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domenica 25 ottobre 2009

99 POSSE - A UNA DONNA



A UNA DONNA - 99 Posse

Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
ca si ce care arinto te rumpe ll’osse.
Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
sientelo stu consiglio r’ ’a novantanove posse.

Questa vita non è
come tu la vuoi
dici che così non va bene
che non ce la fai
quante sono le lacrime
versate non lo sai
sai soltanto che non va
che non ce la fai
tu difficilmente troverai
chi vorrà credere in te
sicuramente incontrerai
chi di te non capirà mai niente
chi ti ostacolerà chi ti deriderà
chi di tutto farà per sfruttarti

Questa è la realtà
no non cambierà
se non ti dai una mossa

non aver paura
di restare sola
basterà una semplice tua parola...
qui sarò, non ti lascerò
no no no no no

Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse, figliò,
c’ ’a strada è ancora longa, è accumminciata mmo mmo.
Quanno ’a strada è cchiena ’e fuosse
ce sta chi nun ce ne vo
e aspetta che un domani lloro sule s’accummogliano.
E no, non è così che va, non è così figliò,
aspiette ogge e ddimane e pe tramente te faie vecchia,
pirciò te dico
curre, curre, curre a più non posso,
ma
acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse.

Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
ca si ce care arinto te rumpe ll’osse.
Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
sientelo stu consiglio r’ ’a novantanove posse.
Raccogli tutte le tue forze
e guarda in faccia la realtà
non puoi tirarti indietro
se non hai capito ancora
da capo te lo spiegherò
non mi stancherò
no no no no no
tu difficilmente troverai
chi vorrà credere in te
sicuramente incontrerai
chi di te non capirà mai niente
chi ti ostacolerà chi non ti vorrà
chi di tutto farà per bruciarti

Questa è la realtà
no non cambierà
se non ti dai una mossa

non aver paura
di restare sola
basterà una semplice tua parola...
qui sarò, non ti lascerò
no no no no no

Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
ca si ce care arinto te rumpe ll’osse.
Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
sientelo stu consiglio r’ ’a novantanove posse.
Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
ca si ce care arinto te rumpe ll’osse.
Acale ll’uocchie nterra e abbade ê fuosse,
sientelo stu consiglio r’ ’a novantanove posse

Reggio E. – Casa Pound attacca il Laboratorio Aq16, gli antifascisti rispondono


Vetri infranti, manifesti strappati e la firma di Blocco Studentesco nella notte al centro sociale Lab. Aq16

Un centinaio di antifascisti chiudono la sede di Casa Pound Reggio Emilia

La notte tra venerdì e sabato alcuni ignoti, sicuramente militanti di Casa Pound della zona, hanno effettuato una vigliacca incursione all’esterno del Laboratorio sociale Aq16, unico centro sociale occupato e autogestito presente nel territorio di Reggio Emilia.
Nel primo pomeriggio, quando diversi attivisti hanno raggiunto lo spazio per allestirlo per la serata del sabato, hanno trovato un’amara sorpresa: vetri sfasciati, bottiglie di birra infrante, sassi, grondaie divelte e altri numerosi danni alle strutture.
E un particolare: manifesti del Blocco Studentesco, frangia studentesca di Casa Pound, e adesivi di “Cuore Nero” e “Calci e Pugni” attacchinati ovunque.
Già durante l’estate, quando lo spazio è meno frequentato, si erano verificati episodi simili, ma mai con una rilevanza e una portata simile. I neofascisti, vigliaccamente e di notte come loro solito, hanno alzato il tiro.
Dopo una conferenza stampa che denunciava pubblicamente l’accaduto, un centinaio di antifascisti di Reggio e provincia hanno deciso di muoversi verso la sede di Casa Pound, per dare una risposta immediata e determinata all’aggressione.

Dopo aver percorso un breve tratto di strada in corteo gli attivisti hanno raggiunto la sede neofascista, pur non trovando nessuno al proprio interno. Si è deciso allora di rimanere a presidiare la zona e denunciare agli abitanti del quartiere cosa sono abituati a fare i loro scomodi vicini di casa.
Un secchio di letame è stato vuotato sulla sede di Casa Pound, gridando lo slogan “Sisso contro i sassi” (il “sisso” è il nome dialettale con il quale si designa il letame).

