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giovedì 5 novembre 2009

La Russa e la Corte europea: «Possono morire» - EIAR

«Non lo leveremo il crocifisso. Possono morire, ma il crocifisso resterà in tutte le aule delle scuole. Possono morire, loro e quei finti organismi internazionali»: il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è sbottato durante la trasmissione di Rai Uno “La vita in diretta”, che a suo dire avrebbe trattato in modo «disequilibrato» il tema della sentenza europea sul crocifisso.

«Ero tra il pubblico e volevano linciare quella specie di professore che si chiama Odifreddi, che non ha alcun titolo scientifico per essere un esperto di religione, e che va in tutte le trasmissioni», ha detto La Russa, facendo riferimento al professor Piergiorgio Odifreddi (con cui già in altre trasmissioni ha avuto modo di polemizzare in modo acceso), che nel corso della trasmissione si è detto favorevole a che il crocifisso non sia esposto nelle aule.

«E non capisco - ha aggiunto, rivolgendosi con foga crescente al conduttore, Lamberto Sposini - perché su cinque invitati, in un’Italia che sino a prova contraria non penso abbia le idee né del professore né di quell’altro che leva e mette i crocifissi come se fossero gli asciugamani nel suo bagno (il riferimento è un altro degli ospiti della trasmissione, ndr), ve ne fossero tre che esprimevano l’opinione contraria al crocifisso. È insopportabile».

Inutili i tentativi di Sposini di spiegare che «non conta il numero degli invitati, ma il tempo concesso» e che entrambi i punti di vista sono stati equamente rappresentati: La Russa (che poi dirà di aver espresso «un’opinione molto non autorevole, ma incazzata») continua lo sfogo sulla questione del crocifisso, nonostante che fosse stato invitato per parlare delle celebrazioni per il 4 novembre: «Faceva il santone, quell’illustre sconosciuto professore, che secondo me - ha detto - non ha mai scritto un rigo importante, e parlava come se le sua parole fossero ex cathedra, dicendo sciocchezze enormi. Hanno perfino detto che il crocifisso è fascista: là dietro ridevano tutti. Io non sono certo un baciapile, ma non si può non capire che l’identità cristiana è l’identità nazionale, non ricordare che c’è un concordato. Comunque, il dibattito era disequilibrato, adesso abbiamo pareggiato: ci ho pensato io».

«Ma c’era anche un prete», ha concluso Sposini. «Che questa volta non potrà assolverla», ha replicato, questa volta col sorriso sulle labbra, La Russa.

da Indymedia

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