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venerdì 26 giugno 2009

Il Sud visto dal Nord - Assemblea Annuale Pubblica Confindustria Lecce

LECCE - CONFINDUSTRIA LECCE - Associazione degli Industriali della Provincia di Lecce
“Il Sud visto dal Nord” è il tema dell’Assemblea Pubblica di Confindustria Lecce che si svolgerà il 25 giugno P.V. presso il Teatro Paisiello dalle ore 17.30.
Nel corso della stessa, si inserisce il gemellaggio tra Confindustria Lecce e Confindustria Verona: “Un’intesa – spiega il presidente di Confindustria Lecce Piero Montinari - che si prefigge l’obiettivo di far conoscere la nostra realtà imprenditoriale ed il nostro territorio, favorire l’attrazione di investimenti e costruire sviluppo, attraverso il confronto con una realtà dinamica e fortemente competitiva come quella veronese. Una collaborazione sinergica, che, partendo da una reciproca conoscenza, punta a creare un circolo virtuoso che coinvolga non solo le imprese, ma anche quelle strutture come l’Università, le banche e le istituzioni tutte, interessate allo sviluppo”.
Dopo i saluti istituzionali di Paolo Perrone, Sindaco Comune di Lecce; Enrico Corsi, Assessore Attività Economiche Comune di Verona; Presidente della Provincia di Lecce; Giovanni Miozzi, Presidente Provincia Verona; Sandro Frisullo, Vice Presidente Regione Puglia; interverrà Andrea Bolla, Presidente Confindustria Verona.

La Relazione è di Piero Montinari, Presidente Confindustria Lecce.

Poi la tavola rotonda “I perché dell’Economia”:
Alessandro Bianchi, Presidente Camera di Commercio Verona; Domenico Laforgia, Rettore Università del Salento; Gian Luca Rana, Past President Confindustria Verona; Giuseppe Maria Ricchiuto, Presidente Gruppo Specchiasol.

Indi quella su “I perché della Politica”:
Rosario Giorgio Costa, Senatore; Paolo De Castro, Parlamentare Europeo; Adriana Poli Bortone, Senatore; Mariapia Garavaglia, Senatore; Gian Pietro Dal Moro, Onorevole; Pieralfonso Fratta Pasini, Onorevole e Presidente del Consiglio Comunale di Verona.

Modera: Marcello Favale, Giornalista RAI.

Le conclusioni sono state affidate alla vicepresidente di Confindustria Cristiana Coppola.

Ricchissimo il parterre degli ospiti che, oltre ai prestigiosi relatori ed ai rappresentanti istituzionali del Salento, vede la partecipazione di: Luciano Barana - Barana Engineering Srl; Alessandro Bianchi - Presidente CCIAA Verona; Barbara Bianconi - Dr. Reniero e Associati Srl; Fabio Bortolazzi – Presidente Aeroporto Catullo Verona; Marco Cappelletti – Confindustria Verona; Rita Carisano – Direttore Confindustria Verona; Antonio Casati - Colorificio A & B Casati S.p.A.; Cinzia La Rosa - La Rosa Isolamenti Termici Srl (Vicepresidente Giovani Imprenditori); Alessio Melloni - Multiutility SpA; Francesca Milani – Confindustria Verona. Giulio Pedrollo - Linz Electric (Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Verona); Giovanni Rana - Pastificio Rana SpA ; Franco Ruffo – Confindustria Verona.


Per informazioni rivolgersi a:
Ufficio Comunicazione | Riferimento: Maria Rosaria Polo
Telefono: 0832457837 | E-mail: relazioniesterne@confindustrialecce.it

Ma cosa si è deciso??????

