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giovedì 17 settembre 2009

ASSALTI FRONTALI - MAPPE DELLA LIBERTA'



Assalti Frontali - Mappe Della Libertà

Stavo in macchina ascoltando la mia radio preferita
Pensando al mio prossimo caso e ai casi della vita
Insomma agli affari di un rapper militante
Quando la mia city mi appare devastante
E la notte io andavo adelante
Un cavaliere errante col mio passo di elefante
Ogni incrocio nutrito d’ostacoli mura camion frigoriferi e destini che mettono paura
Prendi assalti “reggi questa band hip hop”
La mafia si è mossa per metterci uno stop
Che facciamo che intrecci oscuri
Qui come lavori incontri ritorsioni
“Ma bisogna avere fede”
E allontanare il prete
dietro ogni vicario c’è sempre porno minorile in rete
“ di chi fidarsi qua”
e quella guardia con quella paletta in mano chi è sua santità
via veloce vago
c’è tanto di quel sangue da formare un lago
su queste mappe i passanti
quanto sono brutti
io sto in guerra contro quasi tutti
ma non ho paura di essere in minoranza
mi sento estraneo alle menzogne della maggioranza
non temo il sentimento di allontanamento
sempre in sintonia col zero cinque percento


La libertà ,la libertà, la libertà, è tutto,è tutto

rit.
Li ci sono chiese, macerie,moschee e questure
Li frontiere ,prezzi inaccessibile e freddure
Li paludi ,minacce , cecchini coi fucili ,documenti ,file notturne e clandestini
Qui incontri , lotte ,passi sincronizzati , colori , capannelli non autorizzati, uccelli migratori, reti , informazioni , piazze di tutti i laiche pazze di passioni

Si che si esce di qua
Si chi si esce da queste mappe della città
Si chi si esce
Cerca di stare in gruppo
la tranquillità è importante ma la libertà è tutto

Strade , piazze , luci sfocate , segni sui muri , basi occupate
Solo qui in quartiere ce ne saranno venti
Un pò di ossigeno per vivere le vite differenti
Chi alza la testa lo sa che non è un gioco
Bisognerebbe conformarsi prima o dopo
Anche sulla terra si può fare naufragio
A volte sto bene , a volte male ma coraggio
Questo è niente a volte si entra e non si esce
Stai qui con i tuoi:l’erba , la carbonella e il pesce
Ti sbattono in galera che sei un anima bella
Diventi un corpo inanimato in cella
Ricordo Aldo Bianzino era un falegname
Nel suo casolare a chi faceva del male (a chi?)
Come lui qui c’è gente non è che t’accompagni
Questa è gente che io voglio come compagni
Con una forza dentro contro ogni potere
Qualcosa che nemmeno immaginavo di avere

E quando ci incontriamo non c’è segno di resa
E in strada ogni volta si rinnova l’intesa X 2

rit.
Li ci sono chiese, macerie,moschee e questure
Li frontiere ,prezzi inaccessibile e freddure
Li paludi ,minacce , cecchini coi fucili ,documenti ,file notturne e clandestini
Qui incontri , lotte ,passi sincronizzati , colori , capannelli non autorizzati, uccelli migratori, reti , informazioni , piazze di tutti i laiche pazze di passioni

Si che si esce di qua
Si chi si esce da queste mappe della città
Si chi si esce
Cerca di stare in gruppo
la tranquillità è importante ma la libertà è tutto

La libertà dove sta , la trovi nella mappa
Non restare tra la gente distratta
Vuoi cercare , trovare la connessione
Che ti lega a tutte le altre persone
La libertà dove sta , la trovi nella mappa
o resti tra la gente distratta
la città ogni giorno si rinnova:chi cerca , chi trova
chi ti metterà alla prova

Morto Luciano Emmer , il padre delle commedie all'italiana e di Carosello



ROMA - È morto ieri mattina al policlinico Gemelli Luciano Emmer. Il regista de Le ragazze di Piazza di Spagna, il successo del 1952 con Lucia Bosé e Marcello Mastroianni non si era ripreso dalle complicanze di un brutto incidente di cui era rimasti vittima in estate. Milanese, 91 anni compiuti in gennaio, Emmer debuttò nel lungometraggio 60 anni fa con Domenica d'agosto, dopo una lunga esperienza come documentarista, al ficonco di Enrico Gras. Tra i suoi titoli più conosciuti, Parigi è sempre Parigi, Terza liceo, film che si inserivano nel filone del neorealismo, con le storie di persona comuni, ma che già anticipavano quella che sarà poi definita commedia all'italiana. Sua anche la celebre sigla del primo Carosello, quella con i siparietti che si aprivano uno dopo l'altro.

L'OMAGGIO VENEZIANO - Nei giorni scorsi la Mostra del Cinema di Venezia aveva ospitato nella sezione retrospettiva Quest Fantasmi 2'La ragazza in vetrina, sua pellicola del 1960 con Marina Vlady. Dopo questo film Emmer lasciò il grande schermo per un lungo periodo. Riprese a girare nel 1990 con Basta! Ci faccio un film; nel 2003 realizzò L'acqua... il fuocò con protagonista Sabrina Ferilli. Di redente anche il Torino Film Festival gli aveva reso omaggio, proietteando tutte le sue opere dal 1938 al 2004, molte delle quali restaurate dalla Cineteca Nazionale di Roma. In occasione della serata finale ad Emmer è stato anche consegnato il Premio Cipputi alla carriera, un riconoscimento promosso da Cgil-Cisl-Uil, e dallo stesso Staino, per premiare artisti che abbiano raccontato il mondo del lavoro.

