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mercoledì 4 novembre 2009

NARDO’: Fa discutere il caso dei LAVORATORI S.E.S.

All’incontro in Prefettura, tenutosi martedì 3 novembre 2009, erano presenti tra gli altri, l’ass. Cavallo, in rappresentanza del sindaco, l’ing. Formoso, in rappresentanza del comune, i rappresentanti della Cgil, Alessio Colella, segretario generale provinciale della FILLEA Cgil, Salvatore Arnesano, segretario generale provinciale dalla Cgil e poi Angelo Costantini, Confindustria Lecce. Quest’ultimo ha suscitato meraviglia nei lavoratori per il modo in cui difendeva gli imprenditori.
Vi chiederete, ma il signor Scorza sarà andato oppure avrà delegato qualcuno?????
In rappresentanza dell’azienda erano presenti, Luigi Colomba, amministratore delegato SEVAR, Salvatore Musca, consulente aziendale ed infine Emanuele Quarta, amministratore delegato GRANDI.
Ancora una volta è stato negato agli scioperanti un dialogo con il Sig. Scorza.
Nella riunione non è emerso nulla di nuovo. Una proposta è stata quella di aspettare, sei o sette mesi affinché si sbloccassero i lavori di metanizzazione delle marine, per poi sperare in un reintegro di qualcuno degli otto – qualcuno -.
Questa proposta è stata definita inaccettabile da parte degli operai “ribelli”.
L’azienda non può dare la cassa integrazione se prima non reintegra gli operai. La proposta degli operai “ribelli” era quella di essere riassunti per un periodo di tre mesi scaduto il quale potevano accedere alla cassa integrazione. Oggi anche quest’opzione è fallita grazie ai sette contratti rinnovati circa un mese fa dall’azienda.
All’interno della ditta attualmente lavora solo un operaio della Cgil. Probabilmente i sindacati all’interno dall’azienda non sono ben visti.

Ieri lu munaceddru (nella tradizione salentina, un piccolo folletto che fa i dispetti) si è impossessato dello striscione che alcuni operai avevano affisso intorno alle 17:00 in via Contrada Castellino (sulla via che porta a Galatone). Sullo striscione c’era scritto “QUARTA, COLOMBA, MUSCA E CO. BURATTINI PER I QUATTRINI”.
Alle ore 20:00 dello striscione si erano perse le tracce. Ma i lavoratori certamente non si scoraggiano per così poco, infatti eccone subito pronto un altro.

P.S. L’orario di rientro in azienda è alle ore 15:30, oggi il primo e sottolineo il primo camion è rientrato alle ore 16:20; un’ora di straordinario???????

Autunno caldo, 40 anni dopo

Circondate da un preoccupante disinteresse dell'insieme della società italiana sono tuttavia in corso alcune significative iniziative tese ad analizzare, studiare e riproporre, a quarant'anni dall'autunno caldo, quel ciclo di lotte impetuoso caratterizzato da imponenti mobilitazioni sindacali unitarie, da rinnovi contrattuali significativi, da conquiste salariali e normative che non hanno riscontro in altre fasi della storia del movimento operaio dell'Italia


-Una stagione drammaticamente conclusosi con la violenza terroristica che, con la strage di Piazza Fontana, ha fatto irruzione nello scenario politico e sociale come strumento per contrastare quelle lotte.

Dopo una lunga e paziente costruzione del potere di contrattazione del sindacato in azienda che ha caratterizzato la "riscossa operaia" degli anni sessanta i lavoratori italiani, protagonisti della ricostruzione e dell'espansione dell'economia italiana caratterizzata da bassi salari, da scarsi diritti, da un sistema di protezioni sociali molto debole e frammentato, quasi fossimo i lavoratori cinesi di oggi nell'Europa di allora, avevano deciso che così non si poteva più andare avanti.
E lo hanno proposto ad un paese che esprime un deficit storico di legittimazione delle forze del movimento operaio. Un movimento che non è mai stato pienamente riconosciute da una parte consistente dei ceti dominanti quale soggetto politico e sociale in un quadro costantemente caratterizzato da un sistema di relazioni sindacali mai consolidato ne codificato, anzi basato esclusivamente sui momentanei rapporti di forza.

