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venerdì 7 agosto 2009

Sanità, facciamo chiarezza!

Intervista a Nichi sull'inchiesta sulla sanità pugliese, sui rapporti con alleati e opposizione, sui progetti del Presidente della Regione Puglia.
da L'Unità del 06.08.09
di Pietro Spataro

leggi l'articolo
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Puglia: Sondaggio Politico-Elettorale. Verso le regionali 2010

UDC determinante; nella pagina seguente i GRAFICI!

Autore:
Istituto Piepoli S.p.a.

Committente/ Acquirente:
Il Riformista

Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
160 interviste telefoniche con metodologia CATI; Universo: popolazione dai 18 anni in su residente nella regione Puglia.

QUESITO n.1

Domanda : Quanto gradisce l’operato di questi ultimi anni del Presidente delle Regione Nichi Vendola? .




QUESITO n.2

Domanda : Se alle prossime elezioni ci fossero due candidati, uno sostenuto da una coalizione di Centro Destra e uno sostenuto da una coalizione di Centro Sinistra alleata all’UDC, Lei per quale dei due candidati pensa che voterebbe? .




QUESITO n.3

Domanda : E se invece alle prossime elezioni ci fossero due candidati, uno sostenuto da una coalizione di Centro Destra e dall’UDC, e uno sostenuto da una coalizione di Centro Sinistra, Lei per quale dei due candidati pensa che voterebbe? .


MASSIMO CARLOTTO

- 20 Gennaio 1976: viene uccisa a Padova, nella sua abitazione, una studentessa di 25 anni, Margherita Magello, con cinquantanove coltellate. Massimo Carlotto, diciannove anni, studente e militante di Lotta Continua, scopre casualmente la vittima, insanguinata e morente, e si reca dai Carabinieri per raccontare il fatto; viene fermato, arrestato e imputato di omicidio.

- 15 Maggio 1978
: Massimo Carlotto, dopo oltre un anno di istruttoria a seguito di tre dibattimenti (il primo termina con un'ordinanza che dispone il rifacimento delle perizie e un supplemento di istruttoria, il secondo vien interrotto per la malattia del Presidente) è assolto per insufficienza di prove dalla Corte di Assise di Padova. -

- 19 Dicembre 1979: la Corte d'Assise d'Apello di Venezia rovescia il verdetto e condanna Massimo Crlotto a diciott'anni di reclusione.

- 19 Novembre 1982: La Corte di cassazione respinge il ricorso delle difesa e conferma la condanna.

- il 2 Febbraio 1985 Massimo Carlotto torna dal Messico e si costituisce alle autorità italiane. Nel corso dello stesso anno nasce il "Comitato Internazionale Giustizia per Massimo Carlotto", con sede a Padova, Roma, Parigi e Londra, che organizza una campagna di informazione e una raccolta di firme a favore della revisione del processo. Ne vengono raccolte migliaia. Il Primo firmatario in Italia è Norberto Bobbio, a livello internazionale lo scrittore Jorge Amado che nel giugno 1986, con altre decine di intellettuali, lancia dalle pagine di "Le Monde" un appello internazionale per la revisione del processo. Nel frattempo Massimo Carlotto si ammala gravemente in carcere ed inizia una nuova campagna per la sua scarcerazione.

- Febbraio 1987: scende in campo la "Federatiòn Internationale des Droits de l'Homme" che apre un'inchiesta sul caso e invia a Padova una commissione, guidata dallo stesso segretario generale, l'avvocato Patrik Baudoin. Dopo aver esaminato gli atti processuali e sentite le parti, la federazione si schiera a favore della recensione del processo.

- 12 Novembre 1987: Massimo Carlotto dopo una serie di perizie e udienze di fronte al Tribunale di Sorveglianza, ottiene il diferimento della pena per gravi motivi di salute.

- 20 Giugno 1988: i difensori, al termine di un lungo iter propedeutico di fronte alla Corte d'Appello di venezia, presentano l'istanza di revisione alla Corte di Cassazione.

- 30 Gennaio 1989: la cassazione concede la revisione del processo sulla base di tre nuove prove. Annulla la sentenza di condanna e rinvia gli atti alla Corte d'Appello di Venezia per il nuovo giudizio.

- 20 Ottobre 1989: quattro giorni prima dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, ha inizio il nuovo processo davanti alla Corte d'Assise d'Apello di Venezia. - Nel 1990, nel corso del processo, per la prima volta nella storia della giustizia italiana, la "Federaziòn Internazionale des Droits de l'Homme" invia in qualità di osservatori alcuni esperti, tra cui il capo di gabinetto della polizia scientifica di Parigi, al fine di accertare la correttezza delle indagini peritali. Ma il loro rapporto, totalmente a favore dell'imputato, non viene acquisito dalla Corte per limiti procedurali.

- 22 Dicembre 1990: dopo quattordici mesi di istruttoria dibattimentale, la Corte non emette una sentenza bensì un'ordinanza che rimette gli atti alla Corte costituzionale. Ritenendo pienamente provata una delle tre prove nuove e sostenendo, come giudizio finale, che l'imputato dovrebbe essere assolto per insufficienza di prove, la Corte dichiara di non sapere quale applicare tra il vecchio e il nuovo codice da poco in vigore.

- 05 Luglio 1991: con sentenza interpretativa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, la Corte Costituzionale stabilisce che la Corte di Venezia avrebbe dovuto applicare al caso il nuovo codice e assolvere Massimo Carlotto con formula piena già il 22 Dicembre 1990

- 21 Febbraio 1992: tornati gli atti della Corte Costituzionale, ha inizio il secondo giudizio di fronte a una nuove Corte d'Assise d'Appello perché nel frattempo il Presidente era andato in pensione. La Corte decide di non procedere a una nuova istruttoria dibattimentale e di recuperare la precedente tramite lettura degli atti.

- 27 marzo 1992: la Corte conferma la sentenza di condanna del 1979, ribaltando le conclusioni della Corte precedente.

- 28 Marzo 1992: la Procura Generale di venezia emette l'ordine di carcerazione per l'esecuzione della pena.

