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mercoledì 16 dicembre 2009

PINELLI VIVE NELLA LOTTA


di alcuni anarchici
Il 12 dicembre 1969 esplode una bomba nella banca nazionale dell'agricoltura in Piazza Fontana a Milano causando 17 morti. E' una strage che rimarrà impunita, una strategia della tensione messa in atto dall'estrema destra con l'aiuto dei servizi segreti per reprimere e screditare i movimenti sociali, causando fermi e arresti di innocenti riconducibili all'area antagonista, e in special modo anarchica.
Nella notte del 15 dicembre 1969 muore Giuseppe Pinelli dopo essere precipitato dal quarto piano della questura di Milano. Nonostante la prima testimonianza del Commissario Calabresi parlasse di suicidio, dovuto al fatto che l'alibi del ferroviere anarchico si era rivelato falso, la versione verrà poi confutata dalla credibilità dell'alibi stesso.

A quarant'anni dalla sua uccisione abbiamo voluto ricordarlo a Genova con uno striscione di 20 metri esposto sul Ponte Monumentale, sopra via XX Settembre, in pieno centro, e un manichino nell'atto di cadere, legato con una fune alla caviglia. Sullo striscione compariva la scritta "15/12/69 _ 15/12/09 LO STATO UCCIDE ANCORA, Pinelli vive nella lotta", a evidenziare la macabra attualità delle morti misteriose nelle questure e nelle carceri. Torce luminose hanno per un attimo illuminato il crepuscolo e attratto l'attenzione della frenetica folla dedita allo shopping natalizio. Nel giro di poco tempo le balde forze del disordine si sono accorte dell'accaduto e si sono prodigate a cancellarne le tracce. I nostri maldestri eroi in divisa non hanno però fatto attenzione a tagliare le corde e Pinelli si è trovato per una seconda volta steso sul freddo suolo dopo una lunga caduta. Potrebbero anche stavolta chiamarlo suicidio. Forse anche stavolta qualcuno gli crederà.

da Indymedia

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