HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

domenica 5 luglio 2009

VICENZA NO-DAL MOLIN - INFILTRATI



Le immagini si commentano da sole. Non è la prima volta, sicuramente non sarà nanche l'ultima, che accadono episodi del genere. Vogliono creare agitazione, scontro, vogliono delegittimare un movimento che non ha mai abbassato la testa e che continuerà a protestare finchè la battaglia non sarà vinta.
Vedremo a L'Aquila cosa succederà.

ORA E SEMPRE RESISTENZA



le foto sono state prese da Indymedia

Puglia: nuovo filone d'indagine. Agricoltura nel mirino

Non soltanto sanità. La procura di Bari vuole verificare se lo stesso metodo ipotizzato nella gestione degli ospedali pugliesi sia stato riprodotto anche in altri settori. Per esempio la Protezione civile e l'agricoltura. Il caso emerge in seguito all'interrogatorio di Enrico Intini, il patron del gruppo Sme, indagato per corruzione e turbativa d'asta con un altro imprenditore e l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Come ha raccontato anche Guido Bertolaso, gli Intini sono quasi i monopolisti della Protezione civile in Puglia. In particolare nel settore della prevenzione incendi. Ed è in questo ambito che, in passato, ci sarebbero stati accordi con l'assessore all'Agricoltura, Enzo Russo. Intese sulle quali ora la magistratura vuole vederci chiaro.

In attesa dell'esito di quest'ultimo filone delle indagini, domani toccherà al presidente Nichi Vendola. Il governatore si presenterà infatti in Procura per rispondere, come persona informata dei fatti, alle domande che gli rivolgerà il sostituto procuratore, Desireè Digeronimo. Vendola racconterà al magistrato gli esiti dell'indagine interna voluta da lui stesso all'indomani della notizia dell'informazione di garanzia per l'ex assessore Alberto Tedesco.

E risponderà alle probabili domande del pm alla luce anche dell'interrogatorio di giovedì scorso della Cosentino. "Lady Asl" ha parlato con il magistrato per cinque ore e, al termine, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, né politica né sul contenuto dell'interrogatorio. Fonti di Repubblica, però, confermano che l'ex direttore generale ha raccontato delle pressioni che avrebbe ricevuto da alcuni politici, confermando così indirettamente il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche alla base dell'indagine. Mai nessuna pressione sarebbe arrivata direttamente dal presidente Vendola, ha detto la manager, ma il presidente sarebbe stato a conoscenza di alcune situazioni perché messo al corrente dalla stessa Cosentino.