- 13 Maggio 1992: dopo quarantasette giorni di carcere, Massimo Carlotto viene nuovamente scarcerato per gravi motivi di salute e gli viene concesso un anno di differimento della pena.

- 24 Novembre 1992: la Corte di Cassazione conferma la sentenza di condanna. Già dalla sera stessa si comincia a parlare di grazia "come unico strumento, correttivo ed equilibrato dei rigori della legge, in grado di chiudere il caso con giustizia e umanità". Anche in considerazione delle condizioni di salute di Carlotto, nel frattempo ulteriormente peggiorate.

- 25 Novembre 1992: dopo neanche vetiquattr'ore dalla sentenza, alcuni consiglieri comunali di Padova consegnano al Presidente della Repubblica, in occasione di una sua visita in città, un dossier sul caso. Interpellato sulla grazia nel corso di un incontro pubblico con la cittadinanza, il Presidente risponde che esaminerà con estrema attenzione il caso.

- 14 Dicembre 1992 i genitori di Massimo Carlotto presentano la domanda di grazia al Tribunale di Venezia per l'istruttoria formale.

- 1993: i comitati internazionali lanciano un appello per una raccolta di firme a favore del provvedimento. Ne raccoglieranno diciottomila in tre mesi. Primo firmatario l'ex presidente della Corte Costituzionale Ettore Gallo. In tutta Italia si organizzano iniziative, dibattiti, spettacoli; il Consiglio Comunale di Padova vota un ordine del giorno a sostegno della richiesta.

- 7 Aprile 1993: il Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro, concede la grazia a Massimo Carlotto.

NUMERI E CURIOSITÀ DEL CASO GIUDIZIARIO PIÙ LUNGO DAL DOPOGUERRA:

- 18.000, è il numero di firme raccolte in soli tre mesi, in virtù delle quali è stata concessa la grazia a Massimo Carlotto.

- 30 Maggio 1993: è la data in cui è stata depositata presso la Corte Europea di Strasburgo, la richiesta di ricorso contro la sentenza di Cassazione che condannò Massimo colpevole in ultimo grado. A tutt'oggi la lentezza burocratica e l'altissimo costo delle spese legali fanno disperare una possibile riapertura del caso.

Massimo Carlotto è comunque il cittadino europeo che ha denunciato uno Stato per il maggior numero di violazioni, sia per quanto riguarda i diritti umani, sia per quanto riguarda il diritto alla difesa.

-140 chili è il peso raggiunto da Massimo nel periodo della detenzione, a causa del dismetabolismo cronico nato dallo stress della vita carceraria.

- 5 pacchetti di Marlboro rosse al giorno erano la media da fumatore di Massimo Carlotto in carcere.

- 11 è il numero di processi a cui è stato sottoposto.

- 86 i giudici che lo hanno giudicato

- 50 i periti che l'hanno "vivisezionato".

- 18 gli anni di odissea giudiziaria

- 2 le revisioni di processo avvenute, e conclusesi con esito opposto.

Massimo carlotto compì i suoi diciannove anni (era stato arrestato nel gennaio '76, a diciotto anni) nel carcere di Padova dove fu rinchiuso, e dove sostenne gli esami di stato per la maturita', e metà degli esami di laurea in scienze politiche.

Padova, Cuneo, Treviso, San Vittore, sono le carceri in cui ha soggiornato.

da MassimoCarlotto

Gasparri: "Vendola va interdetto" Il governatore lo cita per danni

Aspro scontro sull´inchiesta tra il capogruppo Pdl al Senato e il presidente

Gasparri: «Interdizione dai pubblici uffici per Vendola». E il governatore pugliese cita per danni il capogruppo del Pdl al Senato. E´ stato questo l´epilogo dell´ennesimo scambio di insulti e accuse a mezzo agenzia di stampa che ha coinvolto ieri Maurizio Gasparri e Nichi Vendola.E´ dal 19 maggio scorso che il capo dei senatori del Popolo della libertà ha puntato Vendola. Ospiti insieme della trasmissione Ballarò passata alla storia della tv per il "vaffa" che il governatore pugliese si lasciò sfuggire in diretta nazionale. L´invito, naturalmente era rivolto a Gasparri che il giorno dopo querelò il leader di Sinistra e libertà. Ieri Vendola ha pareggiato i conti, citando per danni l´ex ministro di An.

Di buon mattino, poco prima delle 10, incontrando i giornalisti Gasparri aveva dispensato l´accusa quotidiana nei confronti del presidente della Regione Puglia. Per l´occasione ha tratto spunto dalle dichiarazioni di Vendola pubblicate ieri dai quotidiani: «Non sono indagato né mai lo sarò».

Per il presidente dei senatori del Pdl è stato un assist perfetto: «Se la magistratura barese di fronte allo scempio della sanità pugliese fatto dalla sinistra, esita nell´indagare il presidente della giunta, Vendola non potrà evitare la sua interdizione. Delle due l´una - ha detto Gasparri - o Vendola è coinvolto nel disastro, come ci appare evidente essendo la sanità la sostanza del potere regionale, o non si è accorto di nulla, ipotesi risibile, e allora la sua palese inadeguatezza a ruoli pubblici dovrebbe portare ad un suo formale esautoramento. Speriamo che compagni e parenti dei compagni travestiti da magistrati non impediscano questo epilogo».

Di fronte a questa ennesima dichiarazione diffamatoria Vendola non ha esitato a ricorrere alle carte bollate e ha citato per danni Maurizio Gasparri.

«Le sue accuse vergognose - ha sottolineato il governatore pugliese - sono la dimostrazione che per lui e i suoi accoliti sia inconcepibile l´idea che si possa svolgere una funzione istituzionale senza ricorrere al ladrocinio. In sostanza, per loro, o uno è fesso oppure è un delinquente». Accuse che Vendola vuole tenere entrambe lontane da sé: «Gasparri piuttosto dovrebbe occuparsi maggiormente del marciume che emerge dall´inchiesta della procura barese e che coinvolge, senza alcun beneficio di inventario, una folta rappresentanza del rampantismo della destra locale».

