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martedì 15 dicembre 2009

Tanto rumore per nulla


L'aggressione al presidente del Consiglio permette alla "vittima" Silvio Berlusconi di tornare in pompa magna sulla scena della ribalta, nel suo personalissimo 'Predellino day' bis, chiusosi con una ciliegina sulla torta.

E subito volano alte le parole e ben orchestrate le polemiche. L'Italia sarebbe dunque pervasa da un "clima di guerra civile" e da un "odio imperante". Il gesto di un povero pazzerello diventa un'aggressione premeditata di chi avrebbe bevuto troppo a lungo al calice della cultura intollerante di una sinistra tanto vasta (secondo le vittime di turno) da annoverare tra le proprie file, Di Pietro e i NoGlobal, le toghe rosse e i commentini da bar di milioni di italiani.

Dopo mesi di consenso al minimo storico della sua carriera politica, Berlusconi scopre di non essere tanto amato dagli italiani. Scaltro com'è, sa però bene che questa è anche e soprattutto un'occasione da non perdere.
La distanza tra parola e fatto riconquista la sua (a)normale collocazione dentro un panorama oggettivamente e soggettivamente poco entusiasmante, imbellettato da un apparato mediatico asservito, contorno composito di cortigiani/e, nani e ballerine. Riparte, con un bel giro di manovella, il teatrino della politica-spettacolo, con la reductio ad unum dello scontro sociale a misera maledizione individualizzante contro il sovrano ridotto a 'personaggio'.

E giù tutti a parlare di "violenza", "cultura dell'odio", "clima di intolleranza" e chi più ne ha più ne metta.
Magari... ci verrebbe da dire! Con tutti i pezzi al loro posto però. Ridando alle parole il loro giusto significato. Dove 'Odio' è il diritto conquistato degli oppressi a costituirsi come parte contro i propri dominatori, 'Violenza' l'esercizio di questo tramutato in forza collettiva capace di trasformazione, "guerra civile" lo scenario storico di una grande occasione.
La sana e robusta contrapposizione di blocchi sociali di cui si nutre una Politica con la P maiuscola è fatta di questi nobili sentimenti e di queste inedite possibilità.

Niente di tutto ciò è oggi all'orizzonte. Solo il gesto improprio e senza conseguenze (se non quella di fortificare l'aggredito) di una cultura politica piena di buone intenzioni e umani valori, ormai incapace di nominare le proprie nemesi e i propri obiettivi. Vittima di una cultura individualizzante (e consumista) che crede nelle virtù rivoluzionarie del radicalismo da tastiera o nel bel gesto singolare di chi confonde l'impotenza con la radicalità.

Un pugno in faccia al Papi dell'Italietta (normale esito di tante risse da discoteca e tanti diverbi al semaforo) diventa così la punta sintomatica di un clima di conflitto invero inesistente... se non come latenza da cui è invece sempre più necessario ripartire, per ridare alle parole il loro giusto peso e alle azioni una consequenzialità praticabile.

da Infoaut

Infostadio - news dalle curve

Tafferugli Bergamo - Rissa eccellente - Libro ultras destra - Contestazione Toro - Su Tessera del tifoso - Daspo per tifosi Carrarese - Terzo tempo Rimini-Cesena - 30 anni per omicidio

TAFFERUGLI BERGAMASCHI

A Bergamo nel dopo partita Atalanta-Inter, uno dei sei pullman con i tifosi milanesi e' stato preso d'assalto da ultras bergamaschi. Alcuni supporter atalantini hanno teso un vero e proprio agguato lanciando sassi, bombe carta, bottiglie e fuochi d'artificio all'autobus. Alcuni tifosi interisti sono scesi dal pullman e per alcuni istanti le due tifoserie sono entrate in contatto prima dell'intervento di polizia e carabinieri. Un carabiniere e' rimasto contuso alla mano destra.

IN ECCELLENZA, ECCELLENTI!

I carabinieri di Torino hanno denunciato 28 persone per una rissa avvenuta durante una partita di calcio giocata su un campo della provincia. Giocatori e dirigenti di due squadre del campionato regionale di Eccellenza Uisp, più uno degli allenatori, si sono affrontati utilizzando le bandierine dei guardalinee, quelle del calcio d'angolo e alcuni bastoni prelevati da un vicino orto. Quattro persone sono rimaste ferite, con prognosi da che variano da cinque a dieci giorni.

