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martedì 16 febbraio 2010

Bagno di folla per ascoltare Vendola al convegno su Moro

“Aldo Moro è un punto fermo nella storia del nostro Paese, la sua visione della Puglia, naturalmente aggiornata alle contingenze attuali, è ancora modernissima”. E’ uno dei passaggi centrali del discorso del Presidente della Regione, Nichi Vendola, al convegno su Aldo Moro organizzato dal Partito Democratico di Barletta, andato in scena ieri mattina nella gremitissima sala consiliare della Città della Disfida. Promotore dell’iniziativa Ruggiero Mennea, che ha fatto gli onori di casa insieme al sindaco di Barletta, Nicola Maffei, e al segretario cittadino del Pd, Luigi Terrone.“Aldo Moro è un pezzo importante della storia del nostro Paese, un uomo che ha segnato profondamente l’Italia, un’eccellenza della nostra Puglia – ha detto nel suo saluto il segretario provinciale del Partito Democratico –. Da lui ho imparato cosa significasse la parola democrazia, il rispetto delle altrui opinioni, il valore dell’avversario e la concezione di politica in funzione delle persone, dell’interesse generale. L’insegnamento che più mi ha segnato è la centralità della persona umana. Gli uomini e le donne prima di tutto, prima di ogni altra cosa. Purtroppo la politica oggi lo dimentica spesso. Parlare di Aldo Moro, un autentico punto di riferimento ancora vivo e attuale, non deve essere un mero esercizio retorico della memoria, ma deve rappresentare uno spunto di riflessione per i politici e, soprattutto, per i giovani”.


Di mondo giovanile ha parlato anche il governatore Vendola, intervenuto dopo l’on. Gero Grassi. “Oggi stiamo assistendo ad una campagna denigratoria contro il ’68, giudicato una fabbrica del male, ritenuto responsabile della nascita delle Brigate Rosse. Criminalizzare il ’68 vuol dire criminalizzare i giovani che giustamente si ribellano per qualcosa che non va, come avviene oggi per le proteste contro l’operato del Ministro Gelmini. Nell’Italia del dopoguerra esisteva un mondo vecchio che soffocava le istanze di libertà, le nuove generazioni ruppero la crosta di questo mondo antico e Moro sentì impellente il bisogno di interloquire con il mondo giovanile, non ascoltato o male interpretato dalla politica. Se i giovani non contestano vuol dire che viviamo in una società morta. Oggi è necessario tornare alla preziosa lezione di Moro, che non ha mai parlato di repressione e mai avrebbe definito bamboccioni i giovani. Dobbiamo essere interpreti delle domande dei giovani, suscitare in loro l’entusiasmo, coinvolgendoli, scovando e valorizzando i talenti”. In uno degli ultimi passaggi del suo discorso, interrotto da numerosi applausi, Vendola si è soffermato sul tema della vita, concetto centrale nella concezione di Moro. “Ci ha insegnato che il valore della vita umana non può essere subordinato a quello dello stato”. Durante l’incontro è stato trasmesso un filmato storico su Aldo Moro e un estratto del suo ultimo discorso pubblico.

http://www.sestaprovinciatv.com/
da GrandeSalento.org

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