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venerdì 28 agosto 2009

Finalmente l'acqua! Questa volta le istituzioni sono state di parola e disponibili

Nardò- Questa epopea,questa situazione dei migranti si sta trasformando in una serie a puntate .
Da ora quello che succederà nei prossimi giorni sarà raccontato sottoforma di diario.
Quello che mi piace considerare è come questo blog stia diventando sempre più il luogo adatto per ribadire la nostra verità,per spiegare come si realizza la nostra opera e quante insidie ogni giorno devono essere affrontate.
Da quando i signori che gestiscono la masseria Boncuri sono andati via, lasciando i migranti senz’ acqua e infischiandosene delle condizione di disagio, da quando mi hanno detto che sono un “moccioso “ e che dovrei portarli a casa mia si sono susseguiti momenti di tensione.
Per questa grave situazione di indigenza non era stata approntata alcuna soluzione ; ho deciso di armarmi di pazienza e di riferire al Comune quale era l’emergenza in questione.
Parlando con il delegato dal sindaco, facente funzioni, il sign.Cavallo e il direttore generale siamo giunti alla conclusione che trovare delle misure per fronteggiare questa crisi era indispensabile.
Mettendomi in contatto con la signora Anna Dell’Angelo Custode, gestore dei servizi sociali di Nardò, ho potuto verificare, da parte delle istituzioni, la volontà di risolvere il problema dell’acqua.
Mi sono recato inoltre presso la sede dei servizi sociali assieme ad altri membri del movimento per la sinistra per discutere con la dottoressa Dell’Angelo Custode.
Era stato riscontrato un guasto alla pompa dell’acqua del pozzo.
I signori della Finis-Terrae sono stati richiamati e le loro mansioni sono state prorogate sino al 15 di Settembre; il dormitorio è stato riaperto.
Bisogna però svelare dei retroscena che in questi giorni si sono succeduti.
Devo, per onor del vero, specificare che anche se responsabile della gestione del centro di accoglienza, il signor Giuseppe Arrivo è un esterno, chiamato a progetto dalla Fins-Terrae per svolgere il suo lavoro.
Dopo l’articolo dell’altro giorno, reiterate sono state le richieste da parte dei gestori del centro di cancellare il mio precedente articolo dal blog, ma indarno.
Chi impara a conoscerci deve sapere che non siamo disposti a piegarci :
il blog è l’organo di controllo e fonte di verità. Chi vuole può ribattere, noi non eserciteremo censure se non costretti dall’uso di volgarità; LA FONTE è distante da altri blog presenti sul circuito neritino.
Ancora l’altro ieri, mentre svolgevamo il lavoro quotidiano che va avanti da quasi 2 mesi, ossia quello di portare acqua ai migranti bisognosi, ci siamo imbattuti, io soprattutto, in una aggressione verbale da parte di Gianluca Nigro. Prendendomi a muso duro,mi è stato detto da questo energumeno che sono un mongoloide e che mi manda all’ospedale , che non conosco e non so niente di Finis-Terrae, che per l’articolo mi querela e che non ci faranno più metter piede nel centro di accoglienza della masseria. Occorre specificare che questi stessi signori avevano detto di aver richiesto la proroga per restare ancora li a prestar servizio, mentre a colloquio con Cavallo mi è stato specificatamente detto che non era stata chiesta alcuna proroga e che anzi la fase di dismissione del servizio non era stata ortodossa in quanto al Comune si aspettavano consegne precise :questi figuri hanno lasciato il centro e i gazebo erano rimasti li, incustoditi, mentre il dormitorio era stato chiuso e negato l’acceso all’acqua, seppur non fruibile in quanto la pompa del pozzo era fuori uso.
Ora queste persone sono state richiamate e quello che chiedo è di lavorare e di farsi carico delle responsabilità che spettano a loro. Certo è che quanto a umanità hanno ancora tanto da imparare dai migranti bisognosi e non ho dubbi che senza questa dose di virtù nessuno può fare accoglienza. Da ieri finalmente dopo alcuni giorni questi lavoratori possono lavarsi.
Noi siamo tornati nella masseria, e abbiamo potuto appurare che l’ acqua è tornata anche se il mediatore culturale giordano che era presente non si è degnato di salutarci.
Questa volta le istituzioni sono state di parola e disponibili.
Quello che per noi è importante è cercare di alleviare le sofferenze di questi poveri disgraziati, controllare e monitorare il lavoro delle istituzioni e di chi gestisce l’ accoglienza, per cercare di capire come è possibile che una tragedia di questa portata, della quale dovrebbe occuparsi l’ Europa, passi inosservata per la maggior parte degli abitanti di questa Nardò, apatica e poco solidale col prossimo..

