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sabato 21 novembre 2009

PERCHÉ MI RICANDIDO.


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Oggi pomeriggio in una partecipata assemblea nel Comitato La Fabbrica di Nichi, Nichi Vendola ha spiegato le ragioni della sua decisione di annunciare ufficialmente la sua ricandidatura. Ecco cosa ha detto:
‘È stata una giornata intensa ed importante. Mi sento invischiato in una politica di giochi fatti di stop and go e provo un fastidio crescente per essere seduto a un tavolo virtuale.
A questo tavolo, ai miei interlocutori ho portato le carte sul futuro sulla storia del sud, della recessione, ma da loro non ho mai avuto giudizio sul merito. E’ stata introdotta una parola, discontinuità, che io credevo essere l’inizio di un ragionamento invece discontinuità per loro è una categoria astratta e guadagna la sua concretezza solo nell’incarnazione della rimozione del presidente Vendola.
La mia cancellazione, la mia estromissione, è l’elemento della discontinuità. Pensavo che chi pronunciava questa parola volesse fare iniezioni di buona politica, poi apro i giornali e leggo che De Bartolomeo è il candidato potenziale del centro destra e anche del centro sinistra. Ho fatto una battuta rimpiangendo Tomasi Di Lampedusa: il trasformismo dei tempi nostri è diventato più cattivo, peggiore. Io non ci sto a questi modi brutali della politica, non ci sto.

Allora questa mattina sono andato in conferenza stampa e ho ufficializzato la mia candidatura, il mio partito è un popolo, che mi ha voluto oltre le nomenclature, oltre tutto. Domenica, nella Fabbrica, ho detto che mi avevano colpito le belle parole di Casini che aveva dichiarato di considerarmi una persona per bene, ma un’alleanza si costruisce per andare insieme da un parte e non ponendo un veto, dicendo ‘tutti insieme ma tu no’.
La crisi della democrazia italiana è arrivata ad un punto tale che serve ripensare il centro e la sinistra, il berlusconismo fa scivolare il paese verso un punto catastrofico. Ho detto ‘posso fare un passo indietro’ e lo faccio senza entrare in una segreta stanza di partito, faccio le primarie!
Vorrei dire a Sanza che abbiamo preso una regione che era ipocrita verso le donne e gli uomini; volevo interloquire su questo ma non è stato possibile. All’Idv vorrei dire: la legalità è un processo di pratica quotidiana, di comprensione di processi di potere sconosciuti. Ho chiesto a loro: come facciamo a passare dalla legalità di slogan a legalità di fatto?
Io per la legalità ho cambiato pezzi di giunta, la moralità non è un distintivo del centrodestra, la questione morale è un sistema che è intrecciato nelle lobby di potere. Le ultime dichiarazioni di Di Pietro dicono che il problema non è Vendola ma un pezzo di ceto politico che dobbiamo mandare a casa. Sono stato tacciato di aver fatto accordi con Caltagirone e con Casini per l’AQP. Il nome e cognome mio risuonavano nell’Aula del Senato nella polemica della Lega e della destra, in questi giorni, per la privatizzazione dell’acqua. Non ho problemi di carriera o di natura personale, sono soddisfatto e segnato dall’attività istituzionale e di governo. E comincio a pensare che recuperare un po’ di spazio per la mia vita privata sarebbe bello.
Inizio a pensare che la discontinuità invocata si riferisca ai temi che io ho evocato: il no al nucleare, il no al rigassificatore e al raddoppio della centrale dell’Eni. Forse discontinuità è tornare alla precarietà dei lavoratori del 118 che, intimiditi dalla mafia, facevano il doppio del lavoro per mezzo stipendio, forse la discontinuità è nel riportare massa di manovra elettorale e assoggettarla al potere politico. Io la stabilizzazione l’ho voluta per ridare il diritto di voto a quei lavoratori, perché potessero liberamente scegliere chi votare. Ho sentito il solito copione: “tu devi costruire una grande alleanza per il centro sinistra”; ho avuto problemi per queste mie aperture coronate anche nel rimpasto di giunta. Uno può anche svolgere il compito gravoso dell’apertura ma quando svolgi un compito e capisci che qualcuno rema contro ti nausei di fronte ai rituali della politica.
Voglio parlare di politica senza subire il politicismo, di fronte alle proposte della mia politica mi hanno detto “marameo”. Sulla politica posso garantire discontinuità, ho chiesto con chiarezza a tutti i partiti di giocare a carte scoperte. Nei prossimi giorni tutti dovranno svelare carte: il tempo dei vizi, delle bugie intere e delle mezze verità è ormai finito.
Non ho nemmeno un secondo del mio cronografo da dedicare a questo tempo morto di questa politica morta. Da domani mi voglio dedicare totalmente a ogni borgo di Puglia affinché si apra una fabbrica in ogni angolo. Da domani bisogna scatenarsi.
La campagna elettorale non si fa per propaganda ma per infondere la fiducia nella politica. Le storie vanno raccontate e le campagne elettorali devono cambiare le forme della politica, modificandone i codici criptati, sottraendo la politica alla privatizzazione delle elite politiciste. Buona campagna elettorale a tutte e a tutti’.

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