HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

sabato 30 gennaio 2010

La privatizzazione delle Forze armate: una griffe sulla Nazione



In base all'ultima legge finanziaria, la gestione della Difesa passerà a una società per azioni, la Difesa Servizi S.p.A.

Chi si sia mai approcciato a un manuale di Scienza delle Finanze e abbia studiato il caso dei monopoli naturali, cioè abbia passato in rassegna quali settori possono essere gestiti dai privati per fare economia di costi, sa che l’Esercito e tutte le forze armate rappresentano il caso più eclatante di un servizio che deve per forza e logica restare pubblico: non a caso anche la Scuola Austriaca di Economia, una delle correnti di pensiero più liberali e liberisti che ci siano, ci ha sempre speculato su negli ultimi decenni, ma appunto solo a livello teorico, ragionando su cause, effetti e conseguenze, per assurdo.

Ebbene, siamo giunti, davvero, anche a questo: grande risalto hanno dato i vari giornali ai colpi dell’ultima Finanziaria (ultima in tutti i sensi, per cronologia, e perché il documento non si chiamerà più così, ma Legge di Stabilità) riguardo a bonus e agevolazioni per famiglie e lavoratori. C’è però una vocina sulla quale purtroppo pochi si sono concentrati, che a volte è stata inserita quasi solo per dovere di cronaca, ma è di importanza fondamentale: la gestione della Difesa passerà, infatti, a una società per azioni, la Difesa Servizi S.p.A.

Ciò che spenderà diventerà una questione privata, discussa da dirigenti e un consiglio d’amministrazione scelti ad esclusiva discrezione del ministro (della difesa), senza previo consulto del Parlamento (quindi senza ascoltare e chiedere a nessuno, né a destra né a sinistra).
Non saranno le gerarchie interne all’esercito, per conoscenza e per merito, a stabilire a chi affidare ordini e competenze, no: sarà il ministro di turno, oggi La Russa, domani chissà, magari solo un politico scelto solo per dare un contentino e/o ammansire questo o quel partito.

Rischiamo così che questo sia solo il primo passo, dopo la privatizzazione dell’acqua, per privatizzare l’intero corpus statale: un domani potrebbe non esserci più la cosiddetta Pubblica Amministrazione, un ente a cui è affidato il Pubblico Benessere, il Benessere del Popolo, ma un gigantesco comitato affaristico che si occupa e preoccupa solo di arricchirsi il più possibile alle spalle di cittadini e contribuenti, una multinazionale come tante altre.

I liberisti si difendono col motivo che così la gestione non peserebbe sui contribuenti, che verrebbero (tar)tassati di meno, ma il problema è che, per legge, potrà cambiare lo scopo direttivo del Servizio: non più difesa della sicurezza, ma comodi privati. Siccome lo Stato ha pochi soldi, svenderà terreni e altri immobili, fortezze e roccaforti, che così diverranno hotel e altri luoghi di divertimento.

Grazie al segreto militare, la società potrà disporre di impianti ed immobilizzazioni a suo piacimento, trasformando le caserme anche in centrali nucleari o qualsivoglia altro, senza appunto il bisogno di alcun permesso istituzionale, né dei cittadini, nel del Comune, del Parlamento. Ma la cosa più beffarda sarà la possibilità di sponsorizzare, così marchi come “Frecce Tricolori” non sarebbero più un Simbolo da portare con "Onore e Dignità", ma finirebbero alla stregua di un “De Puta Madre”: magari andate in Discoteca e c’è la gara a chi è più figo tra Gucci, D&G ed Esercito Italiano.

da Indymedia

Nessun commento:

Posta un commento