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giovedì 18 giugno 2009

Rifiuti verso Grottaglie. Respira il basso Salento: ma per quanto tempo?


Torna ad essere trafficata la «via della spazzatura », che dal basso Salento porta alla discarica di Grottaglie. I rifiuti solidi urbani, che non trovano casa nei siti già stracolmi dell'Ato Lecce 2, sono tornati già dall'altro ieri ad essere sversati nell'area di Torre Caprarica, che fronteggerà così l'emergenza di molti comuni salentini nei quali si sta verificando una situazione analoga a quella napoletana. Le immagini che giungono da molte località del basso Salento, Gallipoli e Nardò in primis, sono impietose:
cumuli di immondizia ai lati delle strade, che stanno destando la preoccupazione dei residenti e lo sdegno dei villeggianti. Un'operazione, quella di accoglienza dei rifiuti del leccese, che dovrebbe portare a breve a un ritorno alla normalità in una zona che chiede di mantenere intatta la sua vocazione turistica. C'è un'altra terra però, quella jonica, che dopo l'ennesima emergenza inizia a perdere la sua proverbiale «ospitalità» e che attraverso le proteste di associazioni ambientaliste chiede fortemente una soluzione reale del problema. Nessuna dichiarazione ufficiale arriva da esponenti dell'amministrazione, anche se fonti interne al Comune di Grottaglie parlano di «un'azione di solidarietà, per supplire all'insufficienza dell'impianto di biostabilizzazione di Poggiardo, che non durerà più di una decina di giorni e la cui entità verrà chiarita forse nella giornata di domani (oggi - ndr) e solo dopo l'acquisizione della relativa delibera».

Aldrovandi, l'ultima verità - Il 30 giugno la sentenza


A Ferrara la requisitoria per la morte dello studente, sotto accusa le percosse degli agenti
Un dibattimento durato due anni: 26 udienze e quattro
imputati di omicidio colposo.

FERRARA - Federico aveva solo diciotto anni. Ciao mamma, vado al concerto. Ma poi è morto. Forse, morto ammazzato. Forse, morto ammazzato da quattro poliziotti. Ed è nelle aule di tribunale che devono cadere i "forse".

Domani, dopo quattro anni di inchieste e due di dibattimento, ventisei udienze e quattro imputati (Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto), otto avvocati e quindici periti, riprenderà la requisitoria del pm Nicola Proto. Il 30 giugno la sentenza. E quel giorno, forse (l'ultimo forse della serie?) sapremo perché lo studente Federico Aldrovandi, incensurato, non tornò mai a casa quella domenica di settembre del 2005, e gli si spezzarono invece il respiro e il cuore mentre a terra, raggomitolato, ammanettato, manganellato gridava "no, no!". Era l'alba.

Troppo silenzio aveva avvolto questa tremenda storia finché la mamma di Federico, Patrizia Moretti, impiegata comunale, non aprì un blog per raccontarla (federicoaldrovandi.blog.kataweb.it): le pagine elettroniche sono diventate tra le più viste d'Italia. Così quella morte ha cominciato a essere una questione aperta, come non accadeva dai tempi dell'anarchico Pinelli. Si è mossa anche Amnesty International. Le domande sono tutte in fila e sono parole ferite. Come si può morire a diciotto anni senza avere fatto niente? Cosa accadde davvero, quando arrivarono i poliziotti chiamati da alcuni cittadini di via Ippodromo perché un ragazzo si stava dimenando, e gridava?

Sono le 5 e 47 del mattino di domenica 25 settembre 2005: l'ora della prima telefonata alla sala operativa. Pare ci sia un ragazzo che per strada batte la testa contro un palo della luce, gridando frasi incomprensibili e imprecazioni. La gente è svegliata di colpo. Arriva la prima auto della polizia, gli agenti scendono riparandosi dietro le portiere, Federico dà un calcio al paraurti, poi sale sul cofano, scivola, rompe un vetro con un calcio. Arriva una seconda pattuglia: in tutto, tre uomini e una donna. Provano a bloccare Federico, studente all'istituto tecnico Copernico-Carpeggiani, classe IV E, indirizzo elettrotecnico. Mai nessun guaio con la giustizia, non è conosciuto come tossicodipendente né come violento. Non è un bullo, non è un ragazzo del branco, è solo un diciottenne un po' introverso che vive come tanti. Ascolta musica, esce con gli amici, qualche pizza, qualche birra. Forse, qualche pasticca. Ma si può morire ammazzati per questo?

C'è ancora tanta ombra attorno a quell'alba. La scena di Federico ammanettato e picchiato ci galleggia dentro, in cerca di contorni definiti. Il decesso viene dichiarato dal medico dell'ambulanza alle 6.35, dopo lunghi e inutili tentativi di rianimazione. Dalle testimonianze risulta che i poliziotti gli misero le manette, lo presero a manganellate e infine riuscirono a immobilizzarlo tenendolo a terra. Ed è così che probabilmente Federico è morto: per asfissia.

