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sabato 23 maggio 2009

La favola di Vetrinopoli

A Vetrinopoli era una splendida giornata di Sole, come sempre:
gli uccelli cantavano e sembravano dividersi con dovizia gli immensi spazi di cui Vetrinopoli disponeva, chiarendo che l' habitat non è un' invenzione ma un fatto.
Allora, i piccioni vivevano il centro della città mentre lì, per le campagne, erano per lo più i merli,
le gazze e i passeri a prender maggior possesso della zona;
sul mare poi danzavano beatamente i gabbiani grandi e forti come se i veri guardiani delle coste
fossero solo loro...
D' un tratto però gli uccelli volarono via e lasciarono gli abitanti di Vetrinopoli.
Nei primi giorni ci si sentiva un pò sgomenti poichè quei posti, un tempo resi vivi dalla presenza degli uccelli, davano l' impressione di morire pian piano, e anche la vista degli abitanti sembrava patirne, poichè non si potevan più ammirare le parabole dei pennuti che svolazzavano nell' aere in prossimità di un orizzonte rosso che si butta nel mare;
ma il deprimersi di questo senso non comportava grossi patemi visto che gli abitanti di Vetrinopoli
avevano già perso il " dono delle orecchie " ( non sentivano più bene ), forse per il cerume che copioso rendeva afono qualsiasi suono emesso da chicchessia.
E poi, a Vetrinopoli era proprio una libertà particolare quella di non voler sentire alcuno, rappresentava una conquista ed una possibilità che con tanti sforzi gli abitanti di Vetrinopoli si erano garantito.
Era, inoltre, stabilito per legge e sommamente vietato vendere e comprare qualsiasi articolo per la pulizia delle orecchie.
Ma questa grossa civiltà poteva fregiarsi di tante libertà conquistate nel tempo, una pletora di diritti civili aquisiti con immensi sforzi..
avevano costituito, non ascoltandosi più, una struttura sociale d' avanguardia:
un meccanismo che si sostanzia solo nell' effetto visivo; non serve parlare, basta mirarsi per vivere nella società di Vetrinopoli:
i Vetrini e le Vetrine dovendo per forza comunicare ( per vivere) avevano imparato a darsi lustro in ogni dove per acquiatare la veste più ambita confezionata dal più elegante e innovativo stilista di Vetrinopoli, il famosissimo Gianni Prestigio.
E' infatti a lui che si rivolgono i cittadini per comprare l'abito che da qesti prende il nome.
Col Prestigio addosso "preconfezionato" i Vetrini potevano pavoneggiarsi e si auspicavano di colpire con l'effetto luccicante di quell'abito tutte le Vetrine che gionzolavano bellamente per la città.
Le Vetrine tutte imbellettate e truccatissime venivano dalla grande Scuola dell'Artefattesimo, tutte istruite al culto del mostrare agli altri la propria bellezza o presunta tale; molte di loro avevano anche vinto dei master in Zoccolagine, ma la lmaggior parte di loro aveva fatto la Scuola Elementare di Dabbenaggine, di via Menefraga.
Tutto andava a gonfie vele, gli abitanti di Vetrinopoli sapevano bene che per giudicare una persona bastava guardar la superficie; e il metro di giudizio più in voga veniva direttamente da un assunto matematico: quanto più ampio è il ventaglio dei possedimenti ostentati, tanto più meritevole è una persona di affrancarsi affetti, vantaggi, privilegi e posizioni di prim'ordine.
Tutti allora, a Vetrinopoli, si davano un gran da fare per comprare quei beni che potevano conquistare i cuori delle Vetrine e queste ultime , correvano da un parrucchiere all'altro, dall'estetista ai solarium per vedersi belle e appetibili specie a quelli che avevano acquistato il Prestigio.
Visto che il levoro andava bene, molti fra i Vetrini poterono comperarsi un Prestigio e fu così che per competere fra loro alcuni dovettero spendere una somma sconsiderata per acquistare l' invenzione dell'ingenere meccanico più ispirato, sua Persona Verolino Importanza. Fecero una corsa spietata per accaparrarsi questa macchina:
l'Importanza, una super-accessoriata delux che correva fino a 300Km/h col tettuccio scoperto e con due ruote alte quasi 2 m (proprio per destare una certa importanza).
Molti che non la potevano avere, rossi di invidia si indebitarono e fu così che Vetrinopoli iniziò a perdere gra parte della ricchiezza di cui godeva.
Ma un grande ingegnere delle nuove tecnologie, Girolamo Tuttimicercano, per limitare la vendita di Importanza si mise a costruire un marchingegno sofisticatissimo che costava certamente meno dell'auto e perciò faceva gola specie a chi non poteva permettersi l'Importanza.
Scoppò il boom per comprare il "Micercano" che si illuminava e segnalava la presenza di una possibile video-comunicazione.
Per un pò funzionò, perchè le Vetrine sembravano rapite da chi possedeva quest'ultima tecnologia; i Vetrini allora fecero di tutto, anche quando non potevano permetterselo più cercarono con tutte le forze di comprare Prestigio, Importanza e Micercano con grave detrimento delle risorse e delle finanze di Vetrinopoli.

