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martedì 10 novembre 2009

Una petizione per far emergere la verità

GIOACCHINO BASILE è un sindacalista storico della Fincantieri di Palermo. Fin dal tempo delle partecipazioni statali denuncia ad organi competenti, stampa, redazioni tv, internet, infiltrazioni mafiose ma niente si muove.
Un cittadino è costretto a chiedere di fare il proprio dovere per denunciare ciò che sa e fare luce su vicende ed anni bui. Aiutiamolo!


Pubblichiamo una sua mail:

"LA D.SSA AGNESE POZZI, CHE RINGRAZIO PATRIOTTICAMENTE, HA SCRITTO AL PRESIDENTE E SENATORE BEPPE PISANU, QUANTO SEGUE PER APRIRE UNA SOTTOSCRIZIONE CHE CHIEDE LA MIA AUDIZIONE IN COMMISSIONE ANTIMAFIA. SPERO CHE SIATE IN TANTI A FIRMARE".
GRAZIE
GIOACCHINO BASILE

Caro Senatore Pisanu,
ho sempre apprezzato le sue qualità in politica e non ho dubbi che la sua presidenza alla Commissione Parlamentare Antimafia, finalmente chiarirà molte cose; la sua correttezza politica, la sua onestà, la sua statura morale mi offrono le garanzie necessarie. Sono il medico di Bruno Contrada servitore dello Stato trattato come il peggior delinquente, gravemente malato, nella cui innocenza credo fermamente insieme alla sua futura riabilitazione, nonostante gli vengano negati i più elementari diritti sia in relazione alla sua salute gravemente compromessa, sia in relazione alla recente decisione che gli impedisce di vedere la revisione del suo processo in altra sede che in quella che l'ha originariamente condannato.
Ma non le scrivo per Contrada anche se auspico che sia fatta piena luce sul suo operato, sul suo processo farsa, sui depistaggi dei servizi segreti deviati, sul comportamento in quegli anni di Parisi, Violante e giudici coinvolti nel suo caso (Ingargiola, Tescaroli, Tinebra e company).

Le scrivo per perorare, da comune cittadina, la causa di GIOACCHINO BASILE, un sindacalista storico della Fincantieri di Palermo che ha denunciato con forza negli anni, le infiltrazioni mafiose nello stesso, nel periodo delle partecipazioni statali ma è rimasto inascoltato come una voce che ha gridato invano nel deserto(ed anche emarginato sia dai suoi colleghi).
GIOACCHINO BASILE VUOLE ESSERE ASCOLTATO DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA e dal momento che lei non sia chiama Luciano Violante, sono sicura che, con l'obiettivo di far luce su tanti lati oscuri in quegli anni, Lei non avrà difficoltà a convocarlo. Questa mail è in co-intestazione a quella di Gioacchino e spero e credo che Lei potrà giovarsene per un contatto.

Ho fiducia nel suo operato, caro Senatore. La prego con tutto il cuore e con tutto il desiderio di verità, chiarezza e giustizia, di convocarlo al più presto.
Mi permetta un affettuoso, oltre che rispettoso saluto.
La ringrazio per aver letto questa mail

Dott.Agnesina Pozzi

http://www.petitiononline.com/nov2009/petition.html

Mi auguro che saranno tanti i firmatari anche perchè le firme andranno direttamente a Pisanu.
Cordialmente Agnesina Pozzi

SALVA L'ACQUA: la campagna sale di tono

Mailbombing sui deputati per bloccare l'approvazione dell'articolo 15 del decreto 135 del 2009 e un presidio davanti al parlamento. La campagna per fermare la privatizzazione della rete idrica italiana cambia passo e cresce. Intanto, la Puglia decide di ripubblicizzare il suo acquedotto.

Saranno decisivi i prossimi giorni per il futuro dell’acqua in Italia. Da qui al 16 novembre, quando la Camera dei deputati inizierà a discutere la conversione in legge del decreto 135 del 2009 la rete dei Movimenti italiani per l’acqua ha lanciato una serie di iniziative per evitare che il furto si compia. Si comincia domani, con un’azione di mail bombing sui deputati che fanno parte della Commissione affari costituzionali, la prima a esaminare il decreto a partire proprio da domani, martedì 10 novembre. Due giorni dopo, giovedì 12, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha convocato un presidio davanti Montecitorio, a partire dalle ore 10,30. Il presidio si ripeterà anche nelle principali città italiane e in tutti quei territori che in questi anni sono stati in prima fila nella difesa dell’acqua pubblica.

Dalla riunone del Forum, lo scorso fine settimana a Firenze, è emersa l’urgenza di imprimere alla campagna in difesa dell’acqua pubblica una brusca accelerazione, a causa dell’approvazione da parte del Senato, lo scorso 3 novembre, dell’articolo 15 del decreto 135. L’articolo impone che siano fatte gare d’appalto per la gestione dei servizi pubblici e nello stesso tempo stabilisce che nelle società miste pubblico-privato la quota «pubblica» non possa superare il 30 per cento. In questo modo tutti i servizi idrici italiani, anche quelli che avevano resistito all’ondata di privatizzazioni degli anni novanta e del primo governo Berlusconi, rischiano di passare tra gli assets delle multinazionali del settore e di quelle grandi ex-municipalizzate che nel frattempo sono diventate aziende e come tali si comportano. Sullo sfondo, c’è la questione centrale, cioè se l’acqua debba essere considerata una merce come tutte le altre o invece non sia un diritto umano, dunque fuori dalla disponibilità del mercato.
«Bene comune e diritto umano universale» viene definita l’acqua, per esempio, nella delibera con cui il 20 ottobre la Regione Puglia ha deciso di avviare la procedura per riportare sotto il pieno controllo pubblico l’Acquedotto pugliese, uno dei più grandi d’Europa. In una conferenza stampa lunedì a Roma, nella sede locale della Regione Puglia, il presidente della Giunta regionale Nichi Vendola ha spiegato che – tra le altre cose – il decreto del governo, un governo che si dice federalista, entra in conflitto con le competenze delle Regioni. Carlo Podda, segretario della Cgil-Funzione pubblica ha poi aggiunto che è l’intera gestione del «pubblico» e tutta la politica delle privatizzazioni a dover essere rivista, poiché molte delle privatizzazioni condotte in Italia sono state decise sull’onda di una scelta ideologica. Marco Bersani, in rappresentanza del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, ha aggiunto che la caratteristica principale del movimento è di unire un’ampia capacità di protesta a una articolata esperienza di proposte. Bersani ha ricordato che in parlamento giace una legge di iniziativa popolare, che porta in calce più di 400 mila firme di cittadini italiani che chiedono di chiudere il rubinetto delle privatizzazioni idriche.
L’operazione lanciata dalla Regione Puglia è innovativa anche nel metodo. Il percorso di ri-pubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese, infatti, sarà studiato da un tavolo di lavoro congiunto, composto dalla Regione, dal Comitato pugliese Acqua bene comune e dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Non solo per «aprire» le istituzioni alla partecipazione dei cittadini, ma anche per segnalare l’attenzione a una delle grandi lezioni politiche dei movimenti di difesa dell’acqua in tutto il mondo. Cioè che tra la gestione «pubblica» burocratica e magari lottizzata e quella privata vorace e mercantile, ci può essere una terza possibilità: il controllo sociale del bene pubblico per eccellenza.

http://www.carta.org/campagne/ambiente/18797