"Appena arrivati per i soccorsi, e visto il corpo con la faccia a terra, ammanettato sulla schiena, abbiamo chiesto ai poliziotti di togliergli le manette, altrimenti non riuscivamo a girarlo per capire se ancora respirasse. Aveva un rivolo di sangue alla bocca e in testa". Questa la deposizione dei due addetti all'ambulanza, Stefano Rossi e Thomas Mastellari. "Ma noi siamo intervenuti solo per impedirgli di farsi più male" ribattono gli imputati.

"Vedo mio figlio nella cassa, prima del funerale, e quasi non riesco a riconoscerlo: ha un livido enorme in faccia e quei segni maledetti sui polsi, chissà quanto hanno tirato per fargli tanto male" disse la madre. "Troppo silenzio, inaccettabile, neanche fosse morto un gatto. Nei primi giorni un muro di gomma, poi le cose sono cambiate": queste sono invece sono le parole di Lino Aldrovandi, ispettore dei vigili urbani, il padre. Un padre e una madre vedono uscire il figlio che andrà a un concerto a Bologna, e potranno incontrarlo di nuovo solo all'obitorio, il giorno dopo. "Suonano alla porta e ti dicono che è morto".

Però dall'autopsia emergono altre ombre. E' anche una battaglia tra periti. Quelli della famiglia sono certi dell'asfissia mentre il consulente della Procura, Stefano Malaguti, parla di problemi cardiaci: "Insufficienza miocardica contrattile acuta in condizioni di stress psicofisico". Ma il cuore gli scoppiò per le botte o per altro? "La causa dell'indebolimento - scrive il perito - è la droga, e precisamente eroina, ketamina e alcol". In quantità comunque troppo bassa per uccidere. Nel blog, la signora Patrizia ha messo anche le fotografie del suo ragazzo morto sul tavolo dell'obitorio. "Lo scroto schiacciato? E' stata rilevata solo una piccolissima ecchimosi" ha detto il procuratore capo, Severino Messina. "Quel ragazzo non è deceduto per le percosse ricevute".

Troppe domande cercano una strada e un senso. Perché Federico aveva i vestiti sporchi di sangue, ma a terra il sangue non c'era? Forse perché lo picchiarono quando ancora era in piedi? Ma si picchia un ragazzo per calmarlo, massacrandolo di botte? Perché i soccorsi vennero chiamati in ritardo? I quattro poliziotti devono rispondere di omicidio colposo, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio: "Ingaggiarono una colluttazione eccedendo i limiti del legittimo intervento e mantennero il ragazzo ormai agonizzante in posizione prona, ammanettato, rendendone difficoltosa la respirazione. Un eccesso colposo che ha cagionato, o comunque concorso a cagionare il decesso".

E' questa la scena del pestaggio a sangue di un ragazzo che non aveva fatto niente di male, era solo agitato, aveva solo paura, aveva solo chiesto aiuto ed è morto. Senza motivo. Ma c'è un motivo per morire così?


da La Repubblica

SCUOLA: GELMINI, BONUS PER STUDENTI CHE SCELGONO PRIVATE

(ASCA) - Roma, 18 giu - Sostenere le scuole private con un bonus a chi vuole frequentarle. E' uno dei prossimi obiettivi cui lavora il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.
In un'intervista al Corriere della Sera, Gelmini dice che ''Costituzione alla mano, voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilita' di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle. Un po' come gia' succede in Lombardia''

Dossier su Portella della Ginestra ·

Comunicato stampa e Dossier degli storici Casarrubea e Cereghino su
Portella della Ginestra

PORTELLA DELLA GINESTRA:
LA STRAGE FU LA MICCIA DI UN TENTATO GOLPE VOLUTO DAGLI USA E AFFIDATO A CARABINIERI E NEOFASCISTI

E' il governo degli Stati Uniti d'America l'artefice della strategia della tensione in Italia. Nell'autunno '46, il presidente Truman autorizza un colpo di Stato per instaurare una 'dittatura militare' affidata all'Arma dei carabinieri, con l'obiettivo di mettere fuori legge il Pci di Togliatti. L'esecuzione del piano golpista e' commissionata alle squadre armate neofasciste che in Sicilia, il 1' maggio '47, mettono in atto la strage di Portella della Ginestra (12 morti e 27 feriti), ovvero la miccia che dovra' innescare la reazione anticomunista. I finanziamenti arrivano in abbondanza dall'Argentina del presidente Juan Peron. Si tratta del celebre 'oro nazista', gestito dall'Internazionale nera di Bormann e Skorzeny e da un 'governo provvisorio fascista' con sede a Buenos Aires.