Angelo

Fatti non parole! Suggerimenti M.p.S.( Nardò) in merito alla situazione degli stagionali

Al Sindaco
Al Dirigente Servizi Sociali
Comune di Nardò

Oggetto : suggerimenti M.p.S. in merito alla situazione dei lavoratori stagionali immigrati

Facendo seguito all’incontro sollecitato dal Movimento per la Sinistra – Sinistra e Libertà con la dirigente ai Servizi Sociali dott. Anna Dell’Angelo Custode, tenutosi il 26/08/2009, in merito alla situazione degli immigrati che vivono accampati in condizioni di estrema precarietà ed emergenza in un uliveto nelle vicinanze della Masseria Boncuri, centro gestito dalla associazione “Finis Terrae”, si riportano nella presente le osservazioni, suggerimenti e le proposte avanzate dal M.p.S., in base all’esperienza diretta da volontari di alcuni suoi militanti.

Tali osservazioni partono da alcune constatazioni:

• L’inadeguatezza ricettiva e di servizi del Centro ubicato presso la masseria Boncuri rispetto al numero effettivo
• di lavoratori stagionali che nei periodi “caldi” dei lavori agricoli convergono nella nostra zona;
• L’imprevedibilità del numero di stagionali temporaneamente presenti nonostante la regolare periodicità;
• L’assoluta priorità di accesso diretto e libero all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati;
• Il potenziale pericolo per i cittadini di emergenze sanitarie e di sicurezza, stanti le condizioni vergognose di emarginazione e necessità in cui gli stagionali sono costretti a causa dell’assenza di misure adeguate.

M.p.S. suggerisce per l’immediato:

1. l’istituzione di un bus-navetta dalla Masseria Boncuri verso le strutture d’interesse (ASL, ambulatorio medico, ospedale, farmacia, guardia medica, ufficio postale) per almeno due corse giornaliere
2. il posizionamento nei pressi della stessa masseria di cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti in numero adeguato alle necessità
3. una visita almeno settimanale di un assistente sociale che raccolga le richieste o rilevi le situazioni particolari
4. l’accertamento di potabilità dell’acqua del pozzo presente nella stessa masseria

M.p.S. suggerisce per il prossimo futuro:

1. l’ubicazione di una fontana pubblica di acqua potabile, che consenta l’approvvigionamento necessario, il più possibile vicina alla zona interessata (sentito il responsabile di zona dell’Acquedotto Pugliese tale sito potrebbe essere individuato nel giardinetto adiacente la Chiesa dei Santi Medici);
2. l’utilizzo di parte di fondi destinati dalla Regione Puglia alla ristrutturazione della Masseria Boncuri per la realizzazione, sui terreni di proprietà della masseria stessa, di un’area attrezzata a campeggio (con adeguati sistemi di ombreggiatura provvisori in attesa di apposito rimboschimento, aree per servizi igienici, docce, lavanderia, cucina) per l’accoglienza di quegli stagionali che non dovessero trovare sistemazione nell’apposito centro;
3. la convocazione di una riunione operativa degli enti e/o uffici interessati (Servizi Sociali, Protezione Civile, ASL, Ispettorato del Lavoro, Sindacati, associazioni di volontariato e forze dell’ordine) all’inizio della primavera di ogni anno per avviare in tempo utile le misure necessarie all’accoglienza;
4. che il Comune di Nardò si faccia promotore di una conferenza di Servizi su questo tema coinvolgendo anche gli altri Comuni della zona.

Certi che codesto ufficio considererà con la dovuta attenzione i suggerimenti avanzati, restiamo in attesa di un cenno di riscontro, dichiarando fin d’ora la completa disponibilità di M.p.S. a collaborare a una soluzione efficace e duratura della questione.

Distinti saluti.

