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lunedì 1 giugno 2009

Tutti contro il nucleare in Puglia Vendola: lotteremo a mani nude

Dopo le dichiarazioni del premier: manderemo l'Esercito per fare costruire le centrali. La Finocchiaro: "Berlusconi sta prendendo in giro gli italiani". Domenica fiaccolata ambientalista a Torre Santa Sabina

Nucleare? No, grazie. Lo slogan che negli anni '80 fece la fortuna del movimento ambientalista ritorna prepotente in quest'ultimo scorcio di campagna elettorale. L'avvertimento di Silvio Berlusconi alle popolazioni locali già sul piede di guerra («una volta individuati i siti per le centrali, manderò l'esercito»), provoca reazioni indignate. Alza la voce Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, che a Bari prede le distanze dal capo del governo. «È tragica - accusa - l'assoluta disattenzione verso le popolazioni locali, ma questo è un tratto tipico del governo Berlusconi». Secondo la senatrice Finocchiaro, si tratta di «un tratto classico», visto che il governo ha già abolito l'Ici, «lasciando i Comuni italiani in una situazione di straordinaria difficoltà». Il capo dei senatori del Pd si dice preoccupato dal fatto che la mancata indicazione dei siti lascerà di fatto libertà di scelta alle imprese che si aggiudicheranno la costruzione delle nuove centrali.

«Mi chiedo - dice - come tutto questo possa essere tollerato, tanto più che contemporaneamente Berlusconi dalla Sardegna alla Puglia in poi, ovunque vada dice "qua non faremo la centrale nucleare". Questo «è un altro dei modi con il quale il presidente del Consiglio si rivolge agli italiani, cioè pigliandoli per fessi».

Non meno veemente è la presa di posizione del governatore Nichi Vendola. «Non ci sarà mai una centrale nucleare in Puglia, almeno fino a quando governerò io», taglia corto. Vendola boccia senza appello il ritorno al nucleare («una frottola gigantesca») e ricorda che la Puglia, da quando lui è al comando, è diventata «la prima produttrice di energia solare ed eolica d'Italia: comunque, se vorranno venire in Puglia a installare una centrale nucleare dovranno dotarsi di carri armati di ultima generazione: noi saremo a mani nude».

Contro il ritorno al nucleare tornano in piazza gli ambientalisti. Domenica è in programma una fiaccolata a Torre Santa Sabina. Intanto, Loredana Capone, candidato del Pd alla presidenza della Provincia di Lecce, stuzzica gli esponenti del Pdl pugliese. «Se l'esercito italiano dovesse arrivare in Puglia o nel Salento per proteggere e consentire la costruzione di nuove centrali nucleari cosa faranno gli uomini delle truppe del centrodestra?», si chiede. Contro Berlusconi tuona anche Fabiano Amati, portavoce del Pd pugliese. «È stupefacente - dice - che il capo del governo abbia deciso di mostrare i muscoli».

da L'Espresso di Raffaele Lorusso

Alessandro e Domenico sono liberi! L'Onda non si arresta!

Torino - Aggiornamento ore 18:30 Finalmente liberi! Alessandro e Domenico sono stati scarcerati dal tribunale del riesame che si è tenuto questa mattina, in contemporanea un presidio di solidarietà dell'Onda.

Dopo 2 settimane di carcere i 2 compagni arrestati nella giornata di opposizione al G8 University Summit di Torino escono dalle Vallette, entrambi con l'obbligo di dimora (rispettivamente Sassari e Torino) e firma. 2 settimane di mobilitazione e battaglia per la loro scarcerazione, assunte da tutte le articolazioni dell'Onda Anomala nazionale, che nel rivendicare la giornata di conflitto del 19 maggio scorso ha fortemente e unanimamente richiesto la loro immediata liberazione. L'Onda non si arresta!