da la Repubblica

A CONSIGLIO DAL GOVERNATORE DELLE PUGLIE

Prima di discorrere sulla giornata di Roma vogliamo precisare (noi delegati del Movimento per la Sinistra di Nardò per il seminario di Sinistra e Libertà) che oltre al carico, sulle spalle, della responsabilità della nostra ambasciata, avevamo sulla bocca la felicità e l' orgoglio di poter rappresentare un gruppo come quello di Nardò.
Siamo consapevoli della forza e delle sinergie che si innescano e pensiamo seriamente di essere, pur in un contesto ostile come quello di Nardò, una punta d' avanguardia nel microcosmo delle formazioni M.P.S. su scala regionale.
Le impressioni sono state molteplici:
l' età media dei presenti (si deve constatare), si mantiene ancora alta, anche se rispetto ad altri consessi di forze politiche siamo dei giovanotti.
I leaders politici erano lì, a confronto.
Se Moni Ovadia è il propulsore di diffusione di cultura (nel gruppo ristretto), possiamo dire che quanto a moralismo, intransigenza, pragmatismo e incisività, Claudio Fava è il primus inter pares.
Grazia Francescato incarna l' anima e l'area di predisposizione alla riconversione ecologica e in cabina di regia, trasfigurato dalle ultime fatiche, il disponibile e intenso Presidente Vendola.
Questi passa da ansie per la giunta a timori per sommovimenti che dal quadro della politica nazionale tracimano e si riverberano sul territorio locale (mi riferisco allo sgambetto che D' Alema da tempo prova a mettergli). Ma il nostro Governatore ci tiene, su questo punto, a rassicurarci personalmente che lui non è uno che si fa infilzare facilmente.
Prezioso l' intervento di una donna sarda che ha aperto un dibattito importante sul tema del rapporto dei giovani con l' agricoltura.
Il sostegno a Vendola è talmente forte che l' applauso non terminava mai; eppure l' agenda degli interventi era talmente fitta che abbisognava una serrata celerità.
Anche Fava sostanzialmente riceve un caloroso applauso fino a far recepire all' assemblea stessa che è ethos condiviso considerare Fava e Vendola i maggiori condottieri in questa fase convulsa.
Il leader di Sinistra democratica, specifica a chiare lettere, che nessuno da Sinistra e Libertà passerà o si candiderà nel P.D.
Si sono succeduti tanti interventi ma le indicazioni più importanti sono state quelle di Vendola di considerare Sinistra e Libertà un cantiere di forze dialoganti con la " questione morale " centro di ogni discorso.
Fava vuole già contare i " mattoni ", i circoli, le sedi, andare avanti per la strutturazione del partito;
si denotava un' incalzante sollecito al Presidente Vendola in tal senso.
Una cosa è certa che la lista di Sinistra e Libertà sarà presente in tutte le consultazioni politiche od amministrative che si prospettano, con una riproposizione strenua.
La possibilità di stare a contatto e di conoscere personalità politiche di spessore morale e di chiara onestà intellettuale è merce rara e sentirne gli influssi positivi è benefico; perchè esempi di impegno in questa società sono ancora scarsi.
Per noi, giovani, la luce che splende in alcuni di essi è pane ed anche di quello dobbiamo mangiare.


ANGELO E PAOLO

APPUNTI SUL SEMINARIO NAZIONALE DI SINISTRA E LIBERTA'

