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giovedì 10 dicembre 2009

REPUBBLICA CECA - Il razzismo contro i rom comincia nelle scuole

Un terzo dei bambini rom cechi finisce in scuole per disabili mentali. Una crudeltà che si ritorce contro lo stato, che spende molti soldi in un progetto razzista e antieconomico, scrive Respekt.

Ormai sono quasi vent’anni che le organizzazioni non governative, nazionali e internazionali, avvertono che troppi bambini rom finiscono nelle scuole speciali. Una realtà confermata di recente dalla prima inchiesta ordinata dal ministero dell’istruzione ceco. Il 30 per cento dei bambini rom frequenta infatti scuole per disabili mentali.

Il tasso tra gli altri bambini è del 2 per cento, che corrisponde alla media mondiale. La maggior parte del resto dei bambini rom frequenta le “scuole gitane”, dove i risultati non sono molto migliori di quelli delle scuole per disabili.

A Brno la segregazione scolastica è nota alla popolazione locale. Ma il comune nega questa realtà. Secondo un consigliere municipale non esistono “classi per rom” e tutti i bambini frequentano la scuola che gli è stata assegnata a seconda della loro residenza.

La pressione esercitata dalla popolazione affinché i rom siano emarginati è molto forte: gli abitanti di Brno, come la maggior parte dei cechi, sono convinti che i bambini rom siano più stupidi e indisciplinati dei loro figli e più inclini alla violenza. E come scrivono gli autori di una petizione, “visto che dobbiamo vivere con loro, almeno non fateceli incontrare a scuola”.

Un’anomalia pericolosa
La Repubblica Ceca ha un numero quattro volte maggiore di bambini che frequentano scuole speciali rispetto all’Austria e cento volte superiore rispetto alla Svezia. La percentuale di rom cechi definiti “ritardati mentali” è dieci volte superiore al normale. Due sono le possibili spiegazioni: o i rom cechi sono meno intelligenti di quelli degli altri paesi, o la società ceca è razzista e li obbliga sistematicamente, fin dall’infanzia, all’emarginazione.

“Dobbiamo cambiare questa mentalità, ma non sarà facile”, osserva Jana Zapletová, psicologa e direttrice dell’Istituto di consultazione psicologica..

Per Zapletová il cambiamento di metodi passa attraverso una trasformazione delle scuole primarie. “È indispensabile aumentare i fondi a loro disposizione per creare delle classi più piccole, formare gli insegnanti, assumere degli assistenti e seguire i bambini in modo individuale”.

Non dimentichiamo il freddo calcolo degli economisti, che dimostra come ogni anno la Repubblica Ceca perda 16 miliardi di corone a causa di un sistema scolastico che sforna milioni di disoccupati e di emarginati. Da questo punto di vista investire miliardi nel miglioramento del sistema sarebbe una scelta economica decisamente più intelligente. (con presseurop.eu)

Questo articolo di Michal Komárek è uscito su Respekt con il titolo Deti na odpis.

da Internazionale

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