Angelo

L'Onda non si arresta! Confermati gli arresti per Alessandro e Domenico

E' arrivata la notizia che l'Onda sperava di non ricevere: il gip ha deciso per la conferma degli arresti di Alessandro e Domenico, restano alle Vallette. Quindi è assolutamente confermato il presidio di domani sera fuori dal carcere, gli studenti e le studentesse dell'Onda torneranno alla cinta del penitenziario per portare la loro solidarietà agli arrestati e per continuare la battaglia per la loro scarcerazione.
Nel frattempo oggi pomeriggio l'Onda milanese ha fatto un'incursione al rettorato della Statale, tappezzando gli uffici del rettore Decleva per esigere la liberazione del loro compagno Alessandro e chiedendo al rettore dell'università frequentata da Alex, oltre che presidente della Crui promotrice del G8 University Summit, di prendere posizione.

Guarda l'appuntamento torinese: presidio fuori dalle Vallette, Alex e Domenico liberi!

Alessandro e Domenico liberi subito!

Nella straordinaria giornata dell'Onda del 19 maggio 2 compagni sono stati arrestati, Alessandro e Domenico. Alessandro, studente milanese della Statale ed esponente dei Circoli degli emigrati sardi, è stato tratto in arresto durante gli scontri di piazza in corso Marconi. Domenico, torinese, è stato invece fermato prima del corteo, l'accusa che gli viene rivolta è di detenzione di materiale esplosivo.


Questa mattina vi sono state le udienze per le convalida o meno degli arresti al carcere delle Vallette. Entro stasera, massimo domattina, vi sarà il pronunciamento del gip sui compagni detenuti alle Vallette. In parallelo, questa mattina vi è stato un primo momento di solidarietà con gli arrestati: gli studenti e le studentesse dell'Onda Anomala torinese e milanese hanno tenuto un presidio fuori dal carcere, con i familiari e con gli avvocati. Sono stati appesi 2 striscioni: "Alessandro e Domenico liberi subito!", "L'Onda non si arresta! Alessandro e Domenico liberi subito!".


Nell'eventualità che il gip non decidesse per la scarcerazione immediata di Alessandro e Domenico, l'Onda di Torino ha già indetto un nuovo presidio per domani sera alle 18 fuori dalle Vallette, per far arrivare la solidarietà ai compagni, per richiedere la loro l'immediata liberazione.


Ma la solidarietà e la presa di posizione dell'Onda non è ferma al territorio torinese: questa mattina negli atenei di tutt'Italia sono comparsi striscioni e scritte richiedenti l'immediata liberazione di Alessandro e Domenico. "L'Onda non si arresta! L'Onda vi travolge!"