Sono queste alcune delle tesi di Tango Connection (Bompiani, pp. 208, euro 9), in libreria a partire da mercoled' 18 aprile. Per realizzare il volume, Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino hanno consultato migliaia di documenti americani, inglesi, italiani e sloveni. In particolare, quelli dell'intelligence londinese (MI5) e del Servizio informazioni e sicurezza (Sis).

'Il quadro che affiora dai nostri studi ' a dir poco sconcertante - spiegano gli autori - I rapporti Sis parlano chiaro: sono il Comando militare e l'intelligence statunitensi a dare il via all'operazione golpista tra l'ottobre e il novembre '46. Gli americani temono che comunisti e socialisti possano vincere democraticamente le prime elezioni politiche dalla caduta del fascismo (che poi si svolgeranno il 18 aprile '48). Non a caso, ' in questo periodo che nasce l'Unione patriottica anticomunista (Upa), un'organizzazione clandestina capeggiata da generali e colonnelli dei carabinieri (Messe, Pi'che, Laderchi) e manovrata occultamente da James J. Angleton, la superspia che vedremo interpretata da Matt Damon nel film di Robert De Niro L'ombra del potere, sugli schermi italiani tra qualche giorno. Gli 007 londinesi segnalano con preoccupazione i contatti tra agenti americani, eversione nera e personalit' dello Stato italiano come, ad esempio, il capo della polizia. Nei rapporti, si fanno espliciti riferimenti all''incidente' e al 'lago di sangue' che daranno il via al golpe militare'.

'Ma sono soprattutto le carte britanniche sul neofascismo italiano, desecretate nel 2006, che ci permettono di comprendere il dietro le quinte di quei mesi terribili. Si parla, ad esempio, del colonnello Charles Poletti, il capo dell'Amgot tra il '43 e il '45. Nel giugno '47 arriva in Italia 'in missione speciale per conto del governo americano' per assicurare armi e denaro alle squadre armate anticomuniste. L'alleanza sotterranea tra intelligence Usa e neofascismo si concretizza anche sul confine orientale, dove gli agenti statunitensi non esitano a scendere a patti con gli ex repubblichini per fronteggiare la 'minaccia comunista' incarnata dal maresciallo Tito. Dai documenti emergono inoltre i finanziamenti clandestini elargiti dalla Banca Nazionale dell'Agricoltura e dalla grande industria ai gruppi paramilitari neofascisti'.

'E' in questo contesto che si colloca l'azione terroristica di Salvatore Giuliano. Il suo gruppo ' uno squadrone della morte agli ordini dei Fasci di azione rivoluzionaria (Far) di Pino Romualdi, delle Squadre armate Mussolini (Sam) e della Decima Mas di Junio Valerio Borghese. I documenti del controspionaggio Usa (da noi ritrovati nel 2005 presso gli Archivi nazionali di College Park, Maryland) rivelano che i contatti tra Sal' e Giuliano risalgono all'estate '44, quando un commando nazifascista inizia a operare sulle montagne tra Partinico e Montelepre per addestrare militarmente gli uomini della banda'.

'Abbiamo sintetizzato i punti salienti delle nostre ricerche in un dossier di 40 pagine - concludono Casarrubea e Cereghino - che l'avvocato Armando Sorrentino presenter' la prossima settimana alle procure della Repubblica di Palermo (strage di Portella, di cui ricorre il sessantesimo anniversario tra pochi giorni) e di Milano, per quanto riguarda i rapporti inglesi sulla Bna'.

'Molti dei protagonisti di quella stagione nera godono ancora di ottima salute. Il reato di strage non e' soggetto a prescrizione. Gli eccidi siciliani sono da ricondurre a un disegno eversivo unico che va dalla strage di Alia (settembre '46) alle esecuzioni di Li Puma, Rizzotto e Cangelosi, dirigenti sindacali assassinati tra il marzo e l'aprile '48. ' in quei diciotto mesi che ' messo a punto il prototipo stragista che tanti lutti provochera' nei decenni successivi, da Piazza Fontana ('69) alla strage di Bologna ('80)'.


Palermo, 16 aprile 2007


il Dossier U.S.A, eversione nera e guerra al comunismo in Italia 1943-1947 in formato pdf


Info:
Giuseppe Casarrubea: 091.8907124 - 349.7326198
icasar@tin.it
Mario J. Cereghino: 338.4257736
mariocereghino@hotmail.com

http://www.legambientepartinico.it/casar.htm
http://montagna-longa.noblogs.org/post/2006/05/05/dossier-di-giuseppe-casarrubea-e-mario-j.-cereghino-stati-uniti-eversione-nera-e-guerra-al-comunismo-in-italia-1943-1947

da Antifa

Sansonetti e i fascisti di casa Pound

[di maldestra.noblogs.org] Imbarazzo o rabbia, o forse entrambi. E' difficile scegliere le parole con cui rapportarci all'Altro. L'Altro in questione è il neonato quotidiano di Piero Sansonetti, ex direttore di Liberazione in rotta col giornale e col partito, lanciato in una nuova iniziativa editoriale che gli consentisse di esprimere la sua "nuova idea di sinistra capace di rompere i tabù e dialogare oltre i vecchi steccati». Fin qui nulla di male , ognuno dialoga con gli pare, verrebbe da dire.