Questo scambio di accuse, insulti e querele avvenuto tramite il taccuino e i registratori dei giornalisti è stato concluso ieri da una risposta di Maurizio Gasparri: «Se fosse meritevole di una replica, Vendola, noto utente del turpiloquio, gli direi che la sua gestione politica sta affondando sia sotto il profilo dei risultati che della moralità. Ma non merita repliche. I fatti sono chiari - ha sottolineato il capo dei senatori del Pdl - il caso Tedesco e il caso Vendola confermano il tracollo della sinistra. La sua arroganza e la sua certezza di impunità si fondano su una storia tutta da scrivere della magistratura pugliese. Ha poco da urlare. Si dimetta. E´ un fallito sotto il profilo politico e morale».

di Paolo Russo da RepubblicaBari

Georgia, Amnesty: situazione sfollati ancora grave a un anno dal conflitto

Trentamila georgiani rimangono ancora lontani dalle proprie case

Nessuno ha pagato per le numerose violazioni del diritto internazionale commesse durante la guerra in Georgia. Lo afferma Amnesty International in un rapporto che fa il punto anche sul "futuro incerto" che gli sfollati del conflitto hanno davanti a se'. "Centinaia di migliaia di persone devono fronteggiare una nuova realta' creata dal conflitto e le autorita' hanno la responsabilita' di rendere questo tempo di transizione il meno duro possibile.Hanno anche il dovere di fornire giustizia e riparazione alle vittime", ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa Centrale e Asia di Amnesty International. La guerra scoppiata nella notte tra il 7 e l'8 agosto 2008 causò la fuga di circa 192 mila persone, in larga parte di etnia georgiana. Dei 38.500 civili di etnia ossetina che lasciarono l'Ossezia del Sud per trovare riparo nella Federazione Russa, la maggior parte (salvo 4000) ha fatto rientro nel proprio territorio. Per quanto riguarda invece gli sfollati georgiani, 30 mila sono ancora lontani dalle proprie abitazioni; in particolare, 18.500 sfollati fuggiti dall'Ossezia del Sud e dal distretto di Akhalgori rischiano di esserlo ancora per molto tempo. La maggior parte degli sfollati in Georgia ha ottenuto un risarcimento o una sistemazione alternativa, all'interno di 36 nuovi centri urbani o insediamenti rurali dotati di forniture e servizi essenziali, ma del tutto isolati da scuole e ospedali e totalmente dipendenti da aiuti umanitari. Amnesty centra anche il tema della sicurezza e delle mine dislocate sul terreno. La mancanza di chiarezza sulla linea di demarcazione tra Georgia e Ossezia del Sud istituita dopo il conflitto e' un'altra fonte di insicurezza e la conclusione della missione Osce-Onu ha lasciato incompiuto il monitoraggio internazionale. Gli unici osservatori internazionali presenti nella regione, quelli della missione dell'Unione europea, non possono entrare nelle aree controllate dalle autorita' dell'Ossezia del Sud ne' nell'altro territorio secessionista dell'Abkhazia.

da PeaceReporter

Influenza A, scatta l'allarme. "Sarà colpito un pugliese su tre"

Nel mese di novembre un milione e mezzo di malati per la pandemia Firmato anche il protocollo d´intesa per le persone non autosufficienti e le loro famiglie «Nel mese di novembre il trenta per cento dei pugliesi sarà colpito dall´influenza suina». A lanciare l´allarme è stato ieri l´assessore alla Salute, Tommaso Fiore. I dati dell´osservatorio epidemiologico regionale parlano chiaro: nel suo mese peggiore la pandemia colpirà in Puglia quasi un milione e mezzo di persone. «Anche i servizi essenziali di tutela pubblica, di fronte a queste cifre, potrebbero non essere garantiti», ha spiegato Fiore, tracciando alcuni esempi pratici. «Pensiamo alla sola sanità - ha detto - se un terzo dei medici e degli infermieri pugliesi dovesse essere costretto a letto proprio mentre più di un milione di cittadini avrà bisogno di cure, sarebbe una situazione molto complicata da gestire». Senza contare che il trenta per cento di ammalati potrebbe mettere in ginocchio tutti i servizi pubblici: dal trasporto locale, alla scuola.

Per questo la Regione sta già cercando di correre al riparo. Il comitato pandemico regionale, istituito due mesi fa, ha individuato la strategia da seguire per affrontare al meglio l´arrivo dell´influenza suina.

"L´obiettivo primario - si legge nel documento diffuso ieri - è quello di mantenere al proprio domicilio il maggior numero di cittadini influenzati, riservando il ricovero solo ai casi clinici complicati, evitando un uso improprio del ricorso ai pronto soccorso". Per evitare di mettere sotto stress i reparti degli ospedali, Fiore si è già attivato presso i medici di base. «Per impedire l´assalto ai pronto soccorso - ha spiegato ieri - abbiamo una sola arma: aumentare l´assistenza domiciliare». La Regione sta pensando di erogare incentivi economici ai medici di medicina generale e ai pediatri con meno pazienti in lista: «Sarà necessaria la loro massima disponibilità oraria e territoriale per prestare assistenza al maggior numero di cittadini».


Ma anche questo non basterà. Per questo la Regione ieri ha invocato la massima collaborazione degli organi di stampa. L´assessorato alla Salute, in collaborazione con il servizio di comunicazione istituzionale della stanno preparando una campagna informativa per raggiungere e tranquillizzare tutti i pugliesi: «Il messaggio principale che vogliamo trasmettere - ha detto Fiore - è quello di stare tranquilli. Il Virus A è molto più contagioso di una normale influenza ma anche meno pericoloso. L´influenza suina va contrastata semplicemente restando a casa e utilizzando farmaci sintomatici per contrastare la febbre».

Ma l´arrivo della pandemia non stravolge l´attività della regione in tema di salute e servizi sociali. Ieri è stato firmato il protocollo d´intesa tra la Regione, l´Anci e i sindacati pugliesi "sulle azioni e gli interventi urgenti per favorire l´integrazione delle politiche in favore della qualità della vita e della qualità dei servizi per le persone non autosufficienti e i loro nuclei familiari". L´obiettivo della Regione è quello di aumentare la copertura della popolazione anziana e non autosufficiente. «Mentre il governo Berlusconi taglia il fondo per i non autosufficienti, la Regione rafforza i suoi interventi», ha sottolineato l´assessore Elena Gentile. Nel 2009 saranno 4mila i pugliesi a ricevere l´assegno di cura da parte dell´assessorato ai servizi sociali.