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LUCCA, ULTRAS DI ESTREMA DESTRA E PLURICONDANNATO PRESENTA UN LIBRO FRA GLI ONORI DELLA POLITICA

di Toto Barbato

Sta scatenando un terremoto politico a Lucca la presentazione del libro "Ultras, storia del tifo rossonero" scritto dal capo del disciolto gruppo di estrema destra dei tifosi della lucchese Bulldog, Andrea Palmeri. L'autore è imputato in alcuni processi legati a violenze nei confronti di giovani esponenti della sinistra lucchese ed è stato fermato dalla polizia di Sofia dopo Bulgaria-Italia per aver incendiato la bandiera bulgara nella curva dei tifosi azzurri.

La presentazione è fissata per lunedì 21 dicembre alle 21 in una sala comunale ad Altopascio ed è già stata annunciata anche la presenza dell'assessore comunale allo sport del comune di Lucca Lido Moschini e l'assessore alla Sicurezza di Altopascio ed esponente di Forza Nuova Alessandro Balduini.

In un comunicato il presidente della provincia Stefano Baccelli ha scritto che "Un libro sul fenomeno del tifo da stadio può essere spunto di riflessione e di discussione, ma può diventare un problema se il tifoso che lo ha scritto, che pure rappresenta la frangia estrema della destra fascista e predica la violenza come suo credo, ed è pluricondannato, viene accolto a braccia aperte non da una, ma da ben due amministrazioni pubbliche di centro-destra: Lucca e Altopascio. La considero una scelta assolutamente fuori luogo".

A Baccelli hanno fatto eco con una nota analoga i capigruppo di maggioranza del Consiglio provinciale di Lucca Andrea Palestini (PD) Barbara Mangiapane (SD) Fabrizio Bianchi (PdCI) Marco Bonuccelli (PRC). Matteo Giordano, consigliere della circoscrizione 1 di Lucca per RC ha aggiunto che "La società civile antifascista organizzerà delle manifestazioni pacifiche per riaffermare il valore e l'importanza dello sport e per protestare contro questo ulteriore scempio alla democrazia e per riaffermare i valori democratici della nostra Costituzione".

Il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti ha per contro fatto sapere che la sala dove verrà presentato il volume Ultras è stata richiesta dalla casa editrice e concessa come in tutti gli altri casi.

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CONTESTAZIONE GRANATA

Poco dopo il fischio finale di Torino-Sassuolo, gara vinta dagli ospiti 1-0, una trentina di tifosi granata ha invaso la tribuna autorità urlando slogan contro il presidente Urbano Cairo. Gridando "Vergognatevi" e "Vogliamo un presidente", gli ultras del Torino hanno inveito contro il patron granata prima di essere dispersi e allontanati dal servizio di sicurezza e dalla polizia. Già durante la partita erano stati numerosi e ripetuti i cori della curva granata contro la squadra e la società.

Quando i tifosi, dalla Maratona, hanno raggiunto la tribuna, Urbano Cairo non c'era. Già dall'inizio non aveva seguito la gara nel solito posto, ma in "Tribuna Granata"; quindi, dopo il gol del Sassuolo, aveva lasciato del tutto gli spalti dell'Olimpico. Erano circa centocinquanta, di cui un terzo ha avuto accesso alla tribuna, dove non sedeva più neppure Foschi: anche il ds, in un secondo momento, aveva abbandonato lo stadio. Prima della conclusione della gara, l'automobile del presidente era pronta a partire, ma Cairo è infine rimasto, parlando anche con i giornalisti in mixed-zone.

Altri tifosi hanno invece raggiunto gli spogliatoi: quattro di essi hanno parlato con alcuni giocatori e con mister Beretta. All'esterno, intanto, in corso Agnelli 3-400 tifosi attendono l'uscita del pullman granata. Alcuni sparano petardi e mortaretti, a controllarli carabinieri e polizia.

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SULLA TESSERA DEL TIFOSO

Mercoledì 18 Novembre, Paola Frassinetti ha partecipato alla conferenza stampa, indetta dall'On. Claudio Barbaro, in cui è stata presentata la proposta di modifica all'art. 9 Legge 4 Aprile 2007 n 41, per fare chiarezza in materia di titoli di accesso agli stadi e tessere del tifoso.