Torino: presidio per la liberazione di Alessandro e Domenico


L'Onda questa mattina è scesa nuovamente in strada per appuntamento di solidarietà verso Alessandro e Domenico, i 2 compagni arrestati durante la giornata di mobilitazione e conflitto contro il G8 dell'università di Torino. Entrambi si trovano ancora al carcere delle Vallette di Torino dopo 2 settimane di reclusione. 70 studenti e studentesse di Milano e Torino hanno partecipato all'appuntamento. Questa mattina i giudici non hanno ancora reso pubblica la decisione sull'eventuale scarcerazione. Novità dovrebbero giungere nelle prossime ore o nei prossimi giorni.

da infoaut.org

Omicidio Tommasoli, Corsi ai domiciliari: VERGOGNA!

PORTA LEONI. Il presidente Bertezzolo ha anche autorizzato i quattro ragazzi ad esercitare, domenica, il diritto di voto. Vesentini potrà anche partecipare alla messa

La Corte: «Non è fuggito e si è messo a disposizione degli investigatori» Resta in carcere solo Veneri

Verona. «Ragioni di equità sostanziale impongono che anche per Guglielmo Corsi il regime detentivo venga modificato in quello degli arresti domiciliari». È uno dei passaggi dell'ordinanza letta ieri mattina nell'aula della Corte d'Assise dal presidente Dario Bertezzolo. Equità sostanziale che è stata ritenuta dalla Corte l'elemento a sostegno del beneficio riconosciuto al giovane di Illasi di poter tornare a casa, con i suoi genitori.

E a pesare sulla decisione dei giudici (togati e popolari) è stato proprio il provvedimento adottato dal Tribunale del Riesame di Venezia che il 20 maggio, accogliendo le richieste delle difese, aveva modificato la misura per Federico Perini e Raffaele Dalle Donne e li aveva mandati ai domiciliari, senza particolari divieti. In carcere è rimasto Nicolò Veneri, l'unico dei cinque giovani accusati dell'omicidio di Nicola Tommasoli che il Riesame non ha ritenuto «meritevole» di una misura meno afflittiva. Ieri ha rinunciato a comparire, anche Dalle Donne non era in aula, c'era la mamma però. «Raffaele è a casa a studiare».
LA CAUZIONE. La Corte d'Assise era chiamata a decidere su due istanze presentate dai difensori di Corsi (Serpelloni e Quaranta) che oltre ai domiciliari avevano chiesto la revoca del sequestro conservativo disposto in marzo sui beni immobili che, in parte, erano di proprietà del giovane di Illasi. Beni indivisi, una casa e alcuni terreni, che furono congelati (come aveva chiesto la parte civile) a garanzia dell'eventuale risarcimento del danno e pena pecuniaria (sulla cui titolarità dovrà comunque pronunciarsi la Corte all'esito del dibattimento). Le difese avevano prospettato un deposito di denaro equivalente alla parte di Guglielmo: la valutazione dei beni e le quote (un ottavo di unità immobiliari e un sesto dei terreni) è stata affidata ad un professionista e il totale è leggermente superiore a 175mila euro. Ieri l'offerta depositata su un conto bloccato si è concretizzata in 180mila euro «somma ritenuta congrua per disporre la revoca del provvedimento di sequestro».
IL COMPORTAMENTO. Alla modifica della misura il pm Francesco Rombaldoni aveva dato parere negativo ma la Corte dopo un'ora di camera di consiglio ha deciso in senso opposto. «Ritenuto che pur continuando a sussistere le esigenze cautelari», ha esordito il presidente, «tuttavia nel corso dell'istruttoria sono emersi comportamenti differenziati». E ha sottolineato quello di Guglielmo: «non si è dato alla fuga come altri, si è messo a disposizione degli investigatori e per questo (insieme a Vesentini) è stato oggetto di offese e minacce degli altri e che nonostante ciò ha confermato in udienza quanto sostenuto sin dall'inizio» e che per la Corte ha contribuito a chiarire quel che avvenne la notte del primo maggio in corticella Leoni. Per lui hanno avuto un peso il comportamento processuale, quello tenuto in carcere, l'aver messo a disposizione una rilevante somma di denaro ma soprattutto le «ragioni si equità sostanziale» e il presidente ha rilevato che Perini e Dalle Donne, nonostante il loro comportamento, il fatto di non essere stati collaborativi, di essere scappati (Perini e Veneri all'estero) sono stati mandati ai domiciliari. «Elementi che impongono la modifica della misura anche per Guglielmo Corsi».
IL VOTO E LA MESSA. La Corte ha stabilito che i quattro giovani ai domiciliari domenica prossima, in vista delle elezioni, potranno andare a votare «diritto costituzionalmente garantito» dalle 8 alle 9 nei rispettivi seggi e «previa telefonata alle forze dell'ordine». Il difensore di Andrea Vesentini (Delaini) aveva chiesto che il giovane potesse andare a messa la domenica e che potesse partecipare ad una festa organizzata dalla biblioteca di Illasi (dove attualmente lavora) per i bambini. Autorizzato per la messa, permesso negato per la festa «incompatibile con il regime a cui è sottoposto».