Prosegue l´attività anche sul fronte degli appalti sanitari. Si sono insediati nei giorni scorsi sia l´osservatorio dei prezzi che il nucleo per la valutazione dell´appropriatezza dei ricoveri. E, nei prossimi mesi, in collaborazione con il ministero della Salute la Puglia potrebbe per la prima volta istituire un corso di formazione e aggiornamento per direttori sanitari.
(07 agosto 2009)

8 agosto per dire no alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina!

Stanno andando avanti, stanno costruendo il loro "Ponte" fatto di colate di cemento, speculazione. I cittadini che scenderanno in piazza l'8 agosto a Messina non si opporranno semplicemente ad una singola opera, ma ad una concezione sbagliata, ad un modello perverso. La manifestazione organizzata dalla "Rete No Ponte" è il frutto di un lungo percorso costruito negli anni che ora si arricchisce di una precisa richiesta, ri-orientare la spesa pubblica allontanandola da grandi opere inutili, dannose e non volute verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, ed infrastrutture di prossimità, come il traghettamento pubblico dello Stretto.
Nel corso degli anni si è passati senza pudore dall'esaltazione del mercato e dell'iniziativa privata ad un interventismo statale degno dell'IRI, finalizzato però al trasferimento di denaro dalle tasche dei cittadini (quella parte di cittadinanza che paga le tasse) ad un ristretto circolo di contractors ben legati alla politica. Il Ponte come i rifiuti, l'acqua privatizzata come l'economia di guerra sono le "mucche da mungere" che arricchiscono pochi speculatori ed aumentano la distanza tra ricchi e poveri, spesso con metodi autoritari.

Pietro Ciucci ha da pochi giorni aggiunto alla carica di presidente dell'Anas e della Società Stretto di Messina (di cui Anas è azionista con l'82%) l'incarico barocco di "Commissario Straordinario per il riavvio delle attività", con il compito specifico di "rimuovere gli ostacoli" frapposti al Ponte. La formula è inquietante, anche perché più volte il governo ha minacciato "l'uso dell'esercito" contro quelle "minoranze" che oseranno opporsi all'avvio dei cantieri. Ma c'è anche l'aspetto economico, non meno preoccupante. In sessanta giorni, Ciucci dovrà "adeguare" i contratti stipulati con Impregilo (vincitrice di una gara dai contorni mai chiariti) e con "le società affidatarie dei servizi di controllo e verifica della progettazione definitiva ed esecutiva".

Pur non essendoci ancora un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro "in conto impianti", ovvero soldi destinati all'acquisto di fattori produttivi "a lungo ciclo di utilizzo". Soldi da spendere subito, e male. Secondo i ministri Matteoli e Tremonti, già alla fine dell'anno potranno essere avviati i "cantieri a terra", cioè tutte quelle che opere pensate in vista del Ponte, ma altrettanto inutili e forse ancora più dannose del "mostro sullo Stretto".

Un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che dovranno collegare il casello del Ponte alle strade ed alla ferrovia della città, e raddoppiare le corsie in previsione di un aumento del traffico che non ci sarà. Già da sole, le opere correlate trasformeranno l'area dello Stretto in un immenso cantiere per un tempo indefinito. Nessuno crede ai sette anni promessi da Ciucci, basta vedere l'esempio dell'ammodernamento della Salerno - Reggio Calabria, gestito da Anas ed in parte da Impregilo, avviato nel 1990, costato 17 volte di più, perennemente "infiltrato" da tutti i clan di camorra e ‘ndrangheta presenti lungo il tracciato.

Intanto prosegue il "sacco edilizio" della città di Messina. E' stato approvato il progetto per il Tirone, unico quartiere storico sopravvissuto al cataclisma del 1908. Un parcheggio sotterraneo da 1400 posti su 6 piani, l'ennesimo centro commerciale e tanti nuovi palazzi potrebbero eliminare l'ultimo residuo di centro storico. Le mura che hanno resistito alle scosse del grande terremoto rischiano cento anni dopo di crollare di fronte alla furia dei palazzinari e del partito del cemento.


SABATO 8 AGOSTO MANIFESTAZIONE NOPONTE A MESSINA

partenza in pullmann da Palermo
ore 14 davanti l'ExKarcere - costo del biglietto 10 euri a/r
per info scrivete alla redazione di Infoaut Palermo: palermo@infoaut.org

partenza da Reggio Calabria
ore 15:30 - piazzale antistante la stazione di Villa San Giovanni
già dalla sera prima il c.s.o.a. Cartella sarà Zona NoPonte: musica, video e balli!


L'appello della Rete No Ponte: Manifestazione 8 Agosto 2009
Ore 18 - Piazza Cairoli - Messina