Il presidio è continuato per circa due ore, ricche di slogan e interventi al megafono che raccoglievano l’approvazione della maggioranza degli abitanti del quartiere che applaudivano dalle finestre e scendevano dagli appartamenti per manifestare la propria solidarietà.

L’attacco di questa notte rientra appieno nel clima securitario e di paura che sta imperversando nelle nostre città, dopo Napoli, Verona e innumerevoli altre città, dove i neofascisti hanno attaccato anche fisicamente persone e spazi da loro visti come “nemici”, è toccato anche a Reggio Emilia.
Il clima di paura che si respira è frutto di politiche scellerate, dai respingimenti della Lega Nord al Pacchetto Sicurezza di Maroni, che altro non fanno se non aumentare xenofobia, razzismo e senso di insicurezza diffuso.

Il Laboratorio Aq16 ha poi indetto un’assemblea pubblica fissata per mercoledì 28 ottobre alle ore 21.00 per discutere delle prossime mobilitazioni.

da GlobalProject

La grande lezione che i calabresi hanno dato alla politica

scritto da Quotidiano Calabria

LA Calabria che non vuole soccombere riparte da Amantea. Lo fa con una straordinaria giornata i cui suoni di sottofondo sono il fragore imponente di un mare in tempesta e gli slogan gridati da migliaia di persone.

C'è di tutto in questo fiume di popolo la cui coda non riesce a partire dal lungomare appena intitolato al capitano De Grazia mentre la testa già assedia il palco di piazza Cappuccini: ambientalisti di ogni colore, giovani, anziani, sindacalisti, sindaci, cittadini di Amantea o venuti da ogni provincia, volti noti e sconosciuti, belli e pieni di speranza come quelli dei ragazzi e delle ragazze.
Ognuno carica la manifestazione dei suoi contenuti, ma tutti insieme chiedono verità e serenità, vogliono vivere in una terra che nessuno consideri una pattumiera e che non sia ferita dalle scorie materiali e morali che ne compromettono il futuro.

E' la prima, grande lezione di questo 24 ottobre. Su un tema cruciale, di interesse generale, può rinascere la partecipazione della gente che non intende delegare ad altri il proprio destino e che anzi se ne vuole riappropriare. Poi ci saranno anche i momenti di tensione, pure qualche asprezza, che non cambiano il significato di quello che è accaduto. Per dirla, tutta, ci stanno anche i fischi al presidente della Provincia Mario Oliverio ma perché proibire ai cittadini, anche pochi, di esercitare il proprio diritto di critica?
Per questo riteniamo che il Pdl abbia sbagliato a non partecipare asserendo che ci sarebbe stata la strumentalizzazione della manifestazione da parte di qualche forza politica o sindacale. Il coordinatore regionale Giuseppe Scopelliti, di cui ieri abbiamo pubblicato un articolo su queste colonne su una bella iniziativa svoltasi a Reggio, doveva starci perché l'impegno per chiedere la verità sugli eventuali rischi che si corrono per la salute pubblica e l'attuazione di una seria politica ambientale deve servire ad unire e non a dividere i calabresi, pur restando ognuno con la sua specificità e i suoi valori politici e culturali. Avrebbe sentito, per esempio, slogan pesantissimi rivolti in più parti del corteo al governatore Loiero, che comunque ieri mattina era ad Amantea.
La seconda riflessione, che è strettamente collegata a questa necessità che tutti si mettano in gioco, riguarda il giudizio su una classe dirigente calabrese che obiettivamente nel corso degli anni, da destra a sinistra, è venuta meno al suo compito di garantire politiche ambientali tali da preservare il bene più prezioso di questa terra. Per di più, finita la fase in cui grandi personalità politiche calabresi erano in grado di far sentire gli interessi di questa regione al di là del Pollino, l'attuale classe dirigente non ha neanche più la forza e la capacità di evitare o ridurre la pessima percezione che si ha della Calabria a livello nazionale. Le cause dell'attuale afonia sono tante, ma le principali vanno ricercate sicuramente nella profonda trasformazione della politica e dei partiti una volta luoghi privilegiati della partecipazione e della formazione e selezione di dirigenti degni di questo nome. I partiti sono di fatto scomparsi e i cittadini hanno perfino perso il diritto di eleggere i propri rappresentanti alla Camera e al Senato tanto ci pensano quelli che se la cantano e se la suonano. Si parla tanto di merito, ma sarebbe anche ora di conoscere i meriti di chi sceglie chi eleggere e di chi viene eletto.
La terza riflessione - e torniamo direttamente alla questione delle scorie - è ottenere dal Governo nazionale le iniziative adeguate per riportare alla normalità la condizione ambientale e cancellare con fatti concreti l'allarme inevitabile che si è diffuso tra la popolazione e che sta procurando danni economici rilevanti, che potrebbero essere ancora più grandi nel prossimo futuro. Ai partiti e alle loro rappresentanze parlamentari si deve chiedere di non ricadere nel rituale gioco delle parti per cui se dici una cosa stai con Berlusconi e se ne dici un'altra gli sei contrario, con replica dello stesso ritornello riferito a Loiero. Insieme dovrebbero raccordarsi su una piattaforma comune che è possibile se si presta attenzione esclusivamente all'interesse della comunità locale. Occasioni e argomenti per scontrarsi e polemizzare non mancheranno mai, ma su una questione così importante dovrebbe prevalere l'unità e non la divisione.
Si riparte da Amantea. I cittadini hanno fatto sentire la loro voce, ai politici non hanno voluto consentire la passerella perché esplicitamente hanno chiesto a loro, una volta tanto, di non parlare ma di ascoltare. Guai a soffermarsi solo su qualche nota di questo coro, si perderebbe l'occasione di sentire il campanello di allarme che è suonato per tutti. Quella di ieri è stata una sinfonia imperfetta ed era inevitabile che fosse così dopo tanti anni di silenzio.

