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domenica 14 giugno 2009

In Piazza Cesare Battisti - La sinistra c'è stasera alle 19.30.

NARDO' - Un banchetto e tanta voglia di espressione in piazza Cesare Battisti, davanti al Comune. La sinistra c'è stasera alle 19.30.

Un altro banchetto, oggi, domenica 14 giugno 2009 , l'ennesimo, in quella piazza cesare battisti che durante la campagna elettorale ci è stata negata.
L'ennesimo banchetto di quei sognatori "militanti", degli irriducibili che con 8 bicilette e 2 striscioni per due settimane hanno sconvolto la "tranquillité" (vi ricordate "chocolat"?) di questo paese sonnacchioso; scandalizzato il perbenismo da salotto dei circoli del burraco; incuriosito gli "scrutatori non-votanti"; irritato chi di politica preferirebbe non si parlasse; infastidito chi i voti li considera merce di scambio
Abbiamo riportato le idee per le strade, la campagna elettorale a confronto di programmi (ben scarso confronto, per la verità, dal momento che gli altri esibivano il loro potere e la loro arroganza), il contatto personale a veicolo di informazione diretta e chiara.
Io personalmente sono rimasta sorpresa dalla voglia di partecipazione e di convolgimento che hanno le persone. Il fatto è che ci hanno abituati a una "politica del favore" in base alla quale i diritti più elementari, e primo fra tutti la dignità, sono un privilegio. e allora ti dicono rabbiosi e cinici "tanto siete tutti uguali" e uno schiaffo brucerebbe meno, perchè non siamo tutti uguali.
Noi di "movimento per la sinistra" rivendichiamo la notra diversità : per le priorità del nostro impegno programmatico, per il modello di organizzazione dal basso che stiamo sperimentando, per lo stile di democrazia diretta che stiamo adottando a tutti i livelli, per il rifiuto chiaro e dichirato di qualsiasi trattativa clientelare, per l'autofinanziamento con cui sovvenzioniamo qualsiasi nostra iniziativa, per la solidarietà con cui rispettiamo sopratutto chi non può votare secondo coscienza perchè non se lo può permettere.
L'abbiamo visto questi giorni : se non c'è libertà dal bisogno, non c'è libertà di voto. per questo da un certo momento in poi c'eano due striscioni ai nostri banchetti :"no alla politica del favore", per urlare la nostra indignazione, per denuciare il costume del malaffare che rende schiavi e tratta da schiavi; " a sinistra, dove sta il cuore", per un abbraccio ideale di "con-prensione", per dirlo chiaro che siamo di parte, partigiani nella difesa dei diritti di chi non ha voce, degli "invisibili", dei deboli.
Adesso si riparte dal'assemblea pubblica in piazza cesare battisti domenica prossima, a creare aggregazione, dimostrare la nostra credibilità, costruire un soggetto politico "altro", alternativo, perchè tutti ci meritiamo una vita migliore.
C'è bisogno di sinistra e la sinistra finalmente c'è.

Claudia Raho

IL DICIANNOVISMO

Ho voluto pubblicare due articoli sulla guardia nazionale perchè più passa il tempo e più la vergogna cresce nel dichiararsi di essere italiano. Abbiamo iniziato con lo sdoganamento dell'MSI, confluito per la maggior parte degli elementi in Forza Italia, siamo passati a non scandalizzarci e a riabilitare la figura del prenano nazionale, uomo malvagio, stupido, assassino, incurante degli interessi dei più deboli, alleato dei nazisti, che per vent'anni a costretto l'Italia a dei giochi politici scandalosi; non ci scandalizziamo più della simbologia nazifascista e sicuramente -non so quante persone sono venute a conoscienza della notizia o quanto importanza danno- sarà una cosa normalissima la ricostituzione della Guardia nazionale.
Il futuro sarà certamente nero e se non vogliamo diventare dei clandestini iniziamo a dire basta già da ora a tutte queste formazioni nazionaliste che in questa società multietnica sono completamente fuori luogo. Ormai è evidente stiamo attraversando una fase storica che si può definie dicannovista.