CAROSELLO - Si calcola che Emmer girò qualcosa come 2750 episodi di Carosello, i più celebri erano quelli del dado Star con Totò, di altri furono protagonisti Nilla Pizzi, Adriana Asti, Edoardo Vianello, Fred Buscaglione e Anita Ekberg, Paolo Panelli, Walter Chiari, Paolo Villaggio. Jean-Luc Godard arrivò a dire: «A parte Rossellini il meglio del cinema italiano negli anni ’50 e ’60 è stato Carosello”. A Emmer piaceva ricordare quelle produzioni, a cominciare dalla celebre sigla: «La chiamavamo "Le tende", perché vi si apriva un grande sipario. Va detto che Carosello non era proprio pubblicità. Ad esempio dopo l’ultimo lavoro fatto da Totò, un Carosello con me di alcuni minuti, c’era un codino pubblicitario molto discreto di trenta secondi che faceva solo vedere il prodotto. Adesso la pubblicità è completamente cambiata, adoperano il culo di una donna per sponsorizzare una lavatrice, un’automobile, o un’acqua gasata. Carosello era pulito perché era una cosa limpida e graziosa, costretto a far vedere il prodotto solo nel finale». Del mestiere di regista parlava senza retorica: «Ognuno nella vita deve fare qualcosa, lasciando stare la soddisfazione personale, per il proprio sostentamento, e io non sono stato capace di trovarmi altro. Mia madre, saggia donna lombarda che non ha mai visto un film in tutta la sua vita, mi chiedeva cos’era 'sto cinema, non capendolo, e consigliandomi di fare l’idraulico. Fin dal medioevo i miei antenati erano gran lavoratori in Val di Non, o forse degli sbronzoni, poiché il vino non si vedeva a litri, ma ad emmeri. Oggi che non ho fatto l’idraulico non saprei aggiustare il tubo di un rubinetto neanche se mi dessero un miliardo. Però, se mi dessero un miliardo potrei provare, magari con quei soldi poi ci faccio un film».
Stefania Ulivi

16 settembre 2009(ultima modifica: 17 settembre 2009)
da corriere roma

PIERPAOLO PASOLINI - "FASCISTA"


Esiste oggi una forma di antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale.
Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto e per obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più.
Partiamo dal recente film di Naldini: Fascista. Ebbene questo film, che si è posto il problema del rapporto fra un capo e la folla, ha dimostrato che sia quel capo, che quella folla, sono due personaggi assolutamente archeologici. Un capo come quello oggi è assolutamente inconcepibile non solo per la nullità per l’irrazionalità di quello che dice, per il nulla logico che sta dietro quello che dice, ma anche perché non troverebbe assolutamente spazio e credibilità nel mondo moderno. Basterebbe la televisione per vanificarlo, per distruggerlo politicamente. Le tecniche di quel capo andavano bene su di un palco, in un comizio, di fronte alle folle “oceaniche”, non funzionerebbero assolutamente su uno schermo.
Questa non è semplice constatazione epidermica, puramente tecnica, è il simbolo di un cambiamento totale del modo di essere, di comunicare fra di noi. E così la folla, quella folla “oceanica”. Basta per un attimo posare gli occhi su quei visi per vedere che quella folla lì non c’è più, che sono dei morti, che sono sepolti, che sono i nostri avi. Basta questo per capire che quel fascismo non si ripeterà mai più. Ecco perché buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologicamente appunto, che non può più far paura a nessuno. E’, insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo.

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Io credo, lo credo profondamente, che il vero fascismo sia quello che i sociologhi hanno troppo bonariamente chiamato “la socità dei consumi”. Una definizione che sembra innocua, puramente indicativa. Ed invece no. Se uno osserva bene la realtà, e soprattutto se uno sa leggere intorno negli oggetti, nel paesaggio, nell’urbanistica e, soprattutto, negli uomini, vede che i risultati di questa spensierata società dei consumi sono i risultati di una dittatura, di un vero e proprio fascismo. Nel film di Naldini noi abbiamo visto i giovani inquadrati, in divisa……… Con una differenza però. Allora i giovani nel momento stesso in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi ed i loro campi, ritornavano gli italiani di cento, di cinquant’anni addietro, come prima del fascismo.
Il fascismo in realtà li aveva resi dei pagliacci, dei servi e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio, nel fondo dell’amina, nel modo di essere. Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell’intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irrigimentazione superficiale, scenografica, ma di una irrigimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Il che significa, in definitiva, che questa “civiltà dei consumi” è una civiltà dittatoriale. Insomma se la parole fascismo significa la prepotenza del potere, la “società dei consumi” ha bene realizzato il fascismo.

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Un ruolo marginale. Per questo ho detto che ridurre l’antifascismo ad una lotta contro questa gente significa fare della mistificazione. Per me la questione è molto complessa, ma anche molto chiara, per me il vero fascismo, l’ho detto e lo ripeto, è quello della società dei consumi e i democristiani si sono trovati ad essere, anche senza rendersene conto, i reali ed autentici fascisti di oggi. In ambito i “fascisti ufficiali” non sono altro che il proseguimento del fascismo archeologico: e in quanto tali non sono da prendere in considerazione. In questo senso Almirante, per quanto abbia tentato di aggiornarsi, per me è altrettanto ridicolo che Mussolini. Piuttosto un pericolo più reale viene oggi dai giovani fascisti, dalla frangia neonazista del fascismo che adesso conta su poche migliaia di fanatici ma che domani potrebbe diventare un esercito.
Secondo me l’Italia oggi vive qualcosa di analogo a quanto accadde in Germania agli albori del nazismo. Anche in Italia ultimamente si assiste a quei fenomeni di omologazione e di abbandono degli antichi valori contadini, tradizionali, particolaristici, regionali, che furono l’humus su cui crebbe la Germania nazista. C’e’ una enorme massa di gente che si è trovata ad essere fluttuante, in uno stato di imponderabilità di valori, ma che non ha ancora acquisito quei modelli nuovi nati dalla industrializzazione. E’ il popolo che sta diventando piccola borghesia ma che non è ancora l’una e non è più l’altro. Secondo me il nucleo dell’esercito nazista fu costituito proprio da questa ibrida massa, questo fu il materiale umano da cui vennero fuori, in Germania, i nazisti. E l’Italia sta correndo proprio questo pericolo.