L’ALTRO CHE'


Paradossale. Da poche settimane è uscito in libreria un libro fantastico, anche se per lo scrittore il genere è scienza politica, su uno dei più grandi rivoluzionari della storia del novecento, che combattendo portava avanti l’utopia comunista; ovviamente sto parlando dell’argentino Ernesto Che Guevara.
Non ho letto il libro e forse mai lo leggerò. La mia coscienza non riesce ad accettare una cosa del genere. Il titolo è una miscela di pazzia e ignoranza “L’altro Che – mito e simbolo della destra militante”.
Eravate nascosti nelle fogne e volete uscire fuori appropriandovi di miti, cantanti, fumetti, simboli e chi più ne ha più ne metta, solo per non apparire i fanatici fascisti.
Mi sembra un revisionismo revisionato dalla pochezza culturale che si respira nell’aria. Non avendo capisaldi, idee (perché fallite miseramente) per apparire rassicuranti, e non potendo più intonare i vostri inni, avete cambiato look per propagandare meglio nella società.
Voi fascisti vi siete appropriati del simbolo dell’antifascismo (creando con lo stesso simbolo uno “slogan” diverso anti-antifa), vi siete appropriati di Lucio Battisti (asserendo che l’album “Il mio canto libero”, che ha in copertina tante mani alzate verso il cielo, è una testimonianza della militanza politica di destra dell’artista), state cercando di appropriarvi della figura di Rino Gaetano (perché fuori da ogni schema e servo di nessun partito politico), anche del film “Il signore degli anelli” e di tutto il mondo fantasy in generale (ma di questo ignoro le motivazioni) e ora siete arrivati al paradossale, il CHE.
La mia lotta allora sarà sempre più forte.
Non parlo di una lotta armata ma di quella della coscienza, della cultura, della socialità. Sono convinto che una buona parte dei ragazzi accecati dai fumi di una destra sempre più presente, vengano attratti solo perché vivono nel più completo abbandono culturale. Bambini che non sono diventati adulti.
Il bambino, proprio perché tale, è spinto soprattutto dall’istinto, la sua ragionevolezza (ragione) non è talmente sviluppata da permettergli di distinguere il bene dal male, il buono dal cattivo.
E’ un pò quello che succede ai ragazzi oggi.
Inglobati nel tubo catodico non sono in grado di sviluppare un pensiero critico. E’ un’idea del tutto personale: essere di destra vuol dire essere in preda agli istinti (negativi ovviamente) relegando la ragione in un angolino.

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Nico Musardo


Ora riporto una lettera del Che ad un giornalista Pablo Diaz Gonzalez

L’Avana, 28 ottobre 1963
Pablo,
ho letto il tuo articolo. Ti ringrazio di trattarmi tanto bene; troppo, credo. Mi sembra inoltre che anche tu ti tratti abbastanza bene.

La prima cosa che deve fare un rivoluzionario che scrive la storia è aderire alla verità come una mano in un guanto. Tu l’hai fatto, ma era un guanto da boxe e così non funziona.

Il mio consiglio: rileggiti l’articolo, togli tutto ciò che sai non corrispondere a verità e fai attenzione a quello che non ti risulta vero.
Saluti rivoluzionari da

Patria o Muerte. Venceremos
Comandante Ernesto Che Guevara

Manifesto boicottaggio coca e pepsi

BOICOTTA ISRAELE! BOICOTTA COCA E PEPSI-COLA!

Lo Stato d’Israele da decenni opprime il popolo palestinese con violenze e uccisioni di uomini, donne e bambini: più di 1300 morti e 6000 feriti nella Striscia di Gaza soltanto durante l’ultima operazione militare.
Ciascuno di noi può fare qualcosa per accelerare la sconfitta del sanguinario regime israeliano e favorire la nascita in Palestina di un nuovo paese, nel quale arabi ed ebrei possano vivere in pace con eguali diritti.

Invitiamo consumatori e gestori di locali a boicottare le bibite della Coca-Cola Company e della PepsiCo. La Coca-Cola, già tristemente famosa per le uccisioni dei sindacalisti nei suoi stabilimenti in Sudamerica e altre violazioni della salute e dei diritti umani, è una delle multinazionali americane che maggiormente sostengono Israele, e vendendo bibite in tutto il mondo alimenta le disuguaglianze economiche tra l’Occidente e gli altri paesi.

