HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

martedì 16 giugno 2009

No Gelli Day. A Ostia centinaia in strada

Vernice rossa a simboleggiare il sangue innocente delle 85 persone morte nella strage di Bologna, magliette con i nomi delle vittime, striscioni, slogan, fumogeni, palloncini bianchi, rossi e verdi e molto altro. Così, diverse centinaia di persone, hanno manifestato sabato scorso contro l’assegnazione di un premio culturale a Licio Gelli, da parte dall’associazione Anco Marzio di Ostia. I manifestanti, al grido di “Licio Gelli non è cultura, è soltanto spazzatura” e “Assassino, Assassino”, hanno percorso le strade della città: ad aprire il corteo uno striscione con la scritta “La P2 non è cultura, Ostia rifiuta Licio Gelli”. I manifestanti, che hanno voluto sottolineare come la maggioranza di centro destra del municipio non abbia voluto dissociarsi dal premio, hanno distribuito volantini per ricordare che “Gelli è stato a capo della loggia massonica eversiva P2 ed è stato condannato per depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna, bancarotta fraudolenta per il fallimento del Banco Ambrosiano”. “La cittadinanza del tredicesimo municipio – hanno detto i cittadini che in questi giorni si sono organizzati nella Rete democratica – si è mobilitata per difendere la democrazia e ha deciso di prendere le distanze da una amministrazione nostalgica e ambigua Noi difendiamo spazi e diffondiamo cultura loro premiano gli assassini".
da Carta

Ronde nere, indagine procura di Milano - Msi: "Nessun reato. Andiamo avanti"

Disposti accertamenti sul gruppo. L'ipotesi di reato potrebbe essere apologia del fascismo
L'Udc al Senato: "Presenteremo un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle".

Il sottosegretario agli Interni Mantovano: "Con il ddl sicurezza saranno impossibili"
Ribattono i funzionari di polizia: "Non si potranno sciogliere se non sarà previsto".


MILANO - La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette ronde nere, il gruppo che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza e che è stato presentato ieri a Milano, durante un convegno del Nuovo movimento sociale italiano. "Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali non dimostrino che abbiamo commesso dei reati", ribattono i diretti interessati. Il sottosegretario agli Interni Mantovano: "Una volta approvato il ddl sicurezza le 'ronde nere' saranno impossibili". L'associazione funzionari di polizia: "Non è vero". L'Udc annuncia una interpellanza al Senato.

L'indagine di Milano. Allo stato, negli accertamenti stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale, non ci sono indagati. Non c'è nemmeno una ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo. Le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista.

"Da noi nessun reato". "La Guardia nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, come prescrive la legge e non crediamo ci possa essere alcun tipo di reato - ribatte vicepresidente della 'Guardia nazionale italiana', Maurizio Monti - Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati. E' giusto che la magistratura indaghi, ma l'importante è che lo faccia con senso di giustizia", dice Monti che aggiunge: "Aspettiamo di vedere come si svolgeranno i fatti. Se dovessimo avere avvisi dalla procura i nostri legali prenderanno le dovute cautele del caso".

Il ministero. Ieri il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha criticato "gli esponenti della sinistra che si stanno stracciando le vesti" e ha sottolineato che iniziative come le 'ronde nere' di Milano saranno impossibili una volta approvato il disegno di legge sulla sicurezza che regolamenterà il fenomeno. Il decreto attuativo, infatti, ha aggiunto il sottosegretario, "indicherà che le associazioni di volontari, non armati, non potranno essere espressione né di forze politiche, né di organizzazioni sindacali, né di tifoserie organizzate. Si prevede inoltre - ha detto - che eventuali divise e marchi dovranno essere conformi allo spirito della disposizione, che intende promuovere il contributo volontario di cittadini alla sicurezza e non richiamare realtà paramilitari".

I funzionari di polizia. "Non siamo affatto d'accordo con quanto ha sostenuto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano", ribatte il segretario nazionale dell'associazione Funzionari di Polizia, Enzo Letizia. "Il decreto attuativo delle ronde, che regolerà l'iscrizione delle associazioni nel registro prefettizio di cui i sindaci potranno avvalersi per il controllo del territorio - aggiunge - potrà prevedere sanzioni o lo scioglimento delle ronde già istituite?". Se il decreto non lo prevede, secondo Letizia, "nessuno potrà impedire le ronde 'fai da te' ed assisteremo ad un proliferare dello spontaneismo nella vigilanza sul territorio".