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Quanto alla caduta del fascismo, innanzi tutto c’è un fatto contingente, psicologico. La vittoria, l’entusiasmo della vittoria, le speranze rinate, il senso della ritrovata libertà e di tutto un modo di essere nuovo, avevano reso gli uomini, dopo la liberazione, più buoni. Si più buoni, puramente e semplicemente.
Ma poi c’è l’altro fatto più reale: il fascismo che avevano sperimentato gli uomini di allora, quelli che erano stati antifascisti ed avevano sperimentato le esperienze del ventennio, della guerra, della Resistenza, era un fascismo tutto sommato migliore di quello di oggi. Vent’anni di fascismo credo che non abbiano mai fatto le vittime che ha fatto il fascismo di questi ultimi anni. Cose orribili come le stragi di Milano, di Brescia, di Bologna non erano mai avvenute in vent’anni. C’è stato il delitto Matteotti certo, ci sono altre vittime da tutte e due le parti, ma la prepotenza, la violenza, la cattiveria, la disumanità, la glaciale freddezza dei delitti compiuti dal 12 dicembre del 1969 in poi non s’era mai vista in Italia. Ecco perché c’è in giro maggior odio, un maggiore scandalo, una minore capacità di perdonare…………. Soltanto che questo odio si dirige, in certi casi in buonafede e in altri in perfetta malafede, sul bersaglio sbagliato, sui fascisti archeologici invece che sul potere reale.
Prendiamo le piste nere. Io ho un’idea, magari un po’ romanzesca ma credo giusta, della cosa. Il romanzo è questo. Gli uomini di potere, e potrei fare forse dei nomi senza paura di sbagliarmi tanto – comunque alcuni degli uomini che ci governano da trent’anni – hanno prima gestito la strategia della tensione a carattere anticomunista, poi, passata la preoccupazione dell’eversione del ’68 e del pericolo comunista immediato, le stesse, identiche persone hanno gestito la strategia della tensione antifascista. Le stragi quindi sono state compiute sempre dalle stesse persone. Prima hanno fatto la strage di Piazza Fontana accusando gli estremisti di sinistra, poi hanno fatto le stragi di Brescia e di Bologna accusando i fascisti e cercando di rifarsi in fretta e furia quella verginità antifascista di cui avevano bisogno, dopo la campagna del referendum, per continuare a gestire il potere come se nulla fosse accaduto.
In quanto agli episodi di intolleranza che lei ha richiamato, io non li definirei propriamente di intolleranza. O almeno non si tratta dell’intolleranza tipica della società dei consumi. Si tratta in realtà di casi di terrorismo ideologico. Purtroppo le sinistre vivono, attualmente, in uno stato di terrorismo, che è nato nel ’68 e che continua ancora oggi. Non direi che un professore che, ricattato da un certo gauchismo, non dà la laurea ad un giovane di destra, sia un intollerante. Dico che è un terrorizzato. O un terrorista. Però questo tipo di terrorismo ideologico ha una parentela solo formale con il fascismo. Terrorista è l’uno, terrorista è l’altro, è vero. Ma sotto gli schemi di queste due forme a volte identiche, bisogna riconoscere realtà profondamente diverse. Altrimenti si va a parare inevitabilmente nella teoria degli “opposti estremismi”, oppure nello “stalinismo uguale fascismo”.
Ma ho chiamato questi episodio di terrorismo e non di intolleranza perché, secondo me, la vera intolleranza è quella della società dei consumi, della permissività concessa dall’alto, voluta dall’alto, che è la vera, la peggiore, la più subdola, la più fredda e spietata forma di intolleranza. Perché è intolleranza mascherata da tolleranza. Perché non è vera. Perché è revocabile ogni qualvolta il potere ne senta il bisogno. Perché è il vero fascismo da cui viene poi l’antifascismo di maniera: inutile, ipocrita, sostanzialmente gradito al regime.

Pierpaolo Pasolini “L’Europeo” 26 Dicembre 1974

ACQUA:IL GRANDE RIFIUTO


Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua! Giorni fa abbiamo avuto l’ultimo tassello che porterà necessariamente alla privatizzazione dell’acqua. Il Consiglio dei Ministri , infatti, ha approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 . Queste “Modifiche” sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. . Una prima parte di queste Modifiche riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali , come gas, trasporti pubblici e rifiuti. Le vie ordinarie- così afferma il Decreto- di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l’affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio” industriale”. In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso SPA in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SPA quotate in borsa.
Questo decreto è frutto dell’accordo tra il Ministro degli Affari Regionali, Fitto e il Ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria per la quale in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno.
E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di comune nei nostri Comuni?E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni ,oggi, portata avanti brillantemente dalla destra .A farne le spese è sorella acqua .Oggi l’acqua è il bene supremo che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo( in milioni di morti per sete!)
Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti!Questa è la mercificazione della politica! Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del Papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate dove si afferma che l’”accesso all’acqua” è” diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni”.Tutto questo è legato al “diritto primario della vita”.La gestione dell’acqua per il nostro Governo è assimilabile a quella dei rifiuti! Che vergogna! Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. E’ la morte della politica!
Per cui chiedo a tutti di:
-protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni con i parlamentari, invio di e.mail ai vari ministeri…
-chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’ nella Commissione Ambiente della Camera;
-chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell’acqua e su queste Modifiche alla 23 bis;
-premere a livello locale perché si convochino consigli comunali monotematici per dichiarare l’acqua bene comune e il servizio idrico “privo di rilevanza economica”;
-ed infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l’unica strada che ci rimane per salvare l’acqua.
Sarà solo partendo dal basso che salveremo l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia.
E’ in ballo la Vita perché l’Acqua è Vita.

di Alex Zanotelli

DALL’ACQUA DI SITSATSAWENI AL SOLE DELL’AFRICA

Fino a qualche mese fa, alla scuola elementare di Sitsatsaweni era quasi impossibile trovare acqua potabile. Un problema per gli 800 scolari che lì studiano, mangiano e trascorrono diverse ore della giornata. Ora, riferisce un articolo della Inter press service (Ips), la scuola è stata dotata di pannelli solari che generano elettricità utilizzata per pompare 8000 litri d’acqua al giorno da un pozzo artesiano. Acqua pulita, molto più abbondante e molto diversa da quella sporca fino a poco tempo fa a disposizione dei bambini di Sitsatsaweni. Il sistema installato in questo centro dello Swaziland è in realtà parte di un progetto più ampio attraverso il quale il governo intende dotare le strutture pubbliche di sistemi di produzione di energia solare con lo scopo di sfruttare un’abbondante ed economica risorsa naturale. Con una spesa relativamente limitata (l’impianto di Sitsatsaweni è costato circa 15.000 euro) si potranno così rendere energeticamente autonome scuole, strutture sanitarie e altri edifici di utilità pubblica. “Contrariamente alla vecchia pompa a energia tradizionale – dice David Tembe, presidente di una locale commissione incaricata degli affari idrici della comunità – la nuova a energia solare non costa nulla e consente di pompare più acqua dal sottosuolo perché venga conservata in uno speciale serbatoio”. Purtroppo, aggiunge Tembe, i bambini possono avere accesso all’acqua potabile soltanto nella scuola, una volta a casa, come le loro famiglie, possono fare affidamento soltanto su sistemi tradizionali. Di esempi replicabili come quelli di Sitsatsaweni – dove due inesauribili risorse naturali, acqua e sole, si sono ‘alleate’ in concreti progetti di sviluppo sostenibile - si parlerà dall’11 al 14 Ottobre nella vicina Sudafrica, a Johannesburg, in occasione del Congresso mondiale dell’energia solare.

da Misna

Schiavitù tra Cambogia e Malesia.