Invitiamo a segnalare e frequentare quei locali che NON distribuiscono Coca e Pepsi-Cola ma propongono altre bibite, prodotte secondo una logica di attenzione ai diritti umani.

Campagna internazionale per il boicottaggio di Israele


Il codice a barre dei prodotti made in Israel inizia con le cifre 729. Non comprare prodotti con quel codice!
Maggiori informazioni sulla campagna internazionale di boicottaggio di Israele si possono trovare sul sito www.forumpalestina.org


boycottisrael__coca_e_pepsi.pdf

Spagna: terra d'oro per le mafie (e come al solito per i fasci)

Madrid. Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta legate tra loro in un nuovo patto per il controllo del traffico in Europa della droga, proveniente dall'America Latina. E' questa la teoria che il quotidiano spagnolo El Pais ha riportato nelle proprie pagine qualche giorno addietro.

Citando il procuratore antimafia di Napoli Luigi Cannavale e il generale dei carabinieri Gaetano Maruccia, il giornale iberico ha affermato che il 70% dei 249 capi delle tre organizzazioni criminali vive in Spagna, la cui costa mediterranea è diventata «Costa Nostra».

L'infiltrazione dei capi delle cosche italiane in Spagna negli ultimi 20 anni sarebbe stata «tollerata o ignorata dalle autorità» locali che «hanno preferito applicare la dottrina Mitterrand: se non c'è crimine di sangue, li si lascia tranquilli».
El Pais quindi ha fornito i dati sull'attività di contrasto alle organizzazioni criminali, rilevando che l'intensificazione della cooperazione fra polizia italiana e spagnola ha portato negli ultimi mesi all'arresto di una mezza dozzina di capi e di diversi soldati.
I boss, con l'intento di riciclare denaro, hanno anche contribuito «ad alimentare la bolla immobiliare in Spagna» investendo pesantemente nel mattone.
Portato come esempio il boss arrestato di recente a Marbella, Raffaele Amato, che, ricorda El Pais, aveva da poco investito diversi milioni di euro in terreni del litorale di Malaga, sui quali voleva costruire un complesso turistico.
Molti hanno ristoranti o pizzerie, girano senza armi. «Lì vivono più tranquilli, non hanno paura che gli sparino, cercano di passare per imprenditori normali», spiega il generale Maruccia.
Sulla costa spagnola da Barcellona a Estepona i boss «vivono come onesti cittadini», «abitano in ville di lusso, si spostano in auto da 160mila euro, fanno investimenti milionari per riciclare danaro sporco» e ora «comprano insieme la droga ai fornitori latinoamericani per abbassare il prezzo e ridurre i rischi di cattura».
E proprio l'alleanza nell'affare droga che viene sottolineata dal procuratore Cannavale nell'articolo di El Pais: «Abbiamo individuato contatti con i marsigliesi, gli olandesi, i tedeschi, alcuni con le mani sporche di sangue, è preoccupante. Una delle conseguenze più preoccupanti dell'alleanza fra le mafie è che comprando uniti il prezzo si abbassa, il beneficio si moltiplica e i rischi di controllo e intercettazione si riducono: non è lo stesso che la droga arrivi in Europa su una barca o su tre».