Il piano per le infrastrutture varato dal Governo si configura come un vero e proprio regalo nei confronti dei grossi contractor (Impregilo in testa) che fanno del rapporto con le istituzioni pubbliche la loro fortuna. Dei 16 miliardi di Euro complessivi, 1,3 sono stati destinati al Ponte sullo Stretto, opera che ha acquisito un valore simbolico ormai superiore anche allo stanziamento previsto. All'operazione infrastrutture viene assegnato il significato del rilancio dell'economia e dell'occupazione. Si tratta di un nuovo corso a carattere globale con enormi investimenti (seppure ogni paese lo configuri con caratteristiche differenti). In realtà difficilmente questo tipo di politiche avrà un vero effetto anticiclico (ancora meno miglioreranno le condizioni di vita dei lavoratori colpiti dalla crisi), ma sicuramente servirà a trasferire risorse dal pubblico alle imprese private che sono impegnate in questo settore di mercato. La costruzione del ponte sullo Stretto, al di là del portato di distruzione di un'area paesaggisticamente straordinaria e di importanza unica dal punto di vista naturalistico e della devastazione cui condurrebbe Messina e Villa San Giovanni a causa di immensi cantieri che interesserebbero queste città per molti anni, non ha alcuna logica dal punto di vista trasportistico ed economico. Tutti gli studi condotti negli ultimi anni, infatti, a partire da quelli degli advisor ingaggiati dal governo italiano indicano in alti tassi di crescita del meridione (almeno il 3,8 %) la condizione perch´ il ponte possa essere seppur minimamente profittevole. A tali tassi corrisponderebbe, infatti, un incremento dei transiti che indurrebbe quegli introiti che giustificherebbero economicamente l'opera. Com'è evidente, però, siamo molto lontani da questi dati ed infatti negli ultimi anni il traffico nello Stretto di Messina ha visto un netto ridimensionamento piuttosto che l'auspicato incremento. I tanto sbandierati ingorghi agli imbarcaderi (che giustificherebbero l'opera) sono in realtà ormai rari e in larga misura causati da una riduzione della flotta e dalla progressiva opera di dismissione portata avanti dalle Ferrovie dello Stato nel mezzogiorno. E allora sarà alquanto difficile che possa esserci un investimento di privati in un'opera che non dà alcuna garanzia di profitti (nonostante le clausole di rivalsa che prevedono il rimborso del 50% dell'investimento allo scadere della concessione). Il finanziamento (se ci sarà, col miliardo e trecento milioni attuali avvieranno progettazione ed opere propedeutiche e/o compensative) sarà interamente pubblico e verrà, come spesso ripetuto da Matteoli, recuperato in larga parte sul mercato finanziario (attraverso prestiti e/o obbligazioni) rinviando il debito alle generazioni successive. Inoltre, i 40000 addetti propagandati dal Governo sono da ridurre, secondo recenti studi, basati peraltro anche sulle rilevazioni condotte dagli advisor, a circa 5000 di cui solo 2000 locali. Il movimento Noponte ha sempre espresso la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto non soltanto per motivazioni ambientali, economiche, trasportistiche, sociali ma anche sollevando gravi interrogativi su aspetti tecnici legati alla scarsa valutazione sull'alta sismicità dell'area, sulla tenuta delle saldature del Ponte, sui limiti tecnologici attuali per garantire una "luce" così lunga, ecc.. Quegli interrogativi sono oggi confermati ed addirittura aggravati non da un tecnico qualsiasi ma addirittura da quello che fu il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte ovvero il prof. Remo Calzona che dichiara apertamente in una intervista a "La Repubblica" di avere sbagliato le previsioni: la soluzione del Ponte a campata unica è oggi assai più costosa e per nulla immune da crisi strutturali; il Ponte potrebbe collassare a causa della fatica dei materiali (il cosiddetto fletter,che provocò la caduta del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles); è molto probabile che il Ponte subisca il fenomeno del galopping, ovvero una deformazione patita in Danimarca dal nastro d'asfalto del ponte sullo Storebelt, impedendo il passaggio di cose e persone, ovvero il motivo ufficiale per il quale si costruisce un Ponte!!! Il 22 gennaio 2006 una grande manifestazione partecipata da decine di migliaia di persone (con la partecipazione di una folta delegazione di No Tav) invase le strade di Messina e determinò di fatto uno stop alla costruzione del ponte. Il Governo Prodi, infatti, inserì l'opera tra quelle non prioritarie. Non cancellò, però, la Stretto di Messina Spa (società incaricata di gestire la costruzione del ponte), né rescisse il contratto firmato da Berlusconi con Impregilo poco prima della scadenza del suo mandato è risultato, così, agevole al nuovo Governo Berlusconi rilanciare l'operazione. Per fermare nuovamente la costruzione del ponte sullo Stretto sarà oggi necessario ricostruire le condizioni che portarono a quella grande mobilitazione di piazza. Lo abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo.

Costruiamo insieme una grande manifestazione per l'8 Agosto 2009

da Infoaut

Curricula Criminali di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti ·

Gli episodi criminosi più eclatanti

28 febbraio 1978. In piazza Don Bosco, a Roma, Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall’aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall’auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.
9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi, dal volto travisato, fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L’incendio divampa e le impiegate, terrorizzate, tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente.

7 marzo 1979. Per «festeggiare» l’8 marzo, un gruppetto di neofasciste, tra cui Mambro, piazzano una rudimentale bomba davanti alle finestre del Circolo culturale femminista nel quartiere Prati, a Roma. A pochi metri di distanza, Fioravanti ed altri sono lì, armati, pronti ad intervenire.

16 giugno 1979. Fioravanti guida l’assalto alla sezione comunista dell’Esquilino, a Roma. All’interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte: di quartiere e dei ferrovieri. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano Srcm, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti, per puro caso non ci sono morti. Dario Pedretti, componente del Commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario «non c’era scappato il morto». Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all’azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista.

17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l’avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell’eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L’agguato viene teso sotto lo studio dell’avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti.

6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell’omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti -fratello di Valerio- dichiarerà: «La mattina dell’omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii».

30 marzo 1980. Un commando di terroristi assalta il distretto militare di via Cesarotti a Padova. Un sergente viene ferito e vengono rubati 4 mitragliatori M.C, 5 fucili a ripetizione, pistole e proiettili. Sul muro della caserma, prima di andarsene, Mambro firma la rapina con la sigla BR per depistare le indagini.

23 giugno 1980. Fioravanti, Mambro e Cavallini uccidono a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra. Ha ereditato i fascicoli d’indagine dal giudice Vittorio Occorsio. Poco prima di essere assassinato aveva chiesto l’uso di un auto blindata. Gli fu negato. All’indomani dell’omicidio, i Nar telefonano ad un quotidiano e fanno ritrovare un volantino di rivendicazione che dice: «Oggi 23 giugno 1980 alle ore 8:05, abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati. Oggi egli ha chiuso la sua squallida esistenza imbottito di piombo. Altri, ancora, pagheranno». Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando «alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi».

9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini, Vale e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna (link all'omicidio Mangiameli).

5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l’imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un’auto, «Spara, spara!».

31 luglio 1981. Nell’ambito di un regolamento di conti all’interno della destra eversiva viene ucciso Giuseppe De Luca. All’omicidio partecipa Mambro.