IL DIACIANNOVISMO
Insieme delle posizioni e delle attività politiche e culturali di tipo nazionalistico e autoritario, che caratterizzarono la fase politica immediatamente successiva alla prima guerra mondialeIn Italia il cosiddetto diciannovismo, la ribollente smania collettiva, elettrizzata ed esaltata, diventa una categoria dello spirito e trova presto i suoi idoli tirannici.

L'Msi lancia le "Ronde nere

Milano - Dovremmo sentirci tutti più sicuri e tranquilli: eppure, più si diffonde e più si concretizza questa idea delle ronde e più si avverte nell’aria una sinistra inquietudine. C’è in giro un sacco di gente che sta prendendo la faccenda tremendamente sul serio. Si arruolano, si mettono la divisa, non vedono l’ora di scendere in strada a rimettere un po’ di cose a posto. Delle ronde padane tutti sappiamo già quasi tutto. Ora, con tanto di presentazione ufficiale, un secondo esercito del bene annuncia all’Italia d’essere pronto all’azione: non appena il disegno di legge sulla sicurezza entrerà in vigore, potremo contare pure sui volontari della Guardia Nazionale Italiana, subito noti nell’ambiente come ronde nere.

Non è nemmeno il caso di dirlo: anche questi si presentano con l’aureola. Dicono che pattuglieranno le zone più a rischio delle nostre città armati solo di torcia e telefonini, che la loro funzione sarà di pura segnalazione alle forze dell’ordine. «Siamo una Onlus inquadrata come Protezione civile - spiega Giuseppe Giganti, coordinatore nazionale -: tutti possono accedere, anche chi è di sinistra, perché la politica non c’entra». Risulta ci sia la coda per l’arruolamento. Le guardie effettive sono già 2.100 in tutta Italia. A istruirle e a comandarle sarà invece un colonnello dei carabinieri in riserva: Augusto Calzetta, 67 anni, carriera fra Genova e la Versilia, noto per l’arresto di Ovidio Bompressi e per le indagini sul sequestro dell’Achille Lauro. Un anno fa è stato arrestato dagli ex colleghi perché sospettato di essere coinvolto in una storia di lucro sulle cremazioni, ma l’interessato precisa indignato che «sono solo frottole». Ai suoi ordini, il trenta per cento dei volontari risulta composto da ex agenti o ex militari ora in pensione (domanda: ma mettersi tranquilli a pescare tinche o alla bocciofila, proprio non se ne parla?).

Inutile specificare che anche la Guardia Nazionale Italiana giura sulla natura altamente ideale della propria missione. Presentandosi a Milano durante il congresso del Movimento sociale italiano, che assicura supporto logistico e risorse economiche, le ronde nere garantiscono di non coltivare alcun pregiudizio razziale, «che sia un italiano o un extracomunitario a creare problemi non fa differenza».
Per evitare di sentirci improvvisamente a carnevale, incontrandoli all’angolo della strada, conviene imparare subito la divisa: camicia cachi, pantaloni grigi, basco con aquila imperiale romana, fascia nera al braccio con impressa la «ruota solare». Che cos’è la ruota solare? Bisogna imparare presto anche questo: non è il simbolo del circolino astronomico di Qui, Quo, Qua, è l’emblema del nascente Partito nazionalista italiano. Cioè a dire che nonostante tutte le assicurazioni, nonostante l’atmosfera disneyana degli annunci, la Guardia Nazionale è una dichiarata ed evidentissima emanazione di una formazione politica.

Vogliamo dirlo? La strisciante sensazione di inquietudine che il pianeta ronde sta sollevando non è ingiustificata. Non è una paranoia di noi anime belle, che mai scenderemmo in strada imbracciando una torcia elettrica contro nessuno, tanto meno una pistola o un fucile. Sull’idea nobilissima che i cittadini diventino più partecipi del vivere comune, anche della tranquillità e della sicurezza nei quartieri, non c’è proprio niente da scandalizzarsi. Questo giornale difatti non si è scandalizzato. Da sempre, anche senza divisa, chi avverte carabinieri o polizia della presenza di loschi figuri, o di strani giri, o di pericolose situazioni, è un cittadino stimabile. Ma stiamo parlando di altro. Stiamo parlando di pura e semplice responsabilità civica. Se poi i City Angels, o le crocerossine, o i boy-scout, allargano il raggio d’azione e si impegnano anche nella difesa dell’anziano che va a ritirare la pensione, o dei bambini che escono dalle scuole, ancora meglio.