Ma nelle colonne dell'Altro gli interlocutori sono veramente quelli che non ci si aspetterebbe in un giornale che si fregia del sottotitolo "la sinistra quotidiana".

C'è l'intervista a Gianluca Iannone, capo dei "fascisti del terzo millennio" di Casapound, mezza pagina senza contraddittorio in cui si bercia contro l'antifascismo e si rivendicano inesistenti lotte sociali, in una forma che ricorda più il volantino di propaganda che l'intervista critica (tralatro nel giorno del corteo contro il G8 sicurezza). C'è' il racconto dell'incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale, "personaggio interessante e controverso", come lo definisce l'articolista. "Interessante e controverso" è una definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l'accusa di associazione a delinquere con l'aggravante razzista per una quindicina di pestaggi e spedizioni punitive ai danni di immigrati. Ma non c'è da stupirsi, se a scrivere di politica è Ugo Maria Tassinari, giornalista e studioso della destra radicale che, nella più classica tradizione dell'esperto che si innamora del proprio oggetto di studio, oggi partecipa e promuove le iniziative dei neofascisti (pardon, dei fascisti del terzo millennio) oltre che a bazzicare il loro forum. Oppure se ad occuparsi di futurismo si chiama Miro Renzaglia, principale animatore della galassia culturale della destra radicale e firma di punta di NoReporter, il sito d'informazione gestito da Gabriele Adinolfi (ex Terza Posizione, condannato e riparato a Parigi, rientrato in Italia recentemente per la sopraggiunta prescrizione) che ogni anno non manca di ricordare, con qualche articolo ammiccante, il compleanno di Adolf Hitler o la triste sconfitta militare di quel "Cancelliere" che per primo cercò di unificare l'Europa.

Sono questi gli steccati da superare? Alla nuova sinistra serve rompere questi tabù? La ricerca di un approccio laico e postideologico alla società deve proprio passare per la legittimazione di chi, pur spacciandosi per "post", in realtà è sempre lo stesso reazionario e xenofobo di sempre?

Forse, in questa frenetica fuga dal novecento, Sansonetti avrebbe dovuto guardare un po' più attentamente chi firma il suo giornale. Non per i trascorsi (praticamente tutti i quadri di Casapound provengono dal Movimento Politico, e ne hanno condiviso le traversie giudiziarie che l'hanno portato allo scioglimento in base al decreto Mancino, dopo uno stillicidio di aggressioni razziste e xenofobe su tutto il territorio italiano), giacché si fa sempre in tempo a cambiare idea, ma per il presente. Al di là di facili slogan di facciata, l'universo sedicente "non conforme" che ruota attorno a Casapound (in cui gravitano Tassinari come Iannone come Renzaglia) è tutto fuorché nuovo. Non sono nuovi i loro riferimenti culturali, da Benito Mussolini alla RSI. Non è nuova la loro violenza, quella delle mazze tricolori contro gli studenti a Piazza Navona, o quella dell'assalto alla casa occupata di Casalbertone a Roma, con tanto di coltellate al ventre a una madre di famiglia straniera. Non parliamo di generiche aggressioni di qualche anonimo razzista, ma di episodi che hanno visto coinvolti in prima linea e direttamente tutti i quadri di quest'organizzazione. Non sono nuovi nemmeno i loro protettori politici: la giunta omofoba e xenofoba di Flavio Tosi, a Verona, o quella romana di Gianni Alemanno, secondo cui aggredire un immigrato al grido di "sporco negro" è un problema di "bullismo.

Chissà come fanno Sansonetti e i suoi collaboratori (Colombo e Azzaro) a guardare con preoccupazione alla deriva xenofoba che travolge sia l'Italia che l'Europa tutta e allo stesso tempo a flirtare intellettualmente con i fasciofuturisti. Voglia di protagonismo? La tentazione di porre e di concludere "gli anni 70"?

Superare gli opposti estremismi oppure appiattirli in un "destra o sinistra infondo erano ragazzi che lottavano per un'ideale".
Gli stessi ideali che portavano partigiani e republichini a combattere su due opposte barricate.