Contestato Berlusconi a Bari. Tensioni in piazza

Nella serata si sono registrate tensioni in corso Vittorio Emanuele, nel centro di Bari, tra manifestanti e polizia. Centinaia di persone sono accorse ai margini dell'albergo dove il presidente del consiglio Berlusconi stava tenendo una conferenza stampa, in occasione della sua "passeggiata in città".
Una contestazione cresciuta ora dopo ora, iniziata nel tardo pomeriggio e prolungatasi fino in serata. I compagni e le compagne hanno provato ad avvicinarsi il più possibile all'hotel, la polizia in assetto anti-sommossa li ha respinti, tentando di disperderli con alcune cariche di alleggerimento. Alcuni manifestanti sono stati allontanati di peso dalle forze dell'ordine.

Tensioni si sono verificate anche con i sostenitori del premier fatti calare dal partito del premier da molte zone della Puglia. "La passeggiata barese" di Berlusconi deve essere infatti inquadrata nel contesto di campagna elettorale verso le elezioni europee, quando manca poco meno di una settimana all'appuntamento elettorale...

Napoli: disoccupati occupano Duomo

Non si ferma la lotta dei disoccupati napoletani: dopo l'azione contro un bus di linea del 15 maggio scorso, raid che ha visto l'autobus svuotato e dato alle fiamme, quest'oggi i disoccupati autorganizzati sono tornati in piazza. Almeno una trentina di aderenti al "Coordinamento di Lotta per il Lavoro" è riuscito in mattinata ad introdursi ed occupare il Duomo e la storica chiesa del Gesù Nuovo. Non è la prima volta che i disoccupati occupano questi simbolici edifici per protesta. Altre 300 persone si sono invece riunite in presidio all'esterno delle 2 sedi occupate: scandiscono slogan in una delle piazze più importanti del centro storico partenopeo, piazza del Gesù.

La mobilitazione continua a vertere su un progetto che fa discutere da anni, avviato e bloccato più volte dall'amministrazione comunale: il progetto Isola. Prospettiva che i disoccupati si son conquistati con anni di lotta, dopo gli innumerevoli inganni subiti da amministrazioni disinteressate a dar soluzioni concrete a famiglie espropriate di ogni futuro. Il progetto è stato più volte annunciato e presentato in pompa magna, per poi dimostrarsi estremamente inconsistente una volta spentosi i riflettori mediatici della città. Per ottenere risposte e soluzioni concrete i disoccupati del "Coordinamento di Lotta per il Lavoro", uno dei soggetti più attivi in città, sono tornati quest'oggi ad occupare Duomo e chiesa del Gesù.
da Infoaut

Accordi di Schengen

Con gli accordi di Schengen si fa riferimento a un trattato che coinvolge sia alcuni Stati membri dell'Unione europea sia stati terzi. Gli accordi, inizialmente nati al di fuori della normativa UE, ne divennero parte con il Trattato di Amsterdam, e vennero integrati nel Trattato sull'Unione europea (meglio noto come Trattato di Maastricht). Gli stati membri che non fanno parte dell'"area Schengen" (nome con cui i paesi membri del trattato in questione indicano l'insieme dei territori su cui il trattato stesso è applicato) sono il Regno Unito e l'Irlanda, in base a una clausola di opt-out.Gli stati terzi che partecipano a Schengen sono Islanda, Norvegia e Svizzera: un totale di 28 stati europei aderisce quindi allo Spazio Schengen.

