HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

lunedì 15 febbraio 2010

L'Aquila - "Noi non ridiamo"


Protesta nel cuore della zona off limits

Ieri all'Aquila i cittadini hanno voluto farsi sentire.
Con cartelli e scritte "Io non ridevo" e "Riprendiamoci la nostra città".
Un appuntamento nato dalle notizie sulle intercettazioni pubblicate nei giorni scorsi.
Arrivati all'altezza dei Quattro Cantoni manifestanti hanno forzato un posto di blocco per entrare nel cuore dell'area definita offlimits.
Hanno raggiunto Piazza Palazzo e sulle macerie hanno denunciato la situazione attuale e ribadito la volontà di riprendersi la loro città. E ogni persona, simbolicamente, ha preso con sé una pietra.
Durante l'iniziativa sono state ribadite le critiche al capo della Protezione Civile e al suo operato come nel caso denunciato pochi giorni fa riferito agli scarichi degli insediamenti del PROGETTO CASE realizzati a L’Aquila dal Dipartimento di Protezione civile subito dopo il sisma del 6 aprile 2009, e che attualmente scaricano i liquami nei corsi d’acqua senza alcuna depurazione.

In generale è stato ricordato tutto quello che la protezione Civile ha fatto per "controllare" la popolazione locale.

Nella giornata è stato anche riaffermata la partecipazione alla giornata del 18 febbraio a Roma.

Dal Sito 3 e 32:
LA DURA REALTA'


E’ il 6 aprile e un’intercettazione telefonica fra Francesco Maria De Vito Piscicelli (Opere pubbliche e ambiente SpA di Roma) e il cognato Gagliardi, fa registrare queste affermazioni:

“Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno”. “Lo so”(ride) “Per carità, poveracci”. “Va buò”. “Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”.

Attendono le mosse di Balducci, in sostanza, le mosse della Protezione Civile.

Ora tutti sorpresi! Le intercettazioni d’altronde lo rendono esplicito. Noi il 15 Aprile, 9 giorni dopo, stavamo gridando “ forti e gentili si, FESSI NO! 9 giorni dopo perché è tanto quello che ci abbiamo messo ad aprire bene gli occhi e a riconnettere le prime due sinapsi dopo lo shock. E qui un giorno vale tanto perché come spiega bene Franceso Maria de Vito “ bisogna partire subito in quarta, non è che c’è un terremoto al giorno”.

Per partire così bene la mattina del 6 Aprile era già diffuso per le strade un falso allarme di sciacallaggio. Così mentre tutti impazzivano in cerca di sciacalli inesistenti, quelli veri si spartivano già il vero bottino nei piani alti. Allo stesso tempo per le strade si dava l’avvio alla disgregazione sociale e al controllo militarizzato. Evacuare la città, blindare il centro, contenere gli ostinati Aquilani che non se ne andavano in campi tenda gestiti come campi profughi in zone di guerra. Porre fine alla democrazia. Il modello che Bertolaso appena qualche giorno fa invocava per Haity.

IL “SISTEMA BERTOLASO” È UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA
APPUNTAMENTO IL 18 FEBBRAIO ORE 10 SOTTO MONTECITORIO PER LA MOBILITAZIONE DI SINDACATI, PARTITI, VOLONTARI E MOVIMENTI CONTRO LA PROTEZIONE CIVILE S.P.A


Perché, come scrive Alberto Puliafito autore del documentario Comando e Controllo “è questa, la shock economy all’italiana, che si muove, che fa il suo corso. E che all’Aquila agirà con il “Comando e Controllo”. Lo scandalo, sui grandi media, parte dal G8 fantasma della Maddalena (poi spostato nel terremotato capoluogo abruzzese). Dove gli appalti per costruire fioccano presto.
Dove la gestione dell’emergenza si fa businnes. Dove chi gestisce viene definito “Santo” quando santo, evidentemente, non è”.

da GlobalProject

Nessun commento:

Posta un commento