19 Maggio - Torino: L'Onda perfetta. In 10.000 contro il G8, cariche e scontri nella zona rossa

L'Onda anomala torna ad invadere le strade, a bloccare le città e a rilanciare il conflitto intorno al nesso formazione-lavoro a partire dalla contestazione dell'illeggittimo e insostenibile G8 University Summit . Diecimila studenti a Torino decidono di attraversare il centro dopo il concentramento al Block G8 Building, sanzionando banche e agenzie interinali, urlanco ancora che "Noi la crisi non la paghiamo". Tutta l'Onda decide di violare la zona rossa, di non accettare divieti rispetto alla libertà di movimento e di tentare di raggiungere il luogo dell'illeggittimo summit della lobby baronale dei rettori: abbiamo difeso il corteo dalle cariche e denunciamo l'uso pesante e spropositato di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo contro gli studenti. Ancora un'altra Onda che travolge il G8 dell'Università, ancora un'altra volta manifestiamo il nostro dissenso, giorno dopo giorno in ogni facoltà costruiamo l'autoriforma, la riappropiazione di reddito, la produzione autonoma di saperi!
Comunicato dell'Onda - L'Onda Perfetta è l'onda migliore, quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi questa mattina a Torino è stata l'Onda migliore possibile. Abbiamo dimostrato, a mesi di distanza dalla mobilitazione dell'autunno, dopo che in molti già ci davano per morti, di esserci e di essere.Oggi siamo scesi in piazza per una nuova grande mareggiata, invadendo le strade di una Torino blindata per proteggere Baroni e feudatari dell’università in crisi. Siamo giunti da tutta Italia (qualcuno anche da oltre confine) per esprimere tutta la nostra contrarietà a questo insostenibile G8 dell’università. Abbiamo respinto l'arroganza del G8 dei rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli, provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che in ballo c'è il proprio futuro.

Abbiamo contestato l’illegittimità del G8 University Summit ribadendo che i rettori e la CRUI, che promuoveva il vertice, sono i rappresentanti (il)legittimi di una università che sopravvive tra le macerie. Noi siamo invece l’espressione concreta di una rappresentanza impossibile che non delega a nessuno istanze, vertenze, progetti.

10.000 studenti da tutta Italia in una marcia veloce, gioiosa ma incazzata, determinata e convinta, che in fretta e furia ha raggiunto la sede del summit, senza dimenticarsi di colpire i simboli della crisi (banche e agenzie del lavoro), per tentare di sfondare il muro di un esercito frapposto tra i propri bi-sogni e le autorità di un'università che di sostenibile non ha assolutamente nulla.


Oggi, abbiamo fatto presente, ancorauna volta, che la crisi noi non la pagheremo e che anzi utilizzeremo qualsiasi occasione per rovesciarle contro.
Sapendo che questo è solo un momento di passaggio, tra lo straordinario autunno che ci siamo lasciati alle spalle e quello a venire, denso di aspettative e nuovi spazi di azione dentro la crisi.
A fine corteo, un’assemblea pubblica, collettiva e condivisa cui hanno partecipato tutte le articolazioni locali dell’onda, ha deciso di assumersi nella totalità gli eventi e le pratiche messe in campo in questa giornata di conflittualità e riappropriazione di spazi e visibilità. L’assemblea ha inoltre espresso solidarietà ai due arrestati, richiedendone l’immediata liberazione. Non li lasceremo soli!

Ecco l’onda perfetta…

Onda Anomala_Italia
Block G8 Building, Torino (h 16)

MEDIASET IN SCIOPERO - BELLA NOTIZIA (OSCURATA)