Venerdi 3 luglio, si è svolto, a Roma, il seminario promosso da Sinistra e Libertà, il primo appuntamento politico nazionale.
Esso è stato convocato dai promotori del progetto politico elettorale (Federazione dei Verdi, Movimento per la sinistra, Partito Socialista, Sinistra democratica e Unire la sinistra) per avviare un confronto (con i candidati e i sostenitori della lista, con le rappresentanze istituzionali e politiche, regionali e nazionali, della formazioni promotrici) che possa tracciare un percorso di lavoro politico per i prossimi mesi.
Un percorso partecipato che avrà come sua prima tappa una assemblea nazionale, convocata per il 12 settembre.
Sarà il luogo e il momento in cui raccogliere tutti i contributi utili ad avviare il processo costituente di Sinistra e Libertà mettendo insieme dirigenti politici, candidati, personalità ed intellettuali che hanno dato la disponibilità a contribuire al dar forza alla nuova Sinistra italiana:
una sinistra che dovrà necessariamente essere diversa da quella conosciuta finora, che serva a includere e non ad escludere, che prenderà il meglio dal pensiero e dalla tradizione socialista, comunista, ambientalista, laica, che si porrà l' obiettivo di ritrovare sintonia con quei settori del Paese che alla sinistra avevano consegnato le proprie speranze ma anche le proprie ansie, paure, preoccupazioni e che dalla sinistra nonsi sono sentiti affatto rappresentati.
Si è parlato:
1) di CRISI;
2) di RIFORME ECOLOGICHE E SOCIALI DELL' ECONOMIA;
3) di DEMOCRAZIA;
4) di LIBERTA';
5) di RAPPORTO stesso FRA SINISTRA ED ECOLOGIA;
6) di TERRITORI;
7) di ALTERNATIVA DEMOCRATICA AL CENTRODESTRA;
8) di IDENTITA';
9) di PARTECIPAZIONE;
10) di COMUNICAZIONE;
11) dell' ORGANIZZAZIONE DI SINISTRA E LIBERTA';
12) del PROGRAMMA.
Per quanto concerne l' organizzazione si dirà che, spesso, parlando della forma che intendiamo darci (federazione, partito, associazione, confederazione,...) , rischiamo di trascurare l' infrastruttura necessaria ad ogni impresa politica, qualsiasi sia la sua denominazione.
L' organizzazione, nelle forme che di volta in volta si scelgono, è lo strumento necessario per raggiungere i propri intenti.
Senza organizzazione non c'è partecipazione, non c'è comunicazione, non c'è democrazia interna.
Proponiamo di istituire immediatamente COORDINAMENTI REGIONALI, a partire dalle forze che hanno promosso Sinistra e Libertà, che possano operare nei territori.
In tali sedi vanno discusse le posizioni e le proposte che Sinistra e Libertà, nel suo complesso avanza a tutti i livelli (dalle vertenze sul territorio alla composizione e alle scelte dei governi locali).
Proponiamo, inoltre, di garantire a tutte le forme aggregative che intendono supportare il nostro progetto (dai forum, ai tavoli tematici, alle case della sinistra, ...) di essere messi in rete, di costruire insieme ai promotori, i passaggi ulteriori del progetto politico; di realizzare un lavoro comune (feste, campagne politiche, ...) che abbia carattere continuativo e non si limiti alle fasi elettorali; proponiamo di fare un censimento delle risorse esistenti (sedi, strumenti di iniziativa, ...) e di lavorare per metterle in comune. Proponiamo che la campagna di sostegno diventi il primo atto di autofinanziamento per svolgere la nostra attività politica, data l'iniqua esclusione dal finanziamento pubblico che abbiamo subito (è la prima volta che nella storia repubblicana una forza che raccoglie un milione di voti è esclusa da questa garanzia democratica). Poi, immediatamente, avviare una campagna di autofinanziamento generale. Proponiamo di costruire un coordinamento politico fra le forze promotrici che abbia il mandato di dare continuità alle proposte che verranno collettivamente elaborate. Si propone di costruire luoghi di approfondimento tematici: dal lavoro e le politiche sociali, ad un nuovo modello di sviluppo ed ecologia, alla laicità e diritti di persone, territorio e questioni settentrionale e meridionale, a partecipazione e democrazia.
Il nostro obiettivo è quello di costruire un programma di lungo periodo, una "carta d'identità" del nostro progetto da articolare in battaglie ed in campagne di iniziativa politica da sottoporre con continuità al confronto con i cittadini e gli elettori.
Non abbiamo, quindi, bisogno solo di programmi elettorali, ma di un più ampio processo popolare, democratico, che faccia del programma di Sinistra e Libertà uno strumento di iniziativa e partecipazione politica al servizio dell' Italia. Un primo elaborato importante è il programma elettorale europeo che Sinistra e Libertà ha proposto al vaglio degli elettori. La sua necessaria rielaborazione, il continuo aggiornamento, nel corso del tempo, devono diventare metodo democratico e partecipativo di discussione, non un rito appannaggio di pochi. Noi senza enfasi saremo in gran parte il programma politico sche sapremo elaborare.

Vendola contro D'Alema, e il Pd si spacca sul rimpasto

Un lungo faccia a faccia tra Nichi Vendola e Massimo D'Alema. Un incontro "cordiale" ma a tratti teso, al termine del quale il governatore pugliese non ha ottenuto tutte le garanzie politiche che cercava per la formazione della nuova giunta regionale. Vendola voleva dal leader democratico la certezza della sua riconferma a guida della coalizione che correrà per le regionali del 2010. Ma la risposta dell'ex premier è stata più fredda di quanto Nichi si aspettasse. La sua ricandidatura non è, per il momento, nell´agenda del Pd nazionale. La linea del Partito democratico è quella esposta dal senatore Nicola Latorre: «Ogni cosa al suo tempo. Ora la giunta poi le regionali». Una risposta che non sta più bene a Vendola. Per il presidente gli equilibri della sua nuova squadra di governo sono strettamente connessi al futuro politico del laboratorio pugliese. E - a questo punto - dipendono anche dall´esito del confronto che da oggi si aprirà in casa Pd.

