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domenica 3 gennaio 2010

In Italia cresce la disuguaglianza sociale


La crisi ha accresciuto le disuguaglianze e ci consegna un Paese spaccato in due: i ricchi sono rimasti ricchi, ma i poveri sono ancora più poveri. Il ceto medio progressivamente si sta impoverendo avvicinandosi alle tante famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. È la fotografia che emerge dall'anticipazione del Rapporto Ires-Cgil su salari, fisco e produttività 2009, che sarà presentato entro gennaio, nel quale si conferma la crescita zero delle retribuzioni.

A preoccupare ulteriormente, la stima dell'istituto di una contrazione pari allo 0,5% del reddito disponibile delle famiglie in termini reali, che al sud si traduce in un -0,8%. Un quadro, questo, che porta la Cgil a proporre un'imposta di solidarietà sulle grandi ricchezze: un prelievo aggiuntivo su quel 10% di famiglie che detiene una ricchezza complessiva in media trenta volte superiore alla famiglia media italiana con un patrimonio mobiliare e immobiliare oltre 800 mila euro.

I nuovi dati sulla ricchezza netta delle famiglie di Bankitalia «su cui abbiamo svolto alcuni elaborazioni - spiega il segretario confederale, Agostino Megale - illustrano come, a fronte di un generale abbattimento del reddito, la vera ricchezza rimane nella mani di pochi: solo 2.380.000 famiglie italiane (il 10% del totale), infatti, posseggono il 44,5% della ricchezza netta complessiva, che ammonta a 3.686 miliardi (su un totale di 8.284 miliardi), che vuol dire 1.547.750 euro per ogni famiglia di quel 10% più ricco.

Mentre il 50% delle famiglie italiane (le più povere) che, sempre per Bankitalia, detengono appena il 9,8% della ricchezza netta complessiva, sono 11.908.000 e posseggono mediamente 68.171 euro». «La distanza (circa 1.480.000 euro) tra le famiglie più ricche e quelle più povere - aggiunge - è palese, soprattutto se consideriamo che questa distanza contribuisce ad alzare la media »di Trilussa«, che si attesta a 137.956 euro di ricchezza netta familiare. La distanza tra questa media e la ricchezza detenuta dalle famiglie più ricche (10%) è di circa 1.200.000 euro, mentre la forbice con le famiglie più povere è di quasi 280 mila euro.

Megale sottolinea le difficoltà di una famiglia su quattro ad arrivare a fine mese. «Il tutto - rileva - sapendo che quelle a rischio povertà sono 2 milioni 737 mila e rappresentano l'11,3% delle famiglie residenti (nel complesso sono 8 milioni i poveri, il 13,6%). «Nel 2008, la ricchezza delle famiglie italiane (evidentemente soprattutto quella delle più ricche) risulta complessivamente 7,6 volte superiore al reddito disponibile.

L'imposta di solidarietà sulle grandi ricchezze dovrebbe agire sul patrimonio mobiliare e immobiliare oltre gli 800mila euro. »
L'hanno già fatto in passato i Paesi scandinavi e il Regno Unito. Recentemente l'ha reintrodotta anche la Francia, con l'imposta di solidarietà sulle grandi fortune«, ricorda Megale, secondo il quale una misura di questo tipo in Italia potrebbe comportare entrate aggiuntive per oltre 6 miliardi di euro che, combinate con una vera ed efficace lotta all'evasione (ripristinando le norme sulla tracciabilità), all'armonizzazione della tassazione sulle rendite (20%), alla tassazione sulle transazioni finanziarie internazionali, possono far recuperare 19 miliardi di euro di gettito.

da Indymedia

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