Udite udite. E diffondete. Forse è l'unico modo per permettere a questa notizia di raggiungere più orecchie possibile: i lavoratori di Mediaset sono in sciopero. Difendono i loro salari e chiedono che vengano ripristinate le "normali relazioni sindacali". Ma oggi devono prima di tutto lottare contro il silenzio. La loro astensione dal lavoro, infatti, sembra non interessare a nessuno. Di loro non parlano neanche le agenzie di stampa. Paradossale ma vero: accade "qualcosa" - qualcosa di inedito, c'è da dire - nella più grande azienda di comunicazione italiana, e i protagonisti faticano a bucare lo schermo. Ma tant'è, a Berluscolandia.I fatti: Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per oggi uno sciopero dei lavoratori della Videotime di Roma. La Videotime è la società licenziataria di Mediaset-Rti che lavora nei centri di produzione "Palatino" e "Elios". Qui vengono registrati programmi molto seguiti: dal Tg5 a Matrix a Forum. I lavoratori della Videotime si occupano anche del programma "Uomini e Donne" di Maria De Filippi, che però viene registrato a Cinecittà. Si tratta dei tecnici, della parte di produzione, dei parrucchieri, dei truccatori, dei sarti. Insomma, di tutto il personale che serve per mettere in piedi un programma. Ebbene, dall'anno scorso sono tempi di magra. Mediaset dice di essere in crisi (ricavi netti nell'anno 2008: +9%, utile netto: +14,3%) e per questo stringe la cinghia: niente più diaria per gli esterni, fermi i passaggi di livello, diminuzione dei premi di produzione, azzeramento della politica retributiva. Questo è quanto denunciano i sindacati: "Un esempio - spiega Roberto Crescentini, delegato fistel-Cisl della Rsu di Videotime - sabato registriamo Matrix. I lavoratori hanno chiesto di lavorare in straordinario. Ma l'azienda ha chiesto ai parrucchieri solo quattro ore di lavoro, e non sette. Alla domanda: perché? La risposta è stata: l'azienda è in crisi. Figurarsi - dice Crescentini - noi siamo i primi a non voler affossare l'azienda e a capire che è in corso una grave crisi economica e finanziaria. Ma Mediaset è in crisi?". La domanda è pertinente, visto che, racconta Crescentini: "Alla puntata di Forum in cui era ospite Barbara D'Urso, Mediaset ha pagato un parrucchiere 1.300 euro. Come anche viene pagato tutti i giorni un parrucchiere per la conduttrice Rita Dalla Chiesa, ad un prezzo che ci pare esorbitante, visto il momento: 700 euro". Insomma, dicono i lavoratori, se bisogna fare sacrifici che li facciano tutti.
Secondo il dato dei sidnacati lo sciopero è andato benissimo: l'adesione ha sfiorato il tetto del 95%. Ultima chicca: il Comitato di redazione del Tg5 ha inviato un comunicato di solidarietà ai lavoratori di Videotime. Il comunicato, a quanto pare, doveva essere letto durante l'edizione odierna. Ma è stato stoppato. Ci sono notizie più importanti.

A 17 anni dalla strage di Capaci

PALERMO - «A diciassette anni dalla strage di Capaci, la giunta dell'Associazione nazionale magistrati ha scelto di ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani con una frase del Mahatma Gandhi: «Il mondo di oggi ha bisogno di persone che abbiano amore e lottino per la vita almeno con la stessa intensità con cui altri si battono per la distruzione e la morte».

NAPOLITANO E MARONI - In tutta Italia e in particolare a Palermo, viene ricordata la figura di Giovanni Falcone. Presente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al convegno su «Legalità, impresa e sviluppo» nell'aula bunker dell'Ucciardone e alla cerimonia di commemorazione di Giovanni Falcone e delle altre vittime della strage di Capaci. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni alle 8,30 sarà alla caserma Lungaro per incontrare i familiari delle vittime delle stragi, e alle 9,15 interverrà presso l'aula bunker e successivamente deporrà una corona di alloro alle 11 in via D'Amelio e alle 12 a Capaci.

L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA - «Le idee di Falcone e Borsellino non sono state uccise dal tritolo e da 17 anni camminano su gambe forti: quelle di una nuova società civile e di un nuovo modo di sentire del mondo politico e imprenditoriale che lottano contro la mafia e contro la cultura mafiosa». Così il presidente dell'Ars, Francesco Cascio: «In Sicilia si respira un vento nuovo anche se la strada per il riscatto e per lo sviluppo dell'isola è ancora in salita. Le recenti operazioni delle forze dell'ordine sono importanti successi per mettere all'angolo la criminalità organizzata. La politica - ha concluso il presidente dell'Ars -deve sapere cogliere i segnali positivi che emergono dalla società civile, approvando quelle leggi, come le misure contro il racket, che tolgono linfa al parassitismo mafioso che soffoca la rinascita della Sicilia».

VEDOVA AGENTE SCHIFANI - Rosaria Schifani, la vedova di Vito, agente della scorta di Giovanni Falcone che fu ucciso nell'attentato a Falcone: «Non si può andare avanti giudicandosi a vicenda, come se ognuno di noi fosse titolare di diritti sugli altri. Così scattano diffidenze, astio, distanza. Non possiamo fare come i mafiosi che s'ammazzano fra loro». In un'intervista esclusiva che sarà pubblicata sul pediodico «S». Rosaria Schifani chiede al fronte antimafia di sfuggire «alle gelosie interne, a quei chiacchiericci, divisioni, malumori, troppi distinguo, acidità, incomprensioni, piccolezze. Con qualcuno pronto a dire che la mia antimafia è meglio della tua, che la mia è pura e la tua no». «Credo che siano nate tante cose importanti negli ultimi anni a Palermo - dice -. Penso ai ragazzi di Addiopizzo, ai volontari di Libera, alle testimonianze che imprenditori coraggiosi fanno in tribunale. Il mio dubbio è però che i continui attriti e i malumori dell'antimafia portino se non a una vittoria della mafia, a una sua rivincita in alcuni quartieri dove i soliti personaggi aggiungono fiele e denigrazione».

