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giovedì 5 novembre 2009

Israele intercetta una nave iraniana carica di armi destinate alla Siria

All’alba di mercoledì mattina le forze navali israeliane hanno intercettato una nave iraniana carica di armi destinate alla Siria, ma era prevista anche una sosta in Libano. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto alla comunità internazionale di fare pressione sull’Iran perché smetta di sostenere le organizzazioni terroristiche. Il ministro degli esteri siriano Walid al Moallem ha denunciato una “macchinazione israeliana” e subito dopo il gruppo Hezbollah ha fatto sapere di non avere niente a che fare con la nave e le armi.–Ha’aretz, Israele

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La criminalità organizzata uccide sedici persone nel nord del Messico.

Nel nord del Messico aumentano gli omicidi legati alla criminalità organizzata. A García, nello stato di Nuovo León, è stato ucciso il segretario di pubblica sicurezza con quattro dei suoi agenti. A Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua, al confine con gli Stati Uniti, un tentato sequestro si è trasformato in una sparatoria che ha portato alla morte di sei uomini e una donna mentre altri tre sono rimasti feriti. Ciudad Juárez è la città più violenta del Messico: dall’inizio dell’anno si contano più di duemila morti attribuiti alla criminalità organizzato.–El Mundo, Spagna

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Iran, manifestazioni contrapposte a Teheran.

Nel trentesimo anniversario dell’attacco all’ambasciata americana a Teheran, che, dopo un sequestro di più di 400 giorni, ha sancito l’antiamericanismo come base della Repubblica islamica, ci sono state diverse manifestazioni. I pochi e disciplinati manifestanti filogovernativi non hanno invocato l’odio verso gli Stati Uniti, ma verso chi “cerca la riconciliazione”. Il movimento popolare di opposizione, invece, ha chiesto a Obama di decidere con chi schierarsi. Mentre andavano verso l’ambasciata, un globo verde si è alzato in cielo e la folla ha cominciato a urlare “morte al dittatore”. La polizia ha lanciato lacrimogeni e i disordini sono continuati per quattro ore, durante le quali sono stati sospesi i collegamenti internet e telefonici.–El País, Spagna

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Copenaghen, gli Stati Uniti vogliono rimandare al prossimo anno.

John Kerry, capo della commissione affari esteri del senato degli Stati Uniti, ha dichiarato che il mese che ci separa dal summit sul clima di Copenaghen è troppo breve perché sia realisticamente possibile trovare un accordo definitivo. Gli Stati Uniti quindi propongono di preparare in Danimarca solo un piano che porti a un accordo definitivo “il prossimo anno o il prima possibile”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha però ricordato che aspettare tutto questo tempo potrebbe essere rischioso.–The Guardian, Gran Bretagna

da Internazionale

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