I democratici pugliesi sono spaccati a metà. Il sindaco Michele Emiliano, è lo sponsor principale di Nichi Vendola. Ma c´è una fetta del partito che, dietro la regia del leader Massimo, sta lavorando alla candidatura di Francesco Boccia. L´area che al congresso sosterrà la mozione Bersani in Puglia è nettamente maggioritaria. E alla ricandidatura del presidente attualmente in sella preferirebbe quella di un moderato in grado di parlare con Udc, Italia dei valori e Io Sud. Una scelta che significherebbe anche per D´Alema, isolare e disinnescare il "pericolo Emiliano". La conferma dei timori baresi arriva dalle dichiarazioni dell´onorevole Albero Losacco: «Sul sostegno all'iniziativa di Vendola ci sono resistenze anche all´interno del Partito democratico, queste vanno superate restando lontani da accordi di apparato».

Non è difficile immaginare allora che, nei prossimi giorni tra le due anime contrapposte del Pd, si scatenerà una guerra senza esclusione di colpi. Dall´esito di questa battaglia dipenderà il nuovo assetto di giunta. In questi ultimi mesi di governo Nichi Vendola ha una sola strada per ottenere la fiducia di tutto il partito democratico. Dimostrarsi un valido e affidabile interlocutore per i cattolici e i moderati. Dall´azzeramento della sua giunta continua a ricevere attestati di stima da parte di Udc, Idv e Io Sud.
Ieri, però, nel suo viaggio a Roma il presidente ha maturato la convinzione che, l'ingresso in giunta di questi partiti, è altamente improbabile. Anche Nicola Latorre, ribadisce: «Credo che su questo aspetto non avremo sorprese. Un allargamento della coalizione è possibile, ma a partire dalla prossima legislatura».

Per dialogare sui programmi e ipotizzare un'alleanza con i centristi, allora, Vendola ha bisogno di imprimere una svolta moderata alla sua squadra. Esponenti graditi a Udc e a Idv, ma non organici a questi partiti, avranno la precedenza nella formazione della nuova giunta.
Gli assessori che hanno rimesso nelle mani del presidente Vendola la loro delega, nel frattempo, stanno chiedendo al governatore di accelerare i tempi per la formazione della nuova giunta. Il leader di Sinistra e libertà è atteso a Bari nella serata di oggi. L´annuncio della nuova squadra dovrebbe arrivare per l´inizio della nuova settimana.
Fino ad allora la maggioranza di centrosinistra sarà esposta alle lacerazioni interne e agli attacchi della destra. Ieri il Pdl è tornato alla carica: «Il presidente della giunta deve informare il Consiglio regionale circa le motivazioni che hanno determinato l´azzeramento della giunta». Questa è la richiesta che l´opposizione ha formalmente inoltrato attraverso una lettera al presidente del Consiglio, Piero Pepe.

di Paolo Russo da La Repubblica

Burkina Faso: Gorom-Gorom aiuta l'Abruzzo

Pubblichiamo qui sotto la nota stampa che ci è stata inviata dalla Ong Lvia sull'aiuto inviato dal comune di Gorom-Gorom, in Burkina Faso, per i comuni abruzzesi colpiti dal terremoto.

"Da una comunità africana – è scritto nel comunicato della Lvia – arriva denaro a sostegno dei terremotati in Abruzzo: gli equilibri si sono capovolti e questa volta è il Sud ad accorrere in aiuto del Nord del mondo. Anche questa è una storia di cooperazione".

Il protagonista è il comune di Gorom-Gorom, nel nord del Burkina Faso, legato dal 2001 alla città di Piossasco la quale, insieme ad altri quattro comuni della provincia di Torino (Avigliana, Villarbasse, Orbassano e Roletto), la Regione Piemonte e l’accompagnamento dell’Ong LVIA, ha avviato il programma di cooperazione decentrata “Enndàm” per la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita con il comune africano.

Per ricercare i fondi necessari al finanziamento delle attività in Burkina Faso, le comunità italiane si impegnano ad organizzare degli eventi per mobilitare e coinvolgere la cittadinanza. Tra questi, un concerto che la città di Piossasco ha organizzato nell’ambito della manifestazione culturale "Piemonte in Musica" che ogni anno si svolge con il contributo della Regione Piemonte.