LUMIA - «L'insegnamento di Falcone è ancora vivo e attuale, - afferma il senatore del Partito Democratico Giuseppe Lumia - molte delle sue intuizioni sono ancora da attuare. Nella lotta al riciclaggio e al sistema delle collusioni siamo appena all'inizio. È giunto il momento di andare fino in fondo con coraggio, pronti anche a far emergere le più dure verità sulle responsabilità della politica e delle istituzioni relative al periodo stragista avviato da Cosa nostra negli anni 92 e 93». «La politica - prosegue - deve fare la sua parte adottando dei provvedimenti che metterebbero in ginocchio le mafie: consentire agli inquirenti di accedere velocemente, attraverso password, all'anagrafe tributaria per indagare sui patrimoni dei boss; rendere obbligatoria la denuncia delle estorsioni per tutti gli operatori economici e scatenare così una rivolta senza precedenti; aumentare la durata delle pene per i reati di stampo mafioso; riorganizzare il 41 bis per impedire la comunicazione dei boss con l'esterno delle carceri; ridurre il numero delle stazioni appaltanti, la cui frammentazione nel territorio riduce l'efficacia dei controlli e favorisce le infiltrazioni mafiose; istituire un'agenzia dei beni confiscati per rendere più efficace il loro riuso sociale; consentire la tracciabilità dei flussi di denaro soprattutto nel mondo degli appalti pubblici». «I tempi sono maturi - conclude Lumia - per sferrare un attacco decisivo. La politica non può più tergiversare».

BELGRADO - E dalla lontana Belgrado giunge la notizia che l’aula 2 della Sezione speciale del Tribunale distrettuale sarà intitolata al magistrato italiano. L’annuncia in una nota del ministero della Giustiza serbo, informando che, prima dell’inaugurazione della targa, sarà tenuta una presentazione della «stretta cooperazione italo-serba tra organi giudiziari e tra i ministeri della Giustizia».

Lettera di Nichi Vendola a tutte le forze di opposizione (parlamentari e non) su emergenza democratica

da Nichi Vendola SINISTRA E LIBERTA' a:

- Pierferdinando Casini - Leader nazionale UDC
- Lorenzo Cesa - Segretario nazionale UDC
- Antonio Di Pietro - Presidente Italia dei Valori
- Dario Franceschini - Segretario nazionale PD
- Flavia D'Angeli - Portavoce nazionale Sinistra Critica
- Oliviero Diliberto - Segretario nazionale PdCI
- Marco Ferrando - Portavoce nazionale PCdL
- Paolo Ferrero - Segretario nazionale PRC
- Marco Pannella - Leader nazionale Radicali Italiani
- Luciana Sbarbati - Segretaria naz. Mov. Repubblicani Europei


Carissima, Carissimo

vi sono molti, troppi, inquietanti segnali che indicano che il nostro paese sta attraversando una fase particolare, e per molti versi originale, nella quale il sistema democratico che tutti noi abbiamo conosciuto e nel quale abbiamo vissuto e operato è messo a serio rischio.
Sta crescendo nel nostro paese una vera e propria emergenza democratica rispetto alla quale tutti noi abbiamo il dovere e la necessità di reagire in modo adeguato e tempestivo.
Per questa ragione mi assumo la responsabilità di scrivere a te a ai segretari di tutte le forze dell’opposizione e di proporvi un incontro a brevissimo termine per assumere assieme le iniziative adeguate, come compete ad un’opposizione parlamentare ed extraparlamentare, come è la forza politica cui appartengo, non certo per sua scelta.

