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giovedì 29 aprile 2010

L’uomo ombra

Ho ricevuto questa domanda nella rubrica della “Posta Diretta” che tengo nel sito di www.informacarcere.it
Voi ergastolani vi definite “Uomini ombra” ma non pensate alle persone che sono morti per causa vostra che non hanno neppure più la loro ombra? Sono d’accordo con lei solo di una cosa “Chi vuole giustizia in realtà desidera vendetta.” Io lo ammetto, voglio vendetta. Spero che lei non esca mai e che muoia in carcere.

Ho risposto in questo modo
Chi violenta, uccide, mangia bambini o ammazza persone inermi e innocenti difficilmente è condannato all’ergastolo.
Molti di loro scelgono riti alternativi, altri collaborano o scelgono di usare la giustizia per avere sconti di pena.
E anche se alcuni di essi sono condannati all’ergastolo, non è mai quello ostativo a qualsiasi beneficio ma quello normale che dopo dieci anni puoi uscire in permesso, a venti in semilibertà e a venticinque in condizionale.
Lei non sa, o fa finta di non sapere, che su 1400 ergastolani saranno una trentina quelli che hanno sulla coscienza morti innocenti.
Tutti gli altri sono stati condannati all’ergastolo perché sono riusciti a sopravvivere a guerre interne alla malavita organizzata.
E fra gli ergastolani ostativi sono pochissimi quelli condannati per omicidi di persone innocenti, forze dell’ordine o altro.
Tutti parlano bene dei morti e male dei vivi, se fossi morto nei numerosi attentati che ho subito, forse parlerebbero bene anche di me.
L’ho detto molte volte: nella malavita organizzata sia i vivi, sia i morti, sono colpevoli.
Non ci sono vivi cattivi e morti buoni, come non ci sono vivi buoni e morti cattivi.
Infatti, molti anni fa era difficile che omicidi maturati nella malavita fossero condannati alla pena dell’ergastolo.
Molto tempo fa l’ergastolo ostativo non esisteva.
Solo esigenze politiche hanno portato a condannare ragazzi di 18-19 anni alla pena dell’ergastolo ostativo e imprenditori, finanzieri e politici corrotti a pochi mesi di carcere.
In guerra non ci sono soldati buoni e soldati cattivi, ci sono solo soldati che si ammazzano fra loro. Lo Stato, che li ha condannati e dopo la condanna li ha usati come trofei politici, è responsabile del fatto che questi ragazzi sono cresciuti nell’illegalità amministrativa e culturale, frutto dell'abbandono più totale da parte delle stesse Istituzioni che avrebbero dovuto tutelarli.
Questa è la verità storica, oggettiva e sociologica che i mass media nascondono.
Io non credo che la Giustizia/vendetta si ottenga con il carcere a vita perché se lo Stato agisce come i criminali, dove sta la differenza fra noi e loro?
Un uomo per essere giusto dovrebbe avere pietà e perdonare anche a rischio di farsi ingannare.
Io una volta avevo perdonato un mio nemico e dopo un po’ di tempo sono stato ringraziato da lui con sei pallottole ma non ho mai rimpianto di averlo perdonato.
Per il resto preferisco non uscire mai e morire in carcere che diventare “criminale” come lei.
Buona vendetta.
Aprile 2010

di Carmelo Musumeci

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