da Idymedia

G7 FINANZE: SEGNI STABILIZZAZIONE, MA ANCORA RISCHI

LECCE - Ci sono "segni di stabilizzazione delle economie, ma la situazione rimane incerta" ed esistono "rischi significativi per la stabilità finanziaria ed economica". E' quanto si legge nel comunicato del G7-G8 delle Finanze finito a Lecce.
Il G7-G8 delle Finanze "ha chiesto al fondo monetario di assistere" i Paesi nel valutare le diverse strategie di uscita dalle misure anticrisi messe in campo dai governi.

"Sulle nuove regole globali sarà necessario un compromesso politico per mettere insieme posizioni diverse: il Lecce framework è una prima tappa, ma in questi 6 mesi sono stati fatti grandi progressi su quello che fino a metà gennaio era definita un'utopia solo a parlarne", ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa al termine dei lavori del G7 a Lecce.

ITALIA-RUSSIA, ACCORDO ANTI-EVASIONE
Italia e Russia si apprestano a firmare, nell'ambito dei lavori del G7-G8 di Lecce, un trattato per evitare la doppia imposizione fiscale in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali. E' quanto si apprende da diverse fonti.

Il protocollo firmato oggi dal ministro Giulio Tremonti e il collega russo Alexey Kudrin, sottolineano le fonti, modifica l'esistente convenzione esistente fra Italia e Russia del 1996 rendendola conforme ai più recenti standard Ocse del 2005 che superano il segreto bancario. Grazie all'intesa le amministrazioni fiscali potranno intensificare il contrasto all'evasione fiscale internazionale con uno scambio di informazioni ai fini fiscali fra i due paesi. Lo scambio diviene quindi obbligatorio per i paesi contraenti anche quando le informazioni sono detenute da una banca o da un'altra istituzione finanziaria. L'accordo di oggi segue quello firmato dall'Italia sugli stessi temi con Malta, Cipro e più di recente Libia.

CORTEO NOG8, APPUNTAMENTO ALL'AQUILA
Corteo intanto per le strade dellla citta' organizzato dal coordinamento Nog8 contro i vertici e le politiche dei grandi della terra. Sul palco di Porta San Biagio e' salito il padre comboniano Alex Zanotelli che ha invitato i manifestanti "a continuare insieme questa battaglia e a diventare un soggetto politico che possa premere sulle istituzioni". "Noi - ha detto - stiamo qui perché non possiamo accettare un sistema economico finanziario che permetta alle mucche europee di avere due euro e mezzo a testa al giorno mentre migliaia di esseri umani vivono con meno di due dollari a testa al giorno". "Non possiamo aspettare - ha detto ancora - la finanziarizzazione dell'economia: basta soldi alle banche. Siamo arrivati al punto di nazionalizzare le banche e privatizzare l'acqua". Fermo no anche al nucleare, si al sole perché "questo tipo di economia la pagano - ha detto Zanotelli - non solo i poveri ma la paga anche l'ambiente". Infine una richiesta "a tutti" di aiuto per quello che sta accadendo in Campania dove "il governo Berlusconi ci impone con la forza dell'esercito discariche di rifiuti".
Ansa

MAFIA: GIUDICI PALERMO ANNULLANO ARRESTO PER BADALAMENTI JR

PALERMO - Il tribunale del riesame di Palermo ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Leonardo Badalamenti, alias Carlos Massetti, arrestato in Brasile per disposizione del Gip di Palermo. Badalamenti junior, figlio del boss di Cinisi (Palermo) Gaetano Badalamenti, è coinvolto nell'operazione "Centopassi", riferita al film che ha descritto e raccontato la vicenda di Peppino Impastato, il militante di democrazia proletaria fatto uccidere dal capomafia del paese.
A Badalamenti i magistrati palermitani contestano una serie di truffe, di corruzioni e di falsi aggravati dall'aver agevolato la mafia. Secondo i pm Marcello Viola e Maurizio Bonaccorso sarebbero state realizzate una serie di operazioni finanziarie in Sudamerica con la vendita di bond venezuelani falsi. Leonardo Badalamenti, difeso dagli avvocati Carmelo Franco e Antonella Basile aveva negato la propria identità, sostenendo di essere l'uomo di affari brasiliano Carlos Massetti. L'uomo era rinchiuso provvisoriamente in una cella a San Paolo.
Ansa

