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lunedì 25 gennaio 2010

Haiti, Frattini: governo non si riconosce in parole di Bertolaso

Il capo della protezione civile ha attaccato gli Usa definendo la macchina degli aiuti "patetica"

WASHINGTON - ''Il Governo italiano non si riconosce in alcune delle dichiarazioni'' rilasciate dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso sulla situazione degli aiuti ad Haiti, ed in particolare sul ruolo degli Usa e delle organizzazioni internazionali. E' quanto sottolineato dal ministro degli Esteri Franco Frattini al suo arrivo a Washington, dove oggi incontrera' il segretario di stato americano Hillary Clinton. Bertolaso, ha spiegato Frattini, ''ha fatto proposte importantissime al governo ed al presidente di Haiti per quanto riguarda il futuro dei bambini e le linee di evacuazione''. Poi pero', ha aggiunto il ministro, ''qualcuno gli ha chiesto di parlare da giornalista'' ed allora lui ''ha attaccato frontalmente gli Usa e le organizzazioni internazionali. In queste dichiarazioni - ha ribadito Frattini - il governo non si riconosce''. Il ministro, che oggi con la Clinton affrontera' anche il tema di Haiti, ha sottolineato che ''in un contesto cosi' complesso c'e' bisogno della leadership americana e, insieme ad essa, anche del piu' efficace coordinamento degli sforzi internazionali da parte delle Nazioni Unite''. Frattini ha quindi espresso ''a nome del Governo italiano il massimo apprezzamento'' per l'impegno degli Usa e del ''presidente Obama nell'azione di soccorso''. L'Italia, ha poi concluso, a livello nazionale ''continuera' a fare la sua parte con il coordinamento delle operazioni della Protezione civile e la responsabilita' istituzionale del ministero degli Esteri''.

SI TEMONO 350 MILA MORTI - A 12 giorni dal terremoto che ha colpito Haiti il bilancio delle vittime si aggrava e assume sempre più i contorni di un'ecatombe: il ministro per la comunicazione Marie-Laurence Jocelyn Lassegue ha detto che secondo la Commissione sanitaria mazionale entro domani il numero dei morti accertati supererà la soglia dei 150 mila aggiungendo che sotto le macerie ci potrebbero essere altri 200 mila cadaveri.

La terra intanto continua a tremare, in una serie infinita di scosse di assestamento. L'Istituto americano di geofisica Usgs oggi ne ha registrato una di media intensità a una quarantina di chilometri da Port-au-Prince, valutata di magnitudo 4,7 sulla scala Richter dopo un'iniziale stima di 5,5. Mentre dai soccorritori francesi giunge notizia di un altro possibile sopravvissuto (si sta scavando tra le macerie di un edificio della capitale), la situazione degli aiuti è ancora grave. Una conferma viene dal moltiplicarsi di mini-incidenti, causati da centinaia di disperati che cercano di accaparrarsi i sacchi con i generi alimentari che vengono distribuiti. La ressa che si determina spesso degenera in zuffe tra quelli che cercano di arrivare per primi nei punti di distribuzione e che costringono i rappresentanti dei contingenti militari a intervenire, seguendo lo stesso copione: prima raffiche di fucili mitragliatori in aria, poi lancio di lacrimogeni. L'inesorabile crescere del bilancio delle vittime è dato per scontato. Già in giornata varie fonti avevano parlato di 150 mila morti. La stima dei 200 mila cadaveri che potrebbero essere ancora sotto le macerie è del primo ministro Jean Max Bellerive, ha detto il ministro Lasseque. E', comunque, una corsa contro il tempo, un po' in tutti i campi dell'aiuto e dei soccorsi: per cercare gli ultimi sopravvissuti che possono trovarsi sotto le macerie; per realizzare, prima dell'arrivo delle piogge, quanti più accampamenti possibili; per approntare strutture sanitarie in grado di sopportare anche la fase della post-emergenza; per dare una sistemazione ad almeno mezzo milioni di sfollati; per procedere nel consolidamento del dispositivo messo su per distribuire gli aiuti alimentari.

Questa "macchina", però, per Guido Bertolaso, capo della Protezione civile italiana, ha fatto clamorosamente flop. Anzi si è dimostrata "patetica" davanti all'enormità del compito che aveva davanti. Le critiche di Bertolaso, intervistato da Lucia Annunziata per la trasmissione "In mezz'ora", hanno salvato poco o nulla dell'apparato degli aiuti degli Stati Uniti che, ha detto in sostanza, sebbene animati da un forte spirito solidaristico e di collaborazione, hanno fallito perché non si sono legati al territorio e, soprattutto, perché non hanno saputo mettere da parte la loro struttura e mentalità essenzialmente militari. Troppe stellette, ha tagliato corto Bertolaso. Le ricerche di altri sopravvissuti, nonostante lo stop imposto dal governo haitiano, continuano anche se ad opera di poche squadre. Ieri sera, con il ritrovamento sotto le macerie di una pensione, di un giovane di 24 anni, si è verificato l'ennesimo miracolo, anzi 'doppio' o 'triplo' miracolo perché il ragazzo non ha subito lesioni gravi; perché accanto a lui ha trovato un distributore di bevande e altro cibo con il quale ha potuto dissetarsi e nutrirsi; perché le sue grida di aiuto sono state sentite da alcuni 'sciacalli' che hanno dato l'allarme. Ma ad Haiti i miracoli - come quello della nascita nell'ospedale italiano di una bimba cui è stato dato il nome di Azzurra - sono merce ormai rara, e quindi non ci si può fermare. Come sta facendo l'Oim, l'organizzazione mondiale delle migrazioni, che ha chiesto almeno altre 90 mila tende da campo per dare assistenza a circa mezzo milione di sfollati. Una sistemazione, sottolinea l'Oim - che cura gli aiuti non alimentari -, che deve essere considerata comunque provvisoria.

da Ansa.it

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