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martedì 3 novembre 2009

La banalità del bene

Questa mail list è stata creata per dare voce ai condannati all’ergastolo ostativo, quello senza nessun beneficio, senza mai un giorno di permesso: anni e anni, decenni, senza mai un giorno fuori dal carcere, senza mai un Natale in famiglia, senza mai un abbraccio libero con i propri cari. Tutto questo per reati commessi anche 20-30- 40 anni prima. Le persone condannate all’ergastolo ostativo, anche quando scontato 20-30 anni di reclusione e hanno realizzato una radicale trasformazione interiore, NON POTRANNO USCIRE VERAMENTE MAI DAL CARCERE e, dunque, viene a morire il fine educativo della pena (Art. 27 della nostra Costituzione “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”)
Nessuno è colpevole per sempre.

Tutto quello che leggerete proviene direttamente da loro, noi siamo solo il loro tramite, la loro voce che esce fuori, perchè internet e posta elettronica in carcere non sono ammessi.
http://urladalsilenzio.wordpress.com/

Gruppo "Urla dal silenzio" su Facebook:
http://www.facebook.com/group.php?gid=155797882305&ref=ts

La banalità del bene

“Se io stesso fossi un giusto, forse non ci sarebbe neppure il delinquente davanti a me.”
(Dostoevskij)

Un’amica attivista per l’abolizione dell’ergastolo ostativo, ha fatto un sondaggio fra i suoi amici:
- Benefici? Già in carcere fanno la bella vita e vogliono pure i benefici? Hanno vitto e alloggio gratis, io invece lavoro tutto il giorno e con lo stipendio non arrivo a fine mese.
- Gli assassini non hanno diritto ad avere un’altra possibilità perché le persone che hanno ucciso non avranno una seconda possibilità perché ormai sono morte. Quindi è giusto che chi ha ucciso non abbia una seconda possibilità.
- In carcere hanno tutte le comodità e hanno tutto gratis. Noi qui fuori se vogliamo qualcosa ce lo dobbiamo pagare e fare tanti sacrifici.
È pericoloso rimettere in libertà gli assassini, c’è un alto rischio che commettono di nuovo reati.
- Con la pena di morte soffrirebbero solo nell’attimo della morte, quindi sarebbe troppo facile. Se con l’ergastolo soffrono tutta la vita meglio così.
- Vogliono benefici? Non lavorano, li manteniamo noi con le nostre tasse e loro vogliono pure altri benefici?
- Non basta una vita per pagare quello che hanno fatto.
- Oggi giorno in carcere non si soffre più, non è più come una volta, oggi il carcere è meglio di un albergo a 4 stelle. Nel carcere ormai sono i detenuti a comandare e le guardie succubi.
Se al posto dell’ergastolo gli dai solo 30 anni, poi in realtà ne faranno molti meno e non è giusto.
I detenuti fanno le vittime e dicono che è colpa della società ma non è vero, è troppo facile scaricare la colpa sulla società. Anch’io ho avuto una brutta vita, lavoro da quando ho 13 anni perché mio padre era morto. Eppure non sono andato a fare rapine, ho scelto la vita onesta e sono andato a lavorare a 13 anni.

Che posso dire? Buona vendetta! A molti di noi non è stato chiesta la possibilità di scegliere.
A volte una possibilità, una sola, ti può cambiare la vita.
Il condizionamento può essere psicologico, culturale, ambientale e, perché no, si può scegliere di fare il delinquente anche per fame.
Molti di noi non hanno mai avuto una vera alternativa, come l’hanno avuta Tanzi e Poggiolini.
A proposito, pensando a loro, non c’è proprio da essere orgogliosi dell’avere rubato poco.
Nel Corriere di venerdì 11 settembre 2009 ho letto: Callisto Tanzi dopo il crac è ancora cavaliere del lavoro. Non è il solo, a Poggiolini fu data, mai revocata, la medaglia d’oro per la sanità.
Si può essere criminale ed essere anche un buon padre, un ottimo marito, un buon amico e un onesto criminale, mentre si può essere un buon cittadino ed essere un cattivo padre, un marito infedele ed un disonesto buon cittadino.
Penso che tutti abbiano dentro di noi del buono e del cattivo e io credo che tutti sono più buoni che cattivi e anche se non fosse vero mi piace pensarla così.

Ricordo a questi buoni cittadini che hanno risposto in questo modo che Gesù diceva a Pietro: Perdonare sempre, perdonare tutti, perdonare una infinità di volte, giacchè non esistono uomini senza peccato e perciò nessuno è in grado di punire e condannare, “per sempre”.

Per sempre lo aggiungo io.

Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto
Ottobre 2009

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