Nardò, 27/08/09 per M.p.S. - Nardò
Claudia Raho

Insabbiare

Ezio Mauro oggi su "La Repubblica" firma l'editoriale dal titolo “Insabbiare” è dedicato al premier che “usa ogni mezzo contro la libertà di stampa, nel silenzio generale”. Un retroscena spiega che questo è il primo passo della “campagna d'autunno” del premier, che ha intenzione di “ribattere colpo su colpo” alle accuse. Anche per i timori di un “settembre nero dell'economia”, di “scenari da incubo” con la chiusura di centinaia di imprese sotto i 15 dipendenti. “Per questo il controllo dell'informazione è vitale”, scrive il quotidiano romano.

LEGGI L'EDITORIALE

Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire: insabbiando così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente.

E' la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l'estate dell'uomo più potente d'Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul "ciarpame politico" che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda, il Capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l'accertamento della verità, impedendo la libera attività giornalistica d'inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta.

In questa svolta c'è l'insofferenza per ogni controllo, per qualsiasi critica, per qualunque spazio giornalistico d'indagine che sfugga al dominio proprietario o all'intimidazione di un potere che si concepisce come assoluto, e inattaccabile. Berlusconi, nel suo atto giudiziario contro Repubblica vuole infatti colpire e impedire anche la citazione in Italia delle inchieste dei giornali stranieri, in modo che il Paese resti all'oscuro e sotto controllo. Ognuno vede quanto sia debole un potere che ha paura delle domande, e pensa che basti tenere al buio i concittadini per farla franca.

Tutto questo - la richiesta agli imprenditori di non fare pubblicità sul nostro giornale, l'accusa di eversione, l'attacco ai "delinquenti", la causa alle domande - da parte di un premier che è anche editore, e che usa ogni mezzo contro la libertà di stampa, nel silenzio generale. Altro che calunnie: ormai, dovrebbe essere l'Italia a sentirsi vilipesa dai comportamenti di quest'uomo.

(28 agosto 2009)

Bomba carta in un bar, torna l’allarme racket in città

Lecce (Salento) – Un nuovo attentato in città fa crescere l’allarme e rende sempre più visibile la presenza del racket. Nel mirino, questa volta, un bar al quartiere Salesiani: un ordigno , non potente, ma comunque inquietante è esploso l’altra notte danneggiando la saracinesca del bar ‘Bellini’ di via Monti. Nuovo attacco alla criminalità. Un episodio che fa seguito ad altri gravi che si sono verificati tempo fa. L’ennesimo colpo è stato inflitto l’altro ieri sera ad un bar leccese, il ‘Bellini’ situato nel quartiere Salesiani. Un avvertimento, forse, che fa salire la preoccupazione su una presunta recrudescenza della criminalità organizzata a Lecce. La bomba, di ridotte dimensioni, potrebbe essere stata posta nello spazio tra la saracinesca e la vetrina, causando danni materiali minimi. Secondo gli investigatori, lo scoppio potrebbe essere avvenuto tra 22.30 e le 23.00 di mercoledì sera . Nessuno ha però sentito l’esplosione , tanto che il titolare del bar si è accorto del danno, ieri mattina, al momento di riaprire le saracinesche ed ha subito chiamato la Polizia. Il danno è stato causato solo all’esterno del locale, lasciandone intatto l’interno.

Quello di mercoledì sera, nonostante i lievi danni, è un attentato che fa riflettere soprattutto alla luce delle altre azioni criminali avvenute a Lecce e che hanno riguardato altri esercizi commerciali. Attacchi intimidatori infatti, sono avvenuti nelle scorse settimane nella palestra “Wellmess Salento Fitness” in via Pitagora distrutta da una bomba, e i colpi di pistola e fucile contro le concessionarie “Tondo Moto” in via Taranto, e “Dmj” di Surbo. Attacchi di un’entità diversa di quella che ha interessato il bar Bellini, ma che comunque fanno balenare l’ipotesi di un collegamento tra gli attentati che hanno scosso Lecce e i paesi limitrofi nelle ultime settimane. Nella mente degli investigatori fa sempre più paura l’idea della nascita di un nuovo gruppo criminale dedito alle estorsioni.

Noi, Giorgio Bocca, la mafia e la politica

La cosa che più mi ha stupito delle reazioni dei politici italiani, è che per definire l’articolo di Bocca hanno usato un aggettivo tipicamente... mafioso: "infame". Cosa dovremmo dedurre?