Una tratta di di esseri umani destinata ad aumentare per colpa della crisi economica

Dalla Cambogia e dalla Thailandia partono ogni anno migliaia di uomini e donne attratti da un posto di lavoro in Malesia. Per compiere questo viaggio pagano cifre che vanno dai 5mila ai 13mila dollari a chi propone loro un impiego all'estero. La promessa di un lavoro domestico o in qualche fabbrica però si rivela presto una menzogna: a molti, non appena arrivati, viene confiscato il passaporto: da quel momento diventano fuorilegge e possono essere ridotti in schiavitù o avviati alla prostituzione.
La legge malese non fa differenza tra vittime del traffico di esseri umani e immigrati clandestini: fuggire dai propri aguzzini diventa dunque impossibile , perché il rischio è di finire nei campi di prigionia e magari essere nuovamente venduti ai trafficanti. Sul mercato degli esseri umani malese, infatti, un bambino vale circa 300 dollari, mentre un adulto quasi il doppio. Nel 2007 sono stati varati dei provvedimenti in alcune province che vietano ai lavoratori immigrati di lasciare il luogo di lavoro anche durante l'orario di riposo, proibiscono l'uso di cellulari e la guida di automezzi. Nello stesso anno è stata emanata anche una legge che punisce i trafficanti, ma gli osservatori internazionali sostengono che non serva a molto, visto che anche chi dovrebbe vigilare è coinvolto nella tratta. Nel luglio 2008 il Direttore generale per l'immigrazione malese e il suo vice sono stati arrestati per aver accettato tangenti dai trafficanti. Secondo fonti Onu la pratica sarebbe diffusa a tutti i livelli dell'amministrazione malese.
I migranti vengono adescati tra le popolazioni più povere dei sobborghi urbani di Phnom Phen e di altre città cambogiane, un bacino che, secondo l'Organizzazione Mondiale del Lavoro, è destinato ad aumentare di 200mila unità nel prossimo anno come effetto della crisi economica.
Questo trend è confermato anche dai dati forniti dal Ministero del Lavoro cambogiano che parla di un incremento del 150% degli espatri nei primi sei mesi del 2009.
L' agenzia dell'Onu per la tratta di esseri umani (Uniap) rivela in uno studio che le donne cambogiane si ritrovano spesso in schiavitù a causa dei debiti contratti. Nel Paese è presente una fitta rete di strozzinaggio, camuffata da micro-credito, gestita dagli stessi trafficanti di schiavi.
Tutti questi fattori sono catalizzati dalla crisi economica: in particolare il settore tessile ha risentito del calo delle esportazioni, causando dall'inizio dell'anno la perdita di oltre 40mila posti di lavoro.
In Malesia si trovano comunità di lavoratori immigrati provenienti da molte nazioni perché l'economia del Paese ha retto bene alla crisi. Nella maggioranza dei casi hanno un regolare permesso di lavoro, ma anche in questo caso le condizioni non migliorano poiché il visto viene sequestrato all'arrivo assieme al passaporto. Questa pratica è permessa dal governo Malese e nel rapporto “Trafficking in Persons” (Dipartimento di Stato Usa, giugno 2009), si rilevano numerosi legami tra l'amministrazione pubblica e la tratta di esseri umani.
Numerose testimonianze narrano di torture, stupri, somministrazione di droga, privazione del cibo e orari massacranti di lavoro che raggiungono le 18 ore giornaliere. I lavoratori vengono sfruttati fino allo sfinimento, come nel caso di Ganesh, un ragazzo birmano morto in ospedale il 27 di aprile, le cui foto hanno scioccato la popolazione malese.

da PeaceReporter

Afghanistan, attacco a convolgio italiano: 13 morti per radio afgana

Lo Stato Maggiore conferma per ora 6 morti, "ma non si sa se sono tutti italiani"

Un'autobomba ha colpito questa mattina un convoglio militare italiano a Kabul, colpendo due blidnati Lince.
Fonti locali citate dalla radio afgana Arman Fm parlano di 13 morti, tutti italiani.
Il maresciallo Causarano dello Stato Maggiore della Difesa conferma a Peacereporter 6 morti: “Ma non sappiamo ancora se sono tutti italiani o anche di altre nazionalità”.
L'agenzia stampa afgana Pajhwok parla di 5 morti, tra cui due stranieri, e 38 feriti.

La deflagrazione segue il discorso di Hamid Karzai, riconferamto presidente, ma al centro di aspre critiche su presunti brogli. Che Karzai smentisce. "Nelle elezioni di agosto non ci sono state frodi massicce, se ci sono stati brogli - ha precisato - devono essere accertati e accertati equamente, senza prevenzioni". Una vena polemica che è chiaramente rivolta alle dichiarazioni della Commissione Ue, che aveva appunto gridato all'irregolarità di almeno un milione e mezzo di voti, tre quarti delle quali espresse a favore di Karzai. "La stampa ha parlato di frodi massicce, non sono state così numerose - ha detto in una conferenza stampa il presidente, che è largamente in testa nelle elezioni - se ci sono state frodi sono di poco conto, questo accade in tutto il mondo". Karzai ha aggiunto di "credere fermamente nell'integrità delle elezioni, nell'integrità del popolo afgano e nell'integrità del governo in questo processo". Ieri la Commissione elettorale ha fornito risultati finali ma non ufficiali: il presidente uscente del governo transitorio avrebbe racimolato la maggioranza assoluta (54,6 percento) sufficiente a evitare il ballottaggio con il suo principale contendente Abdullah Abdullah, che ha raggiunto il 27,8 percento.

da PeaceReporter

Piemonte, obbligo di registrazione dei figli di clandestini

I bambini nati da migranti irregolari dovranno essere registrati dalle aziende sanitarie