da Indymedia

LA MAFIA ARRIVA SU FACEBOOK

Il tesoriere di Riina si iscrive a Facebook
Il superlatitante Vito Roberto Palazzolo, il manager che già il giudice Falcone voleva arrestare negli anni Ottanta, vive in Sudafrica, dove si fa chiamare Von Palace. La Procura di Palermo torna a chiederne l’estradizione. E intanto, lui continua a fare il top manager e apre delle pagine su Facebook e Plaxo
di Salvo Palazzolo
Nei primi anni Ottanta il giudice Giovanni Falcone aveva iniziato a seguire le sue gesta finanziarie per mezza Europa: Vito Roberto Palazzolo è stato condannato definitivamente per associazione mafiosa solo nel marzo 2009. La Corte di Cassazione lo indica come il tesoriere di Cosa nostra, il detentore dei segreti finanziari dei capimafia Riina e Provenzano. Ma lui resta latitante in Sudafrica, nonostante le reiterate richieste di estradizione avanzate dalla Procura di Palermo. Tutte negate, ufficialmente perché in Sudafrica non esiste il reato di associazione mafiosa. L'ultima istanza, che prende spunto dalla condanna definitiva a nove anni, è partita nei giorni scorsi.

Vito Roberto Palazzolo è uno stimato manager nel paese di Nelson Mandela, frequenta i migliori salotti della buona borghesia e può contare sull'amicizia di importanti esponenti delle istituzioni. Si fa chiamare Robert Von Palace. Adesso ha anche aperto due pagine sui social network. Niente foto, per carità, Palazzolo resta un latitante per mafia. Sul profilo pubblico di Plaxo, c’è la sua data di nascita, 31 luglio, e un messaggio di qualche mese fa: “Robert Von Palace è molto impegnato…”. Fra i suoi amici connessi in Rete figurano il fratello Pietro e i manager di alcune società internazionali. Su Facebook, il profilo pubblico offre solo il nome, Roberto Von Palace, e il ritratto di un navigatore di altri tempi. Fra gli utenti del social network è possibile contattare anche il fratello di Palazzolo, Pietro, e uno dei figli, Christian, che da tempo ormai ha preso in mano la gestione di una delle creature imprenditoriali del padre (ufficialmente ceduta a un gruppo africano), ovvero l’azienda che produce l’acqua minerale “La vie”, servita, dicono con buon gradimento, persino ai viaggiatori della compagnia aerea nazionale.

Durante il processo per mafia, i sostituti procuratori di Palermo Domenico Gozzo e Gaetano Paci hanno raccolto le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che indicano Palazzolo come uomo d'onore. In aula hanno deposto anche alcuni degli investigatori del servizio centrale operativo della polizia che a lungo hanno indagato sul manager siciliano. L’Italia torna così a chiedere l’e stradizione del tesoriere dei boss, ma il legale di Palazzolo, l’a vvocato Roberto Tricoli, ha già annunciato che farà ricorso alla corte europea per i diritti dell'uomo, perché, sostiene, sarebbe stato violato il diritto di difesa.

Adesso Internet non è che l’ultima trovata per curare un’immagine scalfita dalle inchieste giudiziarie e dalle condanne. Mesi fa, Robert Von Palace aveva persino provato a ingaggiare in Italia un esperto di comunicazione. Anche perché, intanto, pure in Sudafrica alcuni giornali hanno cominciato a porre il caso a livello politico. Lui non ha mai smesso di difendersi, sostenendo anche di essere stato un benefattore della causa anti-apartheid. Trovata geniale: ecco, probabilmente, cos’erano quei movimenti di denaro fra la Svizzera e il Sudafrica. Altro che riciclaggio del traffico internazionale di droga, altro che Pizza Connection, come hanno sempre sostenuto i magistrati italiani. Città, palazzi e persone del Sudafrica di Vito Roberto Palazzolo ricordano tanto la Palermo degli anni d’oro dei padrini.

da Indymedia

RICOMINCIAMO DA TRE

In preparazione della prima Assemblea nazionale, avrà luogo il Seminario nazionale di Sinistra e Libertà, che si terrà il 3 luglio, presso l’hotel Quirinale e si svolgerà dalle ore 10.30 alle ore 17.30 in via Nazionale 7, a Roma.