Due giorni fa, quando abbiamo deciso la prima pagina di ieri, abbiamo ragionato su un bellissimo disegno della nostra Luigia Granata che poi non abbiamo pubblicato. Era geniale perché centrato sull'Urlo di Munch, ma raccontava una verità in cui mancava la speranza. Le abbiamo chiesto di riprovarci e il risultato è stato il disegno che avete visto e che non era disperato ma guardava con un filo di fiducia al futuro. Ecco, dal mare noi non vogliamo tirare a galla fusti minacciosi ma opere come i Bronzi di Riace, di cui nelle pagine che seguono raccontiamo il grande romanzo, perché essi sono il passato da difendere per costruire un futuro degno di essere vissuto da tutti, soprattutto dai ragazzi e dalle ragazze che ieri ci hanno toccato il cuore e inumidito gli occhi.

di Matteo Cosenza
da Indymedia

Affinità e differenze tra Berlusconi e Marrazzo

di Anna Esposito

Al di là delle facili ironie sul caso Marrazzo a cui molti non si sono sottratti, la scrivente neppure , ci sono evidenze rilevanti ed altre che non lo sono. In quel di Via Gradoli solo qualche palazzina, mura di cemento armato tenute su ormai con lieve, ma decoroso imbarazzo per il declino decadente e inevitabile di ogni luogo attraversato dal tempo e dall’uomo. Roma e il Romanzo criminale di celluloide, Roma e il delitto politico, la Via Gradoli quella famosa per essere stata uno dei nascondigli delle Br per l’ostaggio Moro. Il quartiere ha sempre dato le spalle al resto del mondo, ora è come denudato.Il governatore del Lazio s’incontra con dei transessuali tra quelle mura, la flagranza di uno di quegli incontri ripresa in un video al momento dell’irruzione dei Carabinieri nella alcova. Rinvenuta all’interno del locale anche della cocaina. La faccenda, Marrazzo, l’ha definita una “debolezza privata”. I gusti sessuali di ciascuno non ritengo debbano rappresentare materiale di dibattito nazionale e politico, a meno che la propria condotta privata non collida con ciò che si sostiene pubblicamente per cui si attirano voti e di conseguenza si viene eletti.