30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore". Del commando omicida fa parte Mambro.

21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all’agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. L’efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole del medico legale: «La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell’encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello». Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell’eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell’agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni.

5 marzo1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. La sua morte suscita scalpore anche perché il giovane viene colpito alla testa con un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo.

Curriculum completo e condanne di Francesca Mambro

07-03-1979: violazione della normativa sulle armi; munizioni, aggressivi chimici e congegni micidiali

15-03-1979: rapina; violazione delle norme sul controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi; detenzione illegale di armi e munizioni; ricettazione.

1980: rapina.

30-03-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni; porto illegale di armi; lesione personale; ricettazione..

23-05-1980: furto.

28-05-1980: attentato per finalità terroristiche o di eversione; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; rapina; tentata rapina; porto illegale di armi; omicidio.

17-06-1980: detenzione illegale di armi e munizioni.

23-06-1980: omicidio.

16-07-1980: rapina; danneggiamento; detenzione illegale di armi e munizioni; furto; occultamento di atti veri; ricettazione.

02-08-1980: strage; omicidio; lesione personale; attentato a impianti di pubblica utilità; partecipazione a banda armata.

05-08-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni.

09-09-1980: omicidio; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; porto illegale di armi

10-09-1980: contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione.

20-09-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni.

21-09-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni.

22-09-1980: attentato per finalità terroristiche o di eversione; lesione personale; occultamento di atti veri; ricettazione; rapina; porto illegale di armi.

23-09-1980: furto continuato.

19-10-1980: ricettazione.

29-10-1980: falsità materiale commessa dal privato in autorizzazioni amministrative; violenza privata continuata.

02-11-1980: ricettazione.

13-11-1980: rapina; resistenza a un pubblica ufficiale; porto illegale di armi; ricettazione; detenzione illegale di armi e munizioni; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

26-11-1980: violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; detenzione illegale di armi e munizioni.

19-12-1980: rapina; sequestro di persona; violazione di domicilio; violazione delle disposizioni sul controllo delle armi; ricettazione.

05-02-1981: omicidio; detenzione illegale di armi e munizioni; porto illegale di armi; furto; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; associazione per delinquere; falsità materiale commessa dal privato in certificati.

28-02-1981: furto.

06-03-1981: furto.

18-04-1981: associazione sovversiva; partecipazione a banda armata; violazione della normativa sulle armi, munizioni, aggressivi chimici e congegni micidiali.

maggio 1981: falsità materiale; occultamento di atti veri.

30-07-1981: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni; ricettazione.

31-07-1981: violazione di domicilio; attentato per finalità terroristiche o di eversione; porto illegale di armi; furto; omicidio.

16-09-1981: sequestro di persona; rapina; violazione di domicilio; porto illegale di armi; ricettazione.

30-09-1981: attentato per finalità terroristiche o di eversione; porto illegale di armi; omicidio.

ottobre 1981: partecipazione a banda armata.

08-10-1981: ricettazione.

21-10-1981: attentato per finalità terroristiche o di eversione; porto illegale di armi; ricettazione; omicidio.

novembre 1981: soppressione di atti veri.

23-01-1982: falsità materiale.

09-02-1982: falsità materiale; ricettazione.

25-02-1982: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni; lesione personale; furto.

05-03-1982: attentato per finalità terroristiche o di eversione; porto illegale di armi; ricettazione; falsità materiale; detenzione abusiva di armi; omicidio.

27-12-1982: violenza privata; oltraggio a un pubblico ufficiale.

06-05-1994: oltraggio a un magistrato in udienza.

Le condanne di Francesca Mambro

Sei sono le sentenze che comminano l’ergastolo alla Mambro:

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Venezia del 17 gennaio 1985

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 6 febbraio 1986

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 5 novembre 1987

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 7 aprile 1988

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 3 marzo 1989

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 16 maggio 1994

Quindi:

ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)

ergastolo per l’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)

ergastolo per la strage alla Stazione di Bologna (2 agosto 1980)

ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)

ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)

ergastolo per l’omicidio di Giuseppe De Luca (31 luglio 1981)

ergastolo per l’omicidio di Mambroarco Pizzari (30 settembre 1981)

ergastolo per l’omicidio di Francesco Straullu e Ciriaco di Roma (21 ottobre 1981)

ergastolo per l’omicidio di Alessandro Caravillani (5 marzo 1982)

La mancata corrispondenza tra numero degli omicidi e numero di ergastoli è dovuta all’applicazione del vincolo della continuità.

La Mambro ha inoltre accumulato complessivamente 84 anni e 8 mesi di reclusione per reati quali: furto e rapina (una ventina in tutto), detenzione illegale di armi, violazione di domicilio, sequestro di persona, ricettazione, falso, associazione sovversiva, violenza privata, resistenza e oltraggio, attentato per finalità terroristiche, occultamento di atti, danneggiamento, contraffazione impronte.

Persone uccise da Francesca Mambro: 96.

Anni effettivamente scontati in carcere: 16

Curriculum completo e condanne di Valerio Fioravanti

28-02-1976: tentato omicidio.

15-12-1976: tentato omicidio; violazione disposizioni sul controllo delle armi.

23-12-1976: violazione della normativa su armi, munizioni, aggressivi chimici e congegni micidiali.

30-12- 1976: ricettazione continuata.

09-01-1977: tentato omicidio; violazione delle disposizioni sul controllo delle armi.

08-02-1977: detenzione illegale di armi e munizioni; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

25-05-1977: detenzione illegale di armi e munizioni.

30-12-1977: detenzione illegale di armi e munizioni; danneggiamento.

31-12-1977: porto illegale di armi continuato.

04-01-1978: porto illegale di armi continuato.

28-02-1978: omicidio; tentato omicidio; violazione delle norme sul controllo delle armi; ricettazione

05-03-1978: rapina; ricettazione; furto.

06-03-1978: tentato omicidio; rapina; ricettazione.

08-05-1978: abbandono di posto da parte di un militare di guardia.

09-05-1978: furto militare continuato.

30-06-1978: furto continuato.

03-07-1978: rapina; porto illegale di armi.