I figli di immigrati irregolari nati nelle aziende sanitarie e nei "punti nascita" dei presidi del Piemonte dovranno essere registrati. Con questa circostanziata direttiva, per la prima volta una regione italiana dispone che siano gli stessi funzionari sanitari a registrare i bambini, procedura che verrà condotta senza che i genitori sprovvisti del permesso di soggiorno possano incorrere in problemi giudiziari. Il provvedimento interviene a risolvere "alcune delle questioni sorte con l'approvazione da parte del Parlamento del cosiddetto pacchetto sicurezza", afferma don Fredo Olivero, direttore regionale in Piemonte e diocesano a Torino della pastorale per i migranti, che in passato aveva già espresso le proprie perplessità in materia di trattamento dei cittadini stranieri residenti in Italia. Al centro delle critiche mosse da sacerdote al pacchetto sicurezza c'è il reato di clandestinità, che rischia di creare sacche di emarginazione, nelle quali relegare individui invisibili allo Stato e quindi privi di diritti fin dalla nascita.
Il decreto emanato dalla regione Piemonte non serve solo a tutelare gli stranieri, ma anche il diritto dello Stato italiano a identificare le persone nate sul territorio nazionale.

da PeaceReporter

YEMEN - SCONTRI TRA ESERCITO E RIBELLI, NOTIZIE DI NUMEROSE VITTIME CIVILI

Sono diverse decine, tra 80 e 90 persone a seconda delle fonti, le vittime di un raid aereo compiuto dall’aviazione yemenita contro un accampamento che ospitava civili in fuga dai combattimenti tra ribelli al-Houthi (o al-Hauthiun) ed esercito. La notizia non è stata confermata dal governo di Sana’a che, senza menzionare l’incidente, in un comunicato ha però accusato i ribelli di usare i civili come scudo umano. Testimonianze raccolte da varie fonti, locali e internazionali, avvalorano invece l’ipotesi che un aereo militare abbia scambiato il campo profughi – situato nella provincia di Omrane a nord di Sana’a - per un accampamento ribelle. Nell’accavallarsi di notizie non sempre verificabili pare comunque certa la presenza di numerosi civili uccisi e di almeno 120 feriti portati negli ospedali della zona. L’alto numero di vittime sarebbe dovuto, secondo testimonianze raccolte dall’agenzia di stampa tedesca ‘Dpa’, da un secondo raid aereo che, dopo il primo, avrebbe colpito i superstiti in fuga verso una vicina fattoria. Secondo altre fonti, vicine al governo, negli ultimi giorni almeno 30 ribelli sono stati uccisi e altri 20 feriti; negli scontri sono morti alcuni militari. Ma, in quella che sembra anche una guerra tra opposte propagande, i ribelli riferiscono differenti bilanci sostenendo di aver preso il controllo di alcune basi militari lungo il confine con l’Arabia Saudita. La recrudescenza dei combattimenti, concentrati nell’area montuosa attorno alla città di Sa’ada, sta avendo gravi ripercussioni sulla popolazione costretta in molti casi alla fuga: secondo dati dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento umanitario (Ocha) sono 55.000 le persone costrette ad abbandonare le loro case dall’11 Agosto, giorno in cui è iniziata una vasta offensiva militare; dall’inizio della ribellione, nel 2004, il totale degli sfollati è di 150.000. Al-Hauthiun è una setta sciita Yazidita Imamita impiantata quasi esclusivamente nello Yemen. La setta non riconosce la Repubblica e combatte per l’instaurazione dell’Imamato, una teocrazia sciita in base alla quale il potere (califfato) deve essere ereditario sulla base della discendenza dell’Imam Ali, cugino del profeta Maometto (Muhammad) e sposo di sua figlia Fatima.

da Misna

Barroso confermato alla guida della Commissione europea

Appena rieletto alla guida della Commissione europea, José Manuel Barroso ha ricevuto le congratulazioni imbarazzanti dei parlamentari conservatori, euroscettici, i cui voti sono stati decisivi.

“Sono convinto che il parlamento ha scelto la persona giusta”, ha detto il leader del gruppo dei Conservatori e riformisti in Europa, il polacco Michal Kaminski. Il gruppo euroscettico, composto da 54 membri, è costituito da parlsmentari di destra britannici, polacchi e cechi, contrari al trattato di Lisbona di cui Barroso è uno dei più ferventi sostenitori. Il supporto degli euroscettici è stato decisivo per la conferma dell’ex primo ministro portoghese, che ha avuto 382 voti. Senza il loro contributo, il Presidente avrebbe ottenuto solo una maggioranza relativa.

L’accoglienza a Barroso non è stata entusiasta. Le Monde fa un bilancio decisamente tiepido della sua precedente presidenza: “Con risultati deludenti, incapace di far sentire la voce dell’Europa nella crisi economica, accusato d’aver ridotto l’esecutivo europeo a una sorta di segreteria degli stati membri più potenti, Barroso fatica a tracciare per l’Unione quei ruoli più ambiziosi che aveva promesso. Il primo mandato noioso e deludente di Barroso ha indebolito come non mai la sua autorità e il suo potere di iniziativa”.

Non va meglio per il settimanale belga Knack, secondo cui un secondo mandato dell’attuale presidente della Commissione avrà ripercussioni non necessariamente positivo per l’Europa: “José Manuel Barroso non ha un progetto per l’Europa. È quindi un peccato che i democristiani non avessero un loro candidato. Il trattato di Lisbona servirebbe a migliorare il funzionamento del l’Europa, a renderla più forte, ma non sembra che molti politici europei lo ritengano importante. E Barroso non è certo l’uomo che gli farà cambiare idea”.

da Internazionale

STATI UNITI - Un’esecuzione mancata riapre il dibattito sulla pena di morte

La condanna doveva essere eseguita alle dieci di martedì. Rommell Broom è stato portato nella stanza delle esecuzioni del Southern Ohio correctional facility, è stato fatto sdraiare sul lettino. Alle due di pomeriggio tutto sembrava pronto, anche se si era già in forte ritardo sulla tabella di marcia. Ma dopo altre due ore e mezza di tentativi non sono riusciti a trovargli la vena per fargli l’iniezione letale.

Ted Strickland, il governatore dell’Ohio, è stato costretto a sospendere l’esecuzione, che è stata rimandata di una settimana. Ma il caso di Romell Bromm (condannato per l’omicidio di una quattordicenne nel 1984) ha riaperto le discussioni sula costituzionalità della pena di morte, che non dovrebbe essere mai “una punizione crudele e disumana”, ma spesso diventa una forma di tortura che non serve a ripagare le vittime e i loro familiari.