Se un dì si scoprisse che la Binetti è omosessuale (parliamo d’ipotesi), ciò atterrebbe di certo alla sua sfera intima e personale, ma che valore avrebbe la sua posizione politica che ostacola il processo di normalizzazione di questo paese, riconoscere uguali diritti ad ogni cittadino indipendentemente dal proprio orientamento sessuale? Come rapportarsi rispetto al suo voto contrario all’approvazione della legge Concia contro i reati di razzismo e omofobia?

Non trovo riprovevole che Marrazzo prediliga accompagnarsi con dei transessuali, brasiliani o d’altra nazionalità ciò di per se è una evidenza non rilevante, ciò che può rientrare nell’interesse del cittadino è sapere che il governatore della ragione Lazio si sia messo in condizione di essere ricattato ed abbia ceduto al ricatto corrispondendo per il silenzio delle somme di denaro, che abbia utilizzato l’auto blu per recarsi per ragioni private agli incontri sessuali abitualmente, conoscere quanto queste sue “debolezze private” abbiano potuto incidere o influire negativamente sul suo operato politico in regione nell’interesse comune.

Il paragone con Berlusconi che si trascina fin dalle ore successive allo scandalo romano mi sembra creare un parallelo inquietante e inappropriato. “La vita privata va difesa, quella di Marrazzo come quella di Berlusconi”, questi discorsi suonano un po’ come a dire eccovi la sinistra ipocrita che scava nel torbido delle lenzuola del premier, poi son tutti uguali. E salvi tutti, salvo Berlusconi.

Marrazzo ha una storia professionale rispettabile. Marrazzo ha sbagliato e la sua parziale ammissione non lascia dubbio. Marrazzo si è autosospeso dall’incarico politico ciò è l’evidenza rilevante di chi sa che gli errori nella vita, soprattutto in politica, hanno delle inevitabili conseguenze e non se ne sottrae. Berlusconi è un uomo spregiudicato. Ci sono prove che lo ritraggono nello spregio assoluto di regole e istituzioni che dovrebbe rappresentare, ciò rende tali evidenze rilevanti ai fini dell’interesse pubblico. Berlusconi organizzava “cene simpatiche” per se e per i suoi con escort e aspiranti veline utilizzando voli di stato. Berlusconi utilizza le istituzioni come un potere di scambio per favori sessuali concessi. Berlusconi incontra il Papa e si dichiara in perfetta armonia con lui. Berlusconi non solo nega ogni addebito anche di fronte all’evidenza, ma minaccia e querela che gli da torto.

E se la Consulta non gli dà il Lodo prima li taccia di comunismo, poi tenta di delegittimarli attraverso i media che controlla, infine pensa di cambiare la Costituzione per adattarla ai suoi scopi, come ha peraltro fatto già con il Paese. La sua vita privata si serve di quella pubblica e viceversa, questa l’evidenza più rilevante oltre al fatto che ritiene d’aver diritto all’impunità come necessaria conseguenza del suo potere politico. In questo caso proteggere la vita privata di Berlusconi significherebbe riconoscergli un potere che trascende la democrazia e legittimarlo attraverso il linciaggio degli avversari politici, come nel caso di Marrazzo, non è un metodo sufficiente allo scopo.

da Indymedia

Torino, antifa impediscono banchetto CasaPound. Scontri con fascisti e polizia

Torino, antifa impediscono banchetto CasaPound. Scontri con fascisti e polizia

Una mobilitazione antifascista volante, messa in piede in nemmeno 24 ore in seguito alla provocazione annunciata dai fascisti di CasaPound di tenere un banchetto nel centro torinese. Circa 200 antifascist* si sono quindi dati appuntamento in piazza Castello intorno alle 14, da dove si sono mossi in direzione di piazza San Carlo, dove avrebbe dovuto tenersi l'iniziativa fascista.
Camionette e poliziotti a difesa di una decina di fascisti di CasaPound, nascosti dietro lo schieramento poliziesco ma individuati dai compagni e dalle compagne. Il presidio antifascista ha quindi deciso di muoversi repentinamente, facendo il giro dell'isolato e sorprendendo alle spalle i fascisti. C'è stato un momento di scontro degli antifascisti contro il fascisti di CasaPound, intermezzato dalle cariche della polizia. Per una ventina di minuti gli antifascisti sono stati divisi in 2 tronconi, tensione palpabile e qualche manganellata, si sono poi riusciti a ricomporre nuovamente in piazza San Carlo.