L'Udc. "Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti pronti a farsi giustizia come fossimo nel 'ventennio'. Avevamo messo in guardia sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterà solo danni al Paese e nessuna sicurezza", afferma il presidente dei senatori del l'Udc, Giampiero D'Alia. "Presenteremo un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde - avverte D'Alia - sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini".

da La Repubblica

"Il governo faccia qualcosa per questa crisi"

Prelievo fiscale sulle imprese del 74%

Bari, 15 giu - ''Questa crisi lascera' segni profondi sulle nostre imprese, soprattutto sotto il profilo patrimoniale. Occorre percio' che il Governo intervenga con misure fiscali per favorire gli aumenti di capitale e detassare gli utili reinvestiti nelle aziende. Non conosco altri modi per capitalizzare le imprese e questa leva fiscale va adottata da domani mattina''. Giuseppe Morandini, presidente nazionale di Piccola Industria di Confindustria a Bari per partecipare all'assemblea generale di Confindustria del capoluogo regionale e' stato netto: ''Dopo questa crisi e nel mezzo di questa crisi dobbiamo capire come sara' il mercato fra 2-3 anni e la sfida non sara' solo la dimensione azinedale necessaria per sopravvivere, ma soprattutto una patrimonialita' solida. La differenza non e' tra chi ha 10-20-30 dipendenti - ha detto - ma tra aziende patrimonializzate e non. Gli indici patrimoniali devono essere a posto e poi si potra' guardare al modello di sviluppo economico su cui tarare e ritarare l'azienda''.

''Pero' - avverte Morandini - come potremo patrimonializzare in un Paese dove il prelievo fiscale sulle imprese e' del 74%? Questo e' un dato della Banca Mondiale e su questo dobbiamo discutere''. Rivolto poi al sistema bancario e alla troppa cautela con cui viene concesso credito alle Pmi, Morandini ha ribadito le parole del Governatore di Bankitalia: ''Le banche devono tornare a fare il loro mestiere''. Essere banche cioe', come negli anni 50 e 60, quando conoscevano davvero la clientela ed il territorio e sapevano, palmo a palmo, di imprenditori e di imprese. Le banche devono poi scegliere prodotti applicabili da subito alle imprese, dunque adeguati ai loro bisogni, non astratti''. Infine un riferimento alla domanda di beni e servizi e un monito: ''Se non mettiamo risorse utili a far riprednere i consumi e il Governo non si impegna ancora sugli ammortizzatori sociali da questa crisi non usciamo con le nostre gambe''. -Asca-

BERTINOTTI PROPONE UN UNICO PARTITO DELLA SINISTRA

Fausto Bertinotti torna a far sentire la sua voce all'indomani delle Europee e, in un'intervista a La Stampa, lancia la sua proposta: "Bisogna far nascere un Partito nuovo della sinistra italiana, di tutta la sinistra italiana. Un partito creato da tutti quelli che oggi sono all'opposizione e che si sentono più o meno di sinistra, da Rifondazione all'Italia dei Valori, dal Partito democratico al movimento di Vendola, dai socialisti ai Verdi, dai Comunisti italiani ai radicali". Molti i "No", anche in Sinistra e Libertà, ma la proposta avvia una discussione utile.
"Bisogna far nascere un partito nuovo della sinistra italiana, di tutta la sinistra italiana. Un partito creato da tutti quelli che oggi sono all'opposizione e che si sentono più o meno di sinistra, da Rifondazione all'Italia dei valori, dal Partito democratico al movimento di Vendola, dai socialisti ai Verdi, dai Comunisti italiani ai radicali". Lo dice a La Stampa Fausto Bertinotti, che commentando il risultato delle europee osserva: "Abbiamo perso tutti. Queste elezioni, in Italia e in Europa, sanciscono la fine della sinistra novecentesca, dai comunisti ai socialisti, dai socialdemocratici ai laburisti. Se ognuno di noi non prende atto di questo fatto e non è disposto a rimettersi in discussione, non ne usciremo mai. E continueremo ad agonizzare fino alla morte. Siccome penso che la sinistra abbia ancora una senso, sociale e politico, a cominciare dal bisogno di ridare una rappresentanza al mondo del lavoro, dico che bisogna riprovarci mettendosi tutti insieme. Intanto prendendo atto che nessuna della nostre storia ha più senso se va avanti da sola".
Bertinotti conclude: dobbiamo dare "un fortissimo segnale di novità, appunto un partito nuovo e unitario. Altrimenti non vedo scampo. Io penso che questo nuovo partito dovrebbe non solo nascere, ma anche proporsi un primo traguardo presentandosi alle prossime elezioni politiche".

La discussione è aperta, anche se è inutile negare che la strada è tutta in salita. Il primo "no" secco arriva, com'è scontato, da Marco Rizzo, Pdci, europarlamentare uscente: "Alla sinistra serve innanzi tutto l'azzeramento del gruppo dirigente che ha portato alla duplice sconfitta del 2008 e delle europee. Non servono alchimie organizzative - afferma l'esponente del Pdci - serve un progetto nuovo e l'azzeramento dei gruppi dirigenti che hanno fallito. Il silenzio di Bertinotti è durato pochissimo. Dopo neanche un anno dal disastro dell'Arcobaleno eccolo chiedere la formazione di unico partito dal Pd a Rifondazione". L'affondo è durissimo: "Serve aria nuova e non assassini della politica che tornano sul luogo del delitto", conclude Rizzo.

