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sabato 7 novembre 2009

"La fabbrica di Nichi. Idee, esperienze, progetti del Sud che cambia"

L’hanno tutti annunciata come la manifestazione che sancirà ufficialmente il via alla campagna elettorale per la riconferma alla presidenza della Regione Puglia. Ma il governatore in carica, Nichi Vendola, non mostra particolare predilezione alle autoinvestiture. Così, su quanto avverrà il 15 novembre alla Fiera del Levante, Vendola continua ad alimentare le attese, ma senza dar corda a quanti vogliono fargli pronunciare la fatidica formula: «Mi ricandido».

Intanto è partito il passaparola tra sostenitori e simpatizzanti. Sul web, e in particolare sui social network come Facebook, la locandina che pubblicizza l’evento di domenica prossima, allo spazio 7 del quartiere fieristico barese, a partire dalle 10, sta girando ormai già da qualche giorno. Tanto il manifesto, quanto il titolo della manifestazione («La fabbrica di Nichi. Idee, esperienze, progetti del Sud che cambia») non contengono elementi che possano ricondurre in maniera esplicita all’argomento politico per eccellenza, ovvero la corsa per la riconquista del governo della Regione.

L’idea è che ci sia qualcosa in costruzione, qualcosa che ricorda - questo sì in maniera davvero poco implicita - il grande cantiere di idee e partecipazione popolare, che trascinò Vendola prima ad imporsi nelle elezioni primarie e quindi a diventare governatore contromolti pronostici della vigilia che non lo davano per favorito. Il presidente parla con apparente distacco della questione ricandidatura. Si mostra tuttavia carico quando gli chiedono di anticipare qualcosa di ciò che accadrà domenica prossima.

«Quello che farò il 15 di novembre lo farò il 15 di novembre. Prevalentemente, in quell'occasione, farò un bilancio di questi cinque anni di governo e racconterò l’idea che ho del futuro della Puglia, la mia visione del nostro territorio, del Sud, del Mediterraneo. Questo sarà il cuore della giornata. Poi, da qui al 15, possono accadere tante cose». Intanto, intorno al nome del governatore si accalcano voci di veri e presunti veti (l’Udc di Pierferdinando Casini, ad esempio, indicato come partito cardine dell’auspicabile allargamento della coalizione) o di generale insoddisfazione. Sull’Udc, come ormai da giorni, Vendola ripete: «Noi non abbiamo veti, abbiamo la buona volontà di discutere con tutti coloro che possono arricchire la cultura riformatrice».

L’insoddisfazione è invece quella dei «compagni» del Partito dei comunisti italiani (Pdci). In una nota a firma di Giuseppe Merico, il partito che Vendola rivorrebbe in coalizione, si rimprovera al governatore la «mancanza di un segnale forte di discontinuità nei metodi di governo e nella gestione delle risorse pubbliche». Il tentativo di riaprire il dialogo è «tardivo» e tuttavia un dialogo col centrosinistra è possibile se si verificano tre condizioni: «No a alleanze con formazioni politiche sfacciatamente di destra, né a strumentalizzazioni della questionemeridionale; no alla distruzione di pratiche politiche comunitarie e democratiche a beneficio di modelli ispirati al berlusconismo; non alla denigrazione del Pdci come forza politica incapace di assumere responsabilità di governo».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=282254&IDCategoria=11

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