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mercoledì 2 dicembre 2009

Bari, onorevole Savino indagata nell’inchiesta su clan Parisi


Elvira Savino è indagata dalla procura antimafia di Bari: la parlamentare pugliese del Pdl, 32 anni, sarebbe coinvolta nell’operazione che ha smantellato il clan mafioso Parisi e che ha consentito il sequestro del patrimonio dell’organizzazione criminale, stimato in 220 milioni di euro. La parlamentare, originaria di Castellana Grotte, è indagata per aver agevolato l’attività di riciclaggio del denaro proveniente dalla bancarotta della società “New Memotech srl” per la quale l’imprenditore barese Michele Labellarte era stato condannato per bancarotta fraudolenta.Secondo l’accusa, Savino ha agevolato l’attività illecita consentendo la fittizia intestazione di un conto corrente bancario. In cambio avrebbe ottenuto – sempre secondo l’accusa «numerosi favori e regali»: la concessione di una carta di credito collegata alla promozione di un vettore aereo con addebito sul conto di Labellarte (giugno 2007); il cambio di un assegno di 3.000 euro datole dal fratello Gianni (ottobre 2007); tre aiuti finanziari per complessivi 3.500 euro (nel 2008); il pagamento di un biglietto aereo Roma-Bari nel 2008; due ricariche telefoniche (nel 2008).

http://www.blitzquotidiano.it
da GrandeSalento.org

In aula il prologo del No B-Day

di Pietro Orsatti su Terra
Il 4 a Torino Spatuzza parlerà al processo Dell’Utri e a Milano il processo Berlusconi su Mills.
Si gioca sul filo delle date e della definizione l’uso che verrà fatto delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Perché da un lato, e su una parte delle sue dichiarazioni (in particolare quelle relative alla strage di via D’Amelio), Spatuzza può essere definito e sentito come “collaboratore” (anche se l’iter non è stato ancora concluso), dall’altro, sulle più discusse dichiarazioni relative al coinvolgimento di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi nella vicenda ancora oscura della presunta trattativa fra pezzi dello Stato e della politica con la mafia, Spatuzza non può essere sentito come collaboratore ma come “dichiarante”. Per un fatto di date.Perché le dichiarazioni rese dall’ex boss mafioso di Brancaccio su quest’ultima tranche sono state fatte dopo i 180 giorni previsti dalla legge (ha iniziato a parlare nel giugno 2008) per il percorso di accettazione della richiesta di entrare nel programma di collaborazione. Quindi, il 4 a Torino, Spatuzza parlerà come dichiarante, come semplice teste. Questo, per la difesa di Marcello Dell’Utri, può essere addirittura più pericoloso, perché le dichiarazioni potranno essere rese senza che vi sia l’assoluto bisogno di riscontro con altri pentiti. E si crea un precedente abbastanza particolare, perché siamo davanti a una “doppia” figura formale. Questo l’aspetto più inquietante, anche per il tipo di personaggio che è Spatuzza. Non un semplice pentito, quindi, ma qualcosa di più, di complesso, di ancora oscuro. Spatuzza è davvero un uomo solo che decide di pentirsi e aprire un percorso personale di collaborazione con la giustizia o, come si inizia a sospettare, è una sorta di portavoce di un pezzo della mafia, che usa le sue testimonianze e il peso di quello che dice e non dice come messaggi verso la magistratura e la politica? E già si preannuncia il dibattito dei prossimi mesi con le dichiarazioni di Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Come fa notare il Viminale, poiché Spatuzza ha iniziato a collaborare nel giugno 2008, sono utilizzabili le dichiarazioni rese fino alla fine dell’anno». E se venisse sentito come semplice testimone? Poi c’è la coincidenza di data fra l’udienza in cui parlerà Spatuzza a Torino nell’ambito del processo Dell’Utri e la prima udienza della tranche del processo Mills a Milano, che riguarda Silvio Berlusconi. Il 4 sarà una giornata campale in termini giudiziari. Da un lato Dell’Utri, dall’altro Berlusconi (che non sarà in aula). E il 5 la manifestazione “No Berlusconi Day”, che si annuncia imponente e che sta raccogliendo adesioni imprevedibili come quella emersa con le dichiarazioni di ieri di Ignazio Marino del Pd. «Bisogna sostenere e dare voce a quella parte di Italia che porta avanti idee che vogliono modernizzare il nostro Paese, e i blogger, organizzatori del No B-Day, ne sono una delle componenti più moderne – ha dichiarato Marino motivando la sua partecipazione alla manifestazione del No B-Day, a cui il Pd non ha aderito ufficialmente -. Quel popolo che ha lanciato la manifestazione è lo stesso popolo che ha sostenuto in gran parte la mia candidatura». Ancora un altro grattacapo per il segretario Bersani, che stretto fra un Di Pietro sempre più aggressivo e l’esigenza di trattare sulle riforme, avrebbe probabilmente evitato la sortita del suo ex rivale alle primarie.