A seguito di questa manifestazione, la città di Piossasco ha raccolto diverse centinaia di euro, devolute al programma Enndàm.

In risposta ha ricevuto questa commovente lettera dal Sindaco di Gorom-Gorom:
"Cari Amici, abbiamo visto alla televisione la terribile tragedia del terremoto in Italia. Siamo in pena per voi. Quando l'alluvione nell'agosto 2006 distrusse le nostre case, voi veniste a portare solidarietà, conforto e speranza.


Nel buio profondo vedemmo la luce dell'amicizia e non fummo più soli.? Vorremmo anche noi aiutare tutte le persone colpite da questa grave calamità, ma noi siamo lontani e non possiamo che darvi tutta la nostra solidarietà, il nostro pensiero va in particolare alle famiglie in lutto, perché le case si possono ricostruire, come è successo per noi, ma il dolore per la scomparsa delle persone care resterà.


Sappiamo che ogni anno organizzate delle serate per la raccolta fondi per il Burkina Faso. Allora noi vi chiediamo che in questa serata di solidarietà il contributo venga destinato anche alla popolazione colpita dal terremoto.
Questo è quello che possiamo fare, una piccola goccia d'acqua. ?Un abbraccio. Dio Padre di tutti benedica le persone che soffrono. I vostri amici di Gorom-Gorom".

da AfricaNews

Taurino: “Escludo un mio coinvolgimento nella Giunta”

Il consigliere regionale PD Giuseppe Taurino conferma “l’indisponibilità” ad un possibile ingresso nel governo Vendola. “Con riferimento alle notizie apparse sui giornali e relativamente al mio possibile coinvolgimento nella Giunta regionale – dichiara - ribadisco in maniera inequivocabile la mia indisponibilità a ricoprire ruoli di governo in questa legislatura. All'inizio della stessa sono stati individuati dei criteri basati innanzitutto sul consenso elettorale e sulla base di questi criteri sono stati nominati assessori Sandro Frisullo ed Enzo Russo. Io penso che questi criteri devono continuare ad essere rispettati e continuo a dare fiducia ai due assessori salentini. Da parte mia, mi candiderò per le prossime Regionali, lavorerò, come ho sempre fatto, a diretto contatto con i cittadini del Salento e cercherò di conquistarmi sul campo quel consenso popolare che potrà consentirmi, eventualmente, di ricoprire nella prossima legislatura incarichi di governo”.

La cronaca del corteo di Vicenza

15:15 Vicenza militarizzata La città è stata blindata da parte delle questura, imponente è lo schieramento delle forze dell'ordine. Arrivano notizie di pullman fermati per controlli, così come conferme della perquesizione che è in corso nel sito dove si sta svolgendo il festival di Radio Sherwood a Padova. Un'indubbia provocazione da parte delle digos poco prima dell'inizio del corteo.

15:40 Fermati alla festa di Radio Sherwood Dopo la perquisizione nell'area del festival di Radio Sherwood, la digos si accinge a portare in questura diversi compagni.

15:55 La testa si prepara Stanno cominciando ad affluire i vicentini e le vicentine verso il corteo. Si sta strutturando la testa del corteo, per consentire poi a coloro che arriveranno di accodarsi al presidio permanente No Dal Molin che, in testa, riporta lo striscione "No Dal Molin? Yes we can"

16:00 Diretta di presentazione del corteo
Ascolta la diretta con Gianluca (InfoAut)

16:13 Migliaia in piazza
Almeno 10mila persone in piazza, tanti i vicentini e le vicentine in testa al corteo. Vicenza rifiuta la guerra.

16:28 Vicenza per l'indipendenza
Ascolta la diretta con Cinzia Bottene (Presidio Permanente No Dal Molin)

16:35 Vicenza libera Il corteo continua a denunciare, tramite gli interventi dai camion, la militarizzazione imposta dalla questura. La gente di Vicenza chiede che le forze dell'ordine lascino libere le strade, innanzitutto per consentire al corteo di sfilare liberamente. Fischi e insulti dei cittadini verso la polizia

16:45 No Tav al fianco di No Dal Molin
Ascolta la diretta con Lele (movimento No Tav)

16:50 Corteo bloccato Il corteo è bloccato dalle forze dell'ordine: situazione di stallo e contrapposizione tra testa del corteo e polizia vicino ad un accesso al cantiere. Un elicottero continua a sorvolare continuamente sulle teste dei manifestanti.

