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sabato 28 novembre 2009

Sciogliere la polizia? Al Cremlino ci pensano


di Astrit Dakli
Può sembrare inverosimile - e probabilmente infatti alla fine non se ne farà nulla - ma a Mosca c'è anche chi parla ormai apertamente della necessità di sciogliere il gigantesco corpo di polizia della Russia (oltre 900mila uomini) e smantellare le strutture del ministero dell'interno. E non si tratta di qualche giovane anarchico, ma di esponenti di primo piano del partito al potere, Russia Unita.
Resa pubblica mercoledì in una conferenza stampa nella sede dell'agenzia Interfax, la proposta - innegabilmente rivoluzionaria - di Andrei Makarov, uno dei consiglieri giuridici del presidente Dmitrij Medvedev nonché membro autorevole del partito guidato dal premier Vladimir Putin, ha avuto l'effetto di una bomba.Molti leader del suo stesso partito si sono affrettati a prendere le distanze, sostenendo che quelle di Makarov sono "posizioni personali che non coinvolgono Russia Unita"; ma nell'opinione pubblica il dibattito si è fatto bollente nel giro di poche ore. I siti che ospitano dibattiti online intorno alle notizie, come Lenta.ru, hanno pubblicato centinaia di commenti di cittadini; inutile dire che, dato il livello di gradimento veramente basso di cui godono in Russia le forze di polizia, il tono degli interventi non è in generale molto lusinghiero per gli uomini che fanno capo al ministero guidato da Rashid Nurgaliyev.
Del resto, persino quest'ultimo, in un intervento pubblico davvero singolare tenuto il giorno precedente, aveva in pratica "autorizzato" i cittadini a passare all'azione fisica contro i poliziotti che li attaccassero ingiustamente ("è lecito difendersi, se si è innocenti"): da notare che la legge russa prevede l'ergastolo e addirittura la pena di morte (oggi sospesa) per chi tenta di uccidere un poliziotto, e in pratica qualsiasi azione difensiva basata sulla violenza fisica potrebbe configurarsi come un tentativo di uccidere. Anche le parole di Nurgaliyev hanno avuto un'eco assai vasta, con forti apprezzamenti dai settori "liberal" dell'opinione pubblica ma anche con forti messe in guardia da parte di noti avvocati, secondo i quali se qualcuno oggi provasse a seguire davvero le indicazioni del ministro dell'interno, rischierebbe di trovarsi in guai gravissimi.
Tutta la tempesta mediatica trae spunto da una lunga catena di episodi che quest'anno (anche in quelli precedenti, ma nel 2009 con più clamore) hanno messo in luce un "sistema-polizia" totalmente corrotto e ingovernabile. Uccisioni di detenuti o di semplici cittadini per strada, torture, ladrocinii, estorsioni; si è verificato persino il tentativo di copertura di un poliziotto-serial killer che aveva fatto strage in un supermercato di Mosca; e infine le scioccanti rivelazioni in video di alcuni agenti "puliti" che non riuscivano più a reggere la convivenza in un sistema completamente marcio e colluso con la criminalità.
La tesi di Makarov è molto semplice: un corpo armato così gigantesco e pervasivo della società non è più riformabile quando supera una certa soglia di corruzione interna, perché tutti i suoi meccanismi che dovrebbero sovrintendere a questa "riforma" sono a loro volta malati. L'unica soluzione è quindi lo scioglimento d'un colpo del ministero dell'interno, il licenziamento e disarmo degli agenti (fatta salva la parte che opera nei corpi speciali professionalizzati e nei servizi "sani", come quello investigativo-giudiziario); e la ricostituzione di una nuova polizia da zero, con uomini, metodi e strutture totalmente nuovi (Makarov sostiene che nella fase ri-costituente dovrebbero essere coinvolti anche giuristi e organizzazioni per i diritti umani, per studiare al meglio dei meccanismi che tutelino i cittadini dai soprusi), garantendo l'ordine durante la fase di transizione con i servizi di sicurezza (FSB) e con l'esercito.
Difficile che la proposta vada avanti - anche perché, si fa notare, in realtà andrebbero sottoposte parallelamente a radicali riforme anche istituzioni diverse, in primo luogo la magistratura, altrimenti i vizi di oggi tornerebbero rapidamente a dominare anche la nuova polizia. I politologi sostengono comunque che la straordinaria uscita di Andrei Makarov non possa essere vista come una sua fantasia personale, ma debba in qualche modo riflettere un tentativo del presidente Medvedev di dare uno scrollone al sistema di potere costruito da Putin, a partire dalle strutture più detestate del paese.

da IlManifesto

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