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mercoledì 31 marzo 2010

Un complotto contro il Vaticano?

La reazione del Vaticano allo scandalo sugli abusi dei preti pedofili è simile a quella adottata da Silvio Berlusconi per affrontare i suoi problemi giudiziari. Consiste nel negare la verità e nel denunciare complotti immaginari. L’articolo di Richard Owen per Internazionale.

Molti in Vaticano e nella chiesa cattolica italiana pensano che ci sia una spiegazione ovvia agli scandali sugli abusi sessuali da parte di esponenti del clero: è tutto un complotto.

Padre Federico Lombardi, portavoce di Benedetto XVI, è stato il primo a parlare di “ignobili attacchi per screditare il Papa”. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, ha detto invece che “qualcuno sta cercando di minare la fiducia nella chiesa”. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha detto che la chiesa “non tollererà campagne per screditarla”. Il cardinale José Saraiva Martins, ex prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi, ha denunciato l’esistenza di un “piano ben ideato con un scopo evidente”.

Perfino la stampa italiana laica, a proposito delle rivelazioni sui presunti abusi sessuali su minori, scrive di “attacchi” da parte della stampa tedesca, statunitense e britannica. Ma gli attacchi non esistono. E non esiste un complotto, un piano. Esistono solo dei fatti riportati dai mezzi d’informazione e la rabbia di ragazzi cattolici vittime di abusi molti anni fa, e che oggi chiedono giustizia.

Il complotto immaginario
I giornali non hanno inventato queste storie, le hanno semplicemente riferite. La tendenza a vedere complotti ovunque è profondamente radicata in Italia e nel Vaticano.

Ma per credere che questo scandalo sia il risultato di una congiura, allora bisognerebbe accettare l’idea che una misteriosa organizzazione abbia costretto molti preti ad abusare di tantissimi bambini per decenni e che la stessa mente diabolica sia riuscita poi a convincere importanti figure della chiesa a insabbiare il tutto. Infine, i cospiratori sarebbero riusciti a far credere all’opinione pubblica che era stato lo stesso Benedetto XVI a coprire lo scandalo, sia come arcivescovo di Monaco sia in veste di capo della Congregazione per la dottrina della fede.

La realtà è che migliaia di preti in tutto il mondo hanno usato per decenni il loro potere per abusare di bambini indifesi, in alcuni casi sordomuti, come nel Wisconsin e a Verona. La realtà è che Benedetto XVI, all’epoca cardinale Joseph Ratzinger, consentì a padre Peter Hullerman, noto prete pedofilo, di trasferirsi da Essen a Monaco perché si sottoponesse a terapia senza impedire che fosse riassegnato alla sua diocesi poco tempo dopo.

La realtà è che padre Hullerman è stato condannato nel 1986 per molestie sessuali su minori ma ha continuato fino a poche settimane fa a svolgere l’attività pastorale. E non ci sono dubbi sul fatto che come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il cardinale Ratzinger decise di non sospendere un prete accusato di abusi su duecento bambini sordi in una scuola della diocesi di Milwaukee.

Uccidere il messaggero
Secondo i sostenitori della teoria del complotto ci sono delle verità che i mezzi d’informazione non dovrebbero pubblicare perché sconvenienti. Silvio Berlusconi e i suoi sostenitori la pensano così. L’anno scorso, quando è stato colpito dagli scandali che hanno portato la moglie Veronica Lario a chiedere il divorzio, Berlusconi ha accusato la stampa italiana e straniera di complottare contro di lui.

Ma nessuno poteva mettere in dubbio il fatto che il premier era stato alla festa di compleanno di Noemi Letizia, aspirante showgirl e modella, e che aveva fornito spiegazioni contraddittorie su come e quando l’avesse conosciuta.

Nessun giornalista lo aveva costretto ad andare a Casoria né ad andare a letto con Patrizia D’Addario, una escort di Bari, la notte della vittoria di Barack Obama, nel novembre del 2008. E nessun giornalista ha costretto Berlusconi a dare a David Mills, suo consulente fiscale in Gran Bretagna, 600mila dollari in cambio di dichiarazioni false in suo favore in un processo per corruzione.

Nemmeno la fervida immaginazione di Dan Brown potrebbe immaginare un complotto dietro lo scandalo dei preti pedofili o gli avvenimenti che hanno coinvolto Berlusconi e che hanno messo in imbarazzo lui e l’Italia.

Il Vaticano e Berlusconi hanno adottato lo stesso meccanismo di difesa: in caso di cattive notizie, uccidi il messaggero. Se i giornali scoprono qualcosa di imbarazzante, accusali di complottare. Questo bizzarro ma comune meccanismo di difesa fu rivelato molto tempo fa da Shakespeare, in Antonio e Cleopatra, in cui un personaggio dice a un messaggero: “Sebbene sia azione onesta, non è mai bello portare cattive notizie”.

Ma uccidere il messaggero non cancella il problema. Come dice il messaggero di Shakespeare nella sua risposta: “Ho fatto il mio dovere”. Anche padre Lombardi ha ammesso che la stampa ha fatto il suo dovere: “La chiesa”, ha detto, “deve fare ammenda”. E ha aggiunto: “L’argomento è di natura tale da attirare di per sé l’attenzione dei mezzi d’informazione, e il modo in cui la chiesa lo affronta è cruciale per la sua credibilità”.

I preti e i politici che si nascondono dietro ridicole teorie del complotto dovrebbero ascoltare le sagge parole di padre Lombardi.

Richard Owen è il corrispondente in Italia del quotidiano britannico The Times. Traduzione di Stefano Valenti

da Internazionale

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