Cosa c'è di nuovo, cosa c'è di post? Davvero invitare ad un dibattito Giampiero Mughini o Valerio Morucci è sufficiente per candidarsi a interlocutore democratico, laico e trasversale?
C'è una strategia politica precisa che un pezzo della destra radicale italiana sta perseguendo da anni: rappresentare sé stessa come un universo nuovo, pragmatico, scevro da dogmi e pregiudizi, capace di dialogare a 360° e di comparire sulle pagine di Cioè come a Porta a Porta o in una giunta comunale. Si dipinge come vittima del "trinariciuto antifascismo", reo di volerne impedire la libertà d'espressione, ed in questo trova facile sponda nel più generale discorso di revisionismo e negazione dei valori democratici e civili portato avanti, in maniera ben più incisiva, dal PDL.

Il superamento del binomio fascismo/antifascismo, la ricerca di una sintesi superiore, ha poco a che vedere con la voglia di uscire dal novecento. C'è chi queste cose le diceva già 30 anni fa: si chiamava Terza Posizione, ed è stata sciolta all'indomani della strage di Bologna.
Forse Sansonetti può farsi raccontare qualcosa dal loro esperto Ugo Maria Tassinari che nei suoi libri descrive TP o i NAR come una specie di Autonomia Operaia di destra (!) o ancora meglio può farsi raccontare qualcosa da Gabriele Adinolfi, ex dirigente di TP e vero regista culturale di questa operazione politica in atto (che non a caso nei suoi scritti saluta esplicitamente l'Altro come uno dei fenomeni innovatori più positivi nel panorama politico nazionale, insieme al trionfo leghista ed all'affermazione del PDL). Operazione a cui l'Altro partecipa, in buona o malafede, e che ogni giorno legittima un po' di più i neofascisti, i razzisti, gli omofobi.

Facciamo anche notare che questo non è il primo appello che viene diffuso invitando la sinistra, di movimento e democratica, la cittadinanzaattiva e le culture antifasciste a prendere una posizione definitiva contro la tendenza alla normalizzazione di organizzazioni neofasciste, con particolare attenzione a Casapound e all'ambiguità della sua facciata ripulita. Appelli che in altre occasioni hanno ricevuto l'adesione anche di associazioni partigiane, di partiti e movimenti prossimi alla linea editoriale dell'Altro e delle testate che ospitano queste righe. Righe che vogliono essere un contributo a chiudere una fase di eccessiva ingenuità.

Con cui stampa e mass media, al di là della presunta provenienza culturale e politica, offrono riflettori a quei rottami del peggior novecento che in modo sempre più furbo si riaffacciano nei nostri territori.


maldestra.noblogs.org e madrixromacittaperta.noblogs.org

Carceri, emergenza sovraffollamento: la disumanità del sistema e di chi lo governa


Di fronte alla condizione drammatica di vita nelle carceri italiane, di fronte a ventimila persone che non hanno un letto dove dormire, alla incarcerazione di massa di persone con problemi di droga, di adattamento sociale, di integrazione, il ministro Alfano si erge a duro repressore della criminalità sostenendo che non si tornerà indietro a inutili perdonismi. In un Paese cattolico speriamo che insorgano le coscienze.Il Piano carceri del Ministero è una bufala visto che in tre anni e mezzo si prevede di creare 12 mila posti letto mentre ne ben 57 mila con questi ritmi di crescita. Inoltre il Piano per quasi i due terzi è privo di copertura finanziaria. Il coinvolgimento dei privati non è dimostrato da nessuna parte.

La soluzione è un’altra. Il 38% dei detenuti è dentro per aver violato una sola norma penale: quella che vieta la detenzione e lo spaccio di droghe. Basterebbe avere il coraggio – come stanno facendo molti paesi occidentali, ultima l’Inghilterra – di avviare politiche di depenalizzazione e di decarerizzazione dei tossicodipendenti. Basterebbe inoltre non punire con la galera quegli stranieri che non ottemperano all’obbligo di espulsione.

Tutto il resto sono chiacchiere. Se non si interviene con saggezza e lungimiranza la situazione tornerà esplosiva come era negli anni settanta e inizio ottanta

Sparisce il programma del Partito Nazionalista Italiano dal sito


È curiosamente sparito da ieri il programma contenuto nel sito del Partito Nazionalista Italiano, ispiratore delle 'ronde nere'.

PeaceReporter lo aveva salvato, e lo ripropone per chi, volendo capire questo nuovo fenomeno italiano, lo volesse leggere.

Sul Partito Nazionalista Italiano la magistratura ha aperto una inchiesta, le ipotesi di reato sono diverse, e i magistrati indagano anche per il reato di ricostituzione del partito fascista e di apologia del nazismo.