Inoltre, secondo il Death penalty information center, sono in aumento negli Stati Uniti i casi di persone detenute per anni del braccio della morte e poi scagionate: sono 135 dal 1973, cinque solo nel 2009.

da Internazionale

LODO ALFANO: AVVOCATO STATO,SE BOCCIATO PREMIER A RISCHIO

Se la Consulta dichiarera' illegittimo il lodo Alfano "ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con l'impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni. In ogni caso con danni in gran parte irreparabili". E' quanto scrive l'avvocato dello Stato Glauco Nori nella memoria depositata alla Corte Costituzionale in vista dell'udienza del 6 ottobre prossimo. La bocciatura della legge, infatti, porterebbe, secondo l'Avvocatura generale dello Stato, al permanere del conflitto, esistente nei fatti, tra difesa in un processo ed esercizio delle funzioni.L'avvocato Nori, nella sua memoria, ricorda un episodio del passato, ossia le dimissioni alle quali fu costretto il presidente della Repubblica Giovanni Leone a seguito delle polemiche sullo scandalo Lockheed. "Talvolta - si legge nella memoria - la sola minaccia di un procedimento penale puo' costringere alle dimissioni prima che intervenga una sentenza e anche quando i sospetti diffusi presso la pubblica opinione si sono poi dimostrati infondati". Per l'avvocato dello Stato, la dichiarazione di illegittimita' costituzionale del Lodo Alfano potrebbe comportare "un pericolo di danno all'esercizio di funzioni che, in quanto elettive, trovano una tutela diffusa nella Costituzione". "Le piu' alte cariche dello Stato - si legge ancora nella memoria dell'Avvocatura dello Stato, che nel procedimento rappresenta la Presidenza del Consiglio - in pendenza di un procedimento penale, possono venire a trovarsi, se non nell'impossibilita' quanto meno nella seria difficolta' di continuare nell'esercizio delle loro funzioni per la loro esposizione mediatica gia' prima che si arrivi a sentenza". Cio', secondo l'Avvocatura dello Stato, puo' creare "una forte corrente di opinione contraria, che rende quantomeno precarie le condizioni personali di serenita' che secondo la Costituzione debbono essere assicurate all'interessato".

da Indymedia

Terracina: basta connivenze Comune e Nazifascisti!

Andrini, il "No" degli ebrei
oggi il caso in Campidoglio

Piero Terracina si sforza di non piangere, ma non ci riesce: «Sono nato nel 1928 - dice - e ho vissuto tutte le nefandezze del fascismo. Ad Auschwitz sono stato ustionato dall´acqua bollente del fascismo: oggi l´acqua è di nuovo sul fuoco». Per questo ieri Terracina era nella sede del gruppo Pd con Adolfo Perugia, presidente dell´associazione Miriam Novitch costituita «da resistenti, deportati e padri fondatori della costituzione»: per denunciare le «chiare connessioni tra istituzioni pubbliche e gruppi di estrema destra che si auto definiscono fascisti».

Un´accusa dura e chiarissima, corredata da un dossier con nomi, simboli e valori dei nuovi protagonisti della storia di Roma. Sul tavolo, accanto ai consiglieri del Pd Paolo Masini, Enzo Foschi e Marco Miccoli, c´è l´indignazione di uno dei fratelli di Andrea Sesti, che ancora oggi subisce le conseguenze del pestaggio (finì in coma) al quale partecipò il neo eletto Ad di Ama Servizi, Stefano Andrini. Il caso va oggi in consiglio comunale: «Chiederemo la revoca della nomina, non è conforme al Codice di comportamento per le società "in house"», spiega il capogruppo Pd Umberto Marroni. Ma l´Ugl-Igiene difende la nomina come «ponderata», e la Fit-Cisl ha scritto una lettera di solidarietà ad Andrini manifestando «disappunto» per quelle «pubblicazioni di stampa e campagne di protesta» che giudica solo «un attacco politico». Il sindaco risponderà in aula.

Ma non c´è solo Andrini: sullo schermo passa il saluto fascista di Gianluca Iannone, il presidente di "Casa Pound" alla quale sono stati assegnati finanziamenti comunali. Eccolo col braccio teso su una camionetta in piazza Venezia, eccolo ancora mentre dà dello «stronzo» a Gianfranco Fini che definì il fascismo «male assoluto»; ed ecco il manifesto di Casa Pound con il proposito di «ripristinare la geopolitica degli anni Trenta» e «riscrivere la Costituzione». «Ci appelliamo al rispetto della Costituzione - dice Perugia - che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista; e all´applicazione della legge Mancino che condanna gesti, azioni e slogan legati all´ideologia nazifascista».

Il grido d´allarme dei sopravvissuti ai lager è per «il clima di tensione sociale, gli atti di intolleranza, il crescendo di episodi di xenofobia e omofobia», dice Perugia. «Oggi non ho paura per noi ebrei, ma ci sono altre minoranze a rischio», aggiunge Terracina. Sullo schermo passa la foto di Alemanno che festeggia a Crotone l´elezione al Parlamento Ue di Enzo Rivellini abbracciando un giovane mostrato poi accanto alla bara del Duce e a una festa in cui tutti fanno il saluto romano. Scorrono immagini dei siti di "Terre di Mezzo", Casa Pound, "Cuore Nero", e dei loro simboli su volantini col patrocinio comunale; e l´invito a «prendere tutti a cintate» a "Cinghiamattanza". Terracina è triste e infuriato: «Non ci si può commuovere di fronte alla lapide dei deportati e poi supportare gruppi o associazioni che si dichiarano palesemente fascisti».

da Indymedia

Arresti clan Strisciuglio a Bari

Bari. Dodici presunti esponenti del clan mafioso Strisciuglio, egemone in molti rioni di Bari e in provincia, sono stati arrestati da agenti della squadra mobile della questura del capoluogo pugliese.

Agli indagati, cinque dei quali già detenuti, sono stati notificati provvedimenti restrittivi per i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e duplice tentativo di omicidio. Tra le persone a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, c'é Lorenzo Caldarola, ritenuto il numero due della potente organizzazione mafiosa capeggiata dal boss detenuto Domenico Strisciuglio. Secondo le indagini della squadra mobile, diretta da Luigi Liguori, da qualche tempo all'interno del clan Strisciuglio sono tornate ad esserci frizioni che hanno finora determinato agguati e sparatorie per le vie di tre rioni cittadini. Nei confronti dei presunti protagonisti di questi agguati stamani sono state compiute perquisizioni. I provvedimenti restrittivi sono firmati dal gip del tribunale Bari Anna Polemio che ha condiviso l'impostazione accusatoria del pm inquirente della Dda Desiré Digeronimo.