Le lotte del 1969 hanno profondamente inciso sul costume, la cultura di massa, la qualità dei processi partecipativi e democratici; i rapporti di distribuzione del reddito e i rapporti tra diversi ceti sociali sono usciti da quella contrastata stagione notevol-mente modificati. Alcuni tratti della nostra società sono stati cambiati in modo irreversibile. Senza quelle lotte, senza il rapporto, frequentemente dialettico ma fruttuoso tra lavoratori e studenti, non si sarebbero gettati quei semi che hanno cambiato nel profondo la società italiana portandola a tante conquiste civili (dalla approvazione dello Statuto dei Lavoratori, alla legge sul divorzio e sull'aborto, ad altri avanzamenti conseguiti negli anni successivi), non si sarebbe avviato un così intenso ciclo di iniziative e di lotte che pur tra alti e bassi avrebbe percorso gli anni settanta.
Furono quelle stagioni ricche di enormi energie, di straordinarie potenzialità, ma anche di contraddizioni non risolte che si riproposero negli anni successivi. Il sindacato è uscito da quegli anni profondamente mutato rispetto a come vi era entrato poiché ha saputo cogliere molte delle istanze emerse da quella convulsa fase storica misurandosi, non senza resistenze interne, con la voglia di partecipare che tanta parte della società esprimeva in forme nuove, poiché ha avuto la lungimiranza di comprendere molte delle novità emerse in quel periodo e di integrarne le potenzialità nell'organizzazione, a partire dall'esperienza dei Consigli di Fabbrica.

In un paese a democrazia bloccata il riformismo sociale del sindacalismo confederale ha contribuito a promuovere la realizzazione di un più moderno welfare state universale e solidale in un paese che, a differenza dei paesi dell'Europa democratica, non lo aveva ancora realizzato.

Sono però emersi con evidenza in quegli anni e in quelli che seguirono anche le difficoltà della politica italiana a offrire orizzonti e sbocchi adeguati alle istanze di cambiamento che da quella fase erano emersi con vigore e che chiedevano un salto di qualità nel modello di sviluppo, nell'organizzazione sociale e nella vita politica. Le domande di modernizzazione rivolte al sistema politico e istituzionale hanno trovato scarse risposte aprendo così la strada alla lunga decadenza italiana fino a giungere all'implosione degli anni novanta. Penso valga la pena di discuterne più a fondo sia da parte di chi quelle battaglie le ha vissute come di chi, perché giovane, di quella stagione ha solamente sentito parlare.


http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=13354

Universita' ci risiamo: più fondi al nord e tagli al sud

Lecce (salento) - "Una riforma calata dall’alto senza nessuna conoscenza delle realtà sul territorio. Il grido di allarme lanciato ieri dal Rettore dell’Università del Salento mette a nudo tutti i limiti della riforma Gelmini/Tremonti, dettata da logiche che mettono in secondo piano il diritto ad un’istruzione di qualità, subordinandola a finte esigenze ragionieristiche."

"Ed è proprio sulla ragioneria che questa riforma fallisce. Emblematico il caso dell’Università del Salento. Con una politica di sacrifici da parte di tutti, partita con l’innalzamento delle tasse e proseguita con l’eliminazione delle indennità, a cominciare proprio da quella del Rettore, si era riusciti a chiudere il bilancio in pareggio, anche grazie al contributo di 2milioni di Euro della Regione Puglia. Sono stati migliorati tutti i parametri previsti per la valutazione degli Atenei. Nell’ottica della razionalizzazione dell’offerta formativa, sono stati ridotti i corsi di studio e d’insegnamento, pur lasciando invariato il numero di iscritti ed addirittura ridotto notevolmente il numero di studenti fuori corso. Ma per questo Governo essere virtuosi non basta. Ed ecco arrivare il taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario, previsto nella misura di 8milioni di Euro.

Ma cosa giustifica allora questo taglio? Tra i parametri che contribuiscono alla assegnazione dei fondi sono state introdotte anche delle valutazioni sul contesto socio-economico territoriale. In altre parole, gli Atenei delle zone più sviluppate hanno fondi maggiori rispetto a quelli delle zone meno sviluppate. E ci risiamo, più fondi al nord e tagli al sud. Con buona pace di chi si impegna e lavora quotidianamente per colmare il gap di sviluppo. Condividiamo in pieno la dura presa di posizione del Rettore Laforgia, non è possibile chiedere ulteriori sacrifici alle famiglie degli studenti e non è neanche possibile tagliare i servizi e la qualità dell’insegnamento. Questo Governo ha scelto di privatizzare la conoscenza e per farlo ha deciso di mettere in ginocchio gli Atenei, primi fra tutti quelli meridionali. Questa politica non ci potrà mai trovare complici."


http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8946:salvatore-capone-gelmini-e-tremonti-bocciati-alluniversita-del-salento&catid=18&Itemid=53

Turismo, Lecce unica città italiana nel “Best travel 2010”

Lecce (Salento) – L’evento “Best travel 2010” della Lonely Planet è stato presentato oggi a Londra. Mandurino: “E’ un riconoscimento che ci riempie di orgoglio”.