Al seminario parteciperanno i candidati e le candidate alle elezioni europee, i testimonial che hanno sostenuto la lista, i consiglieri regionali, i segretari o coordinatori regionali e le delegazioni delle forze politiche dei partiti e dei movimenti di Sinistra e Libertà.

Pubblichiamo la lettera di convocazione del seminario di Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Riccardo Nencini e Nichi Vendola:

Care, cari,
avvertiamo l’esigenza di compiere una attenta analisi del voto europeo ed amministrativo appena svolto e di aprire una comune ed utile riflessione sulla prospettiva politica che ora si apre. Sin dal primo momento è risultata a noi evidente la potenzialità di un esito che, pur tenendoci al di sotto del quorum previsto dalla nuova legge, ha messo tuttavia in risalto l’esistenza di uno spazio politico reale, insieme alla domanda che avvertiamo forte di non disperdere ora quest’esperienza ma di dare ad essa una base politica ed organizzativa per le sfide che abbiamo dinanzi. E’ una discussione impegnativa, quella che ora ci attende, che non può rinchiudersi dentro ristretti gruppi dirigenti. Per questo riteniamo che il modo più produttivo sia quello di compierla insieme a quanti - candidati, testimoni, eletti nelle amministrazioni locali - sono stati con il loro impegno protagonisti diretti della nostra campagna elettorale. Proponiamo a questa platea rappresentativa di riunirsi per un’intera giornata venerdì 3 luglio, dalle ore 10 alle ore 18 a Roma, presso l’Hotel Quirinale di via Nazionale n. 7, per compiere un esame del voto, riflettere sulle prospettive della nostra esperienza, indicare alcuni primi obiettivi di lavoro. Ricominciamo dal Tre, questo il titolo emblematico dell’appuntamento. Sarà quella anche l’occasione per fornire un contributo di merito alle numerose realtà territoriali che in questi giorni ci sollecitano nel proseguire un’esperienza che ha visto dovunque la partecipazione di donne e di uomini che guardano con ragionevole speranza alla costruzione di Sinistra e Libertà.
Per questo siamo fiduciosi che ognuno di voi voglia accogliere questo nostro invito e considerarlo come l’inizio, dopo il voto, di un comune cammino.
Nei prossimi giorni vi faremo avere un documento che sarà alla base della nostra discussione del 3 luglio.

REVISIONISMO STORICO E POLITICO!


"L' altro Che. Ernesto Guevara mito e simbolo della destra militante"Autore: La Ferla Mario
Editore: Nuovi Equilibri
Genere: scienza politica
Argomento: guevara, ernesto, destra politica.
Vi sembrerà assurdo, ma siamo arrivati a questo:il Che è diventato un gadget da esibire insieme a Tex Willer e Corto Maltese sul paginone del Secolo d'Italia. Un eroe di carta. Anzi una miniatura in plastica di un improbabile "Subbuteo" delle idee, con cui divertirsi e far divertire, qualche ragazzotto incravattato e in rigato che studia da parlamentare o da ministro del PdL.
....P.S.il mondo delle fiabe :in una calda mattina di Maggio due vecchietti passeggiano dentro il ronco sul quale si affacciano i miei balconi; ad un tratto uno di loro scorge alla finestra il poster del Che che un noto personaggio del mio quartiere, ormai ergastolano, ha deciso di sfruttare tentando di coprire un vetro mancante.
Il vecchietto, perplesso, domanda: “Cu è chiddu na fotu?”, l'altro con tanto di dito puntato sul naso risponde: “Comu cu è? Che Guevara! Altrimenti detto Mussolini”.
POVERO CHE