A molti, anzi a tutti i meridionali è capitato qualche volta (più probabilmente molte volte) di andare in un bel parcheggio non a pagamento e trovare il famoso “posteggiatore”, che ti indica gentilmente dove parcheggiare, ti aiuta nella manovra e promette di badare alla macchina e di stare attento che nessun delinquente tenti di rubarla. Così noi (anche io) ci allontaniamo, facciamo quello che dobbiamo fare e quando torniamo paghiamo 50 centesimi o un euro (l’ultima volta anzi il tizio mi ha proposto una vera e propria tariffa a seconda del tempo che stavo lontano dalla macchina) al simpatico parcheggiatore. Tecnicamente tutto ciò si definisce estorsione o pizzo, ma, non so a voi, a me viene automatico, quando il parcheggiatore mi ringrazia, rispondere con un “di nulla” o un “grazie a lei” o un “prego” (che vuol dire: ti prego di non ringraziarmi). Se non si trattasse di un reato a cielo aperto, la situazione sarebbe comica, visto che ringraziamo chi ci deruba.



Ora, si capisce che tutti quelli che pagano questo pizzo (anche io) non sono criminali ed anzi spesso possono anche essere persone onestissime, che non hanno mai commesso un reato in vita propria. Tuttavia, nessuno di fronte al parcheggiatore si rifiuta di pagare, perché, in sostanza, ha paura. Paura del parcheggiatore e paura di come possa trovare la macchina dopo essere tornato, se la trova. Per quanto ci si ostini a dire che l’Italia, e specialmente il Sud, non è solo mafia, la verità è che quotidianamente ci scontriamo con una realtà mafiosa. Dire “mafioso” è diverso, molto diverso da dire “criminale”. Perché la mafia è un’organizzazione e ciò si capisce immediatamente quando il parcheggiatore ti chiede il pizzo e a venti metri c’è un gruppo di carabinieri. Non sto parlando di un fatto fantasioso, ma della pura realtà. A me è successo qualche giorno fa, ma sono sicuro che a tutti i meridionali sia successo spesso. I carabinieri che si trovano a venti metri sanno benissimo, e non potrebbe essere altrimenti, che di fronte al loro naso fioccano molteplici reati di estorsione. Sanno benissimo che c’è un delinquente che si fa pagare minacciando, più o meno esplicitamente, gli automobilisti. Sanno tutto benissimo, eppure non si muovono di un metro.

Allora la cosa più immediata che verrebbe da fare, se ci si trovasse in un Paese non mafioso, sarebbe andare dai carabinieri e dire: “Ma voi sapete che lì c’è uno che chiede il pizzo per posteggiare?” Chi vive in un posto in cui la legge ha valore e vigore probabilmente non avrebbe esitazioni e si rivolgerebbe al carabiniere con la pretesa di far cacciare quel delinquente. Ma se vivi qui al Sud, la situazione è diversa. Tu sai che loro sanno senza dubbio che lì c’è un delinquente. Sai quindi che se avessero voluto fare rispettare la legge, l’avrebbero già fatto. Se l’estorsore è lì, vuol dire che i carabinieri non hanno nessuna intenzione di mettersi contro di lui, di far rispettare la legge. Allora, ancora una volta, hai paura. Hai paura anche a chiedere spiegazioni ai carabinieri: che ne sai se loro non si sono messi d’accordo precedentemente col parcheggiatore? Se non si muovono, è solo perché hanno paura (anche loro) o perché hanno un interesse e sono in combutta col parcheggiatore? Il risultato è che tu non ti ribelli al parcheggiatore, non chiedi niente ai carabinieri e taci. E hai paura.