PeaceReporter mette a confronto per i suoi lettori il programma di questo nuovo partito italiano con il programma del partito nazista scritto nel 1920.
A voi, e alla magistratura, il giudizio.
Leggendoli uno di fianco all'altro non si fatica a capire come mai il programma del P.N.I. sia stato frettolosamente cancellato dal sito.
qui:
http://it.peacereporter.net/upload/1/11/118/1182/11826.pdf
e qui:
http://it.peacereporter.net/upload/1/11/118/1183/11838.pdf

da Indymedia

Terremotati riescono ad entrare alla conferenza stampa di Berlusconi

Breve rassegna stampa della giornata di ieri, caratterizzata dalla visita in ombra di Berlusconi, che non ha fatto altro tutta la giornata che evitare gli abruzzesi terremotati, per paura di contestazioni.
Ma alla fine i terremotati riescono ad entrare alla conferenza stampa conclusiva della sua visita.
(ASCA) - L'Aquila, 17 giu - Una folta rappresentanza dei dipendenti Transcom, l'azienda di call center che ha deciso di mettere in mobilita' piu' di trecento persone, sta manifestando all'ingresso del viale che conduce alla Caserma della Finanza, a Coppito. Il corteo era stato deciso in concomitanza con l'incontro in programma oggi tra il prefetto, Franco Gabrielli, la proprieta' dell'azienda ed i sindacati. La visita del premier Silvio Berlusconi ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi alla cittadella della Finanza. Alla Transcom si sono poi aggiunti i delegati dei comitati cittadini che, approfittando della presenza del presidente del Consiglio, stanno protestando contro il decreto Abruzzo, sollecitando provvedimenti adeguati per la ricostruzione dell'Aquila, colpita dal sisma del 6 aprile.

Coppito, 17 giu. - (Adnkronos) - Momenti di imbarazzo alla caserma della Guardia di Finanza di Coppito, quartier generale della Protezione civile per la gestione dell'emergenza Abruzzo. Mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e' in riunione con il capo Dipartimento Guido Bertolaso, si presentano in sala stampa tre 'visitatori' non accreditati. Sono tre aquilani dei comitati che protestano contro il decreto terremoto: Enrico Perilli, consigliere comunale de L'Aquila per Rifondazione comunista, Stefano Frezza dell'associazione volontariato Epicentro solidale e Enza Blundo del Comitato 332. I tre si sono presentati per chiedere conto al premier delle misure per la ricostruzione.
"Non vogliamo creare problemi, voglio solo fare una domanda al premier: perche' il decreto non viene finanziato con entrate certe?", spiega Perilli. Ancora non e' chiaro se alla fine ai tre sara' concessa l'opportunita' di partecipare alla conferenza stampa di Berlusconi, che pero' ancora non e' stata confermata. All'ingresso ai tre sono state chieste le generalita' e gli e' stato rilasciato un badge da visitatore.


(ASCA) - L'Aquila, 17 giu - Momenti di tensione si sono registrati nel pomeriggio, durante l'attesa per la conferenza stampa di Silvio Berlusconi, alla Scuola sottufficiali della Guardia di finanza di Coppito. La Digos, insieme ad alcuni finanzieri, e' arrivata in sala stampa per identificare tre 'giornalisti'. Si tratta di un esponente dell'associazione Epicentro solidale.net, di un esponente del comitato ''3 e 32'' e di un consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Enrico Perilli. I tre hanno assicurato di voler ''soltanto ascoltare il premier, rivolgergli qualche domanda ed eventualmente lanciare qualche proposta''. Hanno elencato tutti i disagi della popolazione, le tende, il rifiuto della casette antisismiche ''destinate a durare decenni''.

''Soluzioni che non sono tali - hanno proseguito - ma rappresentano semplicemente fumo che si cerca di vendere ai poveri terremotati. Vorremmo parlare di queste cose con i tanti ospiti delle tendopoli - hanno accusato - ma questo ci viene impedito. Come ci viene impedito entrare nei campi se non si e' registrati o prendere un pasto se si appartiene ad un altro campo accoglienza''.
''Gli aquilani sono scontenti - hanno sotolineato i tre - altrimenti non sarebbero andati in tanti a protestare ieri a Roma. L'Aquila che risorge non e' il reparto all'ospedale che riapre o qualche tensostruttura adibita a scuola. Risorgere e' altra cosa. Lo deve sapere Berlusconi, lo devono sapere gli aquilani finora illusi dalle promesse''


L'AQUILA (Reuters) - Una fiaccolata nella notte del 6 luglio e altre iniziative per manifestare contro la gestione della ricostruzione da parte del governo nelle zone terremotate. A tre settimane dal G8 dell'Aquila è la protesta che stanno organizzando forze di sinistra e comitati civici, dopo che ieri hanno manifestato contro il decreto legge sull'emergenza terremoto davanti a Montecitorio.
"L'appuntamento a cui stiamo lavorando è una fiaccolata nella notte del 6 dall'Aquila a Coppito (che ospiterà il G8)", ha detto Stefano Frezza, coordinatore del comitato "Epicentro solidale".
"Stiamo anche pensando ad altre iniziative per coinvolgere al massimo livello la popolazione e dimostrare contro la centralizzazione nella gestione della ricostruzione, per ottenere il 100% degli indennizzi su tutte le case distrutte e danneggiate e avere chiarimenti sulla promessa della prima ora di costituire nell'aquilano una 'zona franca'", ha aggiunto Enrico Perilli, consigliere comunale di Rifondazione comunista all'Aquila.
Il 7 e l'8 luglio si svolgerà invece un forum sulla ricostruzione a Monte Cristo, una località del Comune dell'Aquila.
I due attivisti, insieme ad altri esponenti di comitati civici, sono arrivati alla scuola della Guardia di Finanza di Coppito per cercare di incontrare il premier Silvio Berlusconi, che oggi è all'Aquila per fare il punto sulla ricostruzione.