Fra questi, tre (Cipro, Romania e Bulgaria) non hanno ancora attuato nella pratica tutti gli accorgimenti tecnici necessari per aderire all'area Schengen, e pertanto, in via provvisoria, mantengono tuttora i controlli alla frontiera.

Si può definire Schengen come una cooperazione rafforzata all'interno dell'Unione europea.

Gli obiettivi:

Abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello spazio Schengen

Rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen

Collaborazione delle forze di polizia e possibilità di queste di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini (per esempio durante gli inseguimenti di malavitosi)

Coordinamento degli stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale (per esempio mafia, traffico d'armi, droga, immigrazione clandestina)

Integrazione delle banche dati delle forze di polizia (il Sistema di informazione Schengen, detto anche SIS)

Sospensione del trattato
Uno stato membro di Schengen può sospendere l'uso del trattatto per un limitato periodo, ma deve seguire una certa procedura; solitamente si ricorre quando uno stato vuole rafforzare le misure di sicurezza nel caso esso ospiti importanti eventi.

Critiche
Le critiche maggiori al funzionamento di Schengen sono le seguenti:

ogni paese facente parte del trattato ha i propri permessi di soggiorno che in teoria non permetterebbero l'espatrio, salvo quanto previsto dal trattato stesso che assicura la validità del permesso di soggiorno per la libera circolazione all'interno dello spazio di Schengen. Questo purché si effettui una dichiarazione di presenza nello stato in cui l'individuo si trasferisce entro 60 giorni dall'arrivo e per un soggiorno massimo di 90 giorni totali. A causa della mancanza di frontiere vi sono dubbi che questa regola sia effettivamente applicabile;[senza fonte]
se una persona di cittadinanza extraeuropea, non appartenente agli stati membri, vuole entrare in un paese UE dell'area Schengen passando per un altro paese membro UE, saranno le autorità del secondo paese a operare le procedure di controllo e di verifica dei passaporti, applicando le regole previste dal trattato e le proprie leggi che, in alcuni casi, possono differire rispetto a quelle del paese di destinazione.

Gli accordi vennero firmati il 14 giugno 1985 a Schengen, cittadina del Lussemburgo, inizialmente da solo cinque Stati membri della allora CEE, vista l'impossibilità di giungere ad un accordo sulla libera circolazione delle persone in sede CEE: Belgio, Francia, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi. Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995.


MARONI SOSPENDE GLI ACCORDI DI SHENGEN PER IL G8 dell’AQUILA

la repressione fa passi da leone…

In occasione del g8 dell’Aquila il nostro presidente degli Interni il ministro Maroni, comunica a tutti i paesi che aderiscono agli accordi di Schengen, di sospenderli per quanto riguarda i confini Italiani. Maroni ha dichiarato inoltre che la sua è stata solo una mossa preventiva: “è qualcosa che i ministri degli Interni di tutti i paesi Europei hanno sempre fatto in occasioni come i G8″.
Sembra che il clima di tensione per nulla sentito al momento debba essere in qualche modo alimentato, e se oramai non ci riescono più con i media che sbugiardano il movimento dei noglobal come fanatici rompivetrine, devono per forza farlo sospendendo gli accordi di Schengen controllando così le frontiere e arrestando preventivamente manifestanti. Questa manovra ci ricorda molto il G8 di Genova nel 2001 anche allora gli accordi di Shengen furono appositamente sospesi, il ministro Maroni ha anche precisato che la sospensione andrà in vigore dalla metà del mese di Giugno 2009 fino alla metà del mese di Luglio 2009… Prove di Repressione??? Inutile dire che oramai noi tutti siamo stanchi di sottostare a giochi di potere del genere! Non basteranno i decreti D’Alia le bugiardate dei media filopadronali e le chiacchiere dei furbetti del quartiere per arrestare la nostra rabbia!
NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!!

