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domenica 29 novembre 2009

Vendola: nessun sortilegio può farmi sparire

Doveva essere l’assemblea che sgomberava il campo dai tentennamenti delle ultime settimane. Invece, ciò che è accaduto in casa Pd - e soprattutto le ultime parole pronunciate dal palco da Massimo D’Alema - hanno avuto l’effetto di compattare l’ala sinistra del centrosinistra. E se fino a ieri il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, poteva mescolare i dubbi dei suoi con una presunta mancanza di chiarezza da parte degli alleati, da oggi Socialisti, Verdi, Rifondazione comunista e Sinistra e Libertà non forniscono più alcun alibi: «Il nostro candidato è Nichi Vendola».


Il governatore, fresco dei bagni di folla alla commemorazione di Benedetto Petrone ucciso dai fascisti negli anni di Piombo e al corteo della Cgil, a Bari, ha così buon agio a riaffermare: «Non solo vado avanti malgrado tutto e tutti ma vado avanti perchè tutto e tutti mi spingono ad andare avanti. È vero, c'è il pericolo di riconsegnare la Puglia alla destra e questo pericolo è strettamente connesso al tentativo di rimozione del significato profondo che la Primavera pugliese ha avuto nel 2005 e ha avuto nel corso della stagione di governo. È il significato di un cambiamento non fittizio, non costruito sulla rincorsa di un moderatismo che uccide in nuce la prospettiva del cambiamento. Immaginare oggi, dopo cinque anni, di annullare politicamente questo punto di forza del centrosinistra – ha concluso Vendola - mi pare davvero un gravissimo rischio».

Persino più esplicito, ribattendo punto per punto a D’Alema, è stato il segretario regionale di Sinistra e Libertà, Nicola Fratoianni: «Non è il Pd che sostiene Vendola a essere eterodiretto, mi pare piuttosto che sia il Pd di D’Alema a farsi eterodirigere dall’Udc e da altre forze che propongono veti su Vendola». E a D’Alema che accusa Vendola di non aver messo d’accordo forze politiche esterne al centrosinistra per allargare la coalizione: «Vendola è stato il primo leader politico meridionale a porre il tema della necessità di allargare il confronto al mondo moderato sul tema del Mezzogiorno. Di fronte a tale disponibilità ha ricevuto veti sulla sua persona e non sulla sua proposta politica».

Vendola non molla: «Rifletta bene il segretario del Pd, Blasi. Io continuo a sperare di essere il candidato di una coalizione larga. Comunque io sarò candidato. Se ci fosse la possibilità di mettere in pista l'esperienza delle primarie potrebbe essere il punto maturo di soluzione dei nostri problemi. Nessuno si faccia illusioni senza primarie non c'è nessun sortilegio che possa far sparire dalla Puglia la mia candidatura e la mia vicenda politica».

Di qui un coro di voci a suo favore. «Noi sosteniamo Nichi Vendola», annuncia il presidente dei Verdi di Puglia, Magda Terrevoli. «I socialisti pugliesi si riconoscono nella più che positiva esperienza del governo Vendola e sollecitano le forze politiche del centrosinistra pugliese a voler rompere ogni indugio» dice Onofrio Introna, assessore della giunta Vendola e componente della segretaria nazionale dei Socialisti. Sono soltanto illazioni le affermazioni di chi ipotizza un disimpegno dei socialisti da una nuova coalizione guidata da Vendola». Anche il segretario regionale di Rifondazione comunista, Nicola Cesaria, fa pubblica dichiarazione per Vendola. E il segretario del Psi pugliese, Lello Di Gioia, affida «nelle mani del presidente Vendola l’allargamento dell’attuale coalizione di centrosinistra».

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