Tratto da: orsatti.info
da AntifaDuemila

No Mafia Day


di Claudio Fava
Berlusconi s’è risentito per la reazione indignata che le sue parole sulla mafia hanno prodotto nel paese.
E i suoi lacchè hanno subito parlato d’una sinistra a cui manca il senso dell’umorismo, che quel “li strozzerei…” rivolto agli scrittori di mafia è gergo cameratesco, milanesismo, insomma una battuta, mica un’intenzione.
E’ un equivoco che si trascina da anni: l’idea cioè che il problema di questo paese si riduca a certe parole avventate, a certi calembour, a certe barzellette. Il problema invece è l’amicizia (solida) tra pezzi di questo governo e le mafie. Il problema sono i rapporti (solidi) costruiti negli anni tra mafiosi conclamati come Vittorio Mangano e lo stesso Berlusconi. Il problema sono i riferimenti puntuali e preoccupanti che diversi collaboratori di giustizia, ritenuti più che credibili da quattro Procure, hanno verbalizzato sul partito di Berlusconi e sulle sue frequentazioni mafiose.Il problema è una condanna in primo grado, destinata ad essere confermata in Appello, per Marcello Dell’utri che di Forza Italia fu ideologo, manovratore e organizzatore.
Il problema è questo paese, che s’indigna per le frequentazioni dello zio di Noemi e si dimentica le frequentazioni del capo del Governo, del presidente del Senato, del sottosegretario Cosentino. Il problema non è solo la mafia ma chi continua a farne una risorsa politica, un’opportunità elettorale, una realtà economica. Da proteggere, magari decidendo con un codicillo parlamentare che i beni confiscati ai mafiosi, invece di essere assegnati al cooperative giovanili o ad associazioni no profit, vengano svenduti all’asta. Un modo per restituire quei beni ai mafiosi e ai loro prestanome.
Il problema è anche nostro, se da sinistra continuiamo a derubricare queste vicende a una questione personale, al carattere dei Silvio Berlusconi, alle sue frequentazioni. Per cui, sconfitto il cavaliere, sarebbe sconfitta anche l’impudenza di certa politica e l’impunità della mafia. Così non è. Questo paese si sta abituando a considerare le organizzazioni criminali un fatto al quale rassegnarsi: nella politica, nella finanza, nella società. Rimettere al centro dell’iniziativa politica una campagna per liberare il paese dalle mafie dovrebbe essere oggi il primo punto del manifesto programmatico di Sinistra, Ecologia e Libertà. Il primo impegno concreto da assumere con il nostro popolo nell’Assemblea del 19 e del 20. Liberare le istituzioni dagli amici dei mafiosi, liberare la politica dalla sua subalternità, liberare le città e le regioni dai lacci e lacciuoli che spesso hanno legato il destino delle loro amministrazioni a interessi illeciti. Anche quando a governare è stato il centrosinistra.
Ripeto: il nostro problema non è Berlusconi. C’è da ricostruire un’idea di paese, un sentire civile collettivo che faccia della lotta di liberazione dalle mafie una grande vertenza di popolo e non il lascito ad alcuni magistrati. All’appello dei nostri militanti Sinistra Ecologia e Libertà deve rispondere subito proponendo una grande mobilitazione nazionale che rimetta al centro una nuova questione civile e morale. Come questo paese ha saputo scendere compatto e numeroso in piazza per difendere la propria libertà di stampa, credo che valga ancor più la pena proporre un appuntamento per difendere la libertà di tutti dall’egemonia delle mafie.
Non possiamo consolarci sapendo il lavoro prezioso che la società civile, da Libera in poi, ha svolto negli anni su questo terreno: occorre che la politica e la sinistra tornino ad assumersi una loro responsabilità. Proviamo a mettere insieme le nostre risorse con le centinaia di migliaia di cittadini che stanno organizzando per il 5 dicembre il “No B Day”. Per rispondere, più che a Berlusconi, ai suoi innominabili amici serve un No Mafia Day. Vogliamo provare a lavorarci?

Tratto da: sinistra-democratica.it

da AntimafiaDuemila

Milano Gay aggredito da tre giovani in un fast food

Inseguito, l'uomo si era nascosto in un Mc Donald's ma era stato raggiunto, picchiato e insultato
Si è salvato riuscendo a rifugiarsi nell'ufficio del direttore
Gay aggredito da tre giovani in un fast food
il pestaggio davanti a diversi testimoni

MILANO - Si era fermato con la sua auto in una zona frequentata da uomini dediti alla prostituzione, per questo è stato picchiato a sangue da tre ragazzi, tutti italiani di circa 25 anni, vestiti di nero, che lo hanno seguito dentro un Mac Donald's di via Rubicone, lungo la statale Milano-Meda. L'aggressione omofoba è avvenuta intorno alle 23 di ieri e la vittima, un italiano di 47 anni, ha raccontato alla polizia di aver notato, prima dell'aggressione, i tre ragazzi a bordo di una station-wagon mentre si trovava nel piazzale del cimitero di Bruzzano, dove ogni sera si prostituiscono uomini di ogni età.