L'occasione era propizia per fare ragionare su questo nuovo strumento, che avrà la funzione di regolamentare preventivamente l'accesso agli stadi; strumento che ha l'intento di creare una tifoseria selezionata e di rafforzare la fidelizzazione al club di appartenenza con accumulo di punti ed agevolazioni per acquisti di biglietti futuri o altri premi (strumento di loyalty).

Di seguito il comunicato stampa: Tessera del tifoso, presentato ddl contro "diffida a vita"

"La tessera del tifoso può essere un utile sistema per fermare la violenza negli stadi, a patto però che non si tramuti in un provvedimento ingiustamente restrittivo nei confronti di quei tifosi che hanno già scontato regolarmente una diffida. Per questo ho subito sottoscritto la proposta di legge presentata dall'onorevole Barbaro, che intende intervenire sull'art. 9 della legge 4 aprile 2007 n. 41". Lo dichiara l'onorevole Paola Frassinetti (Pdl), vicepresidente della commissione Cultura e Sport. Oggi i due parlamentari hanno presentato alla stampa la proposta di legge di modifica della 41/2007 in materia di titoli di accesso agli stadi e tessere del tifoso.

"Una diffida a vita - spiegano - creerebbe addirittura un'anomalia giuridica, perché sarebbe una limitazione a vita della libertà personale. La nostra proposta di legge intende rivedere gli elementi di criticità dell'art. 9".

Uno dei punti cruciali è, infatti, il comma 1 dell'art. 9: "E' fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili dell'emissione, distribuzione, vendita e cessione del titolo di accesso di cui al DM 06/06/05 del Ministro dell'Interno, pubblicato sulla G.U. n.150 del 30/06/05, di mettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all'art.6 della legge 13 dicembre 1989 n.401 ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive".

Sembra chiaro dal tenore letterale dell'articolo che il tifoso che in passato sia stato raggiunto da DASPO o che sia stato condannato per reati "da stadio" anche con una sentenza non definitiva, non potrà mai più acquistare la Tessera del Tifoso e di conseguenza mai più accedere allo stadio, anche se ha già scontato il DASPO o è stato condannato in primo grado ma assolto in Appello o in Cassazione.

Sono infatti già numerosi i casi di tifosi che si sono visti revocare la tessera, o non hanno potuto acquistarla, nonostante siano stati assolti per il reato loro contestato, o nonostante abbiano già scontato il DASPO cui erano sottoposti.

In altre parole, stando a questo articolo, nessuna persona che ha avuto un DASPO potrà mai acquistare la Tessera del Tifoso e pertanto si ritroverà DIFFIDATO A VITA, anche se ha scontato regolarmente la diffida, magari otto o dieci anni prima.

Alla conferenza stampa, è stata presentata la proposta di modifica di questo articolo: ... ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive, fino al completamento dei cinque anni successivi alla data della condanna e che non abbiano già scontato, anche parzialmente, per lo stesso episodio, la misura inflitta con provvedimenti di cui al già citato articolo 6 della legge 401/1989.

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CINQUE ANNI DI DASPO PER I TIFOSI DELLA CARRARESE

Mano pesante della questura spezzina nei confronti dei tifosi della Carrarese protagonisti a fine agosto di violenti scontri con le forze dell'ordine prima della partita di coppa Italia con lo Spezia.

Al termine dell'istruttoria condotta dalla divisione anticrimine a tre tifosi apuani sono stati vietati gli stadi per cinque anni, il massimo previsto dalla normativa. Un quarto tifoso carrarese se l'è cavata, si fa per dire, con un'inibizione di due anni e mezzo. Gli incidenti si sono verificati prima dell'inizio della partita quando circa 400 tifosi della Carrarese hanno travolto gli steward, divelto una cancellata e ingaggiato un corpo a corpo con alcuni poliziotti. Ieri il cerchio attorno a loro si è chiuso con l'inibizione ad assistere a manifestazioni sportive. Per tre di loro cinque anni di espulsione dagli stadi un quarto ha avuto un Daspo di due anni e mezzo e quando giocherà la Carrarese tutti e quattro dovranno presentarsi al commissariato di Carrara per firmare il registro.