Iran, Ahmadinejad rieletto presidente

TEHERAN - Mahmud Ahmadinejad sarà alla guida dell'Iran per altri quattro anni. Ma la rielezione dell'ultraconservatore che ha più volte negato la Shoah e propugna l'eliminazione dello Stato di Israele dalle carte geografiche ha scatenato accese proteste, senza precedenti a Teheran dopo la rivoluzione islamica del 1979. Migliaia di persone sono scese in piazza per contestare i risultati ufficiali delle elezioni e sostenere il moderato Mir Hossein Moussavi, il principale sfidate di Ahmadinejad che da parte sua ha denunciato irregolarità e brogli. Le proteste sono sfociate in scontri tra i manifestanti e la polizia. E secondo la tv satellitare Al Arabiya hanno provocato almeno tre morti.

I risultati contestati. Stando ai dati resi noti dal ministero dell'Interno, Ahmadinejad ha ottenuto il 62,6 per cento dei voti contro il 33,7 per cento di Moussavi. L'affluenza alle urne è stata dell'85 per cento, un record per l'Iran.

Il candidato moderato, che ieri si era proclamato vincitore a seggi ancora aperti, come del resto aveva fatto anche il presidente uscente, ha immediatamente denunciato irregolarità dicendo che milioni di persone non hanno potuto esprimere la propria preferenza a causa della scarsità delle schede elettorali. Moussavi ha aggiunto che a molti osservatori del suo partito non è stato consentito l'ingresso ai seggi e che alcuni sono stati malmenati. E qualche ora dopo, ha rincarato la dose spiegando che la leadership di Teheran "ha manipolato il voto del popolo, e ha reso queste elezioni una pericolosa farsa".

A Moussavi ha replicato indirettamente la Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, dicendo che Ahmadinejad è "il presidente di tutta la nazione" ed esortando i sostenitori dei candidati sconfitti alla "calma e pazienza". Khamenei ha poi manifestato ancora una volta il suo appoggio al leader ultraconservatore: "I 24 milioni di voti per il presidente dimostrano la reale partecipazione che garantisce il progresso del Paese. Mi congratulo con il popolo per questo grande successo e chiedo a tutti di essere riconoscenti per questo dono divino".

A fine giornata Ahmadinejad ha parlato in televisione: ha detto che le elezioni sono state "libere e corrette", che "il popolo ha scelto la strada della dignità e dello sviluppo" e che tra le richieste della nazioni vi è quella di "vedere tagliate le mani al nemico".

Le proteste a Teheran. Diverse migliaia di sostenitori di Moussavi sono scesi in piazza già al mattino al grido di "Che ne è stato del nostro voto?", "Anche noi siamo iraniani" e "Moussavi è il nostro presidente". I dimostranti hanno bloccato il traffico e hanno continuato a scandire slogan contro Ahmadinejad.

La polizia è intervenuta pesantemente in diversi punti della città. Gli incidenti più gravi sono avvenuti nel tardo pomeriggio, quando un corteo di non meno di 5.000-6.000 giovani, fra i quali molte donne, è sceso per il Viale Vali Asr verso Piazza Fatemi, dove hanno sede il ministero dell'Interno e il quartier generale elettorale di Mussavi. Ne sono seguiti scontri durati almeno due ore: i manifestanti che gridavano "Morte al dittatore", incendiavano cassonetti dell'immondizia e lanciavano pietre contro le forze di sicurezza che rispondevano con cariche e lancio di lacrimogeni.
Gli incidenti si sono rapidamente propagati a una vasta area, lungo Vali Asr, verso nord e sud, mentre la polizia cercava di isolare l'intera zona. In almeno un caso, in piazza Vanak, ci sono stati scontri tra sostenitori degli opposti schieramenti.

