HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

sabato 8 maggio 2010

Il fiasco del Blocco Studentesco

Grande flop per i neofascisti del Blocco Studentesco: in piazza della Repubblica arrivano, invece delle 5mila persone previste dagli organizzatori, solo in alcune centinaia, sicuramente meno di mille. Numerosi i camerati accorsi da tutta la penisola, a dare forfait è stata quella fantomatica "base studentesca" di cui tanto Casa Pound si faceva vanto... Il leaderino Polacchi al microfono sbraita, e dopo un dovuto ringraziamento al Pdl, che tanto si era speso negli ultimi giorni affinchè venisse loro concessa una piazza, leva finalmente la maschera dichiarando "coloro che ci contestano sono infami come i loro nonni partigiani".

Nel frattempo migliaia di persone, soprattutto studenti, animano il presidio antifascista in piazza Santi Apostoli: numerosi i cortei che partono dalle scuole superiori capitoline per raggiungere la piazza, mentre un centinaio di studenti universitari fa un blitz al ministero dell'istruzione per denunciare connivenza e protezione garantite dal governo e dalle forze dell'ordine al Blocco.



Il commento di Giuliano Santoro su Carta
In piazza c'è Casa Flop: pochi neofascisti a Roma

Poche centinaia di estremisti di destra in piazza a Roma per la «manifestazione nazionale» di CasaPound e del Blocco studentesco. Il «fascisti del terzo millenio» falliscono alla prima prova della piazza.

Mesi di preparazione, sparate mediatiche, manifesti aulici, appelli trafelati e slogan fascistoidi per un flop clamoroso. La «manifestazione nazionale» di CasaPound e della sua organizzazione Blocco studentesco si è rivalata un fallimento: qualche centinaia di «fascisti del terzo millennio» hanno occupato a fatica - disponendosi radi e sprecandosi in bandieroni e fumogeni per dare un segno di vita - un pezzo di piazza della Repubblica. Dall'altra parte di via Nazionale, almeno duemila antifascisti riempivano piazza Santi Apostoli.

Chi conosce la geopolitica del rancore dei gruppuscoli della galassia dell'estrema destra aveva previsto che CasaPound, alla sua prima vera manifestazione di piazza, avrebbe deluso. Fino ad ora i neofascisti si erano limitati, oltre che a campagne aggressive contro studenti e antifascisti, ad azioni simboliche di «squadrismo mediatico» [scimmiottamento della «guerriglia comunicativa» dei movimenti], ad attacchinaggi selvaggi e alla produzione in serie di tshirt con slogan mutuati dal ventennio. Ieri, con sprezzo del ridicolo, i dirigenti del gruppo avevano annunciato «Saremo cinquemila». Alle 12, nei forum di CasaPound si riconosceva a mezza bocca «Siamo circa duemila». Poi sono arrivati i racconti di chi ha visto la manifestazione: «Sono cinquecento, non di più».

Dall'altra parte, a piazza Santi Apostoli, assieme ai centri sociali e ai partiti della sinistra, c'erano gli studenti delle scuole superiori e delle università, che questa mattina erano andati al ministero dell'istruzione di Trastevere mostrando una foto dell'incontro tra Maria Stella Gelmini e i dirgenti del Blocco studentesco. «Siamo qui per ricordare che CasaPound è funzionale ai tagli alla formazione e alle politiche antisociali del governo», hanno spiegato. C'erano anche quelli del «popolo viola»: «Chiediamo a tutti i cittadini democratici di vigilare e denunciare - affermano i viola - documentandolo anche fotograficamente, su ogni atto di apologia del fascismo che si verifichi durante la manifestazione». «I ‘fascisti del terzo millennio', come amano essere chiamati, hanno definito infami i partigiani minacciando di ‘distruggere' chi li attacca», sottolinea invece la parlamentare del Pd Ileana Argentin. E Fabio Nobile del Pdci ha ricordato che quelli di CasaPound «inneggiano a Salò, al ventennio, al duce e che fanno manifesti con le squadristi del ‘22 definendoli la squadra del cuore».

Ma, il flop della manifestazione neofascista non è solo numerico, è anche politico e comunicativo. Fin dalla sua comparsa, CasaPound ha cercato di sottrarsi dal ghetto dell'estrema destra, facendo sfoggio di iniziative culturali ambigue e parole d'ordine che cercano di riesumare il fascismo più «rivoluzionario» delle origini. Ma questa operazione, cui qualche mente illuminata ha abboccato, è completamente fallita grazie alla costante opera di denuncia e informazione che i movimenti sociali hanno portato avanti in questi anni. Tutti i giornalisti, anche i più distratti, non hanno potuto fare a meno di notare che si tratta di «neofascisti». Un impianto che si voleva teorico e che è stato quantomeno propagandistico, quello che risale alle velleitarie «terze posizioni», è stato sbugiardato clamorosamente. In piazza della Repubblica, a Roma, c'erano i fascisti: tutti hanno dovuto ammetterlo. Non era una manifestazione «normale», magari di giovani un po' esuberanti: trattavasi di neofascismo, di un movimento estremista che costruisce la sua nicchia lucrando sugli effetti peggiori del tele-populismo berlusconiano. E il fatto che, nonostante gli appoggi del partito di governo, l'estrema destra non riesca a uscire dalla sua nicchia, è una buona notizia per tutti.

da Infoaut

Nessun commento:

Posta un commento