Pisa: report su Canapisa 2009

...ancora una volta la parte migliore di Pisa è scesa in strada
Negli ultimi due sabati di maggio le strade e le piazze di Pisa si sono riempiti di volti sorridenti e determinati a non continuare a farsi rubare la vita. Sabato 23 è stata la volta della Critical Mass abbastanza nutrita (60/70 ciclisti) che ha aperto la campagna di mobilitazione x la difesa di Rebeldia (sotto processo e sotto sfratto), partendo dalla sede del centro sociale pisano per finire in Piazza della Pera dove per un giorno il Progetto Rebeldia aveva trasferito le sue attività e dove centinaia e centinaia di persone dal pomeriggio fino a tarda sera hanno affollato gli stand e i banchetti.
Poi sabato 30 maggio è arrivata la nona edizione di Canapisa, la street parade antiproibizionista che dal 2001 percorre puntualmente le strade pisane ogni ultimo sabato di maggio. A questa mandata, il Comune ha cercato in ogni modo di impedire la manifestazione ponendo difficoltà di ogni tipo, ma la determinazione degli attivisti di Canapisa l’ha avuta vinta. Ancora una volta, così, le strade della città toscana sono state percorse da camion dotati di potenti sound system che al suono del reggae, della techno e anche del vecchio rock hanno ribadito che i consumatori di sostanze proibite non sono né malati né delinquenti e che criminale è il proibizionismo che riempie le tasche dei narcotrafficanti e perseguita persone che hanno la sola colpa di avere uno stile di vita non conforme all’ideologia dominante. Quest’anno, in particolare, il messaggio è arrivato più forte, come hanno dimostrato le tantissime persone che hanno partecipato alla street parade (secondo la Questura eravamo 2500), provenienti da tutta la Toscana e di tutte le età, pur con una forte presenza di giovanissimi che normalmente non partecipano a manifestazioni politiche. La giornata si è poi conclusa con una grande festa autogestita nei prati accanto all’Expo, dove diverse migliaia di persone per tutta la notte fino all’alba hanno ballato e socializzato. L’evento, naturalmente, non ha avuto il minimo rilievo sui media locali (con l’unica eccezione del quotidiano indipendente on line Pisanotizie.it). La War On Drugs, d’altra parte, si regge sulla disinformazione. Ma, come hanno sottolineato gli organizzatori di Canapisa, ci sono almeno 600mila buone ragioni per dire no al proibizionismo (tante quante sono le persone che in Italia, secondo il Ministero degli Interni, sono state segnalate alle Prefetture e sottoposte a sanzioni amministrative per la semplice detenzione di sostanze proibite, solo dal 1991 al 2005) e il lavaggio del cervello della propaganda di regime non basta ad addormentare le coscienze. L’edizione 2009 di Canapisa è stata l’occasione per tantissimi consumatori di fare un orgoglioso coming out collettivo, per dire che a vergognarsi non dovrebbe essere chi consuma sostanze proibite, ma piuttosto chi fa e chi sostiene leggi crudeli che non hanno altro fine se non quello di perseguitare persone che non fanno male a nessuno.
La calda primavera pisana, comunque, continua. Il prossimo appuntamento è sabato 13 giugno quando alle 17 da Piazza S. Antonio partirà il corteo cittadino in difesa del centro sociale Rebeldia che il 18 giugno dovrà affrontare la prima udienza del processo per la causa di sfratto intentata nei suoi confronti.

