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venerdì 6 novembre 2009

Teramo: c’è il record di suicidi e, in un mese, cinque aggressioni


È il carcere con il maggior numero di suicidi e tentati suicidi: da anni la casa circondariale di Castrogno è al centro di polemiche e proteste per l’alto numero di detenuti e la carenza di personale. E che la situazione sia ormai quella dell’emergenza lo dimostrano i dati: nell’ultimo mese ci sono stati cinque agenti di polizia penitenziaria aggrediti e due tentati suicidi di detenuti sventati in poche settimane. Più volte i sindacati, tutte le sigle, hanno denunciato la carenza di personale e il sovraffollamento di una struttura che ospita circa 400 detenuti e che, sulla carta, ne dovrebbe ospitare poco più che duecento. 185 gli agenti, con una pianta organica risalente a più di venti anni fa. Il nucleo di traduzioni e piantonamenti effettua più movimenti di detenuti che i restanti istituti della regione messi insieme.La movimentazione detenuti in entrata e in uscita, oltre mille dall’inizio dell’anno, è pari a quella di tutti gli istituti d’Abruzzo messi insieme. Nelle ultime settimane numerose sono state le manifestazioni dei sindacati, che in più occasioni hanno lanciato appelli e chiesto l’intervento delle istituzioni. L’ultimo risale a qualche settimana fa. Uspp per l’Ugl, Sappe, Cgil, Cisl, Uil e Osapp scrivevano in una nota: "Gli ultimi eventi ci preoccupano fortemente e ci hanno indotto ad intraprendere questa iniziativa di sensibilizzazione, in quanto riteniamo che il pianeta carcere sia un problema sociale che non può non essere oggetto di un’attenzione particolare da parte di tutti gli organi politici e sociali".

Il Centro, 4 novembre 2009


I detenuti aumentano, i fondi diminuiscono del 50%

Redattore Sociale, 4 novembre 2009

Calati i finanziamenti per tutte le voci di spesa. Di Mauro (Consulta per i problemi penitenziari del comune di Roma): "I suicidi sono il sintomo di un problema più profondo che nasce dal disinteresse delle istituzioni".

"Tra il 2007 e il 2010 i trasferimenti del governo al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) hanno subito un taglio pari al 50%". A denunciare il nesso tra carenza dei fondi e stato di degrado delle carceri italiane è Lillo Di Mauro, presidente della Consulta permanente per i problemi penitenziari del Comune di Roma. "Per le spese di acquisto di beni e servizi - fa sapere Di Mauro - il fabbisogno reale si aggira intorno ai 2.500.000 euro: ma nel 2007, durante l’ultimo governo Prodi, vennero stanziati 1.927.563 euro e 1.687.000 per il 2008, mentre nel 2009, primo anno del governo Berlusconi, sono stati stanziati 1.160.439 euro e per il 2010 saranno stanziati 1.310.859.

È da evidenziare - chiarisce Di Mauro- che gli stanziamenti del governo Prodi si riferivano a una popolazione carceraria dopo indulto di circa 40 mila detenuti mentre dal 2009 i detenuti sono aumentati in maniera esponenziale fino a raggiungere quota 65 mila". "Tra le spese di acquisto di beni e servizi - prosegue il presidente della Consulta - rientrano anche i corsi per la formazione degli operatori di polizia penitenziaria e dell’area pedagogica che hanno lo scopo di adeguare le professionalità alle nuove esigenze della popolazione penitenziaria, la quale rappresenta sempre di più uno spaccato del disagio sociale estremo: basti pensare che il 30% è costituito da tossicodipendenti e un altro 30% da stranieri".

Quanto alle spese per la manutenzione, la riparazione, la ristrutturazione e il completamento e ampliamento immobili, prosegue Di Mauro, "contro un fabbisogno reale di circa 25 milioni di euro, ne sono stati stanziati 14.247.203 per il 2007, 12.311.850 per il 2008 euro e 11.154.189 per il 2009, mentre per il 2010 sono previsti 12.601.041 euro".

Si tratta di un capitolo di spesa "niente affatto trascurabile", precisa, "in quanto riguarda la ristrutturazione delle carceri, la messa in norma per la sicurezza degli ambienti, l’adeguamento alle normative dell’Unione Europea, che ha già ha avviato una procedura di richiamo per l’inadeguatezza delle strutture penitenziarie italiane e in particolare per gli spazi minimi destinati ad ogni detenuto. Ma questo capitolo di spesa riguarda anche - precisa il presidente della Consulta - la ristrutturazione e l’adeguamento degli spazi destinati agli operatori penitenziari".