da abruzzo.indymedia

Obama: super riforma della finanza

Riforma globale del sistema normativo della finanza, 'una trasformazione di dimensioni che non si vedevano dai tempi della Grande Depressione' La chiede Obama nel piano di riforma delle regole per la finanza presentata al Congresso. Il presidente propone, tra l'altro, superpoteri per la Fed sui mercati, una nuova autorita' anti-crac per le grandi aziende, un'agenzia per la tutela finanziaria dei consumatori. E una stretta su derivati finanziari e prestiti complessi, all'origine della crisi. L'obiettivo principale della riforma presentata da Obama è aumentare il livello di supervisione sulle grandi istituzioni finanziarie. Non è prevista l'unificazione della Sec, l'autorità di controllo sulla borsa Usa, con il Cftc, la Commodity Futures Trading Commission, a causa dei problemi politici che sorgerebbero. Le proposte della Casa Bianca, allo studio da sei mesi, prevedono l'inserimento tra le competenze della Fed della vigilanza sulle grandi banche e le istituzioni finanziarie per i pericoli derivanti dall'eccessiva assunzione di rischio. Su questo punto, la Fed sarà affiancata da un nuovo Consiglio per la vigilanza finanziaria, con rappresentanti da tutte le autorità del settore e presieduto da un rappresentante del Tesoro. Sono queste le stesse linee sulle quali si stanno muovendo l'Unione Europea e la Bce, con tempi, per alcuni aspetti, anche già più avanzati rispetto agli Stati Uniti.
Nuovi poteri alla Federal Reserve
In futuro, la Fed avrà maggiori poteri di vigilanza sui sistemi di regolamento e di pagamento, e potrà monitorare tutte le istituzioni finanziarie attive negli Usa, comprese le filiali di gruppi esteri nonché le società commerciali che svolgono attività bancarie. Il piano Obama, una novantina di pagine in tutto, prevede «standard più rigorosi e prudenti» a livello di requisiti patrimoniali, liquidità e gestione dei rischi per tutte le entità sottoposte alla nuova vigilanza.

Vendola: "La Puglia prima regione in Italia per crescita"

"La Regione Puglia, mi dispiace per i nostri critici, è la prima in Italia per crescita del turismo". Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lo ha affermato presentando "Città Aperte", l'iniziativa turistica, ripetuta anche quest'anno dall'Assessorato regionale al Turismo, con numerose novità in più, tra cui "spiagge aperte" con incontri letterari e culturali serali nei lidi. "Invece di gloriarci dei risultati che abbiamo avuto - ha proseguito Vendola - perché nel 2008, anno di crisi generale in cui il turismo è crollato in tutta Italia, la Puglia ha avuto un aumento dell'8% delle presenze turistiche, ed un aumento del 5,2% degli occupati nel turismo, quest'anno rilanciamo il progetto di Città Aperte". L'iniziativa consentirà ai turisti, in tutta la stagione estiva, per esempio "di trovare 400 siti archeologici aperti; musei, cattedrali, castelli, parchi, cioè la straordinaria ricchezza del nostro patrimonio a disposizione di quei turisti che spesso nel passato rimanevamo a bocca asciutta, perché non c'era nessuna cultura della valorizzazione del nostro patrimonio". "Quest'anno - ha annunciato Vendola - parte una sperimentazione nuova, che credo farà parlare ancora di più della Puglia in tutta Europa. Di notte nelle nostre spiagge chiameremo scrittori famosi, intellettuali, poeti a serate di cultura ma anche di degustazione dei nostri prodotti tipici, usando la spiaggia come trampolino per riconnettere turismo e cultura. Credo che cercheremo di fare un ulteriore salto di qualità".