PS su Pisanotizie.it nella home page c'è un video molto carino su Canapisa 09
da Indymedia

MARTANO iniziativa nog8 sull'economia di LECCE

MARTANO(lecce) 30 Maggio 2009: iniziativa aspettanto il g8 sull'economia di LECCE

Ieri bella iniziativa a Martano(LECCE) svoltasi contro il G8 aspettando il vertice degli 8 ministri dell' economia il 12 e 13 giugno 2009. Sono cominciate proprio ieri le prime mobilitazioni proprio da Martano un piccolo paesino della provincia leccesa di circa 10 mila abitanti.
Il gruppo promotore della mostra contro il g8, esposta proprio nella villa comunale di Martano, è stato il C.A.I.M. Collettivo Anticapitalista Internazionalista Martano.Molti i giovani impegnati nell'iniziativa. Il collettivo ha distribuito i volantini alla cittadinanza, creato una bella mostra che affronta le varie tematiche legate al G8 allo sfruttamento, alla guerra e all'emigrazione dei popoli che fuggono dalla fame e dalle guerre contro questo sistema,quello CAPITALISTICO . Per dovere di cronaca a poche centinaia di metri dall'iniziativa NOg8 c'era il comizio di Mantovano e alla fine del comizio l'afflusso delle persone nella villa comunale è aumentato. In molti si sono fermati a parlare e a dare perfettamente ragione al collettivo, in particolare una vecchietta è intervenuta sollecitando i giovani a continuare così, ad andare avanti e a non abbassare la testa.

la redazione di www.pugliantagonista.it

Martano: 31 Maggio 2009

SOTTO I VIDEO DELL' INIZIATIVA

VIDEO GIRATI DALLA REDAZIONE DI www.pugliantagonista.it

MARTANO (LECCE) aspettando il g8 sull'economia di LECCE http://www.youtube.com/watch?v=cGUMuNG94aA

MARTANO (LECCE) aspettando il g8 sull'economia di LECCE 2 http://www.youtube.com/watch?v=8olAHd-4wCM

Cesena, docente sospeso per questionario su ora alternativa

Il prof Alberto Marani, docente di matematica e fisica presso il Liceo Scientifico “Righi” di Cesena è stato sospeso dalle proprie funzioni e dallo stipendio per due mesi, sanzione decisa dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena.
La motivazione principale è l’avere condotto un’indagine nelle proprie classi per rilevare che percentuale di studenti sceglierebbe la materia alternativa qualora l’istituto la programmasse (finora non è mai stata programmata, e solo 2 studenti su 1300 l’hanno comunque richiesta). Nel questionario ciascuno doveva indicare quale insegnamento avrebbe scelto (fra Religione cattolica, Storia delle religioni e Diritti umani) qualora la scuola le programmasse tutte e tre.
I risultati sono stati i seguenti:
11,3 % sceglierebbero Religione Cattolica
88,7% sceglierebbero una materia alternativa
(23,9% Storia delle religioni; 64,8% Diritti umani)
Il Collegio Docenti aveva quindi pienamente recepito le proposte del prof Marani, deliberando la necessità di programmare in anticipo la Materia Alternativa e di offrire agli studenti, in modo esplicito e dettagliato, questo tipo di attività formativa. La cosa però ha fatto infuriare gli insegnanti di religione e i cattolici integralisti all’interno del liceo, i quali tramite una lettera di Don Stefano Pasolini, docente di Religione delle classi coinvolte nel questionario, hanno lamentato all’Ufficio Scolastico Regionale che il prof Marani avrebbe offeso, con quel questionario, il proprio collega di Religione. E’ scattata così l’incredibile sanzione, inaudita e pesantissima. L’ispettrice inviata dall’Ufficio scolastico Regionale, Rosanna Facchini, ha persino diffidato il docente dal fare conoscere agli alunni i risultati dell’indagine. All’accusa già riportata è stata aggiunta quella di avere affisso nelle bacheche della scuola, durante il bombardamento di Gaza, 5 immagini di Handala (il bambino palestinese scalzo e sofferente) dopo averle stampate usando la stampante della scuola.