ANSA


C'è agguato intercettato in diretta

17 settembre 2009
Bari. Il duplice tentativo di omicidio contestato ad alcuni dei 12 presunti affiliati al clan Strisciuglio arrestati stamani dalla polizia fa riferimento all'agguato compiuto il 31 ottobre 2008, davanti agli uffici della procura della Repubblica di Bari, ai danni di due persone che viaggiavano a bordo di un'Audi A4. Le fasi dell'agguato furono seguite in diretta dalla polizia perché a bordo dell'Audi erano piazzate alcune microspie. Vittime dell'agguato Giovanni Lovreglio e Angela Raggi, moglie del presunto boss del rione San Paolo di Bari Giacomo Valentino, appartenente all'ala scissionista del clan Strisciuglio e da qualche tempo collaboratore di giustizia. L'agguato fu compiuto alle 15.22 e consentì agli agenti della sala intercettazioni della questura di ascoltare in cuffia colpi di arma da fuoco sparati a raffica, Angela Raggi che pronuncia parole incomprensibili e Giovanni Lovreglio che si domanda: "Dove mi hanno preso?". Angela: "Dove? Dove ti hanno preso? Dove andiamo? All'ospedale?". Successivamente dall'auto, probabilmente condotta dalla donna, suonano il clacson ininterrottamente. Angela impreca: "Madonna!, aggiungendo poi qualcosa di incomprensibile. Giovanni le dice: "Vai, vai vai". Infine, Angela usa il cellulare e dopo parole incomprensibili e imprecazioni dice: "Tonio hanno sparato... Hanno sparato, hanno sparato". Tonio, secondo la polizia, è Antonio Passaquindici, arrestato il 28 novembre 2008 assieme a Giacomo Valentino e Nicola Querini (nipote di Valentino) per l'omicidio di Marino Catacchio, compiuto il 18 settembre 2008 nel rione Libertà di Bari nel corso della faida interna tra uomini del boss Lorenzo Caldarola (che controllavano gli affari illeciti nel rione Libertà) e quelli di Giacomo Valentino che dal San Paolo volevano fare affari al Libertà. Passaquindici è ritenuto dagli inquirenti colui che procurò l'arma per uccidere Catacchio, Giacomo Valentino il mandante, e Nicola Querini (poi divenuto collaboratore di giustizia) l'autore materiale dell'omicidio.

ANSA

da AntimafiaDuemila

BOB MARLEY - THEM BELLY FULL (BUT WE HUNGRY)



Them Belly Full (But We Hungry)

Them belly full but we hungry
A hungry mob is a angry mob
A rain a fall but the dirt it tough
A pot a cook but the food no 'nough
You're gonna dance to Jah music, dance
We're gonna dance to Jah music, dance
Forget your troubles and dance
Forget your sorrows and dance
Forget your sickness and dance
Forget your weakness and dance
Cost of livin' gets so high
Rich and poor they start to cry
Now the weak must get strong
They say oh, what a tribulation
Them belly full but we hungry
A hungry mob is an angry mob
A rain a fall but the dirt it tough
A pot a cook but you no 'nough
We're gonna chuck to Jah music, chuckin'
We're chuckin' to Jah music, we're chuckin'
Belly full but them hungry
A hungry mob is a angry mob
A rain a fall but the dirt it tough
A pot a cook but the food no 'nough
A hungry mob is an angry mob


LORO SAZI (MA NOI AFFAMATI)

Loro sazi ma noi affamati
Una massa affamata è una massa furente
Scende la pioggia ma non scioglie lo sporco
La pentola sul fuoco ma il cibo è scarso
Danzerete alla musica di Jah, danzate
Danzeremo alla musica di Jah, danziamo
Dimenticate i vostri problemi e danzate
Dimenticate i vostri dolori e danzate
Dimenticate i vostri malanni e danzate
Dimenticate le vostre miserie e danzate
Il costo della vita diventa così alto
Che ricchi e poveri cominciano a piangere
Ora il debole deve essere forte
Dicono oh, che tribolazione
Loro sazi ma noi affamati
Una massa affamata è una massa furente
Scende la pioggia ma non scioglie lo sporco
La pentola sul fuoco ma il cibo non ti basta
Ci muoveremo alla musica di Jah, muovendoci
Ci muoveremo alla musica di Jah, muovendoci
Sazi ma loro affamati
Una massa affamata è una massa furente
Scende la pioggia ma non scioglie lo sporco
La pentola sul fuoco ma il cibo è scarso
Una massa affamata è una massa furente

A hungry man is an angry man!


"Un uomo affamato e' un uomo arrabbiato".
Queste le parole proferite da Mohamed in un intervista rilasciata alla trasmissione radio Titanic.

Mohamed e' uno dei rifugiati che ha accettato il trasferimento nella caserma di via Asti; racconta come si vive all'interno della "soluzione" proposta dal Comune e Prefetto, dopo lo sgombero del ex clinica San Paolo in Corso Peschiera, delle promesse disattese fatte loro dalle istituzioni locali, delle problematiche interne dovute alla gestione di tipo militare/carceraria e dei vari divieti (non e' consentito l'uso di computer e cellulari..) ai quali devono sottostare più di 200 persone.
Ma gia' cominciano a nascere le prime forme di protesta difronte a tanta meschinità: i rifugiati hanno deciso di non accettare più il cibo, fino a quando non verranno rispettate le promesse fatte, fra cui quella di poter avere dei buoni pasto da usare liberamente all'esterno della struttura.
Questa e' la realtà che si nasconde (ormai smascherata..) dietro a quell'operazione di immagine che tanto e stata decantata sui mezzi d'informazione durante tutti questi giorni. Operazione mediatica costruita ad hoc da Prefetto e Comune, facendo becera propaganda sull'ormai asservito quotidiano La Stampa e nel suo più fedele scribacchino Massimo Numa.

Tutto questo mentre una parte di rifugiati/e continua ad occupare e resistere all'interno di Casa Bianca (secondo edificio a fianco del' ex clinica). Anche su questo caso in questi giorni si e' letto di tutto: "guerra" etnica fra etiopi ed eritrei e soprattutto contro i somali. In realtà nella palazzina vivono eritrei, etiopi e somali insieme e' insieme hanno deciso di auto organizzarsi sul piano della lotta per la garanzia dei loro diritti,dando prova di una maturità politica e di auto determinazione.


Proprio in questi giorni tre ragazzi, un rifugiato e due attivisti del Comitato di Solidarietà, sono stati denunciati per i fatti del 27 gennaio scorso. Significativo il tempismo dell'autorità giudiziaria nel far pervenire le denunce proprio dopo il trasferimento in via Asti e con un occupazione in corso.