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RIMINI-CESENA, IL TERZO TEMPO

Sarebbero stati quasi un centinaio i protagonisti della rissa tra ultras del Rimini e del Cesena di martedì sera, in cui un 27enne cesenate è rimasto ferito con una mazza da baseball. Lo scontro, che ha coinvolto decine di persone, sarebbe stato premeditato. Oltre al giovane ferito, al momento, altre due persone sono state denunciate per rissa aggravata, ma la Digos è al lavoro per identificare altri protagonisti dello scontro. Poco prima, in zona, si era tenuta un'assemblea dei gruppi di supporter biancorossi. La Polizia è arrivata sul posto intorno alle 22, chiamata dai residenti allarmati per lo scenario da guerriglia urbana.

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30 ANNI DI CARCERE PER OMICIDIO

Un tifoso della squadra di calcio serba del Rad, Bojan Hrvatin, è stato condannato a trent'anni di reclusione dal tribunale distrettuale di Belgrado, per aver ucciso Bajan Majicun, sostenitore del Vozdovac. L'episodio risale all'agosto del 2006. Hrvatin, con alcuni altri tifosi del Rad, aveva assaltato un treno che trasportava fans della squadra avversaria: il gruppo era armato di coltelli e biglie d'acciaio. Condannati a pene da un anno e mezzo fino a tre anni i tre 'complici' di Hrvatin, Aleksandar Kovacevic, Aleksadar Pavlovic e Goran Pantelicha.

da Infoaut

Copenhagen “Scontri a Christiania”


Barricate in fiamme, lanci di molotov e di lacrimogeni questa sera nel quartiere-comunità di Christiania a Copenaghen, dove si tiene il vertice mondiale sul clima. Si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia. Nota anche come “Città Libera di Christiania“, il quartiere è parzialmente autogovernato e fu fondata all’inizio degli anni Settanta da un gruppo di hippie che si insediò in alcuni edifici militari abbandonati. Più di una cinquantina di collettivi diversi esercitano attività artigianali e culturali in quello che appare come un’enorme centro sociale.

da Reset-Italia

Nella notte tra il 14 e 15 dicembre La polizia a Christiania. 200 fermati, resta arrestato Luca Tornatore

A Copenhagen non c'è mai pace ..

Come una serata tranquilla si trasforma in un'ennessima operazione di polizia!

La delegazione italiana SYINC, come altre centinaia di persone danesi e straniere questa sera si è recata a Christiania per partecipare ad un dibattito con Naomi Klein e Michael Hardt organizzato dal CJA in preparazione della giornata "Reclaim Power" del 16 dicembre.

A conclusione del dibattito è iniziata una festa e molta gente si è fermata nei vari locali.

All'improvviso la polizia con un blindato e sparando lacrimogeni è entrata dentro Christiania iniziando a fermare le persone e detenendoli.

L'intervento, con l'uso di un elicottero che sorvolava la zona, è avvenuto dopo la costruzione di barricate sulla strada, da parte di qualcuno che poi all'arrivo delle forze dell'ordine è fuggito dentro il quartiere. A questo punto la polizia ha fatto irruzione.

Dalle telefonate che ci giungono la gente viene "selezionata" e fermata a "discrezione totale" della Politi che ha continuato fino a tarda notte a presidiare la zona.

Sono 200 le persone arrestate, 81 delle quali sono attivisti della rete italiana "See you in Copenhagen".

I fermati sono stati portati a Retortvej.

Nel corso della notte le persone vengono rilasciate. Degli italiani Luca Tornatore viene trattenuto e sarà processato questa mattina. Pare che tre poliziotti testimonieranno di riconoscerlo come uno di quelli che ha partecipato a costruire le barricate. Una vera e propria provocazione. Ovviamente qualcuno bisognava tenere per cercare di giustificare un operativo di ingresso e fermi di massa a Cristiania.

