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giovedì 25 febbraio 2010

La mia vicina di casa

Cleophas Adrien Dioma è nato in Burkina Faso. Vive a Parma.

Ricordo bene la prima volta che ho visto la casa dove vivo. Avevo appena ricevuto la lettera di sfratto e avevo tre mesi per trovare un nuovo appartamento. Cercare casa a Parma può essere difficile per uno straniero.

Non volevo rivolgermi alle agenzie perché sono troppo care. Così andavo in giro e quando vedevo un cartello “affittasi” segnavo il numero e chiamavo: “Ciao mi chiamo Cleo, sono africano, nero.
Ho visto l’annuncio della casa da affittare, volevo sapere se è ancora libera”. Cominciavo dicendo che ero nero e africano per evitare di vedere l’espressione stupita degli affittuari. Meglio essere chiari, anche se poi la risposta di solito era: “Mi dispiace è già affittata”.

Un giorno in Borgo Schizzati, una piccola via nel centro di Parma, ho visto un annuncio interessante. Una signora mi guardava da un balcone del palazzo probabilmente pensando: “Cosa crede? Di poter venire ad abitare vicino a noi?”. Ho cercato di sorriderle, ma niente. Mi sono allontanato pensando che non mi avrebbero mai dato la casa. E invece no: il proprietario era giovane e non gli importava se ero straniero.

Per due mesi, affacciata al balcone, la signora mi ha guardato entrare e uscire. Io la salutavo, lei non rispondeva. Poi una volta mi ha fermato per la via: “Sei tu che butti i mozziconi dalla finestra? Guarda che chiamo i vigili”. Alleluia, mi aveva parlato! “Non fumo, forse è il mio coinquilino. Gli dico di non farlo più”. Un sorriso. Da quel giorno mi saluta.

Poco tempo fa, dopo una forte nevicata, la nostra strada è stata inagibile per due giorni. Ci siamo ritrovati in strada a lamentarci del comune. Per la prima volta mi sono reso conto che per lei la via era anche mia. Poi ho cominciato a parlare con gli altri vicini. Sono tutti italiani, tranne una famiglia ghanese che vive dall’altra parte della strada. Nessuno mi guarda più come uno straniero. Ogni tanto ci ritroviamo a guardare gli sconosciuti che passano per il borgo con in mente la stessa domanda: “Che cavolo ci fanno questi qua?”. Cleophas Adrien Dioma

da Internazionale

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