"ADELCHI E CRISI DEL TAC, IL GOVERNO ANCORA IMMOBILE"

L'onorevole Bellanova difende i lavoratori dell'impresa di Tricase: "Smontate tre delle sei manovie presenti: comprendo le preoccupazioni, si attivi un tavolo". Ma punta l'indice anche su altri casi. “Questa mattina ho ricevuto molti messaggi da parte di alcuni lavoratori dell’Adelchi, che stanno occupando la strada preoccupati perché l’azienda ha smontato tre delle sei manovie presenti”. A parlare è l’onorevole Teresa Bellanova del Pd, componente della Commissione lavoro della Camera. “Comprendo la preoccupazione di questi lavoratori, e chiedo che si attivi con urgenza un confronto con l’azienda per verificare se le paure denunciate dai lavoratori corrispondano al vero. Auspico che la crisi che sta attraversando l’economia non venga utilizzata per spostare ulteriormente pezzi di produzione dal territorio salentino”, commenta Bellanova sul caso che vede al centro i dipendenti dell’azienda di Tricase, già nei mesi scorsi a rischio chiusura e reduce da una frenetica vertenza lavorativa, a tratti drammatica per i toni accesi della protesta. Oggi la nuova protesta, e l’interevento della parlamentare salentina. “Questa esasperazione dei lavoratori si giustifica anche con l’inadempienza del Governo – aggiunge -, che quand’anche può dare ossigeno e sostegno alle imprese ed ai lavoratori attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali, evade e non lo fa. Pochi giorni fa ho ricordato la situazione che sta vivendo il comparto Tac nel Salento, ed insisto affinché il Governo si assuma le proprie responsabilità. Siamo in presenza di uomini e donne che non percepiscono un euro di reddito e vivono la difficoltà di non vedere vie di uscita per il proprio futuro lavorativo. Richiamo ancora una volta i rappresentanti territoriali del Governo, in primo luogo il sottosegretario Mantovano – dice ancora - che si era assunto impegni precisi, ad affrontare quanto prima questa gravissima situazione. È proprio dell’etica politica mantenere gli impegni presi, ancor più in presenza di circostanze così gravi, che mettono in gioco l’esistenza dignitosa di centinaia di famiglie”.

Ma Teresa Bellanova, oltre che sul caso specifico dell’Adelchi, si sofferma sulla crisi del Tac in generale. “Dico a questo Governo ed ai suoi rappresentanti territoriali di metter fine alla politica da spot. In merito alla disastrosa situazione che interessa le aziende ed i lavoratori del Tac salentino – sostiene - , il Governo continua ad essere evasivo”. E ritorna quindi a chiamare in causa il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano, che “in una lettera datata 10 gennaio - dice - si era impegnato a lavorare per il finanziamento dell'Accordo di programma del 1° aprile 2008, varato dal Governo Prodi. Mantovano asseriva anche di aver avuto delle conferme positive in merito alla questione della cassa integrazione per le aziende salentine, alla luce dell’impegno assunto dal sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli. Di tutti i suddetti impegni che i rappresentanti del centrodestra hanno contratto con i lavoratori e le aziende, ad oggi non abbiamo alcun riscontro”, secondo la parlamentare del centrosinistra.

“E questo nonostante le ben due interrogazioni parlamentari che ho personalmente presentato ai ministeri competenti, le missive che ho inviato al ministro del Lavoro, al ministro dello Sviluppo economico ed al sottosegretario Viespoli con delega agli ammortizzatori sociali per chiedere un incontro urgente al fine di dare avvio, quanto prima all’Adp, rappresentando le istanze dei lavoratori e descrivendo la difficoltosa situazione in cui versano le aziende del comparto Tac. Continua a presentarsi il grave problema della proroga del trattamento di cassa integrazione salariale per le aziende Labor e Zodiaco – spiega Teresa Bellanova - ed in questo mese si aggiungerà anche un’altra azienda a complicare questo quadro, la Tecnosuole, la quale presenta le medesime problematiche”.

“Il Governo a questo punto deve dirlo chiaramente che non ha alcuna voglia di risolvere le problematiche del Sud. E’ evidente, dunque, che le problematiche delle imprese salentine, come dei lavoratori e delle loro famiglie non rientrano nell’agenda politica del Governo. Ritengo gravissimo – aggiunge - questo disinteresse e credo sia giusto dire a tutti i salentini che da questa problematica si evince quanto il centrodestra ha a cuore le sorti del Sud. Nonostante questo atteggiamento completamente evasivo continuerò ad impegnarmi affinché i riflettori rimangano accesi sulle problematiche del comparto del Tac salentino, cercando ancora una volta di sollecitare i rappresentanti del centrodestra a fornire le doverose risposte a questo territorio. Cari rappresentanti del centrodestra, vorrei ricordarvi che queste persone, uomini e donne, dal mese di gennaio non percepiscono un euro di reddito, sarebbe dunque il caso, partendo dalla prossima settimana che si convochi repentinamente un incontro e si firmi, quanto prima, il decreto utile per la proroga della cassa integrazione salariale. Sarebbe proprio il caso di dire – conclude Bellanova :” Governo se ci sei batti un colpo”.

Scusate ma la notizia è di ieri. Oggi per le vie di Tricase ci sarà un corteo.

da LeccePrima