24-11-1978: rapina.

26-12-1978: rapina; violenza privata; violazione di domicilio; detenzione illegale di armi e munizioni.

09-01-1979: incendio; lesione personale continuata; detenzione illegale di armi e munizioni (Radio Città Futura

08-02-1979: rapina, detenzione illegale di armi e munizioni.

15-03-1979: rapina; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi, detenzione illegale di armi e munizioni; ricettazione.

marzo 1979: violazione delle norme sul controllo delle armi.

16-06-1979: strage; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi (sezione PCI Esquilino).

19-06-1979: ricettazione continuata.

27-11-1979: rapina (Chase Mambroanhattan Bank); detenzione illegale di armi e munizioni; ricettazione.

05-12-1979: ricettazione continuata; violazione delle norme sulle armi, munizioni, aggressivi chimici e congegni micidiali.

11-12-1979: rapina; ricettazione; detenzione illegale di armi e munizioni.

17-12-1979: omicidio; detenzione illegale di armi e munizioni; detenzione abusiva di armi; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

1980: rapina, detenzione illegale di armi e munizioni.

06-02-1980: attentato per finalità terroristiche o eversive; rapina; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; porto illegale di armi; omicidio. (link a episodi criminosi)

28-02-1980: rapina; porto illegale di armi; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi; sostituzione di persona.

07-03-1980: rapina; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

30-03-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni; porto illegale di armi; lesioni personali; ricettazione.

aprile 1980: violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

28-05-1980: attentato per finalità terroristiche o di eversione; violazione delle norme sul controllo di armi, munizioni e esplosivi; rapina; porto illegale di armi; furto; tentata rapina; omicidio.

23-06-1980: omicidio.

10-07-1980: violazione della disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope; detenzione abusiva di armi.

31-07-1980: contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione.

02-08-1980: strage; omicidio; lesione personale; attentato a impianti di pubblica utilità; formazione di banda armata.

05-08-1980: rapina; danneggiamento; porto illegale di armi; furto continuato; occultamento di atti veri; ricettazione; falsità materiale.

settembre 1980: falsità materiale.

09-09-1980: omicidio; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi. (link a episodi criminosi)

22-09-1980: attentato per finalità terroristiche o di eversione; lesione personale; occultamento di atti veri; ricettazione; rapina; porto illegale di armi.

20-09-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni.

21-09-1980: rapina; detenzione illegale di armi e munizioni.

23-09-1980: furto.

19-10-1980: ricettazione.

22-10-1980: ricettazione; violazione del controllo delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

29-10-1980: violenza privata continuata; falsità materiale.

13-11-1980: rapina; resistenza a un pubblico ufficiale; ricettazione; porto illegale di armi; falsità materiale; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

26-11-1980: detenzione illegale di armi e munizioni.

19-12-1980: rapina; violazione di domicilio; sequestro di persona; ricettazione, violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi.

05-02-1981: omicidio; furto; detenzione illegale di armi e munizioni; associazione per delinquere; falsità materiale; violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni e esplosivi. (link a episodi criminosi)

18-02-1983: tentata evasione; lesione personale continuata.

09-05-1985: calunnia.

Le condanne di Valerio Fioravanti

Sei sono le sentenze che comminano l’ergastolo a Fioravanti:

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Venezia del 17 gennaio 1985

- sentenza della Corte d’assise d’Appello di Roma del 30 maggio 1985

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 6 febbraio 1986

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 7 aprile 1988

- sentenza del Tribunale di Bologna del 27 marzo 1990

- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 16 maggio 1994

Quindi:

ergastolo per l’omicidio di Roberto Scialabba (28 febbraio 1978)

ergastolo per l’omicidio di Antonio Leandri (17 dicembre 1979)

ergastolo per l’omicidio di Maurizio Arnesano (6 febbraio 1980)

ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)

ergastolo per l’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)

ergastolo per la strage alla Stazione di Bologna (2 agosto 1980)

ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)

ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)

La mancata corrispondenza tra numero di ergastoli e numero di omicidi è dovuta all’applicazione del vincolo della continuazione.

Fioravanti ha inoltre accumulato complessivamente 134 anni e 8 mesi di reclusione per reati quali: furto e rapina (una ventina), violazione di domicilio, sequestro di persona, detenzione illegale di armi, detenzione di stupefacenti, ricettazione, violenza privata, falso, associazione a delinquere, lesioni personali, tentata evasione, banda armata, danneggiamento, tentato omicidio (28 febbraio 1976, 15 dicembre 1976, 9 gennaio 1977, 28 febbraio 1978, 6 marzo 1978), incendio, sostituzione di persona, strage, calunnia, attentato per finalità terroristiche e di eversione.

Persone uccise da Fioravanti: 93.

Anni effettivamente scontati in carcere: 18.

http://www.stragi.it/pagina.php?id=curriculacriminali

da Antifa

Vacanze a Pyongyang

Conclusa la visita lampo di Bill Clinton in Corea del Nord e liberate le due giornaliste di Current.tv, è stato reso noto che l’ex presidente statunitense è volato a Pyongyang in qualità di “privato cittadino”, a bordo di un aereo di proprietà di un suo ricco sostenitore e senza alcun esponente governativo a bordo. Christofer Beam su Slate allora si è chiesto: se Clinton può andare in Corea del Nord, posso andarci anch’io? La risposta è sì, ma il viaggio sarebbe alquanto particolare.

“Per andare in Corea del Nord serve un visto. Se siete americani, il dipartimento di stato raccomanda di richiedere il visto tramite il rappresentante nordcoreano alle Nazioni Unite. Ma è comunque più facile ottenere il visto mediante una delle agenzie turistiche accreditate, come l’Asia pacific travel (l’unica americana) e la britannica Koryo tours. Per chiedere il visto bisogna compilare un modulo, a cui allegare copia del passaporto e due fotografie. L’agenzia turistica invia la documentazione al governo, perché sia esaminata: l’intero processo dura circa un mese. L’ingresso nel paese vi può essere negato per qualsiasi ragione, quel che è certo è che non entrerete mai se nel modulo avrete scritto che fate il giornalista. Nel caso la richiesta di visto venga accettata, agli americani è consentita una permanenza di soli cinque giorni, e durante il periodo dell’Arirang Festival, i ‘giochi di massa’ celebrativi del regime. I cittadini occidentali ma non statunitensi possono entrare in Corea del Nord durante ogni periodo dell’anno e possono restarci fino a dieci giorni”.