Grandi tagli anche alle spese per il mantenimento, l’assistenza, la rieducazione e il trasporto dei detenuti che - secondo i dati diffusi da Di Mauro - esprimono un fabbisogno reale pari a 220 milioni di euro. Gli stanziamenti, infatti, sono pari a 142.509.858 euro nel 2007, 151.280.859 nel 2008, 116.424.354 nel 2009 e 129.867.754 nel 2010.

"Questa carenza di fondi - spiega Di Mauro - ricade sulla qualità del vitto dei detenuti e molte società cooperative che gestiscono le mense rischiano di chiudere. Ricade inoltre - aggiunge - sull’igiene e la pulizia delle celle e dei locali destinati agli operatori penitenziari oltre che agli spazi comuni e di accoglienza dei familiari e dei cittadini liberi che si recano in carcere".

Per le spese relative all’organizzazione delle attività scolastiche, culturali, ricreative e sportive e per il funzionamento delle biblioteche, invece, il fabbisogno reale si attesta a 4.300.000 di euro. Nel 2007 però sono stati stanziati 3.121.228,18 euro, nel 2008 3.058.062, nel 2009 2.506.339 e nel 2010 2.811.541.

"Si tratta di azioni particolarmente importanti per il recupero e il reinserimento del detenuto nello spirito della legge Gozzini e dell’ordinamento penitenziario - dice ancora Di Mauro. - Di fatto non destinando i fondi necessari si svuota il senso della legge e non la si applica di fatto. Ed è ovvio - sottolinea - che un detenuto che non viene raggiunto da tali attività trascorre il tempo della detenzione nell’abbrutimento e nell’ozio: cosa che per alcuni comporta ricadute psicologiche oltre che fisiche che possono condurre al suicidio".

Su un reale fabbisogno di 85 milioni di euro per le "mercedi dei detenuti lavoranti" ne sono stati stanziati 62.424.563,58 nel 2007, 62.017.840 nel 2008, 48.198.827 nel 2009 e 54.215.128 nel 2010. "Anche questo è un capitolo molto delicato - è il commento di Di Mauro - perché è quello che sempre in ottemperanza della legge Gozzini e dell’ordinamento dà la possibilità ai detenuti di svolgere lavori interni al carcere per poter mantenere la famiglia all’esterno e per poter sostenere le spese di avvocati e di mantenimento in carcere".

Per quanto riguarda le spese per il trasporto dei detenuti e del personale di scorta, infine, il presidente della Consulta penitenziaria fa sapere che, a fronte di un fabbisogno reale pari a 22 milioni di euro, ne sono stati stanziati 16.611.578,54 nel 2007, 16.275.400 nel 2008, 12.826.019 nel 2009 e 14.426.995 nel 2010. "Questo è un altro capitolo molto importante - aggiunge Di Mauro - perché con questi fondi si consentono i trasferimenti e i piantonamenti in carcere dei detenuti malati, oltre che la partecipazione degli stessi alle udienze in tribunale. È ovvio che una riduzione di questi fondi ricade sul diritto alla salute e alla difesa dei detenuti".

"Questa situazione delle carceri mette non solo i detenuti, ma anche i direttori, in una condizione di forte disagio - conclude Di Mauro. - A questo, inoltre, si somma quella relativa alla medicina penitenziaria. Infatti - precisa - con il definitivo trasferimento della competenza sulla sanità penitenziaria alle regioni, il governo non trasferisce più i fondi necessari. Come se non bastasse, bisogna fare i conti con il disinteresse degli enti locali, con la conseguenza che il diritto alla salute dei detenuti non viene garantito.

E chi ne fa le spese sono soprattutto le persone in condizioni di disagio psichico, che non possono usufruire di attività di cura e di recupero, e che quindi possono compiere atti autolesionisti e deleteri. I suicidi sono il sintomo di un problema più profondo che nasce dal disinteresse delle istituzioni". La carenza di finanziamenti non riguarda però solo chi sta scontando una condanna. "Gli enti locali finanziano sempre meno attività rivolte a detenuti ed ex detenuti - conclude - con un grande problema anche per le cooperative sociali, che in molti casi sono state costrette a chiudere".

da Innocentievasioni

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