Tutto questo succede proprio a meno di 24 ore dalla giornata del 16 dicembre in cui è prevista l'iniziativa Reclaim the power al Bella Center dove si tiene Cop15.

da GlobalProject

CILE - A Santiago la destra riprende forza

In Cile per la prima volta dopo la fine del regime di Augusto Pinochet il candidato della destra torna a vincere sul candidato della Concertación, l’alleanza di democristiani e socialisti. L’impresario e magnate dei mezzi d’informazione Sebastián Piñera andrà al ballottaggio il 17 gennaio contro Eduardo Frei, il candidato del centrosinistra. Piñera al primo turno ha conquistato il 44 per cento dei voti contro il 29,6 di Frei.

“Piñera è il nuovo Berlusconi”, titola il giornale spagnolo Público, riferendosi alla fortuna economica e al controllo dei mezzi d’informazione e delle squadre di calcio del leader della destra cilena, legato in prima persona alla dittatura militare di Pinochet alla fine degli anni ottanta.

“I vent’anni di democrazia in Cile non hanno cambiato la fisionomia politica fondamentale del paese. Il blocco politico che ha sostenuto la dittatura militare mantiene intatto il 44 per cento che aveva ottenuto Pinochet nel plebiscito del 1988. Ma le forze che hanno lottato per affermare la democrazia continuano a essere la maggioranza. Infatti sommando i voti di Jorge Arrate, Marco Enríquez-Ominami ed Eduardo Frei si arriva al 55,95 per cento”, afferma il quotidiano La Nación.

Quello che deve far riflettere i partiti di centrosinistra è la perdita dell’appoggio delle classi più povere, soprattutto delle regioni con più alta densità di popolazione, dove c’è stato un aumento dei consensi proprio verso la destra.

Secondo La Nación, tuttavia, Frei ha ancora speranza di vincere perché da oggi comincia una nuova fase della campagna elettorale. “In questa nuova fase si creerà inevitabilmente una polarizzazione della società intorno a due modelli di paese: da una parte una nazione che è ancora legata alla dittatura con il neoliberismo come ideologia, dall’altra le forze che cercano di realizzare un modello in cui sia garantita la protezione sociale da parte dello stato e le conquiste democratiche siano rese salde”, continua La Nación.

Piñera, che ha ottenuto un risultato molto superiore a quello che si aspettava, cerca ora i voti del terzo candidato, Marco Enriquez-Ominami, che ha ottenuto il 20 per cento dei voti: un risultato straordinario se si pensa che si tratta di un candidato indipendente. Sono stati soprattutto i giovani, delusi dal governo Bachelet, a votare per lui.

da Internazionale

A furia di cercare nemici...

di Pietro Orsatti
Il clima è quello che è. Lo sapevamo da tempo, come da tempo chiunque tenti di “ragionare” anche criticamente viene sovrastato dagli urli e insulti e slogan dalle varie curve di tifosi.
Che da tifoserie negano anche l’evidenza. L’aggressione a Silvio Berlusconi da parte di una singola persona con chiari e documentati disturbi, assolutamente condannabile ma certo non generalizzabile come responsabilità di tutta l’opposizione, diventa perciò caso, icona, punto di non ritorno. Diventa politica, o meglio diventa pezzo di quello che è diventata la politica in questi anni. C’è ormai un clima da slogan urlati. Semplificazioni, distorsioni. Andiamo a vedere, per esempio, cosa ha scritto ieri il vicedirettore de Il Giornale, Alessandro Sallusti: «Come ai vecchi tempi, i cattivi maestri pontificano, cretini, delinquenti e pazzi, agiscono. Il tutto sotto l’ombrello della Costituzione sacra e intoccabile, di quella parte della magistratura politicizzata, di chi sostiene che la volontà popolare non conta e chi vince le elezioni, se è Berlusconi, non può governare. Cambiamola, questa Costituzione, facciamo subito le riforme». Ci manca poco che Sallusti chieda la sospensione delle poche, traballanti, garanzie che ci rimangano, lanci l’appello a dichiarare lo stato di emergenza nazionale, e consegni al ministero dell’Interno una lista di possibili proscritti che comprenda giornalisti, testate, magistrati, politici, giudici costituzionali, presidenti della Camera, anziani presidenti della Repubblica, in carica e no, e perfino Rosy Bindi. Eh, si, la Rosy Bindi rea di aver abbandonato la calzetta e il cilicio (se mai abbia indossato un cilicio e fatta la calzetta) per fare addirittura il presidente di quel covo di “mandanti” che è il Pd. Sallusti è persona che esce allo scoperto solo quando il gioco si fa duro e i duri cominciano a giocare.