Ma la proposta di Bertinotti fa discutere anche i compagni di Sinistra e libertà, divisi tra il No di Nencini (socialisti) e la disponibilità al dialogo di Paolo Cento (verdi):
"Non ci interessano le alchimie né tantomeno gli esperimenti contro natura, solo un serio progetto per una sinistra riformista. La proposta di Bertinotti per i socialisti è irricevibile". Taglia corto Riccardo Nencini, segretario nazionale del Ps. "Bertinotti- dice Nencini- ha ragione quando dice che è finita la storia del '900, perché il profondo mutamento della società italiana ha provocato una rottura con costumi e consuetudini del secolo passato. Ma è proprio per questo motivo che riunire in un medesimo partito chi, come Diliberto, di quella storia riporterebbe in vita anche le salme imbalsamate, chi, come Di Pietro, si dichiara apertamente non di sinistra e fa opposizione ad personam contro Berlusconi e chi, come noi, non vuole deviare dalla strada del riformismo, provocherebbe soltanto ulteriore confusione".
Una cosa, conclude Nencini, "è che tutti i partiti di minoranza, compresa l'Udc, possano condividere momenti di opposizione al governo, altra cosa è mettere in campo una sinistra del futuro".
"Sinistra e libertà è un progetto aperto che non si deve rinchiudere in un micro partito dai confini prefissati. In questo senso la sollecitazione per una sinistra ampia fatta da Bertinotti è interessante, ma questo, ovviamente non può significare un partito contenitore di tutto e del suo contrario", è il commento a caldo di Paolo Cento dei Verdi - Sinistra e libertà. Secondo Cento, inoltre, "lo stesso voto europeo ci dice per altro che il futuro della sinistra o è ecologista o rischia di rimanere vittima del proprio passato. E questo vale sia per la cultura social-democratica che per quella comunista. Ora proprio in questa direzione, se, come dice Bertinotti, le categorie del '900 sono superate bisogna avere il coraggio di trarne anche le logiche conseguenze in termini di nuove forme di organizzazione, partecipazione politica e di contenuti. Noi Verdi siamo pronti a dare il nostro contributo verso il futuro".

Positiva la risposta di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e deputato eletto nelle liste dell'Idv: "Fausto Bertinotti ha proposto l'avvio di un percorso che porti alla costruzione di una forza politica capace di riunificare l'Idv, il Pd ,Sinistra e libertà, i Radicali. Sarebbe un gravissimo errore lasciar cadere nel vuoto questa proposta. Naturalmente dovrà essere preceduta dall'individuazione di un progetto comune e di trasparenti modalità di scelta dei futuri gruppi dirigenti. Se e quando questo percorso dovesse mai essere individuato l'associazione Articolo21 e tante altre associazioni non mancheranno di dare il loro contributo", conclude Giulietti.

Ma per Walter Veltroni, la proposta dell'ex presidente della camera funziona solo con il bipartitismo. Il Pd è un progetto valido e sarebbe sbagliato se si pensasse che occorre "sfasciarlo" per poter ricostruire il centrosinistra. Veltroni precisa, interrogato dai giornalisti, di essere interessato solo al "progetto" e non alle lotte di potere interne al suo partito e aggiunge: "Leggo che qualcuno dice che bisognerebbe sfasciare il Pd per rilanciare il centrosinistra. Io dico no, le due cose non sono alternative: solo con un grande Pd si riuscirà a far vivere un centrosinistra riformista. Perché il centrosinistra deve essere riformista".
E quando gli viene chiesto un commento sull'ipotesi di dar vita ad un unico partito del centrosinistra, lanciata da Fausto Bertinotti, ribatte: "Bisogna mettersi d'accordo su quale modello istituzionale vogliamo. Se si vuole un modello bipartitico ok, allora la proposta di Bertinotti ha un margine.
Ma allora bisogna essere coerenti, sostenere il referendum elettorale... Io avevo capito che non era questa l'impostazione prevalente nel centrosinistra...".
Piuttosto, "penso ci sia da lavorare sul Pd", che potrebbe diventare "la base su cui costruire un'alleanza riformista". Sull'aggettivo Veltroni insiste: "Il centrosinistra deve essere riformista: qui serve qualcuno che prenda il welfare e lo riformi, che prenda la scuola e la riformi... E questo lo può fare solo una grande forza riformista".

Sacra Corona Unita: sequestro beni per 5 milioni euro

BRINDISI - Beni per circa cinque milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri a componenti della famiglia Bruno di Torre Santa Susanna.Masserie, terreni, aziende agricole, suoli dichiarati agricoli ma in realta'... edificabili e un conto corrente sono stati sequestrati alla famiglia, facente parte - secondo gli investigatori - di una pericolosa frangia della Sacra Corona Unita. La famiglia fu coinvolta il 31 marzo 2008 nell'operazione 'Canali' durante la quale vennero arrestate 28 persone.