“E’ una gran bella soddisfazione non solo per il Salento ma per tutto la Puglia, vedere Lecce figurare tra le 10 città migliori in assoluto al mondo che la casa editrice australiana Lonely Planet consiglia di visitare”. Stefania Mandurino, commissaria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Lecce, commenta così la notizia diramata da Londra dalle agenzie di stampa secondo la quale la città salentina è entrata a far parte della “Top 10” del circuito mondiale delle destinazioni più appetibili.

“E’ un riconoscimento che ci riempie di orgoglio”, continua la commissaria, “anche in virtù del fatto che la Lonely Planet ha una autorevolezza indiscussa nel campo dell’editoria turistica in grado di orientare le scelte dei turisti e, soprattutto, di influenzare quelle dei tour operator. Nel ‘Best in Travel 2010’ presentato oggi a Londra – continua Mandurino - Lecce è al fianco di località turistiche di assoluta bellezza e forza persuasiva quali Abu Dhabi, Istanbul e Singapore, a testimonianza degli enormi passi avanti fatti dalla nostra provincia per veicolare nel mondo il marchio Salento. Per questo – incalza Mandurino - mi preme ringraziare coloro i quali ogni giorno sono impegnati a far crescere l’industria turistica locale: la Regione Puglia, prima di tutto; ma anche operatori, enti, associazioni, università senza il cui lavoro oggi non avremmo raggiunto l’eccezionale traguardo. Questo riconoscimento – conclude la commissaria dell’Apt di Lecce – ci deve spingere a fare di più e meglio per non tradire le aspettative dei turisti in termini di capacità ricettiva e cultura dell’accoglienza”.


http://www.ilpaesenuovo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8932:turismo-lecce-unica-citta-italiana-nel-best-travel-2010&catid=1&Itemid=55

MAFIA: VENDOLA, IN LOTTA REGIONE PUGLIA ALL'AVANGUARDIA

(Adnkronos) - ''La Regione Puglia e' all'avanguardia nella lotta alla mafia''. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel suo discorso all'inaugurazione della nuova sede della polizia giudiziaria del Tribunale di Trani, nella provincia Bat, nell'edificio confiscato alla mafia del nord barese, in particolare all'ex boss Salvatore Annacondia. Il governatore ha citato alcuni dati fra i quali ''i 20 milioni di euro stanziati per quanto riguarda la linea di finanziamenti comunitari nelle politiche delle legalita', i 7 milioni di euro per la gestione sociale dei beni confiscati alla mafia''.

E anche ''i 50 mila euro'' per espropriare un edificio, ultima proprieta' di un pregiudicato di Torchiarolo, in provincia di Brindisi, ''che continuava a comandare e a terrorizzare''. E ha ricordato il finanziamento ''dell'informatizzazione del fascicolo giudiziario presso gli uffici della Procura di Lecce, unesperienza che puo' rappresentare un abbattimento significativo dei tempi del processo. Vogliamo renderci utili - ha concluso Vendola - perche' sappiamo cosa significa detronizzare un boss mafioso, togliergli non soltanto la liberta' e il denaro ma anche il potere simbolico di dominio sul territorio''.

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Durante la manifestazione alcuni militanti di Alternativa comunista e giovani del Movimento, un centinaio in tutto, hanno contestato pesantemente il ministro Maroni, quest'oggi a Trani.
Alternativa comunista contesta al ministro la morte del giovane Cucchi, ucciso di botte dopo l'arresto, nonchè la politica governativa di attacchi concentrici ai diritti dei lavoratori e degli immigrati.
Si tratta di un governo di guerra sociale e militare.
Infatti mentre i militari italiani colonizzano l'Afghanistan, Berlusconi ed i suoi ministri scaricano i costi della crisi capitalista sulle spalle dei lavoratori con licenziamenti e precarietà. Mentre con la chiusura delle fabbriche, di cui Alternativa comunista chiede l'occupazione e la gestione operaia, vengono licenziati migliaia di operai, il governo finanzia le banche.
Mentre cresce il conflitto sociale per la dissocupazione e i licenziamenti, il governo Berlusconi, con il beneplacito del centrosinistra, amministra un pacchetto sicurezza che limita e libertà individuali e l'accesso a spazi pubblici per il conflitto sociale.
Nella manifestazione di oggi, Alternativa comunista al grido di : Maroni razzista, via da Trani! continuerà l'opposizione a questo governo antipopolare fino alla sua cacciata.