Secondo alcuni testimoni nei pressi di una strada affollata nella zona Nord di Teheran sono stati sparati anche colpi d'arma da fuoco. In serata Al Arabiya ha riferito che negli incidenti tre persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite.

Troupe del Tg3 coinvolta negli scontri. Una delle cariche della polizia ha coinvolto anche una troupe del Tg3 guidata dall'inviata Lucia Goracci. L'interprete iraniana che accompagnava i giornalisti italiani è rimasta contusa da una manganellata alla schiena e il cameraman, Ettore Cianchi, è stato fermato per un quarto d'ora dagli agenti, che gli hanno sequestrato la cassetta con le immagini degli scontri. La Farnesina ha dato mandato all'ambasciatore in Iran di effettuare un passo ufficiale presso il ministero degli Esteri della Repubblica islamica.

Gli agenti hanno cercato di impedire in tutti i modi ai cameramen delle televisioni straniere di riprendere gli incidenti. Ma il canale tv in lingua persiana della Bbc ha mandato in onda alcune immagini dove si vede fra l'altro la polizia che picchia una ragazza.

Blackout dei cellulari. Dopo gli sms a Teheran sono state disattivate anche le comunicazioni cellulari. Secondo quanto riferito da alcuni abitanti il black out è cominciato quasi in contemporanea con l'inizio del discorso televisivo di Ahmadinejad alle 22 ora locale (le 19.30 italiane) e interessa entrambi gli operatori di telefonia cellulare iraniani. La stessa cosa è accaduta a Facebook. Entrambi gli strumenti sono stati usati negli ultimi giorni come sistema di comunicazione privilegiato dai sostenitori di Moussavi.

Reazioni internazionali. Per l'amministrazione Obama la partita delle elezioni iraniane non è ancora chiusa, anche se vengono implicitamente confermate le aperture fatte nelle scorse settimane. "Continuiamo a monitorare da vicino l'intera situazione, comprese le accuse di irregolarità", ha commentato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, mentre il segretario di Stato Hillary Clinton ha auspicato che il risultato rifletta effettivamente la volontà del popolo iraniano.

Altro Paese particolarmente attento all'esito delle elezioni nella Repubblica islamica era ovviamente Israele. La posizione del governo Netanyahu è stata riassunta efficacemente dal vicepremier Silvan Shalom, uomo della destra moderata in seno al Likud: il risultato "sta esplodendo in faccia a chi pensava che l'Iran fosse pronto al dialogo con il mondo libero". Parole irrituali e insolitamente velenose verso l'alleato americano se si considera che a evocare il dialogo, in questi mesi, è stata proprio la nuova amministrazione di Washington. A questo punto, ha aggiunto Shalom, "gli Stati Uniti e il mondo dovrebbero riesaminare la loro politica verso l'Iran e i suoi programmi nucleari".

da La Repubblica

'Guardia nazionale italiana', vecchi fascisti si riciclano


Di Marco Bucciantini e Malcom Pagani
«La Guardia nazionale cerca veri italiani nazionalisti e patrioti, gente che sappia portare degnamente e con orgoglio l’uniforme, ... per servire la nostra terra ed il popolo italiano, con regolare mandato e in piena legalità». In piena legalità.

La Guardia Nazionale Italiana è pronta per le ronde, per rassicurare cittadini bramosi di sicurezza e praticare il decreto legge (il n.733 art. 46) approvato dal consiglio dei ministri in data 20 febbraio 2009. Pochi giorni dopo, l’11 marzo, partono le lettere indirizzate a Berlusconi, a Maroni, ai capi di polizia, carabinieri e Gdf e alla protezione civile. Un’operazione che cerca il timbro dello Stato,l’accredito per avere mani libere sul territorio. L’ente, si legge, «ha durata illimitata, è cristiano e apartitico», anche se il primo gruppo di sostegno aperto su Facebook annovera tra gli amici Forza Nuova, Italia Nera, gioventù italiana e il movimento de “La Destra”. Affinità elettive. Un tesserino nero, una sede torinese, un motto «Domine dirige nos» (Signore guidaci), l’ambizione di dotarsi di «mezzi stradali, navali ed aerei» (per adesso c’è un bimotore parcheggiato a Novara...) per la «salvaguardia, tutela e assistenza dei cittadini con compiti di protezione civile, ambientale, ittica, faunistica, venatoria» e la «promozione della storia, delle lingue e delle tradizioni italiane con particolare riferimento all’impero romano».