Un amico inseparabile
Ma non è finita. “I viaggiatori stranieri in Corea del Nord sono costantemente sorvegliati. Una volta arrivato in aeroporto, incontrerai una guida turistica governativa che starà con te per tutta la durata del viaggio. La guida può confiscarti qualsiasi cosa lui consideri pornografico, nonché qualsiasi materiale di tipo religioso che potrebbe essere usato per fare proselitismo. In aeroporto dovrai lasciare il tuo telefono cellulare e consegnare il passaporto alla guida. Una volta fuori, sarai portato in albergo: o al Koryo o al Potanggang, gli unici due alberghi in città dove è possibile guardare la Cnn”.

“Anche le visite in città sono severamente sorvegliate, e seguono sempre lo stesso percorso: dalla Juche Tower, che commemora il compleanno di Kim il-Sung, al Korean central history museum, che racconta la storia della nazione, ovviamente dal poco convenzionale punto di vista dei suoi dittatori. Andare in giro senza guida e rivolgere la parola ai nordcoreani è severamente proibito. Se provi a parlare a un cittadino del posto, la guida ti denuncerà alle autorità. Se non lo fa, qualcun altro potrebbe denunciare la guida. Se scatterai delle foto, soprattutto se metterai nell’obiettivo strutture governative o militari, la tua macchina fotografica sarà confiscata. Se sei statunitense poi, non esiste alcuna ambasciata a cui rivolgersi in caso di emergenza. L’ambasciata svedese, però, fornisce alcuni servizi basilari ai cittadini americani”. A quelli abbastanza coraggiosi da aver voglia di sottoporsi a una vacanza del genere.

da Internazionale

Sale la febbre del lotto in Italia

“La crisi economica e la disoccupazione crescente sembrano aver incrementato i sogni degli italiani di diventare ricchi in un baleno”. Così il New York Times scrive della grande attesa attorno al jackpot del Superenalotto, che ha toccato la quota record di 119 milioni di euro.

Se il quotidiano statunitense descrive le preoccupazioni delle associazioni antiracket e degli psichiatri per le conseguenze che potrebbe avere la vittoria di una somma così grande, l’Independent racconta invece del tentativo di un piccolo comune siciliano. “Questa somma incredibile potrebbe cambiare la vita di un’intera comunità: è quello che aveva in mente il sindaco del paesino di Ficarra, in Sicilia, quando ha chiesto ai suoi consiglieri comunali di tagliare 115 euro dai loro stipendi per giocare una puntata collettiva. I numeri su cui puntare saranno scelti per i loro riferimenti alla santa patrona del paese, con la speranza che ‘la sua benedizione ci faccia vincere il jackpot’, come dice il sindaco Basilio Ridolfo. Se le preghiere dei duemila abitanti di Ficarra saranno esaudite, il sindaco promette di spendere 60 milioni in infrastrutture e servizi comunali, e suddividere la parte restante della somma a tutti gli abitanti, regalando loro ventimila euro ciascuno”.

Altri link sull’Italia
British values seem to revolve around the worship of celebrities, The Guardian
Former ally turns on Silvio Berlusconi for ‘whoring attitude’, The Times
This is how Italy functions, says call girl, Financial Times

da Internazionale

RINO GAETANO - NUNTEREGGAE PIU'




RINO GAETANO - NUNTEREGGAE PIU'

Abbasso e alè
abbasso e alè
abbasso e alè con le canzoni
senza fatti e soluzioni
la castità
la verginità
la sposa in bianco il maschio forte
i ministri puliti i buffoni di corte
ladri di polli
super pensioni
ladri di stato e stupratori
il grasso ventre dei commendatori
diete politicizzate
evasori legalizzati
auto blu
sangue blu
cieli blu
amore blu
rock and blues
NUNTEREGGAEPIU'
Eya alalà
pci psi
dc dc
pci psi pli pri
dc dc dc dc
Cazzaniga
avvocato Agnelli Umberto Agnelli
Susanna Agnelli Monti Pirelli
dribbla Causio che passa a Tardelli
Musella Antognoni Zaccarelli
Gianni Brera
Bearzot
Monzon Panatta Rivera D'Ambrosio
Lauda Thoeni Maurizio Costanzo Mike Bongiorno
Villaggio Raffa Guccini
onorevole eccellenza cavaliere senatore
nobildonna eminenza monsignore
vossia cherie mon amour
NUNTEREGGAEPIU'
Immunità parlamentare
abbasso e alè
il numero 5 sta in panchina
s'è alzato male stamattina
mi sia consentito dire
il nostro è un partito serio
disponibile al confronto
nella misura in cui
alternativo
aliena ogni compromesso
ahi lo stress
Freud e il sess
è tutto un cess
ci sarà la ress
se quest'estate andremo al mare
solo i soldi e tanto amore
e vivremo nel terrore che ci rubino l'argenteria
è più prosa che poesia
dove sei tu? non m'ami piu'?
dove sei tu? io voglio tu
soltanto tu dove sei tu?
NUNTEREGGAEPIU'
Ue paisà
il bricolage
il quindicidiciotto
il prosciutto cotto
il quarantotto
il sessantotto
il pitrentotto
sulla spiaggia di capocotta
Cartier Cardin Gucci
portobello e illusioni
lotteria a trecento milioni
mentre il popolo si gratta
a dama c'è chi fa la patta
a settemezzo c'ho la matta
mentre vedo tanta gente
che non c'ha l'acqua corrente
e non c'ha niente
ma chi me sente...
ma chi me sente
e allora amore mio ti amo
che bella sei
vali per sei
ci giurerei
ma è meglio lei
che bella sei
che bella lei
vale per sei
ci giurerei
sei meglio tu
che bella sei
NUNTEREGGAEPIU'


« C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. »
(Rino Gaetano ad un concerto prima di cantare Nuntereggae più nel 1979)