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sabato 12 dicembre 2009

La strategia della tensione: da Piazza Fontana al golpe Borghese, il periodo "nero"


Dal 12 Dicembre 1969 con la strage di P.zza Fontana si apre la "strategia della tensione" pianificata da gruppi eversivi fascisti in combutta con i servizi segreti italiani e Nato. Per piú di dieci anni le stragi fasciste insanguineranno l'Italia che nella notte del 7 Dicembre 1970 sará ad un passo dal colpo di Stato, in quella che verrá chiamata la notte piú buia della Repubblica

Il 25 Aprile 1969 con le bombe che esplosero a Milano (nello stand della Fiat alla fiera campionaria) gli italiani entarono in una nuova quanto nefasta fase storica trovandosi improvvisamente faccia a faccia con il terrorismo nero, che perdurerá per piú di 10 anni. L'anno prima era stato il '68 con le rivolte studentesche in tutto il mondo, in seguito era venuto l'Autunno Caldo con le lotte operaie e le rivendicazioni di condizioni lavorative migliori.

Di fatto la saldatura tra il movimento studentesco e quello operaio, crearono in Italia un nuovo soggetto politico al momento autonomo, destabilizzando l'assetto politico e sociale dell'Italia. Nello stesso anno le trame nere svilupparono il loro attacco piazzando bombe su numerosi treni , fino ad arrivare a quel maledetto 12 dicembre 1969 e la strage di piazza Fontana iniziando di fatto una vera e propria guerra criminale e segnando l'inizio del terrore stragista di stampo fascista. Il bilancio di questa assurda giornata fu di 27 morti e 88 feriti. Il resto della storia purtroppo é risaputo, dalla favoleggiante teoria che a compiere gli attentati furono gli anarchici Pinelli e Valpreda, sino ad accertare con certezza assoluta che la strage di piazza fontana fu opera dell'eversione nera.

Da qualche parte nell'estrema sinistra si ricavò dagli attentati, specie quello di piazza Fontana, materiale più che sufficiente per alimentare il sospetto e la paura di un rischio di "golpe neofascista". La strage, intesa anche come un atto di guerra contro le lotte e il movimento del Sessantotto, spinse le tensioni sociali che alimentavano la protesta di sinistra ad assumere più intensamente forme eversive e rivoluzionarie. Tutti questi attentati facevano indubbiamente parte di un "qualcosa" di concertato e oscuro, di cui già si percepiva la potenza, insomma l'inizio di un piano criminale ben organizzato. E proprio le stragi nere del periodo 1969-1974 non sono state altro che piccoli tasselli di un grande mosaico cospiratorio e golpista, oltre che criminale.Il periodo che va dal 1969 al 1974 rappresenta l'inizio della "strategia della tensione" operata dalla manovalanza del terrorismo nero.

Ci fu indubbiamente un rapporto previlegiato da parte degli estremisti di destra con una parte del potere e parallelamente anche una profonda attivitá di copertura da parte dei servizi segreti italiani e della cia che era arrivata persino ad infiltrare in formazioni eversive della destra alcuni suoi uomini. In tutto questo calderone di rapporti ambigui tra lo stato, i suoi servi e l'eversione nera si colloca un episodio a dir poco sconcertante, il nuovo tentativo di colpo di stato, (dopo quello progettato dal generale de Lorenzo), colpo di stato guidato da Valerio Junio Borghese ex comandante fascista della "Decima Mas", durante la Repubblica di Saló.

Il piano golpista chiamato "Piano Tora Tora" ha inizio nella tarda serata del 7 dicembre del 1970 nella cosidetta notte dell'Immacolata , quando gruppi di militanti dell'estrema destra , militari e civili si radunano in luoghi di strategica importanza come il Ministero degli Interni, il Ministero della Difesa, la sede della televisione italiana, gli impianti telefonici e di radiocomunicazione, il piano inoltre comprende l'elenco delle persone da arrestare e il luogo della loro deportazione ed il proclama alla Nazione da leggere in diretta televisiva.

Questo manipolo di uomini era stato riunito da Borghese sotto la sigla Fronte Nazionale in stretto contatto con Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale la sua costituzione era stata redatta sin dal 1968 con un regolarissimo atto notarile, le finalitá erano quelle di "perseguire qualsiasi azione utile alla difesa e al ripristino dei massimi valori della civiltá italiana". A partire dal 1969, il Fronte Nazionale del principe Borghese aveva favorito la fondazione di gruppi clandestini armati, aveva stretto relazioni con uomini e settori delle Forze Armate, aveva coltivato rapporti con faccendieri e intermediari collegati all'amministrazione statunitense ed ai comandi Nato..

Proprio quando l'epilogo della vicenda si stava per compiere ovvero quando Borghese si apprestava a leggere il proclama alla nazione dell'avvenuto colpo di stato , lo stesso Borghese ricevette l'ordine di sospendere l'operazione e di rientrare, riconsegnando le armi, chi dette quell'ordine Borghese non ce lo ha mai detto e solo un anno e mezzo dopo l'Italia inizió a sapere quello che era successo quella notte del 7 Dicembre 1970. Borghese sparí misteriosamente dall'Italia e rifugió in Spagna dove durante una perquisizione nel 1974, venne rinvenuto morto. Dopo innumerevoli insabbiamenti e manovre politico giudiziare da maestri, lo stato fece passare l'episodio come una "manifestazione eclatante,ostile di per sé inidonea a realizzare l'evento previsto", la magistratura assolse tutte e 78 le persone coinvolte "perché il fatto non sussiste".

Di quanto accadde a Roma in quella notte dell'Immacolata del 1970 una sola cosa è certa: i servizi segreti sicuramente sapevano. Lo proverà la documentazione che Andreotti consegnerà alla magistratura romana soltanto cinque anni dopo. La Strategia della Tensione abbraccia e divora, quindi, un ben definito periodo della storia dell'Italia repubblicana. Ma il mistero delle sue trame è ancora praticamente integro.

(tratto da Senza Soste n.2, dicembre 2005)

da Indymedia

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