Conviene evitare paragoni con il passato, sempre difficilmente proponibili, ma certamente abbiamo avuto modo, e con noi le italiane e gli italiani, di cogliere nei recenti comportamenti della maggioranza, del governo e segnatamente del Presidente del Consiglio, atteggiamenti, comportamenti, dichiarazioni e atti che entrano in collisione con le regole più elementari di una repubblica democratica e parlamentare.
Non credo sia sfuggito a nessuno il carattere ricattatorio del discorso pronunciato da Silvio Berlusconi di fronte all’assemblea di Confindustria. Un Presidente del Consiglio che controlla direttamente o indirettamente quasi l’intero sistema mediatico minaccia di rivolgersi direttamente al popolo per sovvertire gli assetti costituzionali aggirando o, peggio, ignorando con esplicito disprezzo il Parlamento.
Questo atteggiamento arrogante e, temo, non privo di venature eversive era già evidente nella vicenda apertasi con la sentenza sul caso Mills. Siamo di fronte ad un assurdo: chi è stato destinatario di un atto di corruzione viene condannato dalla Magistratura, mentre il suo eventuale corruttore è protetto da una legge vigente, contro la quale l’opposizione si è fortemente battuta, che lo sottrae a qualunque tipo di giudizio. Non compete a noi entrare nel merito della vicenda giudiziaria. Così come il Presidente del Consiglio non dovrebbe abbandonarsi ad una pubblica sequela di insulti rivolti alla Magistratura giudicante in ragione di una sua presunta intenzione persecutoria motivata addirittura da una altrettanto presunta collocazione politica dei singoli magistrati.
Ma noi non possiamo assistere impassibili ad una nuova recrudescenza di dichiarazioni e atti che mirano a sottoporre la Magistratura sotto il controllo politico dell’Esecutivo, stravolgendo l’equilibrio dei poteri di uno stato democratico e la sua Costituzione.
E’ da notare come tali comportamenti costituiscano di per sé un motivo di uno scontro ora strisciante, ora esplosivo con le più alte cariche dello stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica, i cui ripetuti, ponderati e preziosi interventi a tutela degli equilibri istituzionali e della nostra Costituzione sono stati disattesi e persino svillaneggiati dal Presidente del Consiglio.
La stessa vicenda della oscura relazione tra il presidente del consiglio e la famiglia Letizia non può essere confinata nella sfera del privato, il confine tra pubblico e privato essendo, come segnalano tutti i migliori studiosi delle moderne democrazie, diverso per chi ricopre cariche istituzionali e per il comune cittadino. E di fronte a denunce che partono dagli stessi famigliari del Presidente del Consiglio, non credo si possa tacciare di indebita invasione nel privato la richiesta formale di pubblici chiarimenti da parte di chi un ruolo pubblico riveste.
La mia elencazione potrebbe continuare ma sarebbe superflua poiché già così la misura appare colma. Ad un’emergenza democratica si deve rispondere con un’eccezionale sussulto democratico nel paese e nelle istituzioni. Non credo che il Parlamento possa limitarsi ad attendere che il Presidente del Consiglio decida, a seconda dei suoi desideri e delle sue convenienze, se presentarsi di fronte ad esso o meno. L’opposizione parlamentare è in possesso di precisi strumenti regolamentari per giungere, nel modo e nelle forme opportune, a un dibattito parlamentare la cui urgenza mi sembra ormai massima.

Per questo mi rivolgo a Voi, pur in un momento come l’attuale che ci vede in competizione nella campagna elettorale per le elezioni dei Parlamento Europeo e di molti Consigli provinciali e comunali. L’imminente confronto elettorale non può fare venire meno, neppure per un attimo, il nostro senso di responsabilità verso la Costituzione italiana e l’ordinamento democratico del nostro paese.
Mi auguro quindi che vogliate concordare con la necessità di un’immediata riunione di tutte le forze dell’opposizione, presenti o no nell’attuale Parlamento, per concordare e assumere tutte le iniziative unitarie, nel Parlamento italiano e in quello europeo, nelle Istituzioni locali, nella società civile per fare uscire il nostro Paese indenne dall’attuale emergenza democratica che lo investe.
In attesa di un Vostro tempestivo cenno di riscontro, Vi saluto augurando a tutti noi un presente e un futuro di democrazia e libertà.



Nichi Vendola
Sinistra e Liberta’



Roma, 22 maggio 2009