vescovi africani sulle situazioni in cui la dignità umana è calpestata, che insegna a noi tutti un fondamentale compito del cristiano: diventare "voce dei senza voce"».

RESPONSABILITÁ

Dagli interventi emersi nel corso del Sinodo padre Alex ha ricavato degli spunti interessanti per l'Italia: «il nostro paese deve riconoscersi responsabile, insieme a tutto l'Occidente, delle povertà e dei conflitti del continente africano. Partendo dal cattivo passato coloniale in Libia ed Etiopia fino ad arrivare alla deriva neocolonialista, che ha provocato la guerra in Somalia e l'appoggio a vari regimi dittatoriali. E fino all'attuale legislazione razzista». Zanotelli si è detto «sconcertato da quest'ultima, in quanto porta al respingimento di tutti gli immigrati, anche dei rifugiati politici. In Africa ci sono 11 milioni di sfollati interni e 5 milioni di rifugiati fuori dalla propria nazione che si rivolgono alla mafia africana e italiana pur di sfuggire alla povertà. Le leggi sull'immigrazione, a partire dalla Turco-Napolitano, passando per la Bossi-Fini e arrivando alla Maroni, hanno man mano disconosciuto i diritti degli immigrati, causando la divisione della popolazione italiana tra persone e non-persone, principio dell'apartheid, e un crescendo di xenofobia e razzismo». Su questo argomento il comboniano ha invitato la Chiesa a farsi sentire, perché «il futuro dipenderà dalla convivenza civile delle varie popolazioni, visto che l'immigrazione non può essere arrestata».

Nel corso dell'intervento Zanotelli ha ricordato che «l'Italia destina attualmente solo lo 0,1% del PIL agli aiuti al Sud del mondo mediante la cooperazione italiana allo sviluppo», e che l'annunciato azzeramento del debito, promesso durante il Giubileo del 2000, è stato rispettato solo per metà. Inoltre la nostra è l'unica nazione che ha accettato di ospitare l'Africom, il comando militare americano per l'Africa, rifiutato da tutti gli stati africani e dalla Spagna e oggi collocato a Vicenza e a Napoli. L'ultima responsabilità italiana ricordata da Zanotelli è quella di «aver svenduto in Africa i propri prodotti agricoli, rendendo impossibile ai contadini africani la concorrenza, provocando così ulteriore povertà».

Da qui l'invito del missionario «a vivere più sobriamente, per permettere la sopravvivenza delle generazioni future, cambiando le proprie scelte quotidiane in vista del bene comune, facendo informazione sui problemi ambientali e, in particolare, sul problema di fondamentale importanza del diritto universale all'acqua , che rischia seriamente di essere cancellato dalle politiche di privatizzazione. Il futuro dipenderà dall'Africa, dalla sua crescita demografica e dal suo sviluppo economico. Due ambiti che a loro volta saranno condizionati dalle scelte che gli altri continenti faranno nei suoi confronti, direttamente nell'economia e indirettamente nella questione ambientale».

Ha collaborato nella redazione dell'articolo Tamara Zambon

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/22418/48/

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