Poi ecco che arriva l’attacco vero, il vero obiettivo per il centrodestra. Il consigliere laico del Csm, Gianfranco Anedda (in quota Pdl, ovviamente), esprimendo la sua “esecrazione” per l’aggressione a Berlusconi parla del «clima d’odio» che c’è nel Paese, dicendo che a questo clima «non sono estranei i magistrati». E fa nomi e cognomi, riportando alcune prese di posizione dei procuratori aggiunti di Milano Armando Spataro e di Palermo Antonio Ingroia. Dice, Anedda, di voler credere che le loro parole «non abbiano incoraggiato la violenza», ma osserva che proprio in quanto «eccessive» sono state «indirettamente causa di violenza». In particolare, di Spataro Anedda ricorda le «grida sull’arroganza della legislazione», mentre di Ingroia le parole pronunciate in un convegno «politico» quando ha parlato della seconda Repubblica come «figlia del patto tra Stato e mafia». Ormai l’attacco è generalizzato, e non nascondiamo che lo era già da prima dell’aggressione al premier. L’unica istituzione risparmiata, almeno finora, dal premier è la Corte dei conti, tutti gli altri sarebbero parte di un complotto ordito per far cadere lui e negare il voto degli italiani. Csm, Corte Costituzionale, Parlamento, magistratura giudicante e non fino alla Presidenza della Repubblica. Tutti schierati e parte del complotto.

Ripetiamo: l’aggressione di ieri a Silvio Berlusconi è un atto gravissimo, ingiustificabile. Come è un atto gravissimo il continuo martellamento sulla Costituzione e tutti gli organi di controllo autonomi e indipendenti. La violenza è entrata a far parte del linguaggio. Non ieri. Da troppo tempo.

Tratto da: orsatti.info
da AntimafiaDuemila

Roma, "Ebrei vi cacceremo". Insulti e minacce al mercato

Insulti e minacce al mercato di Campo dè Fiori, uno dei più famosi di Roma, alla figlia di una commerciante ebrea che da decenni ha un banco sulla celebre piazza a pochi passa da Piazza Navona.

Secondo il racconto del marito della donna, Ruth Piperno, gli insulti sarebbero arrivati da alcuni ambulanti abusivi ai quali è stata revocata la licenza. «Ebrei di m..., vi cacceremo»: queste le parole che uno degli ambulanti ha rivolto alla signora Piperno.Il problema delle minacce ai «banchisti» regolari di Campo dè Fiori da parte degli abusivi, secondo quanto raccontato da più di un commerciante, si trascina da tempo. «Abbiamo più volte denunciato tutto al commissariato Trevi e al Municipio ma continuiamo a ricevere minacce», dice l'uomo.

Dopo le minacce e gli insulti l'anziana madre di Ruth Piperno è stata ricoverata in ospedale.

«Siamo stati costretti a rivolgerci a istituti di sicurezza privati. Ormai viviamo nel terrore e nell'umiliazione». È da mesi che si susseguono insulti razzisti nei nostri confronti. Questa mattina ero andata a prendere un pezzo di pizza e ho incontrato un ambulante abusivo di Campo de Fiori che mi ha sputato contro rivolgendomi minacce e insulti". A parlare è Laura Piperno, figlia di una commerciante ebrea la cui famiglia è proprietaria da circa 60 anni di un banco a Campo de Fiori.

Secondo il racconto della donna, che riferisce di essere una dei 40 feriti dell'attentato del 9 ottobre '82 alla sinagoga di Roma le minacce nei confronti della sua famiglia sarebbero partite alcuni mesi fa quando "l titolare di tre banchi abusivi a Campo de Fiori a cui sono state revocate le licenze, A. P. ha iniziato a rivolgermi contro insulti razzisti e minacce di morte". L'ultimo sarebbe arrivato questa mattina, secondo quanto riferito dalla donna: "brei de m... Tanto ve famo sparì coi banchi e no" .

"Ho presentato denuncia alla polizia contro A. P. e F. F., un suo collaboratore -spiega ancora Piperno -. Abbiamo anche segnalato la presenza di questi banchi abusivi al I municipio ma non hanno fatto nulla".

da Indymedia