CASARANO E RUFFANO:STOCCAGGIO RIFIUTI E SCARICO DI REFLUI ILLECITI, 2 DENUNCE

Continua l’attività di controllo tesa alla tutela dell’ambiente e dunque alla salvaguardia della salute del cittadino. I militari del noe e quelli delle fiamme gialle battono a tappeto il salento e in due distinte operazioni agiscono su altrettanti siti. A Casarano i carabinieri al comando del capitano Nicola candido con il supporto dei colleghi della locale compagnia hanno sequestrato nella zona industriale del comune 16 cassoni da 30 metri cubi ciascuno, contenenti rifiuti ingombranti(come elettrodomestici), materassi... , plastica, legno, carta, ma anche solidi urbani, stipati in maniera non adeguata con tutte le conseguenze che ne derivano. Cattivo odore innanzitutto e percolato sparso in parte all'interno dell'area in uso ad una delle societa' di raccolta di rifiuti del posto ed in parte all'esterno della stessa, dunque su suolo pubblico. per gestione non autorizzata di rifiuti e getto pericoloso di cose in quanto i rifiuti, tutti provenienti dalla raccolta nel comune di Casarano, erano stati stoccati senza le previste autorizzazioni, il legale rappresentante della societa' e' stato segnalato alla procura della repubblica di Lecce Nell’altro intervento di natura ambientale, questa volta come detto ad opera dei militari delle fiamme gialle della tenenza di casarano e della sezione operativa di gallipoli, a finire nel mirino è stata un’azienda di Ruffano, un impianto di scarico di acque reflue industriali: i sigilli sono scattati per scarico illecito delle acque frutto dei processi di lavorazione dei metalli riversati direttamente nel terreno attraverso un canaletto che collegava una delle due vasche adibite allo smaltimento. Il titolare dell’azienda è stato denucniato.

G8 TRIESTE: KOUCHNER, LAVORIAMO A SOLUZIONE SU TEHERAN

TRIESTE - Sull'Iran "lavoriamo" per raggiungere una posizione comune ai membri del G8 perché "é chiaro che le posizioni non sono le stesse". Lo ha detto all'ANSA il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, in merito alla prudenza della Russia nei confronti del documento che la ministeriale di Trieste potrebbe adottare oggi per chiedere alle autorità iraniane di fermare la violenta repressione delle proteste post-elettorali a Teheran.

"E' difficile" dire se l'assenza dell'Iran dalla riunione di Trieste sia un fatto positivo o negativo, ha affermato Kouchner, perché "non so se siano stati gli iraniani ad aver rifiutato l'invito o gli italiani ad aver smesso di invitarli". E' evidente che, se il governo di Ahmadinejad avesse partecipato al G8, "la situazione sarebbe stata tesa", ma allo stesso tempo, ha concluso il ministro francese, "se si vuole parlare, è meglio parlare direttamente con gli interlocutori".

ENTRANO NEL VIVO I LAVORI DELLA SECONDA GIORNATA
Al via la seconda giornata della ministeriale Esteri del G8 di Trieste. In primo piano l'Iran: è attesa una dichiarazione forte degli otto grandi (ma la Russia frena) sulla violenta repressione delle proteste post-elettorali a Teheran. Al centro dei colloqui resta però la stabilizzazione dell'Afghanistan, tema principale dell'agenda, con riunioni allargate anche ai ministri di Afghanistan e Pakistan, dei Paesi confinanti e di quelli contributori. A margine del G8 nel pomeriggio si terrà inoltre una riunione del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu).

"IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO" -10 domande al "papi"-



In un commento ad un articolo il nostro amico Vincenzo Renna ci suggerisce che sarebbe interessante che il BLOG contenesse le 10 nuove domande di REPUBBLICA al PAPI nazionale, anche se sappiamo che difficilmente avremo una risposta visti i precedenti:
1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo d'incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?
2. Qual è la ragione che l'ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?
3. Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano "papi"?
4. Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le "squillo" che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l'abbiano reso vulnerabile, cioè ricattabile - come le registrazioni di Patrizia D'Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?
5. E' capitato che "voli di Stato", senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?
6. Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiamo compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?
7. Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?
8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l'opinione comune considera inadatto al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?
9. Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?
10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?