Naturalmente non succede sempre questo. Ogni tanto qualcuno parla. Una decina di giorni fa Giorgio Bocca ha pubblicato su l’Espresso l’articolo “Quanti amici ha Totò Riina”, che ha scatenato un putiferio di polemiche. Cosa diceva di così scandaloso Bocca? Semplicemente che la mafia ha avuto nel passato e ha tuttora rapporti più o meno amichevoli con lo Stato e con chi lo rappresenta, ovvero politici (l’ex sindaco di Palermo Ciancimino, per citarne uno di tanti) e spesso anche forze dell’ordine, come è stato comprovato da diversi processi (chi vuole maggiori dettagli su tali processi può leggere uno degli ultimi articoli di Travaglio). In particolare, Bocca scrive molto chiaramente ciò che noi abbiamo sempre di fronte ai nostri occhi: “i carabinieri, come la mafia, non sono qualcosa di estraneo e di ostile alla società siciliana, fanno parte e parte fondamentale del patto di coesistenza sul territorio, di controllo del territorio condiviso con la Chiesa e con la mafia... I carabinieri, specie quelli che arrivano da altre provincie, sanno che la loro vita è appesa a un filo che un colpo di lupara può raggiungerli in ogni vicolo, in ogni tratturo. Non è naturale, obbligatorio che si creino delle tacite regole di coesistenza o di competenza?” Questa frasi, tuttavia, hanno scatenato una reazione violenta da parte dei politici, che si sono precipitati a difendere l’Arma dei carabinieri e il suo valore, come se Bocca avesse detto che tutti i carabinieri sono criminali e non ci sono mai stati carabinieri che si sono impegnati contro la mafia.

Anche senza conoscere Bocca, che è un esperto conoscitore della mafia, leggendo l’articolo a nessuno può venire mai in mente che il giornalista si riferisse indistintamente a tutti i carabinieri. Eppure molti politici hanno creduto o hanno fatto finta di credere ciò. Delle due l’una: o i politici non sanno leggere o fanno finta di non saper leggere. A questo punto, speriamo che non sappiano leggere, perché se fanno finta vuol dire che hanno solo cercato un pretesto per attaccare uno che aveva osato alzare la voce sopra il coro di stupide dichiarazioni sulla mafia. Il fatto che ci siamo ridotti a sperare che chi ci governa sia analfabeta non è proprio confortante.

Puglia- Emiliano: D'Alema si faccia da parte

Michele Emiliano, segretario regionale uscente del Pd, come sta evolvendo la trattativa con l’Udc per le Regionali?

Purtroppo è un’esclusiva di D’Alema, la trattativa con Casini la gestisce direttamente lui. Io, da segretario regionale, l’ho potuta gestire solo per le amministrative a Bari e per l’accordo su Brindisi. Questa impostazione è quella che sta provocando tante difficoltà: c’è un percorso politico sul teritorio che porta ad una visione comune con i centristi, ma finché i due leader dialogano in esclusiva e l’unico che parla è Latorre, non la vedo messa bene.

Non è un po’ duro con D’Alema?


È che io e Vendola non abbiamo nessun problema ad aprire una dialettica con chiunque voglia sostenere il governo uscente della Puglia e rilanciarlo alla sfida del 2010, ma questa trattativa sta sfuggendo di mano sia al governatore ricandidato che al segretario del partito.

E cosa propone?

Un’autonomia del partito da D’Alema: è la più importante personalità del Pd nazionale, ma per far nascere questo partito lo deve liberare dal peso della sua personalità, tanto più in Puglia. Dovrebbe farlo come un padre con un figlio: tutti i democratici pugliesi sono pronti ad utilizzare questa libertà con rispetto e gratitudine nei suoi confronti. Se non ci prova adesso ad emanciparci tutti, vestendosi invece del ruolo di segretario del partito regionale, quando lo farà? Quando costruiremo un’autentica classe dirigente in Puglia? Sono convinto che su questa mia richiesta, che gli ho espresso da tempo, ci stia riflettendo.

Insomma, D’Alema le ha chiesto di farsi da parte nel congresso, ora glielo chiede lei. O no?

No, affatto. È che sono molto preoccupato delle lacerazioni che stanno venendo fuori, per arginare le quali ho lanciato la mia mozione «Semplicemente pugliesi» fuori dagli schieramenti pro-Franceschini e pro-Bersani. Avevo proposto a D’Alema, proprio perché prevedevo che sarebbe scattato il «tutti contro tutti», di sostenere la strada della ricandidatura unitaria del segretario regionale uscente e avevo ottenuto l’avallo di Franceschini. Comprendo la questione del doppio incarico, ma la norma nazionale è ancora inesistente e laddove fosse stata approvata, sarei stato pronto a dimettermi subito dopo le elezioni onde guidare il partito alla campagna delle Regionali. Far guidare il Pd da una persona che ha consensi è meglio che farlo guidare, sotto elezioni, da un candidato sconosciuto perfino a parte del popolo delle primarie. E poi c’è un altro problema.

Quale?