16:55 Situazione di stallo
Ascolta la diretta con Raffaele (InfoAut)

17:00 Testa sul ponte Vista la situazione di impasse e tensione, il corteo si è spostato su un tratto non autorizzato, superando un ponte presente nelle vicinanze, cercando un varco dove provare a sfondare ed entrare nel cantiere.

17:03 Corteo prova a sfondare sul ponte, lacrimogeni sparati
Ascolta la diretta con Gianluca (InfoAut)

17:12 La polizia carica e lancia lacrimogeni, il corteo resiste! Si delinea un poco più chiaramente quel che sta avvenendo a Vicenza. Dinnanzi al blocco delle forze dell'ordine rispetto ad un tratto di corteo autorizzato, la testa della manifestazione si è schierata con scudi e caschi. Il corteo è avanzato in direzione del ponte Marchese, cercando di superarlo, provando a sfondare. Polizia e carabinieri hanno risposto con il lancio di lacrimogeni, dopodichè sono partite le cariche e l'avanzamento dei blindati.

17:20 Ancora in piazza Dopo gli scontri sul ponte Marchese il corteo si è ricompattato. La gente rimane in piazza, forte la determinazione dei vicentini in piazza.

17:35 Riepilogo degli scontri e punto della situazione
Ascolta la diretta con Gianluca (InfoAut)

17:40 La polizia arretra Dopo le richieste pressanti dei manifestanti e gli scontri sul ponte Marchese, la polizia sembra stia arretrando, liberando il blocco che prima aveva impedito al corteo di proseguire.

17:50 Assemblea al presidio permanente No Dal Molin Il corteo si sta ora riversando al presidio permanente, dove si sta tenendo un'assemblea, rivendicando il tentativo fatto da parte dei No Dal Molin di provare a sfondare il muro di forze dell'ordine schieratesi a difesa del cantiere.

18:30 Di nuovo in corteo Dopo il momento assembleare al presidio permanente i No Dal Molin si sono rimessi in marcia, dirigendosi verso il ponte luogo degli scontri di oltre un'ora fa. La manifestazione contro la base Usa avanza con determinazione.

18:40 Conquistato diritto a proseguire
Ascolta la diretta con Raffaele (InfoAut)

19:15 Terminato il corteo E' andato a concludersi il corteo No Dal Molin, andando a terminare in quello che era il suo arrivo previsto, dopo essersi conquistato il diritto di sfilare in direzione del cantiere della base ststunitense.

da infoaut

Afghanistan nell'occhio del ciclone

A Lashkargah, nei giorni scorsi, c'era una calma surreale, insolita. Tutti i locali dicevano che era la quiete prima della tempesta. E avevano ragione.
I talebani, che da mesi circondano la capitale di Helmand, sono così vicini che le loro comunicazioni radio interferiscono con quelle cittadine. Nella provincia sono così forti da aver costretto la compagnia telefonica afgana, la Roshan, a spegnere i ripetitori dalle sei di sera fino all'alba per evitare di essere localizzati dai comandi Nato e poter quindi operare senza rischi. Sono così potenti da aver convinto la popolazione locale a non ritirare le tessere elettorali per il voto di agosto, pena il taglio della gola.Quei pochi che sanno che ad agosto si vota hanno decisamente optato per l'astensionismo.
Del resto, da quelle parti nessuno si interessa alla politica: Kabul è lontana e qui, in Helmand, c'è la guerra. Che ogni tanto dà qualche giorno di tregua, ma poi ricomincia, peggio di prima.
L'unica avvisaglia del fatto che qualcosa stava per succedere era stata, nei giorni passati, l'intenso volantinaggio aereo effettuato dalle truppe d'occupazione, con tutta probabilità per informare la popolazione dell'imminente offensiva. Un volantinaggio non sempre innocuo, peraltro. Dopo i volantini, dunque, arriva il ‘Colpo di Spada' - questo il nome dell'offensiva Usa - che si è abbattuto sull'Helmand con una forza che nessuno poteva prevedere.
All'ospedale di Emergency di Lashkargah è tutto pronto per ricevere i civili feriti. Uno è già arrivato martedì sera: è morto prima ancora di essere ricoverato. Ma la previsione dello staff è che ne arriveranno pochi, di feriti. La gente del posto dice che i marines hanno sigillato tutta l'area delle operazioni e quindi sarà difficile che le vittime dell'offensiva riescano a raggiungere il capoluogo.