Ma non saranno certo le denunce a fermare una lotta che ormai va avanti da quasi tre anni, che si batte per i diritti dei/delle rifugiati/e e che porta con se' quelle parole d'ordine, mai dimenticate:

CASA, LAVORO, RESIDENZA
... e non e' ancora finita!
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da Infoaut

In prima serata il flop di Berlusconi


"Berlusconi ha fatto flop, solo 13% di share in prima serata su Rai 1". Beppe Giulietti, deputato e portavoce di Articolo 21, parla dei risultati "ufficiali" sugli ascolti della puntata di ieri sera con il presidente del Consiglio a Porta a Porta. "Un dato clamoroso- dice ancora Giulietti- che adesso non so come tenteranno di manipolare, ma resta il fatto che ieri sera Berlusconi ha registrato ascolti pari all'ispettore Coliandro in onda su Rai 2 e lo spettacolo di varieta' su Rete 4, e non voglio infierire paragonandolo ai dati delle partite". Di fronte a questa debacle, prosegue Giulietti,
"adesso mi aspetto le dimissioni dei responsabili della Rai, che quasi si sentono dei funzionari al servizio della concorrenza, visto quello che hanno fatto per mandare in onda da 'sola' Porta a Porta. Questi dirigenti- osserva- stanno portando al disastro il servizio pubblico televisivo, stanno creando un enorme danno erariale. L'Autorita' garante non puo' far finta di nulla, deve intervenire con decisione". Giulietti ne ha anche per il direttore generale della Rai, Masi, che dopo le critiche dei politici ieri e' intervenuto a difesa di Bruno Vespa e del direttore del Tg 1, Augusto Minzolini: "Visti i risultati- dice Giulietti- mi aspetto una sua presa di posizione, di critica verso se stesso".

da Articolo21

"Nella lettera di Nichi Vendola al pm non c´è alcuna forma di lesione dell´indipendenza della magistratura"

Ritengo che la lettera del presidente Vendola sia stata rispettosissima ed educata, che ha manifestato delle perplessità delle quali sicuramente terrò conto nello svolgimento del mio lavoro»

Il procuratore Antonio Laudati interviene sul caso, scoppiato ad agosto con la lettera aperta scritta dal governatore Nichi Vendola al pm Desirèe Digeronimo, titolare del fascicolo sulla gestione della sanità in Puglia. «Le istituzioni devono dialogare, in questo caso, non c´è alcuna forma di lesione dell´indipendenza della magistratura» dice Laudati che va oltre: «Chi garantisce l´efficienza e l´attività è il procuratore, in questo momento sono io che devo tutelare l´indipendenza e l´efficienza dei lavori dei sostituti.
Ritengo che la lettera del presidente Vendola sia stata rispettosissima ed educata, che ha manifestato delle perplessità delle quali sicuramente terrò conto nello svolgimento del mio lavoro». Laudati, quindi, plaude alla scelta del Csm che ha deciso di non aprire un fascicolo di tutela del pm Digeronimo. Al magistrato, però, rinnova la sua fiducia e aggiunge: «La struttura che sto cercando di creare sarà ampiamente rappresentativa di opinioni e comunque sarà sempre il procuratore a garantire la correttezza delle scelte fatte».

Laudati parla nel giorno in cui a Bari è stata convocata la prima riunione di coordinamento tra i magistrati che coordinano le inchieste sulla sanità. Sono dieci i fascicoli al momento. Oltre a quelli del pm Digeronimo, di Giuseppe Scelsi, di Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, ci sono anche altre inchieste. E l´obiettivo del procuratore è quello di avviare una strategia comune. Una linea di intervento condivisa. «La mia intenzione – dice - è di riuscire a creare un coordinamento interno fra tutti i sostituti e fra tutti i processi per garantire un puntuale, corretto e tempestivo esercizio dell´azione penale». Esclusa invece l´ipotesi di procedere con una co-assegnazione dei fascicoli.


Più concreta, invece, la costituzione di un superpool di magistrati, impegnati nell´attività di indagine sui reati che riguardano il settore della sanità. Quello del pm Digeronimo, ad esempio, che conta quindici indagati riguarda principalmente gli appalti e le procedure di nomina dei primari e dei dirigenti sanitari. Il magistrato Giuseppe Scelsi, invece, indaga su un presunto giro di tangenti per le forniture di protesi, i sostituti Lorenzo Nicastro e Roberto Rossi sugli accreditamenti delle cliniche private.
Le indagini, quindi, riprenderanno, con tempi rapidi, per dare, questo l´imperativo del procuratore, una risposta certa. Sul contenuto delle inchieste, Laudati non si sbilancia e neanche sulle notizie che in questi giorni si rincorrono sui giornali. Come quella di un presunto viaggio che la escort Patrizia D´Addario avrebbe fatto a Dubai, per conto di un politico e di un imprenditore, per trasferire un milione e mezzo di euro, poi depositato su un conto corrente.

In cambio la donna avrebbe ricevuto 10mila euro. Laudati, sul caso, ma senza mai entrare nel merito, risponde alla domanda di un cronista. «Forse – spiega - in questo caso l´aspetto interessante non è l´esportazione di valuta, ma la relazione interpersonale tra i soggetti che maneggiavano il denaro. Poi dove va il denaro non mi importa, forse in questo caso mi importerebbe di più da dove viene». Ma Patrizia D´Addario smentisce la circostanza. E puntualizza: «Non ho mai fatto un viaggio con un politico. Men che meno mi sono resa responsabile di illecita esportazione di capitali».

Ma il procuratore chiarisce anche un altro aspetto, quello riguardante il senatore del Pdl Luigi D´Ambrosio Lettieri. Componente della commissione d´indagine sulla sanità, martedì scorso in visita a Bari, è anche socio di uno degli imprenditori, coinvolti nell´inchiesta del pm Digeronimo. Laudati ha spiegato che il parlamentare non è indagato e poi ha aggiunto: «Io mi occupo di problemi di responsabilità penale non di incompatibilità o altro, che non sono di mia competenza. Nel momento in cui emergeranno responsabilità penali, non guarderemo in faccia a nessuno, di qualsiasi parte sia». E la linea dura è stata ribadita anche nei confronti delle fughe di notizie, «una delle emergenza che devo risolvere. Spenderò ogni possibile energia per individuarne l´autore» conclude Laudati.