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domenica 24 maggio 2009

SCUOLA & GIOVANI

Lettere dei dirigenti per chiedere soldi. Manca tutto: dagli insegnanti alla carta
"Gli istituti vantano un credito di un miliardo dallo Stato e i fondi residui sono finiti"

Scuole, una colletta tra le famiglie
"Troppi tagli, dovete aiutarci voi"

di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Per salvare la scuola pubblica dalla bancarotta i genitori devono mettere mano al portafogli. Più di 250 dirigenti scolastici dell'Asal (l'Associazione scuole autonome del Lazio) hanno consegnato ai genitori una lettera sulla "grave situazione finanziaria". Faremo "di tutto per garantire il diritto allo studio e, nello stesso tempo, il contenimento della spesa - scrivono - Ma nelle attuali condizioni le due cose non sono più conciliabili e diventa indispensabile il versamento del contributo deliberato dal Consiglio d'istituto per contribuire alla sopravvivenza". Insomma: senza l'intervento dei genitori la scuola pubblica si ferma. "Non è una situazione nuova - spiega Paolo Mazzoli, presidente dell'Asal - ma ora è diventata grave e, per il prossimo anno, è giusto che l'opinione pubblica conosca la realtà".

La situazione è critica ovunque. Le scuole italiane, in questi cinque mesi del 2009, non hanno ricevuto neppure un centesimo per le cosiddette spese di Funzionamento didattico-amministrativo (toner, fotocopie, cancelleria, detersivi), i fondi per le supplenze sono stati ridotti del 40 per cento e per le visite fiscali, obbligatorie col decreto Brunetta anche per un giorno d'assenza, non ci sono fondi. Mancano, inoltre, i soldi per i corsi di recupero estivi nella scuola superiore che coinvolgeranno mezzo milione di studenti. Finora, gli istituti hanno tamponato con i cosiddetti residui di bilancio che sono presto svaniti. "Le scuole - segnala Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - vantano un credito nei confronti dello Stato per un miliardo di euro". Dal 2007 il budget per le supplenze è stato ridotto di 250 milioni. E da ottobre le scuole sono costrette ad richiedere, e pagare, alle Asl le visite fiscali anche per un solo giorno di malattia.

"Abbiamo calcolato - spiega Mazzoli - che la spesa complessiva nazionale per pagare i medici di controllo si aggira attorno ai 100 milioni". Ma non è dato sapere se il calo delle assenze di questi mesi compensa questa spesa aggiuntiva. Così le scuole sono costrette a richiedere "contributi volontari" alle famiglie che oscillano tra i 20 ai 120 euro l'anno. Il ministero sa perfettamente che la scuola sta per crollare sotto il peso dei debiti. Basta vedere le tante interpellanze presentate in aula e in commissione. Le ultime sono del 21 e del 12 maggio, dell'8 aprile e del 5 marzo. Il grido d'allarme arriva dalle scuole di Parma, Piacenza, Settimo milanese, Crema, Bologna, Firenze, Palermo. E qualche settimana prima da Lecco, Ancona, Bergamo e dalla Sardegna. "Istituti costretti ad elemosinare la carta igienica, alunni che restano senza docente per molte ore, forte riduzione del recupero scolastico, annullamento dell'ora alternativa alla Religione, aule chiuse perché inagibili e aumento del rischio". "Le misure di contenimento della spesa - ha risposto due giorni fa il sottosegretario all'Istruzione, Giuseppe Pizza - hanno comportato, come in altri settori pubblici, una riduzione delle risorse finanziarie determinando le note difficoltà".

LE ORIGINI DI FORZA ITALIA

Milano: in piazza il protagonismo dei migranti. In 20mila al corteo nazionale contro crisi e razzismo

Migliaia e migliaia di persone in piazza ieri a Milano per il corteo nazionale contro la crisi ed il razzismo. Una manifestazione voluta fortemente visto il contesto politico e culturale presente nel nostro paese, il galoppare di una crisi che dall'alto si vuol scaricare verso il basso colpendo come sempre i soggetti più deboli ed espropriati dei propri diritti, l'isteria securitaria forgiata da istituzioni razziste volte a guardare all'inasprimento di un pacchetto sicurezza già bollato come inaccettabilmente discriminatorio e diserbante dei diritti. E proprio in opposizione al pacchetto sicurezza si sono espresse nei mesi scorsi tante soggettività migranti sui territori, capaci di attivarsi e prendere in mano il proprio futuro non delegando il dissenso ai pur giusti e necessari momenti di solidarietà dei soggetti politici di movimento.



Migliaia di migranti, rifugiati e profughi hanno attraversato le strade delle città del nostro paese contro il pacchetto sicurezza, tanti altri hanno compiuto passi ancor più decisi per la rivendicazione dei propri diritti, ne sono un esempio le occupazioni migranti di Torino e Milano.

Il protagonismo dei e delle migranti dei mesi scorsi si è riproposto quest'oggi, con forza: pressochè 20mila persone hanno partecipato alla manifestazione nazionale milanese, in un corteo con una composizione fortemente caratterizzata dalla presenza e dalla decisa presa di parola migrante. Da tante città d'Italia si sono mosse centinaia e centinaia di persone, italiani e migranti, per partecipare all'importante appuntamento di piazza di quest'oggi a Milano, gridando "noi la crisi non la paghiamo" e "no al razzismo".