Rahirmullah Yusufzai è un noto giornalista pachistano, tra i maggiori esperti mondiali di Afghanistan e terrorismo islamico, che segue il conflitto afgano dai tempi della guerra contro i sovietici. E' diventato famoso per essere stato l'ultimo giornalista ad aver intervistato Osama Bin Laden prima dell'11 settembre 2001. "Il consigliere per sicurezza nazionale di Obama, James Jones, solo ieri aveva detto che la guerra non può essere la soluzione del problema afgano" dice Yusufzai. "Subito dopo è stata lanciata un'offensiva militare senza precedenti. Il mio giudizio è che Obama voglia effettivamente cambiare strategia rispetto al passato e iniziare un dialogo con i talebani, ma da una posizione di forza, non da una posizione di debolezza. Inoltre questa operazione in Helmand va letta in relazione alle prossime elezioni di agosto: i talebani controllano tutta la provincia di Helmand eccetto la capitale Lashkargah, quindi oggi come oggi sarebbe impossibile svolgere le elezioni in quella regione. Ciò costituirebbe un grave danno di immagine sia per il governo afgano che per le forze degli Stati Uniti e della Nato".
Ma per i Talebani questa non è la prima grande offensiva a cui far fronte, e a differenza degli Stati Maggiori Usa, gli afghani sono abituati a resistere in armi da circa trent'anni. "Appena sono iniziate le manovre militari dei marines in Helmand, il portavoce talebano, Quari Yussuf Ahmadi, ha dichiarato che loro non sono minimamente spaventati dalle dimensioni di questa offensiva" Conferma Yusufzai. "Gli Stati Uniti hanno fretta di riprendere il controllo di Helmand prima delle elezioni, mentre i talebani sono pronti a combattere fino alla liberazione del loro Paese. Quindi non affronteranno i marines frontalmente, ma si ritireranno, daranno loro il tempo di occupare i distretti contesi e poi inizieranno ad attaccarli secondo le più classiche tattiche di guerriglia: imboscate, attentati, eccetera. Tempo fa un comandante talebano mi ha detto: gli americani hanno l'orologio, ma noi abbiamo il tempo".

Enrico Piovesana
http://it.peacereporter.net/articolo/16529/Afghanistan%2C+nell%27occhio+...

LA TERRA DEI CACHI

Il G8, i 22 morti alla stazione di Viareggio, i disoccupati in fila alle Caritas, il deficit fuori controllo, 2 giudici della Consulta moralmente corrotti, i mafiosi in parlamento, i loro boss che nascondono i denari in Vaticano, i ministri sotto processo, le discariche abusive, Forza Italia stretta a Bernardo Provenzano, la Lega nord che fa il pesce in barile e Napolitano che dice al menestrello angelino alfano che non firmerà il pacchetto intercettazioni.

I telegiornali cosa fanno? Sbattono nei titoli l’incendio in un palazzo di Londra, gli italiani in coda in autostrada per andare a fanculo, consigliano quali creme usare in spiaggia e - tanto per giustificare le ronde - celebrano lo stupro a Roma ai danni di una ragazza che stava uscendo dal proprio garage.

Ricapitolando: al G8 Obama e Merkel siccome non hanno intenzione di rischiare la pelle sotto i calcinacci della caserma di Coppito nella nazione del corruttore, faranno i loro incontri a Roma e forse a sorpresa alla Maddalena.
Ai funerali di Viareggio le salme non saranno solo 22.
Ci saranno anche quelle del presidente Napolitano e di una schiera di parlamentari attesi da uno stuolo di italiani incazzati, che dopo il lavoro non hanno più nulla da perdere.
Intanto il corruttore si prepara alle sue solite figuracce infami che potrebbero segnare la sua debacle ufficiale in tutto il mondo.