Il gruppo aveva cercato di bloccare la sua auto, accendendo i fari abbaglianti. Spaventato, l'uomo si era quindi allontanato per poi rifugiarsi nel Mac Donald's, dove era stato comunque raggiunto e picchiato. Tutto è avventuto davanti a diversi testimoni. I tre lo hanno buttato a terra per poi riempirlo di calci e pugni al volto, e gridando insulti pesanti ma l'uomo è riuscito a liberarsi entrando nell'ufficio del direttore del fast food. Gli agenti della Questura stanno cercando di risalire all'identità dei componenti della 'spedizione punitiva' anche attraverso le telecamere a circuito chiuso di cui è dotato il locale.

(1 dicembre 2009)

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/gay-aggrediti-2/pestato-milano/pestato-milano.html
da Antifa

Indagato il Pdl

Daniele Martinelli
Roberto Formigoni del Pdl presidente della Lombardia è indagato a Milano per inquinamento.

La sindaca di Milano Letizia Moratti "Birichetto" del Pdl, è indagata a Milano per inquinamento ma è già Stata anche condannata Dalla Corte dei Conti per le assunzioni d'oro.

Il presidente della Provincia di Milano Claudio Podestà del Pdl, è indagato a Milano per inquinamento.

Rosanna Gariboldi del Pdl, Assessore alla Provincia di Pavia, è in galera per l'inchiesta Sulle bonifiche Che Sembra mancare Formigoni Soltanto di un soffio.

Sandra Lonardo, Moglie di Clemente Mastella dell'euroPdl, è in libertà vigilata Fuori Dalla Campania accusata di falso truffa,, concussione, abuso d'ufficio e associazione per delinquere in un'inchiesta su appalti e raccomandazioni.

La parlamentare Linda Savino del Pdl è indagata a Bari, in un'inchiesta di riciclaggio.

Il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro del Pdl, teme di Essere Arrestato per possibile accusa di associazione mafiosa nell'inchiesta Che coinvolge Nicola Cosentino del Pdl.

Anche il vicecapogruppo alla Camera Italo Bocchino del Pdl è indagato Nell'ambito della stessa inchiesta.

Silvio Berlusconi leader maximo del Pdl, è imputato di corruzione in atti giudiziari a Milano e imputato anche nel processo Mediaset. E 'in attesa di sapere se sarà rinviato giudizio anche a Napoli per compravendita di Senatori e rischia un'indagine per concorso in strage.

Marcello Dell'Utri del Pdl, è imputato nel processo d'appello di concorso esterno in associazione mafiosa Dopo una condanna in primo grado di nove anni. Anche lui rischia un'indagine per concorso in strage.

Il Ministro Altero Matteoli del Pdl doveva essere imputato di favoreggiamento a Livorno ma il pdl ha negato ai magistrati l'autorzzazione a procedere nei Suoi Confronti.

Anche nei Confronti del Sottosegretario Alfredo Mantovano del Pdl le indagini non sono continuate perché il Pdl ha negato l'autorizzazione a procedere.

Il Ministro Angelino Alfano del Pdl è indagato a Bari per abuso d'ufficio.

Il Ministro Raffaele Fitto del Pdl è imputato a Bari in processi dovuti per corruzione e turbativa d'asta.
I due Ministri del Pdl sono indagati insieme anche a Roma per abuso d'ufficio, accusati di aver rallentato la designazione del Magistrato Che doveva Indagare Fitto del Pdl. L'indagine è nata da un'intercettazione telefonica.

Un assessore e consiglieri regionali della Liguria, tra cui Nicola Abbundo del PDL, sono indagati a Genova per turbativa, corruzione, d'asta e truffa nella spartizione di 30 milioni di euro di Fondi Europei.

Il Sottosegretario Nicola Cosentino del Pdl è indagato Perché ritenuto referente dei Casalesi da alcuni camorristi pentiti. Anche per lui niente arresto come richiesto dal Magistrato.

Mi fermo qui Perché Rischio di perdermi. Oltre che di perdere il conto (per difetto) delle magagne dei furbetti del Pdl. Fermo restando che nessuno di QUESTI Pdl risulta dimesso dalle cariche istituzionali. In Italia non fa più notizia. Soltanto fa ridere.

da Indymedia

FRANCESCO DE GREGORI - CIAO CIAO



FRANCESCO DE GREGORI - CIAO CIAO

Ciao ciao, andarmene è un peccato, però ciao ciao.
Bella donna alla porta che mi saluti.
E baci, abbracci e sputi,
e io che sputo amore, io che non sputo mai.
Ciao ciao, andarsene era scritto perciò ciao ciao.
Bella ragazza che non m'hai capito mai.
Già parte il treno, sventola il fazzoletto,
amore mio, però piangi di meno.
Ciao ciao, ciao amore ciao, amore ciao.
Guarda che belli fiori in quella città.
Ciao amore ciao, amore come va?
Ciao amore, amore mio, amore ciao.
Ciao ciao, guarda che belli i fiori in quella città,
che mai mi ha vinto e mai nemmeno mi vedrà.
Guarda che mare!
Guarda che barche piccole che vanno a navigare.