La divisa
È gente che trova acqua per nuotare nella materia delle ronde, ancora liquida, ancora da precisare (ci sarà la conversione in legge, e poi almeno 60 giorni per stendere i regolamenti). C’è chi s’industria tra folklore e nostalgia dei tempi andati, e la “Guardia nazionale italiana” marcia in un delirio di riferimenti nazifascisti, labari, scarponcini neri, stendardi ed effigi: «Pantaloni neri con banda gialla laterale, cappello rigido con visiera nero con aquila imperiale romana in alto e sottostante bottoncino tricolore, altresì ruota solare». La Schwarzesonne, il misterioso ordine esoterico legato al misticismo nazista. E ancora: «Camicia color kaki-senape con l’effige dell’aquila imperiale romana sul braccio sinistro, bandiera italiana sul braccio destro, ruota solare incandescente con fascia sul braccio sinistro...».

Tra le pieghe della legge si normalizzano inquietanti istituzioni parallele, con il rischio di trovarsi in giro queste squadre di fanatici e con ricaschi da commedia all’italiana: a Padova, un mese fa, per placare i disordini provocati da una ronda improvvisata dovettero intervenire i poliziotti. Sempre nella cittadina veneta la questura ha dovuto revocare il porto d’armi ad alcuni imprenditori che nottetempo uscivano di pattuglia e s’addestravano al poligono con armi da guerra: kalashnikov, fucili d’assalto e pistole. Su questa marmaglia si è gettata la destra, in tutte le sfumature. La Lega al nord, dove sono pionieri di questa pratica (le ronde padane nacquero nel 1995 a Voghera) e questa legge è infine per loro, per garantirsi la loro fedeltà. Scendendo la penisola, si scuotono gli appetiti della destra di Storace (che su Roma si è già mossa), degli estremisti di Forza Nuova e della Fiamma e di qualche altra sigla nostalgica. A Siracusa il plotoncino della Guarda Nazionale è già vestito e fotografato: il nuovo Msi ha reclutato alcuni ex carabinieri in pensione, pronti per la pattuglia e li ha messi in posa. Mordono il freno, in attesa che la legge li liberi per le strade. «Sono volontari che segnalano quello che non va», è la benedizione del sindaco Roberto Visentin. Vediamoli, questi volontari.

Nessuno ferma il colonnello
La Guardia Nazionale si è dotata di un presidente, Maurizio Correnti, ex alpino ritiratosi a vita privata e di un comandante generale, Augusto Calzetta, colonnello dell’arma dei carabinieri in congedo. Una vita nella Benemerita, indagini a tutto campo in zona anarchica, tra Massa, Carrara e Genova, il sequestro dell’Achille Lauro, le inchieste sugli attentati “anarchici” ai tralicci in Toscana e lo strano arresto di Ovidio Bompressi nel 2002. Poi il congedo e l’inciampo in due losche vicende. Prima il coinvolgimento nella Dssa dell’irriducibile missino Saya, polizia parallela impegnata in indagini clandestine sul terrorismo islamico. L’altra macchia dell’attivo pensionato è una storia di morte e profanazione. La procura di Massa lavora su reati consumati tra il 2005 e il 2007 da parte di un’azienda (Euroservizi) «creata per massimizzare i profitti e ridurre i costi delle cremazioni. Bruciando in modo irregolare le salme, smaltendo i resti dei cadaveri alla bell’è meglio, falsificando le documentazioni». Ritrovamenti raccapriccianti, resti umani affastellati in magazzini umidi con carcasse di animali. Calzetta viene arrestato il 13 agosto 2008 insieme ad altre 12 persone. Per lui l’imputazione è «favoreggiamento e concorso esterno nell’associazione a delinquere per aver cercato di depistare e ostacolare le indagini». Ottiene i domiciliari. In attesa del probabile rinvio a giudizio, si è trovato qualcosa da fare.

da L'Unità