Insomma, la settimana che va ad aprirsi sarà focale e rischiosa per la tenuta dei fantocci al governo.
Io, che rinnovo l’invito a tutti quelli che vorranno esserci a Roma martedì mattina alle 10 in piazza Montecitorio per interviste lampo agli elementi della casta, mi riposo in attesa del lungo tour settimanale che si concluderà venerdì a Palermo con l’udienza Dell’Utri. E per qualche minuto mi distraggo, senza pensare…

di Daniele Martinelli

Un G8 di bugie

Dal 6 luglio L'Aquila sarà attraversata dal più cinico Summit G8 che la storia ricordi. Nonostante i lavori nella Maddalena fossero già stati avviati, il Governo Berlusconi ha abilmente deciso di sfruttare "l'emergenza terremoto" spostando l'intera macchina organizzativa del G8 nel territorio aquilano colpito dal sisma.Se le "opportunità e i vantaggi" offerti dal G8 non sono chiari a nessuno, ciò che sembra invece evidente è l'intento del Governo di scongiurare ogni possibile contestazione, sventolando lo "stato di emergenza" per tenere relegata la popolazione nei campi e per delegittimare chi, nonostante tutto, ha deciso di manifestare. Lo stesso "stato di emergenza" che non sembra rappresentare un problema per il Governo, quando a parlare è la popolazione aquilana [proteste: L'Aquila - Roma], così come non sembrano rappresentare un problema i 500 milioni di euro (sottratti di fatto alla ricostruzione) investiti per allestire la caserma della Guardia di Finanza che ospiterà il vertice. A completare il quadro, l'immancabile atteggiamento mistificatorio dei giornalisti, che dopo essersi distinti per sciacallaggio e bassezza umana durante i primi giorni del sisma, in questi giorni continuano a veicolare informazioni false tese a diffondere allarmismo e confusione [Il Giornale / Abruzzo24ore / Il Manifesto]. Nonostante il cinismo e le manovre del governo, anche questo G8 sarà segnato da contestazioni ed iniziative svolte sia nel territorio aquilano che su quello nazionale.

da Indymedia

Aggressione razzista a Roma


Altro disgustoso episodio di razzismo nel nostro paese. Quest'oggi, a Roma, nel quartiere Monteverde, un uomo di origine congolese è stato aggredito e picchiato da 3 italiani in via Donna olimpia al grido di "sporco negro" e "dovete tornare a casa vostra".
L'uomo stava lavorando, suonando ai campanelli dei condomini e distribuendo volantini di pubblicità nelle buche delle lettere. Il cittadino congolese, rifugiato politico in Italia dal 2004, ha scatenato l'ira di un uomo disturbato durante il "suo riposino pomeridiano", il quale l'ha prima insultato pesantemente insultato dalla finestra e poi aggredito spaccandogli una bottiglia in testa. Le grida hanno attirato l'attenzione di altri 2 cittadini italiani che si sono uniti nell'aggressione, raggiungendolo e picchiandolo ancora.

Il congolese è, come detto, un rifugiato politico in Italia dal 2004, si è sposato in Italia, vive a Roma e ha una bambina di pochi anni. E' stato accompagnato in ospedale dov'è stato dimesso con 7 giorni di prognosi per un trauma cranico e una ferita al sopracciglio sinistro.

Altro segnale questo odierno, a pochi giorni dall'approvazione del pacchetto sicurezza, che istituzionalizza il razzismo nell'ideologia di discriminazione e xenofobia che sta a monte, di un clima pesante e retrivo che si respira nel paese, alla quale si è giunti attraverso un continuo e propagandistico soffiare sul fuoco della politica, sempre più propensa (trasversalmente) a dare soluzione all'ingovernabilità delle realtà territoriali per vie securitarie, definendo il capro espiatorio di turno da scegliere tra i gradini più bassi della piramide sociale.

da Infoaut