La volante mobilitazione antifascista è riuscita nel suo intento, di impedire il banchetto di CasaPound, di sottrarre fisicamente e culturalmente ogni spazio di agibilità politica. Presenza inaccettabile che si è cacciata via, nonostante la compromettente ed evidente congiunzione tra fascisti e polizia, con i primi a fedele loro protezione ed i secondi "legittimati" a stare in piazza con mazze catene e cinghie.

In queste stesse ore, un corteo antifascista sta attraversando le strade di Pistoia per pretendere la liberazione di 3 compagn*, ingiustamente accusati di aver devastato una sede di CasaPound. L'appuntamento antifascista di Torino ha voluto quindi essere anche un ponte con quel che si sta dando a Pistoia.

http://www.infoaut.org/articolo/torino-antifa-impediscono-banchetto-casapound-scontri-con-fascisti-e-polizia


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Scontri a Torino tra antagonisti e neofascisti
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Pomeriggio caldo e di scontri, nel centro di Torino, fra antagonisti da una parte e giovani leghisti e militanti di Casa Pound dall'altra. Il bilancio è di quattro persone rimaste lievemente ferite. Tra esse c'è Riccardo Carossa, figlio del consigliere comunale della Lega Nord Mario Carossa, il quale, in piazza Castello, ha preso vigorosamente parte alla rissa brandendo una cinghia.

Gli antagonisti, 500 persone, erano arrivati in piazza San Carlo per impedire a un gruppetto di ragazzi di Casa Pound di allestire un banchetto. I neofascisti, armati di caschi e bastoni, su consiglio delle forze dell'ordine, si erano spostati verso il Museo Egizio. Qui erano stati raggiunti e sono stati costretti a fuggire, lasciano in terra le loro "armi".

La polizia, con una carica decisa, ha respinto gli autonomi, i quali si sono precipitati in piazza Castello dove sono incappati gazebo dei «Giovani Padani», che stavano volantinando contro un ambulatorio per gli immigrati, allestito proprio dal Centro Sociale Gabrio. Da qui è scoppiata la gazzarra.

È probabile che, secondo testimoni, che nel parapiglia, a colpire Riccardo Carossa sia stato proprio un agente di pubblica sicurezza, che ha riconosciuto nel figlio del capogruppo della Lega uno dei più esagitati.

http://www.nuovasocieta.it/attualita/2914-ddr.html
da Antifa

FRANCESCO GUCCINI - ADDIO



Addio - Francesco Guccini

Nell'anno '99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perchè la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perchè so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perchè, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed dei parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
per? ? amico di tutti perchè non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico...

Nardò, il maltempo devasta il litorale ionico


Le località balneari neretine: S. Maria al Bagno e Santa Caterina sono state colpite dal nubifragio di questo turbolento fine settimana. Lo scorso Venerdì, la piazzetta di S. Maria è stata inondata da detriti che sono defluiti nella ‘spiaggetta’, falsificandone la distinzione tra sabbia e mare.


(Paola De Pascali) - L’effetto sconvolgente è stato quello di assistere ad una spiaggia interminabile che trovava il suo confine solo in corrispondenza dell’Hotel Riviera e del Pizzo dell’Aspide. Solo qui, il mare torbido iniziava ad intravedersi. Le strade completamente allagate d’acqua cancellavano definitivamente il confine con i marciapiedi. Proseguendo verso il litorale di Santa Caterina lo scenario è ancora più devastante. Il verde è stato danneggiato dalla forza del vento che si è abbattuto sugli alberi, una quindicina di Tamerici spazzati via lungo i marciapiedi. Infatti, le chiome di questi alberi hanno fatto da vela spezzandosi e non reggendo più l’incombente peso del vento e della pioggia.




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