Che lo scannatoio che si è innescato non è solo tra sostenitori dei due candidati leader nazionali: è paradossale che i candidati segretari pugliesi, tutti vicini a Vendola, siano divisi tra loro e lo siano anche sulla ricandidatura di Nichi alla guida della Regione. Chi la prepara la campagna elettorale in un clima del genere? Io non posso farlo, dovendo stare un passo indietro nella guida del partito per rispetto degli altri candidati. Assicuro il mio impegno per evitare divisioni drammatiche, ma noto che le schizofrenie ormai sono partite.

Si spieghi.

Minervini, come me, ha messo nero su bianco nella sua mozione la ricandidatura di Vendola. Prendo atto, invece, che sebbene la mozione Bersani abbia rilanciato la candidatura per bocca di Latorre, il candidato segretario di quella mozione ancora non ha proferito parola. E il suo silenzio mi dà l’impressione che sia stato ispirato da D’Alema. Blasi dica ciò che pensa, parlando a nome della mozione pugliese, altrimenti quella miccia non sarà disinnescata nonostante i miei tentativi di tenere unito il partito.

E come metterla con i lettiani, che sostengono quella mozione e non vogliono la ricandidatura di Vendola?

È un paradosso di quella mozione e deve essere il suo titolare a scioglierlo. Quando Boccia si candiderà alla guida della Regione, come credo farà, come si comporterà Blasi che oggi gli chiede sostegno? È la prova del caos che si è creato e del grave errore nell’aver convocato un congresso con le regionali alle porte.

Con l’Idv come la metterete? Sembrate ai ferri corti.

Definire l’Idv un alleato è davvero difficile, visto che il partito è guidato da un coordinatore che parla di questione morale senza nessun elemento obiettivo e solleva polemiche pretestuose perfino sulla nomina a vicesindaco a Bari del suo segretario provinciale. Chiedo al leader Di Pietro di riflettere su questo: lo schema che sta portando avanti in Puglia sta creando solo un vantaggio tattico al Pdl e rischia di rimettere le lancette dell’orologio all’indietro, facendo tornare il centrodestra al governo della Regione. Considero legittime le critiche a Vendola per la scarsa attenzione che ha avuto in 4 anni di governo per l’Idv, ma ora che il governatore ha offerto un ingresso in giunta e l’Idv vi ha rinunciato, non si può continuare a sparare contro. Occorre ricucire un’alleanza politica, ma prima l’Idv deve manifestare rispetto e obiettività.

VERSO SUD: PRIMO FESTIVAL DELLA CULTURA EBRAICA IN PUGLIA

(AGI) - Bari, 28 ago. -Negba - Verso il Mezzogiorno e' il titolo del primo Festival della cultura ebraica in Puglia. In ebraico biblico negba significa verso Sud, quindi in direzione di Gerusalemme, ma anche verso il Mezzogiorno d'Italia, i suoi territori e le sue comunita', in un cammino di conoscenza, riscoperta e valorizzazione. L'evento, che prendera' il via la sera del 6 settembre a Trani, citta' capofila della decima edizione della Giornata Europea della Cultura ebraica, e' promosso dall'Unione Comunita' Ebraiche Italiane (Ucei) e dalla Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo con la collaborazione e il sostegno di 7 Amministrazioni comunali: Andria, Bari, Lecce, Oria, Otranto, San Nicandro Garganico e Trani. L'annuncio ufficiale dell'evento sara' dato nel corso della conferenza stampa del 2 settembre a Bari, presso la Presidenza della Regione Puglia (ore 11.00 - via N. Sauro, 33).A presentarlo, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo, Magda Terrevoli, assessore al Turismo, il rabbino Roberto Della Rocca, tra i curatori del programma culturale, Victor Magiar, supervisore del progetto e assessore alla Cultura Ucei, e Renzo Gattegna, presidente Ucei. Alla conferenza stampa interverranno anche il presidente della Comunita' Ebraica di Napoli, Pierluigi Campagnano e sindaci e assessori dei Comuni coinvolti (Michele Emiliano, sindaco di Bari; Vincenzo Zaccaro, sindaco di Andria; Luciano Cariddi, sindaco di Otranto; Costantino Squeo, sindaco di San Nicandro Garganico con Riccardo Tricarico, assessore alla Cultura; Antonio Lovato, assessore alla Cultura di Trani e Glauco Caniglia, delegato del sindaco di Oria per la valorizzazione della presenza ebraica).